Alla scoperta di Van Gils, un altro giovane talento belga

04.04.2024
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E’ vero che in fin dei conti a vincere sono quasi sempre i “magnifici sei”, almeno nelle prove principali, ma c’è un ragazzo belga, di 24 anni, che sta letteralmente volando e che è atteso dalle Classiche delle Ardenne con enorme curiosità, perché davvero potrebbe far saltare il banco. Maxim Van Gils finora ha disputato 9 giorni di gara e in questi ha centrato una vittoria a cronometro, nella Vuelta a Andalucia e 5 presenze in top 10, tra cui il podio alla Strade Bianche e il 7° posto alla Sanremo, con un pizzico di rammarico per quel che poteva essere.

In un periodo difficile per la Lotto Dstny con i problemi fisici occorsi ad Arnaud De Lie, Van Gils si è preso sulle spalle le sorti del team riportandolo agli onori delle cronache. Lo scorso anno, illuminato dalla piazza d’onore nella tappa numero 13 del Tour, si era chiuso con buoni risultati nelle ultime uscite, ma è evidente il miglioramento di questo inizio 2024 e Van Gils lo ammette tranquillamente.

Van Gils è stato protagonista alla Strade Bianche, chiusa al terzo posto
Van Gils è stato protagonista alla Strade Bianche, chiusa al terzo posto

«Credo di essere migliorato – spiega – e questo mi ha fatto molto piacere. Ho lavorato bene durante l’inverno sfruttando anche quello che ho imparato nella stagione scorsa, ma spero sinceramente che ci siano altri miglioramenti in corso d’opera, soprattutto come risultati».

Ripensandoci ora, pensi che alla Milano-Sanremo potevi cambiare qualcosa per vincere?

Credo proprio di sì, perché sul Poggio, quando la corsa è esplosa, ero un po’ troppo lontano e ho speso energie che mi sarebbero state utili. Se iniziavo la salita in una posizione migliore, non dovevo accelerare così tanto. In discesa sarei rimasto attaccato ai primi e si poteva provare a trovare una posizione migliore nell’ultimo chilometro. Sì, ci sono cose da migliorare.

Van Gils si sta dimostrando uno dei corridori più arditi del momento, spesso all’offensiva
Van Gils si sta dimostrando uno dei corridori più arditi del momento, spesso all’offensiva
Anche tu come molti belgi sei arrivato alla strada partendo dal ciclocross: perché non fai più attività d’inverno?

Quando facevo ciclocross ero davvero molto giovane, adesso dopo una stagione così lunga e stressante preferisco sfruttare l’inverno per stare a casa. Inoltre cerco di non rischiare sia a livello fisico che di clima, magari faccio qualche uscita di allenamento, ma nulla di più.

Sei alla Lotto sin dal 2018, è raro trovare un corridore che per molti anni resta nello stesso team. Che cosa hai trovato in questo team?

Sì, sono un fedelissimo del team, mi piace essere qui. C’è una perfetta sinergia tra il loro modo di lavorare e come io intendo l’attività. Nel corso degli anni si è sviluppato un ottimo rapporto con i responsabili del team, sento questo ambiente come una famiglia. E non nascondo che di questo clima a volte ho bisogno, credo sia uno dei componenti di questo buon periodo. Sanno anche quando spingere un po’ sull’acceleratore, mettere pressione in maniera positiva. Ho un contratto fino al 2026 e anche questo mi fa stare tranquillo, posso pensare solo alle gare che devo fare.

Maxim ha un contratto con la Lotto Dstny fino al 2026, anche se persistono rumors di un interesse della Soudal su di lui
Maxim ha un contratto con la Lotto Dstny fino al 2026, anche se persistono rumors di un interesse della Soudal su di lui
Ora ti aspettano le classiche delle Ardenne, qual è quella che più si addice a te?

A me quella che piace di più è la Freccia Vallone, l’ho fatta lo scorso anno finendo ottavo ma credo che si possa fare molto meglio. Poi in questi 12 mesi, come detto prima, credo di essere migliorato notevolmente. Infatti sono molto impaziente di correrla.

Sei cresciuto molto negli ultimi anni, ma l’unica tua presenza in nazionale risale al 2017, ai mondiali juniores. Come mai non hai avuto occasioni?

Bella questione. Bisognerebbe chiederlo a chi in questi anni ha curato le selezioni del mio Paese nelle varie categorie. A volte mi pongo la stessa domanda…

Al Tour 2023, Van Gils ha chiuso 2° nella tappa di Grand Colombier, a 47″ da Kwiatkowski
Al Tour 2023, Van Gils ha chiuso 2° nella tappa di Grand Colombier, a 47″ da Kwiatkowski
Visti i tuoi risultati, speri di essere convocato per i Giochi Olimpici?

Non proprio. A Parigi si correrà su un percorso per classiche, ma non credo sia propriamente adatto alle mie caratteristiche. Certo sarebbe carino, un’opportunità che non capita tutti gli anni. Credo però che i mondiali di Zurigo di quest’anno siano più nelle mie corde e lì spero proprio di esserci e vestire, finalmente, la maglia della nazionale. Credo che sarebbe ora, no?

Tu hai vinto il Saudi Tour nel 2022. Pensi di poter ambire alla vittoria anche in corse a tappe brevi?

Sì, naturalmente. Le gare a tappe fino a una settimana sono corse che mi piacciono. Per ora non sono un mio obiettivo, nel senso che quando gareggio non guardo tanto alla classifica quanto alle singole tappe, ma più avanti vedremo. Infatti il piano per la seconda metà della stagione ricalca quello di questi giorni: puntare alle gare d’un giorno.

Il saluto con Pogacar. Il belga ammette che contro lui e gli altri fuoriclasse spesso c’è poco da fare…
Il saluto con Pogacar. Il belga ammette che contro lui e gli altri fuoriclasse spesso c’è poco da fare…
Nelle grandi corse si parla sempre di Van Der Poel, Pogacar, Evenepoel: tu hai dimostrato di poter essere alla loro altezza, il fatto che l’attenzione sia sempre tutta per loro lo reputi ingiusto?

No, perché dovrei? Non si può negare che questi ragazzi vengano da un altro pianeta. Ottengono tutti i grandi traguardi, sono sempre i soliti nomi perché sono campioni con la C maiuscola. Quindi è normale. I giornalisti parlano di loro perché sono i leader, io come altri cerco di lottare con loro sperando che qualche volta vada bene. L’importante è che ci siamo, ci facciamo vedere, onoriamo il nostro lavoro con i risultati.

Qual è il tuo sogno per questa stagione?

Vincere una tappa al Tour: quella dello scorso anno ancora non mi è andata giù…

Van Gils 2022

L’Arabia ha svelato Van Gils, talento fatto in casa

12.02.2022
4 min
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E’ vero che l’inizio di stagione regala sempre sorprese, ma in quanti fino alla scorsa settimana conoscevano Maxim Van Gils? Eppure il 22enne della Lotto Soudal ha sbancato il Saudi Tour, la prima delle corse a tappe nella penisola araba. Certo, non c’era la partecipazione che vedremo all’Uae Tour, ma si è pur sempre messo alle spalle gente per lo meno più esperta, come il colombiano Buitrago che ha chiuso a 36” e l’ex iridato portoghese Rui Costa terzo a 48”.

Van Gils ha fatto la differenza con un’azione di forza nella quarta tappa, anticipando il gruppo e chiudendo con 40” di margine. A quel punto la corsa era messa in tasca, bastava solo amministrare, per la gioia del suo team. Già, perché Van Gils è l’ennesimo prodotto della politica lungimirante della Lotto Soudal, che ha messo in piedi un devo team senza neanche iscriverlo come continental, ma che attraverso la sua attività fa maturare i suoi ragazzi, pressoché tutti belgi, per dare un vivaio alla squadra maggiore.

Van Gils Saudi 2022
Il podio del Saudi Tour con da sinistra Buitrago, Van Gils e Rui Costa. Per il belga è la prima vittoria
Van Gils Saudi 2022
Il podio del Saudi Tour con da sinistra Buitrago, Van Gils e Rui Costa. Per il belga è la prima vittoria

Un talento nascosto fra gli U23

Se uno avesse guardato il curriculum di Van Gils, difficilmente lo avrebbe portato in un team WorldTour: neanche una vittoria fino al fatidico giorno arabo. Ma le ragioni ci sono: «Da Under 23 non si è visto tanto – ha spiegato a Sporza il suo team manager Kurt Van De Wouver che lo ha seguito da vicino nella sua attività giovanile – la colpa è stata delle cadute, infatti non ha corso tantissimo ma se arrivi due volte secondo in una corsa impegnativa come il Giro della Valle d’Aosta, devi valere per forza. Inoltre Maxim ha una grande dote: la resilienza».

Maxim è un gioiello da lavorare con calma, perché può brillare davvero: «Ha gambe importanti, ha una sparata che può fare la differenza, come si è visto al Saudi Tour. E’ in grado di portar via un piccolo drappello e poi regolarlo in volata, per questo sono convinto che le classiche possono adattarglisi a pennello».

Van Gils Piemonte 2021
Van Gils, qui all’ultimo GranPiemonte, è nato a Brasschaat il 25 novembre 1999
Van Gils Piemonte 2021
Van Gils, qui all’ultimo GranPiemonte, è nato a Brasschaat il 25 novembre 1999

Partito per fare classifica

La Lotto Soudal non gli ha mai fatto mancare la sua fiducia, anzi alla vigilia del Saudi Tour gli avevano comunicato che sarebbe stato l’uomo per la classifica: «Volevamo cominciare a mettergli pressione, dicendogli che il podio poteva anche essere un obiettivo alla sua portata – testimonia l’altro dirigente ed ex professionista di spicco Marc Wauters Nessuno certo avrebbe pensato che vincesse, ma sapevamo che era stato tra i primi del team a entrare in forma. Questo risultato cambia un po’ le sue prospettive e anche le nostre, pensiamo che possa far bene anche in gare più importanti».

«Una delle particolarità che ci è subito piaciuta di Van Gils – è ancora Van De Wouver a parlare – è che ha saputo subito fare gruppo. E’ un tipo calmo e allo stesso tempo allegro, che comunica molto con i ragazzi ed è disponibile al lavoro, tanto è vero che si è anche guadagnato la fiducia di Caleb Ewan come uomo utile nel treno per la volata. Va forte in salita ma è anche molto veloce, deve solo migliorare nella gestione delle gare com’è normale considerata la sua giovane età e relativa esperienza».

Van Gils Ewan 2022
Ewan si complimenta con Van Gils, col quale ha molto legato in ritiro
Van Gils Ewan 2022
Ewan si complimenta con Van Gils, col quale ha molto legato in ritiro

Che emozione al fianco di Valverde…

E lui, il nuovo talento belga, che cosa dice? Il mondo dei professionisti continua un po’ ad essere come un grande parco giochi: «Lo scorso anno al Giro di Catalogna – raccontava prima del Saudi Tour – a un certo punto mi sono ritrovato a pedalare fianco a fianco con Valverde: un altro po’ e sbando per l’emozione… Lui devo dire che è stato molto amichevole, è stato bello conoscerlo». In quella corsa, la Lotto Soudal colse importanti traguardi con Kron e De Gendt che fecero passare in sordina il suo comportamento, eppure aveva anche centrato una Top 10 di non poco conto.

Ora chiaramente non è più uno sconosciuto: «Io spero di ottenere il massimo dalla mia carriera e poter dire un giorno di aver vinto una gara importante – ha dichiarato dopo la conquista della corsa a tappe – Magari nelle Ardenne, sono le mie preferite…».