Mozzato, il Giro sul divano e il Tour sulla bici

03.06.2023
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Luca Mozzato sta lavorando sodo per la seconda parte della sua stagione. Il veneto della Arkea-Samsic è a Sierra Nevada. La prossima grande gara del suo calendario si potrebbe chiamare Tour de France. 

Luca si è goduto il Giro d’Italia e sui velocisti era stato alquanto profeta. Proprio lui infatti ci aveva illustrato i favoriti e le tappe che sarebbero arrivate allo sprint e le aveva azzeccate quasi tutte.

Luca Mozzato (classe 1998) dall’inizio della stagione ha messo nel sacco 28 giorni di corsa
Luca Mozzato (classe 1998) dall’inizio della stagione ha messo nel sacco 28 giorni di corsa
Luca, come stai?

Sono a Sierra Nevada e sto terminando questo blocco in altura. Poi tornerò a casa, ci resterò tre giorni scarsi e andrò al Giro di Svizzera. Farò il campionato italiano e quindi dovrei partire per la Francia… anzi, per i Paesi Baschi, da dove partirà il Tour. Non è certo, ma ci spero.

Come ti senti? Sappiamo che hai avuto un maggio un po’ tribolato…

Non ho avuto un avvicinamento ottimale, ma adesso mi sento bene. Dopo le classiche ho dovuto fare il Romandia, che non era del tutto in programma, quindi ho staccato e… “non ho staccato”. E dopo il Romandia ho preso il Covid. Sono rimasto a letto una settimana. Mi spiace perché ho saltato diverse gare di un giorno in Francia.

Gare importanti per cogliere piazzamenti, magari vittorie e qualche punto…

Esatto, ma vista la situazione non ci sembrava il caso di andare giusto per attaccare il numero. Meglio restare a casa, recuperare, prima, e lavorare bene, poi, in modo da preparare al meglio gli appuntamenti successivi. E infatti in quel paio di corse nella seconda parte di maggio sono andato benino… visto come ci ero arrivato.

E ora il Tour nel mirino. Che stimolo è?

E’ un bel mix di emozioni. Da una parte c’è l’ansia da prestazione. Tanto più che quest’anno c’è parecchia salita e non è troppo adatto ad un corridore come me. Immagino che sarà dura anche solo portarlo a termine. Dall’altra però penso che sia la vetrina più importante e questo non può che fare piacere e dare la carica.

Emozioni contrastanti per l’esordio di Mozzato al Tour: una super vetrina, ma anche un livello molto alto con cui confrontarsi
Emozioni contrastanti per l’esordio di Mozzato al Tour: una super vetrina, ma anche un livello molto alto con cui confrontarsi
Sarà un Tour all’attacco o in attesa di volate?

E’ un bel punto di domanda. Molto dipenderà dal tipo di squadra. Se ci sarà Bouhanni per esempio dovrò correre in suo appoggio, perché lui chiaramente allo sprint dà più garanzie di me. A quel punto dovrò cercare di fare qualcosa in tappe che non siano i classici piattoni da sprint, ma un po’ più ondulate.

Come stai lavorando in quota?

Alla fine ci passerò quasi tre settimane. Come di consueto, nei primi giorni ho fatto un po’ di adattamento alla quota, senza forzare troppo. Poi con gli altri ragazzi, qui ci sono dei compagni, abbiamo iniziato a fare degli specifici. Il lato positivo di essere qui è che per fare intensità, per fare certi lavori devi scendere a quote relativamente basse, a Granada che è a circa 800 metri. Ma il rovescio della medaglia è che poi ti devi sciroppare un’ora e mezza di salita per tornare in hotel. Non è una gioia, ma è allenante! Però c’è un bel clima: siamo qui con il meccanico, il massaggiatore e alcuni ragazzi e tutto sommato il tempo passa bene e ci si allena volentieri.

Abbiamo parlato di programmi e lavoro, ma il Giro d’Italia come lo hai seguito?

L’ho seguito parecchio e devo dire che mi ha “salvato” tanti pomeriggi. Prima perché ero a casa malato, non avevo nulla fare tra letto e divano. E poi qui dal ritiro. Il Giro da fuori è stato bello, ma anche in quel caso ci sono state emozioni contrastanti.

Il veneto è nel sud della Spagna per preparare al meglio Giro di Svizzera, campionato italiano e soprattutto il Tour (immagine dal web)
Il veneto è nel sud della Spagna per preparare al meglio Giro di Svizzera, campionato italiano e soprattutto il Tour (immagine dal web)
Cioè?

All’inizio quando pioveva ero quasi contento di essere a casa e di non aver preso tutta quell’acqua. Io, come vi avevo detto, dovevo “quasi” farlo questo Giro e l’ho vissuto più da dentro. Ho pensato: “Per fortuna che non mi ci hanno mandato”. Invece in altre tappe pensavo che mi sarebbe piaciuto esserci e che avrei potuto fare qualcosa di buono.

Tipo a Caorle, quasi casa tua…

Esatto, sarebbe stato bello stare nella mischia quel giorno.

C’è qualche collega delle ruote veloci che ti ha stupito?

Beh, Jonny (Jonathan Milan, ndr). Che fosse forte lo sapevo, ma che potesse essere così costante per tutto il Giro ammetto di no. Jonathan ha fatto tutte le volate dalla prima all’ultima settimana.