Hardskin firma la maglia della “Deejay 100”

12.12.2022
3 min
Salva

Domenica 18 dicembre ritorna la Deejay 100 Virtual Race. Stiamo parlando della gara indoor promossa da Radio Deejay attraverso la piattaforma online Rouvy.

Quella che andrà in scena domenica prossima alle 10 sarà la terza edizione di un evento nato in piena pandemia, che fin dal suo esordio ha riscosso un notevole successo. L’edizione che ci apprestiamo a vivere presenta una novità molto importante. Nel pacco gara i partecipanti troveranno infatti la maglia ufficiale della manifestazione firmata Hardskin, brand di abbigliamento tecnico per sport di endurance che abbiamo avuto modo di conoscere in questi ultimi due anni attraverso i nostri articoli.

Hardskin, Deejay 100 Virtual Race
Hardskin, Deejay 100 Virtual Race

Un capo altamente tecnico

La maglia ufficiale è stata realizzata con design Fragment in limited edition e si presenta come un indumento estremamente tecnico che tutti i partecipanti all’evento promosso sa Radio Deejay avranno modo di apprezzare. Garantisce comfort totale con fit aerodinamico pensato per le lunghe distanze grazie al tessuto stretch 4-Ways, che si adatta ai movimenti del corpo estendendosi e contraendosi in quattro direzioni. Realizzata in un mix di poliestere di alta qualità, la maglia è resistente, elastica e idrorepellente. La manica con taglio a vivo segue il bicipite per garantire migliore fit e un’ottimale transizione tessuto-pelle. La cerniera dispone inoltre di un sistema integrato di chiusura a scatto che ne assicura la posizione e ne scongiura l’apertura. Completano la maglia tre tasche posteriori rinforzate e facilmente accessibili. 

Si pedala in Puglia

La terza edizione della Deejay 100 Virtual Race porterà tutti i partecipanti a pedalare, seppure virtualmente, in Puglia, lungo un percorso che unirà Ostuni ad Alberobello, città dei trulli per antonomasia e nota in tutto il mondo. Si partirà dal centro abitato di Ostuni e si imboccherà la SP17 in direzione di Cisternino, considerato come uno dei borghi più belli d’Italia. Si proseguirà poi verso Locorotondo, paese denominato “Il più bel balcone della Murgia dei Trulli”. A fare da sfondo un territorio caratterizzato da piccoli vigneti segnati da muretti a secco, macchie di bosco mediterraneo e uliveti che circondano antiche masserie. 

Come anticipato, lo striscione d’arrivo sarà posto ad Alberobello. I partecipanti avranno a disposizione 100 minuti per completare il percorso che misurerà poco meno di 33 km per un dislivello di poco inferiore ai 500 metri. Per partecipare è necessario avere uno smart trainer interattivo e un account Rouvy, la piattaforma di ciclismo virtuale dove si svolgerà l’evento. Tramite Pedalitaly sarà possibile partecipare anche con rulli privi di sensori o come spettatori, senza rulli.

L’abbigliamento tecnico Hardskin è nato da atleti per atleti ed è pensato per sport di endurance
L’abbigliamento tecnico Hardskin è nato da atleti per atleti ed è pensato per sport di endurance

Un’opportunità da cogliere

Per Hardskin la Deejay 100 Virtual Race rappresenta una importante opportunità per far conoscere ancora di più il brand come ha voluto sottolineare Marco Pancari, Operation Manager di Hardskin: «Hardskin è il brand di abbigliamento tecnico per sport di endurance nato da atleti per atleti, che realizza capi d’abbigliamento pensati per semplificarne la vita e migliorarne le performance

La collaborazione con Radio Deejay, che prosegue dopo la “Deejay Tri”, è l’occasione perfetta per lasciare il segno, ma non è finita qui. Abbiamo in programma grandi novità per il 2023. Vogliamo dare voce e spazio a coloro che condividono la nostra inesauribile passione per lo sport. Noi li chiamiamo Hardskinner”. 

Hardskin

Bioracer: il primo anno con Ineos è stato un successo

07.11.2022
4 min
Salva

La stagione appena conclusa è stata la prima per il nuovo binomio BioracerIneos Grenadiers. Non è mai facile inserirsi in corsa, ma il marchio belga, uno dei più affermati nel campo dell’abbigliamento di alto livello, ha lavorato molto. Offrendo a Ganna e compagni una gamma di prodotti all’avanguardia e di ottima fattura. Ma com’è andato questo primo anno accanto al colosso britannico?

La collaborazione con la Ineos ha aperto a Bioracer anche il mercato sud-europeo
La collaborazione con la Ineos ha aperto a Bioracer anche il mercato sud-europeo

Nuovi orizzonti

Nel nostro incontro con Bioracer abbiamo parlato con Marco Pancari, Operation Manager Bioracer Italia. Il salto principale per l’azienda è stato soprattutto commerciale, come ci spiega anche lui.

«Questa collaborazione – spiega – ha permesso a Bioracer di entrare nel mercato italiano e nei vari negozi dalla porta principale. La nostra è un’azienda storica, perché sono 30 anni che è presente sul mercato. Siamo sempre stati però focalizzati sul custom team, con un fatturato molto importante, che supera i 40 milioni di euro. Tuttavia, nel mercato sud-europeo e soprattutto in quello italiano, era praticamente sconosciuta dal pubblico amatoriale».

L’operazione Ineos

Da queste prime parole di Marco Pancari emerge chiaramente come la collaborazione con il team britannico sia subito apparsa come una grande opportunità: tecnologica e commerciale.

«Bioracer – continua Pancari – ha aperto il bacino di utenza grazie al marchio Ineos. Parlando specificamente del mercato italiano possiamo tranquillamente dire che la presenza di corridori come Viviani e Ganna ha portato a far sì che il prodotto “replica” diventasse molto forte. Va detto che Ineos è uno dei top team per quanto riguarda anche tutto il contorno, dalle bici Pinarello, ai caschi marchiati Kask. Andare a posizionare Bioracer assieme a questi nomi ha dato decisamente una marcia in più. La presenza di un corridore come Filippo Ganna ci ha dato quella spinta ulteriore per creare nuovi prodotti e nuove tecnologie anche nella linea dei body».

Un marchio affermato

Trent’anni di storia non sono pochi, un lungo periodo che ha permesso a Bioracer di affermarsi già ad alti livelli. I successi ottenuti quest’anno sono molteplici, sia con Ineos, con il culmine massimo nel record dell’Ora di Ganna. Non è da sottovalutare anche il mondiale vinto da Evenepoel a Wollongong, infatti la nazionale belga vestiva capi firmati Bioracer.

«Oltre ad avere un fatturato importante – ci spiega nuovamente Marco Pancari – Bioracer ha cinque sedi produttive di proprietà. Di conseguenza ha sottomano tutta la filiera: aspetto fondamentale per far capire alla gente che alla base c’è una struttura importante. All’interno dell’azienda è presente una galleria del vento, questo particolare ha permesso a Bioracer di diventare uno dei leader del settore speedwear. Il passo fatto insieme ad Ineos ha permesso di sviluppare prodotti sempre più performanti. Un esempio è l’aver aumentato la traspirabilità dei capi visto il colore scuro del team, il lavoro però non finisce qui e stiamo già lavorando al 2023».

Bioracer