Gomez al bivio: sceglierà la Zalf o resterà in Colombia?

31.10.2023
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Nicolas Gomez si è aggiudicato la Coppa d’Inverno, l’ultima corsa nazionale della stagione, così prima di ripartire per la Colombia ha avuto modo di togliersi l’ultima soddisfazione. Il 2023 doveva essere l’anno della ripartenza, una chance da giocarsi per entrare nel mondo dei professionisti dalla porta degli elite. Una cosa sempre più difficile nel ciclismo di oggi, ma non impossibile, come hanno dimostrato casi recenti. 

«A inizio stagione ero carico – racconta Gomez, 23 anni – avevo ambizioni importanti. Non è andato tutto per il verso giusto però mi sono piazzato spesso nelle prime gare. Mi è mancato quel puntino in più per fare bene, non sono arrivato prontissimo e forse l’ho pagata un po’».

Gomez alla Coppa d’Inverno passa per primo sotto il traguardo di Biassono (foto robertorizaphoto)
Gomez alla Coppa d’Inverno passa per primo sotto il traguardo di Biassono (foto robertorizaphoto)

La vittoria che mancava

Gomez ha conquistato un successo all’ultima occasione utile, quando la stagione è all’ultimo giro di chiave. Quella della Coppa d’Inverno è stata la ricompensa per una seconda parte del 2023 con qualche difficoltà in più del previsto. Le lacrime del colombiano, scese copiose dopo il traguardo, hanno detto tanto. 

«Ci voleva – ammette anche dopo tempo – volevo chiudere la stagione nel migliore dei modi, per ringraziare la squadra. I compagni si sono sacrificati tanto per me e io ho dimostrato di ricordarmi bene come si vince. E’ stato un po’ un recupero per una seconda parte di stagione che non è andata benissimo. Mi sono tolto un bel peso dallo stomaco e sono partito molto più sereno per le vacanze».

Com’è andata con Provini, come ti sei trovato?

Ero curioso di lavorare con lui e fino alla prima metà di stagione mi sono trovato bene. Poi abbiamo avuto una discussione, una cosa che ci può stare durante tutto l’anno, ma non sono riuscito più a trovare la serenità per fare tutto al meglio. Poi pensavo di fare uno stage con la Corratec se avessi fatto bene a inizio anno. 

E invece?

Penso di aver fatto un buon inizio di stagione: non pieno di vittorie, ma sempre piazzato. Speravo di andare a fare qualche gara con loro, invece della nostra squadra ci è andato solamente Tsarenko. 

Nel finale di stagione era arrivato un secondo posto nella seconda tappa del Giro del Veneto (photors.it)
Nel finale di stagione era arrivato un secondo posto nella seconda tappa del Giro del Veneto (photors.it)
Ora guardi già al 2024? Hai già deciso cosa fare?

Non ancora, in Italia mi ha cercato qualche squadra ma sempre continental: una è la Zalf, che mi ha cercato anche lo scorso anno. Alla fine avevo scelto la Hopplà anche per l’opportunità di fare stage con la Corratec. Devo essere sincero, per il 2024 non escludo nemmeno di rimanere a correre in Colombia.

Come mai?

Ci sono delle ottime continental anche da noi e in più potrei riprendere in mano il discorso della pista. Da junior ero molto forte nelle prove di velocità, sono stato campione panamericano nello scratch e nel team sprint. 

Perché una volta in Italia non hai continuato?

Non avendo una pista vicino a casa, negli anni in cui sono stato alla Colpack, veniva difficile andare. In più non avevo chi mi avrebbe potuto allenare al meglio ed in Colombia per partecipare a queste competizioni guardano tanto a chi si allena e riesce a dedicare tempo alla disciplina. 

La pista, si è visto negli anni, è una grande occasione per migliorare nelle volate. 

Vero, per questo vorrei provare a riprenderla perché qui in Colombia potrei fare entrambe le cose. Mi aprirebbe una porta importante in termini di opportunità per passare e anche per quel che riguarda una carriera in pista. Anche se sono passati un po’ di anni non è troppo tardi per provarci».

Gomez e l’assalto ai pro’: seconda chance con Provini

10.12.2022
6 min
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Nicolas Gomez risponde dall’altra parte dell’oceano, ora si trova in Colombia e sta preparando la stagione 2023. Non tutto, durante quest’anno, è andato come si sarebbe aspettato il giovane velocista sudamericano. Le vittorie nella prima parte di stagione non sono mancate, ma nella seconda metà del 2022 qualcosa non è andato secondo i piani. 

Gomez aspettava la chiamata dal mondo dei professionisti, ma per diverse situazioni il tutto è rimasto un sogno. Ora riparte dalla Hopplà Petroli-Firenze Don Camillo, inizierà la sua prima stagione da elite e sarà un punto di riferimento della squadra di Matteo Provini

Nicolas Gomez ha concluso la sua esperienza in Colpack dopo quattro stagioni
Nicolas Gomez ha concluso la sua esperienza in Colpack dopo quattro stagioni

Dall’altra parte del mondo

In Italia, quando componiamo il numero di telefono di Nicolas Gomez, sono le 9,30 del mattino. In Colombia, invece, sono le 4,30, ma Nicolas risponde comunque e inizia a parlare. Non si tiene dentro le emozioni e le sviscera tutte, d’altronde è sempre stato abituato così e da un punto di vista questo è un gran bene. 

«Ho ripreso ad allenarmi da qualche settimana – ci dice – sto facendo un po’ di palestra e qualche uscita in bici. Ieri sera (venerdì, ndr) ero a casa di un amico e siccome casa mia è lontana sono rimasto a dormire da lui. Così oggi mi sono svegliato presto, verso le quattro e sto tornando indietro, appena arrivo a casa vado diretto in palestra ad allenarmi. Sono qui in Colombia da circa un mese e rimarrò fino all’inizio di febbraio. Sono tornato per restare con la mia famiglia e passare le feste con loro. Allenarmi da queste parti è più bello perché è un’eterna primavera, non fa mai troppo freddo».

Al Tour de l’Avenir Gomez (terzo da destra) ha colto due piazzamenti nelle prime due tappe dedicate ai velocisti
Al Tour de l’Avenir Gomez (primo a destra) ha colto due piazzamenti nelle prime due tappe dedicate ai velocisti

Un 2022 a due facce

Avevamo sentito Gomez all’inizio della stagione, intorno ai primi di marzo, dopo che aveva conquistato due vittorie in due giorni. La prima parte di stagione è andata molto bene per il colombiano, a maggio, infatti, ha conquistato la maglia di campione panamericano under 23. Nella seconda parte del 2022 i successi non sono arrivati, tuttavia non sono mancati i piazzamenti, anche di prestigio. 

«I primi mesi sono andati bene, anzi benissimo – racconta Gomez – ero molto motivato e ho trovato delle vittorie importanti. Da giugno in poi gli obiettivi erano il Tour de l’Avenir (foto di apertura Tour de l’Avenir/Wa’sii) ed il mondiale, che sarebbero state due belle occasioni per mettersi in mostra e cercare di fare il passo nel mondo dei professionisti. Nella corsa a tappe francese la Colombia non è riuscita a supportarmi come ci saremmo aspettati, ma qualche bel piazzamento è comunque arrivato. Il secondo obiettivo era il mondiale, ma il percorso si è rivelato più duro del previsto e lontano dalle mie qualità. Quello, forse, rimane il rimpianto più grande».

Al Giro del Friuli, invece, ha centrato la seconda posizione alle spalle di Buratti nella tappa con arrivo a Udine
Al Giro del Friuli, invece, ha centrato la seconda posizione alle spalle di Buratti nella tappa con arrivo a Udine

Qualche porta chiusa

Già all’inizio della passata stagione Nicolas ci aveva raccontato che qualche squadra professional spagnola lo aveva contattato. Lui non era però sicuro di voler passare subito ed in più era convinto di potersi giocare ancora le proprie carte per aprire qualche porta di una squadra WorldTour.

«Ho parlato con Kern Pharma e Caja Rural – riprende – nel frattempo ho firmato con i Carera che hanno iniziato a cercare anche nelle squadre WorldTour. Quest’ultime, però, hanno deciso di prendere qualche scalatore in più e qualche ragazzo più giovane di me. Pensano di trovare il nuovo Bernal o i nuovi Pogacar ed Evenepoel, ma loro sono dei campioni, di corridori come loro ne nascono pochissimi. Una cosa che mi fa un po’ ridere ma che dall’altra parte mi “spaventa” è l’età. Per la società sono considerato un giovane, ho ancora 22 anni, ma per il ciclismo sembra che io sia quasi vecchio. Sono rimasto deluso anche da com’è andata, ho ottenuto quattro vittorie e il campionato panamericano, che equivale all’europeo, ma non sono riuscito a passare».

La prima parte di stagione è stata più prolifica con quattro successi tra marzo e maggio
La prima parte di stagione è stata più prolifica con quattro successi tra marzo e maggio

Una chance con Provini

Il passaggio di Nicolas Gomez alla Petroli Firenze Hopplà di Provini ci ha interessato. Da un lato per le cose appena raccontate dal ragazzo colombiano, e dall’altro per comprendere meglio come sia nato questo contatto. 

«Il 2023 sarà un’altra occasione, forse l’ultima – dice con un velo di tristezza Gomez – per passare professionista. Provini mi aveva chiamato mentre ero in contatto con i team WorldTour e gli ho dato la mia parola che se non fossi riuscito a passare sarei andato da lui. Successivamente mi aveva contattato anche la Zalf ma ormai mi ero impegnato. Mi piace come persona e mi trovo molto bene. E’ uno molto presente, ci segue quasi sempre in allenamento e ci chiede i video quando ci alleniamo in palestra, per vedere se sbagliamo qualcosa. In Colpack questo atteggiamento non c’era e un po’ ne ho risentito perché sono un ragazzo che ha bisogno di continui stimoli.

«Alla Colpack – continua – mi sono trovato bene ma eravamo fin troppi velocisti ed ho pensato più ai miei interessi. Mi è dispiaciuto andare via ma mi serviva un po’ di spazio in più per avere una maggiore continuità. Alla Petroli Firenze di velocisti di punta ci saremo io e Nencini che ci divideremo i compiti e le volate».

Nicolas è un ragazzo molto espansivo e con una grande voglia di scherzare (foto Tour de l’Avenir/AnoukFlesch)
Nicolas è un ragazzo molto espansivo e con una grande voglia di scherzare (foto Tour de l’Avenir/AnoukFlesch)

Poche gare a tappe

Il tema delle corse a tappe per far crescere i ragazzi è molto battuto in questo periodo. Far correre ai ragazzi tante gare di più giorni permette loro di crescere in maniera continuativa. Questo Gomez lo sa e infatti qualcosa da ridire sul calendario italiano ce l’ha. 

«In Italia ci sono tantissime gare di un giorno e davvero poche corse a tappe (recrimina il velocista colombiano, ndr). Se penso al mio anno da junior in Spagna mi viene da sorridere, ho fatto più corse a tappe in quella stagione che in questi quattro anni da under 23. Ho pensato di andare via dall’Italia ma in realtà il livello che si trova all’estero, in Spagna per esempio, è più basso. Il livello italiano è alto ma manca un’organizzazione che permetta ai ragazzi di crescere nel modo giusto. 

«Poi una cosa che non mi è andata giù riguarda Avenir e mondiale. Se si prende la classifica della corsa a tappe francese molti dei primi sono tutti di team WorldTour, così come al mondiale. Ne parlavo proprio in Australia con Quintana ed Higuita, che senso ha essere professionista tutto l’anno e poi correre alcune gare under 23. Secondo lo stesso ragionamento Evenepoel avrebbe potuto vincere nel giro di una settimana il mondiale under 23 e quello dei professionisti. Servirebbe un po’ più di tutela da parte dell’UCI: o sei professionista o sei under 23.».

Nicolas Gomez: dalla Colombia la storia di un velocista atipico

11.03.2022
5 min
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Ogni volta che cerchiamo il nome di Nicolas David Gomez Jaramillo sul web per avere sue informazioni troviamo sempre delle foto che lo ritraggono sorridente. E’ arrivato in Italia, al Team Colpack Ballan, all’inizio della stagione 2019, questa è la quarta stagione con il team bergamasco. Non poteva cominciare meglio, due vittorie in due giorni: prima al Memorial Polese e poi al Gp De Nardi (foto Facebook del team in apertura).

L’abbraccio dopo l’arrivo per festeggiare la vittoria del G.P De Nardi (foto Facebook/Colpack)
L’abbraccio dopo l’arrivo per festeggiare la vittoria del Gp De Nardi (foto Facebook/Colpack)

L’inizio complicato

«Appena arrivato in Italia – incalza Nicolas – ho avuto alcune difficoltà nell’adattarmi al modo di correre che c’è qui. E’ un ciclismo più aggressivo e le squadre erano molto più organizzate di come ero abituato in Colombia. Continuavo a domandarmi se fossi stato all’altezza dell’impegno preso. Per fortuna c’erano in squadra con noi diversi elite che mi rassicuravano e mi hanno aiutato molto ad ambientarmi».

«Con la squadra mi sono trovato subito bene, sono sempre stato circondato da persone buone e gentili. Ho vissuto, e vivo ancora, nell’appartamento dedicato ai corridori in ritiro. Fino allo scorso anno c’era con noi una signora che mi aiutava nelle faccende domestiche, agli inizi mi faceva un po’ da mamma. Un altro fattore che mi ha aiutato a stare bene qui è stata la costante presenza di Gianluca (Valoti, ndr) e Rossella Dileo, con loro mi sono sempre sentito tranquillo».

Il sorriso di Nicolas contagia i compagni di squadra ed il team (foto Facebook/Colpack)
Il sorriso di Nicolas contagia i compagni di squadra (foto Facebook/Colpack)

Un mentore di fiducia

Gianluca Valoti ci ha detto che a scoprire il talento di Nicolas è stato Matxin, tecnico e talent scout della UAE Team Emirates, uno che difficilmente sbaglia ad inquadrare un corridore.

«A Matxin sono sempre piaciuti i corridori colombiani – riprende Nicolas – a quel tempo era in Quick Step. Aveva un bel rapporto con il mio diesse in Colombia così ha deciso di mettermi alla prova in Europa. Sono venuto a correre in Spagna al mio ultimo anno da junior, al team Plataforma Central Iberum. Matxin mi aveva detto che se avessi ottenuto dei buoni risultati sarei venuto a correre nella miglior squadra italiana under 23, e così è stato».

Per Gomez un weekend da ricordare, iniziato con la vittoria al Memorial Polese (foto Facebook/Colpack)
Per Gomez un weekend da ricordare, iniziato con la vittoria al Memorial Polese (foto Facebook/Colpack)

L’Italia e il sogno WorldTour

Qui da noi Nicolas si è sempre trovato bene, con un modo di parlare, condito dall’accento colombiano, che ti invita a conoscerlo sempre di più. Lui in Italia è rimasto anche quando è arrivato il covid e non è stata una parentesi facile. 

«Quando è arrivato il covid ero molto preoccupato – riprende con un tono di voce più grave Gomez – noi viviamo ad Almè in provincia di Bergamo, la zona più colpita dalla pandemia. Non era bello, anzi lo definirei traumatico, la casa si affaccia sulla strada provinciale e il rumore delle sirene era costante e scandiva le nostre giornate. Poi, dopo qualche mese, il virus è arrivato anche in Sud America e lì ho temuto per la salute della mia famiglia».

«In Italia però mi sono sempre trovato bene, la considero la mia seconda casa, l’anno scorso ho avuto la possibilità di passare pro’ con un team professional spagnolo ma ho deciso di rifiutare. Per due motivi: il primo è che non immagino la mia vita lontano dall’Italia, il secondo è perchè tutti noi corridori ambiamo a passare in una squadra WorldTour, sentivo di avere ancora qualcosa in più da dare e le prime gare mi hanno dato ragione». 

Quella che è iniziata è la quarta stagione in maglia Colpack per Gomez (foto Facebook/Colpack)
Quella che è iniziata è la quarta stagione in maglia Colpack per Gomez (foto Facebook/Colpack)

Velocista moderno

Nicolas pesa solamente 64 chili, eppure appartiene alla categoria dei velocisti, un fisico leggero abbinato ad un ottimo spunto veloce. Il che fa di lui un velocista moderno.

«Ne parlavo proprio oggi con il mio allenatore – dice Nicolas – non esistono più i velocisti di pura potenza, come Greipel o Kittel. Ora i percorsi sono mossi e bisogna adattarsi, infatti la mia non è una gamba da velocista puro, anzi. Ma il mio rapporto peso/potenza mi permette di fare bene negli arrivi che vanno leggermente all’insù (come quello del G.P. De Nardi, ndr) cosa che preferisco anche perché il gruppo arriva più scremato e si rischiano meno cadute.

Il corridore colombiano incarna la descrizione del velocista moderno: performante anche sui percorsi mossi (foto Facebook/Colpack)
Il corridore colombiano è performante anche sui percorsi mossi (foto Facebook/Colpack)

«E’ il classico ragazzo sudamericano – conclude Gianluca Valoti, diesse del team Colpack – sempre felice e pronto alla battuta, allo stesso tempo è un po’ permaloso, ma è bello averlo intorno. Fa molto bene al gruppo ed in questi quattro anni con noi è sempre stato benvoluto da tutti. Non sai mai cosa aspettarti da uno come lui, ama fare scherzi, d’estate è difficile non beccarsi un gavettone proveniente dalle sue mani (ride, ndr)».