Stam e il record di vittorie della SD Worx. Un punto di partenza

27.10.2024
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64 vittorie. Basta questo dato per far capire la portata della stagione della SD Worx, salita di due gradini rispetto allo scorso anno. Solo la Uae Team Emirates di Sua Maestà Pogacar è riuscita a fare meglio con 81, ma per certi versi il dominio del team olandese nell’ambito femminile è ancora più schiacciante. Si dirà «Certo, con Kopecky, Vollering e Wiebes sono capaci tutti…». Ma siamo davvero sicuri che tenere nello stesso ambito tre campionesse simili sia così semplice?

L’unico a poter affrontare l’argomento è il grande capo Danny Stam, nel team sin dal 2011 e che è un po’ il regista di tutto l’apparato. Dopo qualche giorno necessario per ricaricare le pile, Stam ha già ripreso le redini del team in vista della prossima stagione: «Non posso proprio lamentarmi – afferma ridendo – abbiamo avuto una stagione molto, molto bella e ne siamo molto soddisfatti perché piena di momenti felici e di buone speranze per il prossimo anno».

Danny Stam, 52 anni, dal 2013 nel team dove ora è sports manager (foto Getty Images)
Danny Stam, 52 anni, dal 2013 nel team dove ora è sports manager (foto Getty Images)
Qual è stata la più grande soddisfazione di quest’anno e la più grande delusione?

Penso che la cosa più bella sia che abbiamo raggiunto lo stesso livello dell’anno scorso e che abbiamo potuto lottare per la vittoria in ogni gara e penso che la più grande delusione per noi sia stato il Tour de France. La prima tappa è stata decisiva per la perdita di quei maledetti 4 secondi costati la maglia gialla a Demi Vollering.

Il vostro team domina fra le donne come quello di Pogacar fra gli uomini: quali differenze ci sono a tuo parere?

Questa è una domanda difficile. Mettere a confronto due mondi che sembrano vicini ma non lo sono per me è sempre un azzardo. Posso parlare per noi e dire che mentre lo scorso anno dominavamo nelle grandi corse a tappe, quest’anno abbiamo preso le redini delle corse d’un giorno, ma tutto può cambiare molto rapidamente.

Lotte Kopecky e Demi Vollering: le loro strade si divideranno nel 2025
Lotte Kopecky e Demi Vollering: le loro strade si divideranno nel 2025
Un’altra domanda difficile. Come si mantiene l’equilibrio in una squadra con tre leader assoluti come Kopecki, Vollering e Wiebes?

Penso che il punto vero sia far capire che possono avere tutti un pezzo della torta. Ma se vogliono avere l’intera torta, il successo non ci sarà. Devono comprendere che non possono vincere l’una senza l’altra, perché è uno sport davvero di squadra, dove si arriva a un obiettivo lavorando tutti insieme. Effettivamente è un argomento delicato, credo che sia stata proprio questa la ricetta che ha fatto sì che abbiamo avuto un bilancio così soddisfacente e devo dire che le ragazze sono state davvero brave in questo.

L’addio di Vollering è legato anche alla volontà di fare di Lotte la leader nei grandi giri?

Vedremo. Non abbiamo così tanti leader per le corse a tappe, le classifiche, dipende anche un po’ dalle condizioni della sua schiena. Lotte non potrà fare tutto, dovremo studiare bene il calendario e porci degli obiettivi mirati, commisurando il resto alle forze che abbiamo.

L’ultima vittoria della Wiebes al Simac Ladies Tour. Le due gare titolate 2024 sono state appannaggio della SD Worx
L’ultima vittoria della Wiebes al Simac Ladies Tour. Le due gare titolate 2024 sono state appannaggio della SD Worx
Che cosa vi aspettate dal ritorno della Van der Breggen?

Io credo che sarà a un buon livello, inizialmente non mi aspetto che otteniamo lo stesso rendimento della Van der Breggen del passato, quella che voleva vincere ogni gara e molto spesso riusciva a farlo. Posso dire che Anna non è cambiata nello spirito, la sua voglia di emergere, di conquistare è la stessa. Se dubitasse di ritrovare quei livelli, non sarebbe tornata. In una grande gara sarà sempre da prendere in considerazione perché ha un’esperienza che pochissime altre possono vantare.

Vi aspettavate di più da Blanca Vas?

Non direi. Il suo sviluppo è un progresso lento e penso che vada avanti molto bene. Ha vinto una tappa al Tour, ha sfiorato il podio a Parigi. E’ entrata nelle prime 10 ai mondiali. Non vedo così tante giovani cicliste che hanno questi risultati. Quindi sono davvero soddisfatto soprattutto ragionando in prospettiva. Anzi, sono quasi sorpreso della domanda, perché mi sembra difficile che ci si potesse aspettare di più.

La magiara Vas a Parigi ha anche sfiorato il podio, come a Tokyo 2020 ma in mtb
La magiara Vas a Parigi ha anche sfiorato il podio, come a Tokyo 2020 ma in mtb
Il vostro roster per il 2025 è di 17 atlete: per coprire tutto il calendario ne servirebbero di più?

Il calendario sta diventando sempre più grande e più importante. E’ chiaro che tutti i team vorrebbero avere più atlete, vorrebbero che l’attività fosse gestita in maniera un po’ diversa, ma queste sono le regole. C’è un limite di 18 corridori e noi ci dobbiamo adeguare.

Vas 2020

Da Budapest arriva la Vas, tanta tecnica e tutto pepe…

04.11.2021
5 min
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Non si può certo dire che in Olanda la sconfitta delle ragazze in Coppa del Mondo, a Overijse, sia arrivata inaspettata. Non per niente la SD Worx aveva visto lontano, quando aveva deciso di portare, nello stesso team delle campionesse arancioni Anna Van Der Breggen e Demi Vollering anche Kata Blanka Vas, la ragazzina ungherese della quale ormai si parla da anni. Qualcuno potrebbe pensare che così ti sei dato la zappa sui piedi, ma in un ciclismo sempre più globalizzato i team guardano il loro tornaconto, non quello nazionale e avere in squadra il talento del futuro fa tanto, davvero tanto.

Già, perché con la Vas è come avere una campionessa a 360°, che ti garantisce risultati nel ciclocross ma anche su strada e in Mtb, esattamente come fa Mathieu Van Der Poel e non è un caso se sia proprio VDP l’idolo dell’ungherese, con la quale ha anche contatti frequenti via telefono, per consigli e incoraggiamenti.

Vas Tokyo 2021
Ai Giochi di Tokyo 2020 la Vas è stata autrice di una rimonta furiosa nella Mtb, finendo ai piedi del podio
Vas Tokyo 2021
Ai Giochi di Tokyo 2020 la Vas è stata autrice di una rimonta furiosa nella Mtb, finendo ai piedi del podio

Un talento praticamente nato in bici

Chi frequenta l’ambiente da anni dice che di talenti come la magiara ne nascono uno ogni trent’anni e colpisce il fatto che ciò sia avvenuto in un Paese senza una grande tradizione ciclistica. Basti pensare che il suo quarto posto ai Giochi di Tokyo 2020, nella gara di Mtb, è stato salutato come un risultato storico, mai si era andati così vicini al podio sulle due ruote e sì che parliamo di un Paese che comunque non è finito lontano dalla Top 10 del medagliere. Eppure quella medaglia mancata ha avuto più risalto di tante altre conquistate.

Chi è Kata Blanka Vas? Nativa di Budapest, ha iniziato a correre talmente presto che uno dei suoi primi ricordi è lei in sella a una bici a 3 anni… Suo padre è un grande appassionato di Marathon in Mtb, suo fratello più piccolo dicono sia un talento ancor più cristallino, intanto è da poco approdato in Belgio, seguendo la stessa trafila della sorella.

Vas 2019
Inizialmente indolente, la Vas ha imparato la disciplina del lavoro. Deve migliorare nei tratti a piedi
Vas 2019
Inizialmente indolente, la Vas ha imparato la disciplina del lavoro. Deve migliorare nei tratti a piedi

Le difficoltà degli inizi in Belgio

Quando arrivò in Belgio, nel 2016, l’impatto per Kata fu durissimo: non sapeva una parola né di francese né d’inglese, ci volle tempo per uscire dal suo guscio. La sua fortuna fu di trovare due allenatori molto pazienti, Franky Van Haesenoucke e Paul Herijgers, quest’ultimo ex iridato nel ciclocross e considerato un nume nell’ambiente. Con loro si instaurò un rapporto molto franco, nel quale nulla veniva regalato al suo talento, perché senza sacrificio e lavoro non serve a nulla.

Un giorno, analizzando le sue prestazioni, Paul disse a Kata che aveva bisogno di lavorare molto sulla corsa a piedi, perché costituiva un punto debole. Blanka gli mandò dei video di lei in allenamento n Ungheria, ma quando si ritrovarono insieme, Paul si accorse che non c’erano stati progressi. Stizzita, Kata rispose «Ok, sono una mountain biker, non una ciclocrossista…». Vi lasciamo immaginare la reazione di Herijgers, vecchia scuola, al suo modo di fare testardo… Ora l’ungherese è molto migliorata, anche se ci sono grandi margini, come anche sulla sabbia, che tecnicamente resta il suo punto debole ma sul quale sta lavorando.

Vas Leuven 2021
Argento agli Europei U23 su strada, a Leuven ha stupito anche fra le Elite, ma il 6° posto le sta stretto
Vas Leuven 2021
Argento agli Europei U23 su strada, a Leuven ha stupito anche fra le Elite, ma il 6° posto le sta stretto

Un Mondiale buttato via?

Da allora è passato tempo e quei pensieri sono cambiati nella testa di Kata, che anzi si sente più una ciclocrossista prima ancora che biker o stradista, ma non ha la minima intenzione di mollare nulla. Testarda? Sì, ma anche perfezionista e mai soddisfatta completamente. Quando i giornalisti le hanno fatto notare la portata storica del risultato olimpico, ottenuto oltretutto partendo dal fondo e recuperando fino all’ultimo metro, soccombendo solo allo strapotere delle ragazze elvetiche di Edmund Telser, la Vas ha fatto osservare: «Sì, ma ho anche commesso molti errori di guida, senza quelli chissà…».

Il quarto posto di Leuven invece non l’è andato proprio giù. Era ancora in lotta nelle battute finali, aveva capito che bisognava seguire il treno italiano per emergere, nella volata finale ha dato tutto, ma poi ha pensato che forse sarebbe stato meglio sparare tutto in un attacco nelle fasi finali, per annullare proprio quella tattica favorevole alla squadra azzurra. A fine gara, seduta di fronte al suo staff, faticava a trattenere le lacrime.

Vas Overijse 2021
Prima in Coppa a Overijse e terza il giorno dopo nell’H2O Trofée a Oudenaarde, ora la Vas punta all’oro europeo
Vas Overijse 2021
Prima in Coppa a Overijse e terza il giorno dopo nell’H2O Trofée a Oudenaarde, ora la Vas punta all’oro europeo

La strada e il sogno del Tour…

Qual è allora la grande forza della Vas? A soli 20 anni ha una padronanza tecnica del mezzo inaspettata. «Mi ricorda tanto Sanne Cant, la campionessa del mondo, ai suoi esordi» afferma Herijgers che da questo punto di vista rimase colpito già ai suoi primi contatti con la magiara: «Eravamo in Turchia e le proponemmo di testarsi su una salita. Lei lo fece, ma… sulla sola ruota posteriore, mostrando una capacità di guida spaventosa. Sa bene che tante volte non è la potenza a fare la differenza, quanto proprio la tecnica».

La vittoria di domenica a Overijse è un altro passo nella sua crescita: i suoi allenatori, come anche Lars Boom, diesse della SD Worx, sono convinti che la Vas stia sbocciando ora, fisicamente ma soprattutto come persona. Il suo cammino è solamente iniziato e chissà dove la porterà, non solo nel ciclocross, ad esempio ha già messo il Tour de France nel mirino: «Ho corso alla Challenge by La Vuelta la mia prima corsa a tappe: bè, se finisci nella top 10 all’esordio rischiando pure di vincere una frazione, qualcosa vorrà pur dire…».