Nieuwenhuis-Bakker, il ciclocross olandese domina in Val di Sole

10.12.2023
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VERMIGLIO – Val di Sole Bikeland, provincia d’Olanda. Sulla neve della Uci World Cup di ciclocross va in scena il dominio degli atleti orange in entrambe le categorie. Manon Bakker e Joris Nieuwenhuis hanno dimostrato di avere un particolare feeling con la neve, conquistando le rispettive gare con sviluppi diametralmente opposti e facendo poi suonare forte sul podio l’Het Wilhelmus, il più antico inno nazionale in uso.

Se tra le donne la ventiquattrenne della Crelan-Corendon ha allungato il monopolio olandese, in atto fin dalla prima edizione (Van Empel nel 2021 e Pieterse l’anno scorso), nella prova maschile il barbuto ventisettenne della Baloise Trek Lions ha interrotto quello belga un po’ a sorpresa, considerando quello che ci aveva detto ieri a fine ricognizione.

Nieuwenhuis tra Vandeputte e Wyseure. Un podio non pronosticato alla vigilia di Vermiglio
Nieuwenhuis tra Vandeputte e Wyseure. Un podio non pronosticato alla vigilia di Vermiglio

L’assolo di Joris

Avete presente quando si dice fare il pronti-via? Ecco, Nieuwenhuis al termine del breve tratto in asfalto ha preso in testa la prima curva dell’innevato percorso di Vermiglio con una manciata di metri ed ha proseguito nella sua marcia. Dietro di lui si è creato un ingorgo da traffico di ora di punta, nel quale molti dei più accreditati della vigilia – Iserbyt, Vanthourenhout e Sweeck – sono stati costretti a fare fin da subito un pezzo a piedi anziché sui pedali. Nieuwenhuis è apparso imprendibile per tutti già alla fine del primo giro. L’unico che ha provato a tenere la ruota dell’olandese è stato Niels Vandeputte, pagando dazio col passare dei minuti, mentre alle sue spalle si lottava caoticamente per la terza piazza. Alla fine sull’ultimo gradino salirà il ventiduenne belga Joran Wyseure, felicissimo il suo primo podio in Coppa del Mondo. Ma anche Joris lo era tanto

«Questa vittoria è davvero fantastica – spiega Nieuwenhuis in mixed zone – perché sorprende anche me. La gara l’avevo vista in televisione gli anni passati e avevo deciso di correrla prima o poi perché mi era piacuta subito. Era la mia prima volta sulla neve nel ciclocross. L’avevo trovata da junior, non in queste condizioni però. E’ stata una gara dove ci voleva molta tecnica e molta potenza. Forse, vedendola da fuori, vi è sembrato che per me sia stato facile, ma non è stato così. Ho dovuto controllare bene la bici perché si muoveva molto. In quei momenti ho pensato solo a stare calmo e fare le cose facili. Alla fine è andata molto bene, anzi molto meglio delle mie previsioni».

Nieuwenhuis durante la ricognizione del sabato per scegliere il miglior set up della bici
Nieuwenhuis durante la ricognizione del sabato per scegliere il miglior set up della bici

Mai più strada

Nel passato di Nieuwenhuis ci sono cinque stagioni da U23 tra i devo team della Rabobank e della Sunweb (diventata poi DSM), prima di entrare nel team WorldTour nel 2019, dove è rimasto fino a settembre 2022. Ha corso una Vuelta, due Tour de France e tante altre corse, ottenendo come miglior risultato il terzo posto alla Parigi-Tours del 2020, vinta dall’allora suo compagno di squadra Casper Pedersen. Insomma, l’ennesimo atleta che unisce ciclocross e strada. O forse è meglio dire che univa. Già, perché è decisamente risoluto mentre ci motiva la sua scelta.

«Non tornerò mai più a correre su strada – dice Joris divertito senza nemmeno farci completare la domanda – perché sono troppo legato alla mia vera passione, che è il ciclocross. Devo dire la verità che non mi piace più stare troppo tempo lontano da casa. Ad esempio, quando prepari un grande Giro devi anche fare un lungo ritiro con la squadra. Ormai è così anche per le piccole corse a tappe o per le campagne del Nord. Iniziava a pesarmi questa situazione. Questa è la ragione principale, ma ce ne sono state anche altre più piccole che hanno contribuito».

L’olandese ha fatto subito il vuoto e poi ha gestito la sua gara con grande abilità, da specialista del ciclocross
L’olandese ha fatto il vuoto e poi ha gestito la gara con grande abilità, da specialista del ciclocross

«Resto convinto di aver preso la scelta più giusta per me – conclude Nieuwenhuis, prima di concedersi con estrema disponibilità ad una marea di foto e selfie col pubblico – oggi ne ho avuto la prova. Mi diverto. Gli obiettivi adesso per me nel ciclocross sono quelli di vincere gare su gare quando possibile. Voglio diventare un buon crossista, alzando il mio livello anno dopo anno e poi cercare di mantenerlo tale. All’inizio di questa stagione di cross ho fatto buoni risultati e ora punto ad entrare stabilmente nei migliori cinque tutte le volte che attacco il numero sulla schiena.

«Ora come ora – ammette onestamente – il mondiale di Tabor non è un mio obiettivo perché non credo di essere ancora nella condizione giusta per vincere. I miei rivali li reputo più preparati, però nel futuro punterò ai grandi appuntamenti, proprio per quello che dicevo prima. Cercando di migliorarmi ogni anno, potrò essere più competitivo in tutte le gare».

Bakker ha messo nel mirino Alvarado e l’ha cucinata a fuoco lento, arrivando da sola
Bakker ha messo nel mirino Alvarado e l’ha cucinata a fuoco lento, arrivando da sola

La perla di Manon

Cambiando l’ordine dei fattori, il risultato… cambia. Nella prova femminile della Coppa del Mondo della Val di Sole, le prime tre dell’anno scorso si ripresentano sul podio (tutto rigorosamente olandese), ma con un paio di posizioni invertite. Manon Bakker, terza nel 2022, trionfa in rimonta su Ceylin del Carmen Alvarado, seconda l’anno scorso, mentre Puck Pieterse chiude terza dopo il successo di dodici mesi fa. La gara si decide nell’ultimo giro. Bakker cucina a fuoco lento Alvarado, rendendole la neve bollente nella seconda metà del tracciato.

«Amo questa gara e questi posti – racconta Bakker, alla sua prima vittoria in Coppa del Mondo – sono davvero contenta. Oggi sono riuscita a stare calma malgrado una brutta partenza. Ho recuperato posizioni in questo modo. Mi reputo un’atleta molto tecnica e mi piacciono i percorsi in cui bisogna saper guidare esprimendo potenza. Vorrei che ci fossero più gare del genere. Questo successo per me significa molto. Ho avuto tanti alti e bassi, ma la prestazione di oggi dimostra che ho tutto quello che serve per stare davanti».

Selfie olandese. Bakker, Alvarado e Pieterse sono le stesse atlete che formavano il podio del 2022
Selfie olandese. Bakker, Alvarado e Pieterse sono le stesse atlete che formavano il podio del 2022

Duello olandese

Alla vigilia i pronostici erano tutti per Pieterse, vincitrice uscente, ed Alvarado, leader di Coppa del mondo e già forte di cinque sigilli, contando anche il Superprestige. Entrambe attraversano un buon momento di forma, con la seconda leggermente avvantaggiata. Il duello però sarà un altro. Alvarado guadagna la testa della corsa dopo un avvio lento, mentre Bakker mette nel mirino la connazionale.

«Ho capito che potevo vincere – dice Bakker – all’inizio dell’ultimo giro. Sono rimasta concentrata su di me senza preoccuparmi di come stesse andando Ceylin. Poi quando mi sono avvicinata, ho accelerato e l’ho attaccata».

«Ho capito che potevo perdere – replica Alvarado mantenendo il sorriso sulle labbra – quando alla fine del terzo giro ho iniziato a fare troppi errori ravvicinati. Sul ponte che si attraversava per la parte finale ne ho commesso un altro e ho salutato la vittoria. Nel finale ero molto stanca e diventava tutto difficile. Tuttavia è stato un bel duello quello con Manon. Resto soddisfatta e concentrata sia sulla Coppa del mondo che sul mondiale».

Valentina Corvi a Vermiglio è stata la miglior italiana. Sesta assoluta e seconda tra le U23
Valentina Corvi a Vermiglio è stata la miglior italiana. Sesta assoluta e seconda tra le U23

Brava Corvi

A tenere alta la bandiera italiana nella prova di Vermiglio ci hanno pensato le ragazze. Corvi, Baroni e Casasola chiudono rispettivamente sesta, settima e nona, portando a termine con grinta una gara tosta. Tra gli uomini Federico Ceolin finisce diciottesimo.

«E’ stata una bellissima gara – analizza Valentina Corvi, seconda classifica tra le U23 – molto difficile per via del terreno e difficile da leggere tatticamente. Il calore del pubblico di casa l’ha resa speciale. Ho cercato di partire forte e poi gestire, anche perché qui sbagliare è molto facile. Sono felicissima, anche per aver raggiunto il podio fra le under 23, che per me è molto importante. Grazie a tutta la squadra azzurra, e grazie a Val di Sole per aver organizzato una gara tanto unica».

La prima a Vermiglio per Nieuwenhuis è divertimento puro

10.12.2023
4 min
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VERMIGLIO – C’è sempre una prima volta per tutto. Quella di Joris Nieuwenhuis è la prima sulla neve e la parola d’ordine è divertimento, ma senza togliere nulla alla ricerca della massima performance.

Durante le prove di ieri pomeriggio, il forte atleta olandese si è concesso a qualche dichiarazione e approfondimento sul setting della bicicletta.

Nieuwenhuis con il suo staff nella zona cambio
Nieuwenhuis con il suo staff nella zona cambio

Una Trek Boone taglia 56

La bici è quella standard fornita da Trek al Baloise-Trek-Lions. E’ una taglia 56 e Nieuwenhuis utilizza una sella Bontrager, così come le ruote RSL37. Hanno la predisposizione per i tubolari e questi ultimi sono Dugast. Il cockpit non è integrato, stem e curva sono separati, sempre Bontrager. La trasmissione è Sram Red con i comandi che hanno la nuova architettura mutuata dal Force.

Com’é pedalare sulla neve?

E’ divertente, una situazione molto differente a quelle che siamo normalmente abituati ad affrontare nel ciclocross. Se dovessi fare un accostamento potrei dire che è simile alla sabbia. Ma anche in questo caso è difficile essere precisi, perché c’è sabbia e sabbia.

Ti è spiaciuto rinunciare alla prova di Essen per essere qui a Vermiglio?

Mi piacerebbe correre sempre ed ovunque, ma non si può fare. Con il team avevamo messo in calendario Vermiglio, quindi non avendo pressioni dalla squadra e avendo il via libera sono contento di essere qui.

Quali aspettative ti sei creato?

Voglio divertirmi prima di tutto il resto e onestamente godermi anche questa esperienza che è qualcosa fuori dalla norma. Non voglio sottrarre nulla alla prestazione, ma è logico pensare che chi ha già affrontato la neve di Vermiglio parte con alcune skills in più.

E’ più difficile spingere o guidare la bici?

Guidare la bici su un terreno del genere porta via un sacco di energie, diventa fondamentale capire dove lasciarla correre e dove assecondare il cambio di direzione non ricercato. A tratti la bici sembra un cavallo impazzito e si deve guidare molto con il bacino. Proprio in questi momenti la cosa più sbagliata da fare è arpionare la bicicletta.

In merito alla bici hai fatto dei cambi di setting?

La bici è sempre la stessa, la Trek Boone taglia 56 che uso normalmente. Stessa trasmissione, userò la corona singola anteriore con 46 denti e una scala pignoni 10-36. Nessun cambio di setting anche per le pedivelle, uso sempre le 175. Stessa altezza di sella e stesso arretramento. Le ruote rimangono quelle con il cerchio da 37 millimetri.

La rapportatura è sempre questa a prescindere dai percorsi?

La scala posteriore è sempre 10-36, talvolta si interviene sulla corona. Quando il terreno è particolarmente pesante chiedo un plateau da 42, oppure 40 denti.

Invece per i tubolari?

Credo che utilizzerò le gomme da fango, con una pressione inferiore rispetto agli standard. Penso che la pressione adeguata sarà di poco superiore ad un’atmosfera. Ma decideremo domani mattina nelle ultime prove e comunque prima della gara. Mi sono fatto l’dea che la scelta degli pneumatici è molto personale. Ogni scelta sarà giusta e sbagliata al tempo stesso.