La Intermarché passa ad Hutchinson, il feedback di Colleoni

05.02.2025
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Da Continental ad Hutchinson, un cambio non da poco in casa Intermarché-Wanty, anche se resta la tecnologia tubeless per gli pneumatici. Quello di Hutchinson è un ritorno ufficiale, ma solo in parte, perché la realtà dei fatti è che la tecnologia delle mescole Hutchinson, delle carcasse e delle strutture delle gomme è mutuata da alcune aziende di pneumatici del settore, per la strada, la mtb e anche nel ciclocross.

Kevin Colleoni al primo ritiro e durante i test con i nuovi materiali (foto @cyclingmedia agency)
Kevin Colleoni al primo ritiro e durante i test con i nuovi materiali (foto @cyclingmedia agency)

Abbiamo chiesto a Kevin Colleoni, uno dei quattro azzurri del team belga con Busatto, Rota e Petilli, cosa sia cambiato in termini di feeling, sensazioni e feedback dopo circa un paio di mesi di utilizzo. E’ ovvio che alle spalle di una sponsorizzazione e fornitura tecnica, nei confronti di un team WorldTour, ci sono delle direzioni di ricerca e sviluppo, marketing e visibilità, ma anche di crescita del marchio sotto molti aspetti. La fornitura diretta di Hutchinson è parte di una strategia ben precisa.

Quando sei entrato in contatto con i nuovi materiali?

A dicembre, durante il primo ritiro ufficiale che è stato anche diverso da altri degli ultimi anni, perché ci hanno presentato i nuovi tubeless. I responsabili di Hutchinson ci hanno messo sul piatto dati, numeri, analisi e abbiamo fatto anche dei veri e propri workshop.

Rispetto alla generazione precedente cambia il design del battistrada e probabilmente anche la mescola (foto @cyclingmedia agency)
Rispetto alla generazione precedente cambia il design del battistrada e probabilmente anche la mescola (foto @cyclingmedia agency)
Da Continental ad Hutchinson, un cambio che non passa inosservato.

Un cambio non da poco, anche noi ci siamo accorti di questo, oltre ad una bici che oggi è equipaggiata full Shimano. Abbiamo i pedali Dura Ace che hanno sostituito i Look.

Torniamo ai tubeless, avete fatto dei test e fornito riscontri fin dal primo ritiro?

Ne abbiamo fatti diversi durante il primo collegiale, conditi da riunioni e dove man mano sono state prese in considerazione delle prove eseguite da laboratori esterni. Test che presumo siano stati fatti prima del ritiro.

Una combo di Hutchinson con le ruote NewMen dai raggi in carbonio (foto @cyclingmedia agency)
Una combo di Hutchinson con le ruote NewMen dai raggi in carbonio (foto @cyclingmedia agency)
Riesci a quantificare un cambio da Continental ad Hutchinson?

La scorrevolezza è praticamente uguale a Continental, a parità di sezione, pressioni e condizioni meteo. In generale molto bene, anche se credo sempre che la prova del nove sia la situazione di gara. Quello che invece ha colpito in modo positivo tutti i corridori del team è un maggiore grip in situazioni di umido e bagnato.

Hai e avete trovato una mescola più morbida?

Sì, esatto. Un aspetto che è stato oggetto di confronto con lo staff tecnico della squadra e di Hutchinson. Proprio per questo motivo siamo al corrente di un consumo maggiore del battistrada, rispetto a Continental. E’ un fattore che non riguarda noi corridori, piuttosto l’azienda ed eventualmente i meccanici, ma al tempo stesso abbiamo un tubeless che ha una super tenuta.

Una tipologia di tubeless per le gare e 3 profili differenti ruote (foto @cyclingmedia agency)
Una tipologia di tubeless per le gare e 3 profili differenti ruote (foto @cyclingmedia agency)
Pneumatici super agili in diverse situazioni?

Agili e scorrevoli a prescindere dalla tipologie di ruote utilizzate, dai profili più alti a quelli bassi.

Il cambio di gomme prevede anche pressioni di esercizio variate?

Di pochissimo, nel senso che con Hutchison rimaniamo più bassi.

Le pressioni sono concordate con il team?

Sì, con delle tolleranze in base al feeling e condizioni delle strade o del meteo. Tutto è concordato con lo staff tecnico e con una sorta di supervisione di Hutchinson che ha dato delle indicazioni per sfruttare al meglio gli pneumatici. Per quanto mi riguarda, rimango sempre tra le 4,5 e 4,7 atmosfere, tra bagnato e asciutto.

In test gomme prototipo per le gare del Nord? Possiamo scommetterci (foto @cyclingmedia agency)
In test gomme prototipo per le gare del Nord? Possiamo scommetterci (foto @cyclingmedia agency)
E’ stato fornito solo un modello, oppure diversi modelli di pneumatici?

Un modello di tubeless specifico per le gare e montato sulle ruote da gara. Con Hutchinson abbiamo, per ora, una sola versione. Con Continental non di rado usavamo i tubeless TT anche per le corse in linea con clima caldo ed asciutto, al posto dei TR. Poi abbiamo una versione Hutchinson più durevole da usare a casa sulla bici da allenamento. Entrambi tubeless.

Sempre tubeless anche in allenamento?

Sempre. Oltre ad una questione legata alla fornitura tecnica c’è anche la volontà del corridore di mantenere lo stesso feeling, per il training e in gara.

I vermicelli e la punta di Effetto Mariposa, nella tasca di Colleoni durante l’allenamento (foto Colleoni)
I vermicelli e la punta di Effetto Mariposa, nella tasca di Colleoni durante l’allenamento (foto Colleoni)
Quando esci in allenamento cosa porti con te, per contrastare eventuali forature e danni alle gomme?

Partiamo dal presupposto che da quando uso i tubeless non ho mai più avuto la necessità di farmi venire a prendere lontano da casa. Direi che non è male. In caso di microforature il liquido chiude e spesso non ci si accorge neppure di aver forato.

E se il buco è più grande?

Ho e abbiamo preso l’abitudine di mettere in tasca i vermicelli (EffettoMariposa, ndr) che ci ha fornito lo sponsor. Nel caso di un taglio, o danno importante con grosse dimensioni, difficile da chiudere con il solo liquido.

Molto buone le sensazioni di scorrevolezza e grip (foto @cyclingmedia agency)
Molto buone le sensazioni di scorrevolezza e grip (foto @cyclingmedia agency)
Come funziona quando devi cambiare e/o integrare un componente che utilizzi in allenamento?

Durante il primo ritiro ci viene data una fornitura che prevede anche un cambio. Parliamo di tubeless, quindi una coppia in uso e una di scorta. Nel caso ci fosse un danno, o il semplice consumo, si chiede al team quando si resta lontano dalle corse per un lungo periodo, oppure si chiede un’integrazione al momento in cui ci trova per le gare.

Per quanto concerne le sezioni?

Larghezza da 28, sempre. Quelli da 30 e oltre solo per le gare del pavé e del Nord in genere.

Sono Hutchinson gli pneumatici della Intermarché-Wanty

18.01.2025
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Il brand francese Hutchinson, storico produttore di pneumatici per il ciclismo, distribuito commercialmente in Italia da Beltrami TSA, ha annunciato il proprio ritorno ai vertici del ciclismo professionistico attraverso una partnership pluriennale con il team belga WorldTour Intermarché-Wanty.

In qualità di fornitore ufficiale di pneumatici del team, Hutchinson equipaggerà sia la squadra principale Intermarché-Wanty che il devo team con i suoi prodotti strada alto di gamma, garantendo prestazioni eccellenti nelle gare più impegnative al mondo: dalle classiche di un giorno alle salite in alta quota dei tre Grandi Giri.

Una collaborazione che andrà oltre le gare, poiché Hutchinson e Intermarché-Wanty stanno già lavorando fianco a fianco nella ricerca e sviluppo. I feedback dei ciclisti del team saranno difatti fondamentali per sviluppare nuove aggiunte alla gamma di pneumatici da strada ad alte prestazioni di Hutchinson. Questa partnership tecnologica è iniziata con il team che utilizza prototipi di pneumatici di prossima generazione, progettati specificamente per le sfide del ciclismo d’élite. Questi nuovi pneumatici migliorano ulteriormente la velocità e l’aderenza del Blackbird, il modello di punta di Hutchinson, riaffermando il marchio francese come un protagonista per quanto riguarda le prestazioni degli pneumatici. I nuovi sviluppi debuttano al Santos Tour Down Under e, in seguito, saranno disponibili per i ciclisti di tutto il mondo come prodotto ufficiale Hutchinson.

170 anni di storia

La squadra belga Intermarché-Wanty rappresenta uno dei team più veloci del gruppo, avendo ottenendo nelle ultime stagioni vittorie e podi importanti negli eventi WorldTour. Conosciuto per il suo stile di corsa aggressivo e una rosa diversificata di talenti, tra cui Biniam Girmay, uno dei migliori velocisti al mondo, il team identifica la partnership con Hutchinson come un passo chiave per la stagione 2025.

Questa collaborazione si basa sulla ricca storia di successi di Hutchinson ai massimi livelli del ciclismo professionistico, con vittorie di tappe e classifiche generali al Tour de France nel corso dei 170 anni di storia del marchio. Tornare al WorldTour attraverso la partnership con Intermarché-Wanty rappresenta un’importante affermazione, mentre Hutchinson continua a sviluppare pneumatici tra i più performanti al mondo.

Sylvie Woroniecki, Global Communications & Brand Manager Hutchinson
Sylvie Woroniecki, Global Communications & Brand Manager Hutchinson

Verso nuovi traguardi

«Quando siamo passati agli pneumatici tubeless anni fa – ha affermato Mikey Van Kruiningen, il responsabile tecnico di Intermarché-Wanty – siamo stati tra i primi a ottenere un vantaggio significativo in termini di velocità. Ora che tutti i team utilizzano i tubeless, cercavamo un modo per recuperare il nostro vantaggio tecnologico. Con Hutchinson abbiamo trovato un partner disposto a lavorare con noi su pneumatici con una buona aderenza, che finora è stato il tallone d’achille del sistema tubeless, soprattutto in condizioni di bagnato. Basandoci sull’esperienza acquisita con lo sviluppo del Blackbird, stiamo ora lavorando su nuovi pneumatici tubeless del laboratorio Hutchinson Racing. Questi nuovi pneumatici larghi combinano leggerezza estrema, resistenza al rotolamento di alto livello e un’aderenza eccezionale: i nostri corridori li chiamano pneumatici MotoGP. Abbiamo iniziato presto test approfonditi dei prototipi con risultati eccellenti. Siamo molto soddisfatti di questa nuova partnership con Hutchinson e del nostro setup completo per il 2025. Le attrezzature con cui corrono i ciclisti Intermarché-Wanty sono di qualità assoluta, e continuiamo a lavorare a stretto contatto con tutti i nostri partner tecnici per poter migliorare continuamente». 

«Siamo entusiasti di collaborare con Intermarché-Wanty – ha ribattuto Sylvie Woroniecki, responsabile globale delle comunicazioni e del marchio di Hutchinson – un team che ha costantemente dimostrato resilienza, ambizione e incredibile spirito di squadra sulla scena globale. Il loro approccio rigoroso e la sete di vittoria ai massimi livelli ci aiuteranno a spingere oltre lo sviluppo dei nostri prodotti. Siamo fiduciosi che questa partnership svolgerà un ruolo fondamentale nel portare il team a nuovi traguardi».

Beltrami TSA

Hutchinson Blackbird, fatto a mano in Francia nel Racing Lab

04.04.2024
3 min
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Sviluppare e produrre uno pneumatico che potesse diventare l’Hutchinson più veloce e performante di sempre: Blackbird TLR (tubeless) nasce con questo obiettivo.

Si posiziona al vertice del listino e di fatto rappresenta una ulteriore evoluzione del segmento tubeless da strada, per quanto riguarda le tecnologie dei materiali. Entriamo nel dettaglio.

Il design del battistrada con gli intagli laterali
Il design del battistrada con gli intagli laterali

Hutchinson Mach Tread 3.0

Quando si spiegano le tecnologie, il riferimento è rivolto anche alle mescole, al battistrada e a tutto quello che riguarda la struttura della gomma. Partendo proprio dalla nuova mescola, Mach Tread 3.0 è stata definita come la più scorrevole mai creata: scorrevolezza che si traduce anche in un ritorno di energia quando entra in contatto con l’asfalto.

Volendo fare un confronto, il rotolamento è stato migliorato del 10% rispetto allo pneumatico Fusion 5 con mescola 11Storm. E poi la durata, perché la Mach Tread 3.0 è resistente agli strappi (nelle fasi di test il battistrada ha superato i 4.000 chilometri).

Dove nasce la mescola della nuova gomma
Dove nasce la mescola della nuova gomma

Una gomma più larga

Ma non è solo una questione di mescola e battistrada, perché anche la forma ed il disegno si devono adeguare alle ruote di ultima generazione. Queste sono più larghe (anche in ottica hookless), rigide ed aerodinamiche, con dei canali interni allargati e sempre più tubeless-hookless oriented. Hutchinson Blackbird è uno pneumatico con un battistrada più largo (vistosamente ad U). La carcassa prevede 127 TPI (fili per pollice quadrato), con lo scheletro che avvolge anche il tallone attraverso un rinnovato processo di disposizione dei tessuti.

La parte centrale dello pneumatico ha uno strato di poliammide incollato e non sovrapposto. Cambiano così anche gli strati di tessuto nelle diverse zone della gomma, 3 ai lati e 2 al centro. Gli strati devono essere sovrapposti nel modo corretto e con tessuti adeguati, una soluzione che va a vantaggio della durata, della protezione e di uno pneumatico che tende a non deformarsi nel corso del tempo.

Come è fatto il Blackbird
Come è fatto il Blackbird

I numeri di Hutchinson Blackbird

E’ uno pneumatico da competizione, disponibile nelle larghezze da 26, 28 e 30 millimetri (28 e 30 tubeless ready sono perfettamente compatibili con la soluzione hookless). E’ inoltre disponibile nella versione tube type per camera d’aria. Il valore alla bilancia dichiarato è compreso tra i 225 e 310 grammi in base alle sezioni. Il prezzo di listino è di 69,99 euro.

BeltramiTSA

Hutchinson Tundra, la gomma per il gravel tecnico

22.03.2022
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Il nuovo pneumatico Hutchinson Tundra trova inspirazione dal segmento mtb e si focalizza sul gravel tecnico ed esigente. Questa tipologia di gomma può essere la risposta ottimale per quegli atleti che approcciano la disciplina in modo aggressivo e trasversale, spingendosi verso i trails normalmente affrontati con la mtb. Inoltre Hutchinson Tundra, può essere un buon riferimento per i terreni morbidi e fangosi. Vediamo la copertura nel dettaglio.

Il design e l’abbinamento dei tasselli nelle varie sezioni (@MirrorMedia per BCA)
Il design e l’abbinamento dei tasselli nelle varie sezioni (@MirrorMedia per BCA)

Richiamo al Black Mamba

Il richiamo all’off-road è sempre forte e non è solo una questione storica. Ci sono gli aspetti tecnici e di un know-how Hutchinson che è stato sviluppato nel corso degli anni, poi riportato nelle varie categorie di pneumatici. Hutchinson Tundra è anche il risultato di quello che è il gravel oggi, una sorta di grande contenitore per il mondo della bicicletta. Qui trovi le diverse tipologie di ciclista, ognuno con il suo modo di approcciare la bici. Il gravel è anche una disciplina molto tecnica e con le bici gravel si percorrono dei singletrack normalmente affrontati con la mtb. Tundra è uno pneumatico tubeless ready, che in alcuni aspetti assomiglia al Black Mamba, tanto utilizzato ed apprezzato da un atleta del calibro come Julien Absalon (e non solo).

Adatto ai terreni fangosi

Insieme al più versatile Touareg, il modello Tundra va ad arricchire e completare il segmento top level delle gomme specifiche per il gravel. Il suo design e il posizionamento della tassellatura (direzionale), permette di offrire un grip costante e scorrevolezza al tempo stesso. I ramponi centrali formano una sorta di rotondità uniforme e una parte dei tasselli che è leggermente scaricata e svasata. Questa è una soluzione voluta, perché crea una deformazione vantaggiosa quando si percorrono tratti di roccia: il grip e l’effetto ammortizzante aumentano. Al tempo stesso i tacchetti vicini, pieni e con un’ampiezza differenziata garantiscono protezione e facilità di rotolamento. Tutta la sezione centrale è “staccata” dai ramponi laterali, semplificando l’evaquazione di fango e detriti.

La svasatura Hutchinson Signature dei ramponi laterali (@MirrorMedia per BCA)
La svasatura Hutchinson Signature dei ramponi laterali (@MirrorMedia per BCA)

I tasselli laterali per il grip

I ramponi posizionai ai bordi arrivano direttamente dalla mtb, per design e concetto. Non devono influire in modo negativo sulla scorrevolezza e non devono trattenere in modo eccessivo il fango, ma al tempo stesso diventano un riferimento nelle curve, nelle fasi di appoggio e cornering. Il lato esterno di questi i ramponi presenta quella che viene definita “Hutchinson Signature”, perché il lato ha una forma ad H. Questa soluzione gli permette di adattarsi e deformarsi a tutto vantaggio del grip. Hutchinson Tundra è uno pneumatico per terreni misti e per le condizioni di fango? Si è così.

La versione Black, si nota anche lo shape della gomma
La versione Black, si nota anche lo shape della gomma (Hutchinson)

Le versioni sono due

C’è il top di gamma con una carcassa da 127Tpi, che prende il nome di Tan Wall Edition. Ha la mescola a doppia densità ed è rinforzato grazie alla tessuto Hardskin. Arriva dalla mtb e offre un perfetto bilanciamento tra peso ridotto e capacità di contrastare tagli e lacerazioni dall’esterno. Inoltre mantiene un’eccellente elasticità. E’ disponibile con due sezioni di riferimento: 40 e 45, con dei pesi dichiarati di, 490 e 580 grammi. La seconda versione si riferisce alla Black Edition, un gradino più in basso rispetto alla precedente. Ha una colorazione nera, ma il design della gomma nel suo complesso non subisce variazioni. E’ sempre tubeless ready, ha la carcassa da 127Tpi, ma non presenta il tessuto Hardskin, sostituito dal Reinforced+. La mescola è con la doppia densità. Sempre due le sezioni disponibili, 40 e 45, con dei pesi di riferimento che sono accostabili alla Tan Wall Edition. Due i prezzi: 54,99 per il modello con rinforzo Hardskin, 44,99 per lo pneumatico total black.

beltrami

Hutchinson Gridskin per proteggere pneumatici e non solo

22.06.2021
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Il noto brand francese Hutchinson, specializzato nella produzione di pneumatici per bicicletta dal 1890, presenta la nuova tecnologia Gridskin, che ha il compito offrire maggiore protezione ai tubolari. Essa tuttavia preserva anche la natura, tramite una riduzione importante dell’impatto ambientale.

Quest’ultima è realizzata con struttura a rete. Una delle sue caratteristiche principali è quella di riuscire a ridurre danni agli pneumatici, garantendo protezione da detriti appuntiti e da altri oggetti acuminati. Grazie a questa innovativa tecnologia inoltre, come accennato in precedenza, è possibile ridurre significativamente anche l’impatto ambientale della produzione. Non a caso infatti, un’altra notevole qualità di Gridskin è quella di aumentare la vita dello pneumatico. Soprattutto grazie all’affidabilità e alla resistenza. In questo modo verrà ridotto il consumo e a giovarne sarà la natura, la cui salvaguardia è uno degli obiettivi principali dell’azienda.

Gridskin applicato sul pneumatico Fusion 5 Performance
Gridskin applicato sul pneumatico Fusion 5 Performance

Team d’esperienza

Per la realizzazione di questa innovativa tecnologia, Hutchinson ha costituito un “Green Team” composto dai massimi esponenti dell’azienda. Dirigenti, tecnici e ricercatori hanno massimizzato l’effetto Gridskin, studiandolo nei minimi dettagli e offrendo il massimo della loro esperienza. Il risultato ottenuto è notevole. Hanno raggiunto una maggiore leggerezza della rete rispetto a quella del precedente Hardskin Touareg, garantendo al tempo stesso il massimo della sicurezza. Un altro aspetto degno di considerazione è la produzione dello pneumatico, che grazie al rinforzo Gridskin è ridotta di un passaggio.

Vantaggi notevoli

I vantaggi di questo sistema sono evidenti e a goderne non sono solo l’ambiente e lo pneumatico. Anche la produzione stessa è velocizzata e ottimizzata. Nel tentativo di verificare la sostenibilità con cui Hutchinson può produrre Gridskin, sono stati realizzati due modelli in edizione limitata. Il noto tubeless da strada Fusion 5 Performance, e il pneumatico gravel tubeless Touareg. Queste edizioni limitate sono prodotte “nude” (ovvero prive di etichette stampate sui fianchi) per evitare ulteriormente la quantità di rifiuti. La speciale confezione minimalista è ideata in Francia con carta riciclata.

Pneumatico Tuareg per il gravel con tecnologia Gridskin
Pneumatico Tuareg per il gravel con tecnologia Gridskin

I prezzi sono 65,90 euro per ll pneumatico Fusion 5 Performance Gridskin e 59,90 euro per il tubeless Touareg Gridskin.
www.beltramitsa.it

Hutchinson, nuovi kit per tubeless e copertoncini

13.04.2021
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L’azienda francese Hutchinson lancia una nuova gamma di accessori pensati per il montaggio e la manutenzione dei tubeless e per allungare la vita della camera d’aria.
Lo scopo è chiaro sin da subito: semplificare e ottimizzare i procedimenti per l’installazione, il montaggio e la manutenzione dei tubeless. Un dato importante da tenere in considerazione è anche la durata del pneumatico, che se trattato con gli accessori originali Hutchinson, prolunga sensibilmente il suo utilizzo.

Nastri e valvole

Il nastro paranipple è comodo da utilizzare ed è disponibile nelle misure da 20, 25 e 30 mm. Le nuove valvole tubeless coniche invece garantiscono una formidabile tenuta, con la possibilità di essere prolungate da 20 fino a 40 mm. Un altro prodotto disponibile è senza dubbio la siringa trasparente da 60 ml, in grado si semplificare notevolmente l’aggiunta del sigillante. Una volta rimossa la spina della valvola, basterà inserire il tubo e premere il pistoncino che inietterà il sigillante.

Hutchinson accessori
Gli accessori per i tubeless Hutchinson
Hutchinson accessori
I nuovi accessori per i tubeless realizzati da Hutchinson

Salvare la camera d’aria

Il principale prodotto che Hutchinson propone per rafforzare il proprio servizio della riparazione, riguarda un kit di toppe per camera d’aria. Il motivo per cui è nato questo kit è molto semplice: Hutchinson ha l’obiettivo di allungare la vita della camera d’aria, che generalmente viene sostituita dopo la prima foratura. Grazie alle robuste toppe si potrà invece riparare facilmente la camera d’aria, che il ciclista potrà continuare a sfruttare senza particolari problemi. La linea completa è distribuita commercialmente in Italia, e in esclusiva, dalla reggiana Beltrami TSA.

hutchinson.com

Jerome Cousin, viaggio gravel in Algarve, 2020

Cousin, a zonzo in Algarve prima di ripartire

09.12.2020
7 min
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Ai primi di ottobre, un mesetto dopo la fine del Tour, Jerome Cousin ha caricato la sua gravel con tutto quello che gli serviva ed è partito per l’Algarve con la sua ragazza Fiona. Per la terza volta. Le prime due a maggio e giugno. Nelle scorse settimane vi abbiamo raccontato delle imprese di Lachlan Morton, di Nibali che sulla gravel ha montato le gomme da Mtb e di Aru che l’ha usata mentre nevicava. Questa volta ci premeva però raccontare che cosa spinga un professionista che nell’anno somma nelle sue gambe migliaia di chilometri a mettercene altri quando finalmente potrebbe riposarsi. Come Oss, come De Gendt e Wellens, come altri prima di loro

Come è nata l’idea del viaggio in bicicletta?

Ho trascorso il primo confinamento in Algarve, Portogallo. Un Paese e una regione che non conoscevo molto bene. Quindi ogni giorno guardavo la mappa e mi dicevo: questo villaggio sembra carino, questa montagna è bella. Voglio andare a vedere questo fiume o assaggiare questo piatto tipico. Perciò dopo una breve settimana di allenamento per rimettermi in forma, ho equipaggiato le bici con le borse. E ho iniziato con la mia ragazza il viaggio di 12 giorni e 1.200 chilometri che avevo immaginato durante la chiusura. Quello è stato il mio primo viaggio.

Il secondo?

Il secondo è stato totalmente improvvisato. Stavamo guidando nel Sud del Portogallo e ho visto che c’era questa strada, la N2. La terza più lunga del mondo e la strada più lunga d’Europa. Mi sono detto perché non attraversiamo il Paese? Per cui di nuovo ho messo le bisacce, la mia ragazza mi ha lasciato a Chaves (città di partenza) e sono sceso a Faro in 4 giorni, facendo 200 chilometri al giorno. E due!

Jerome Cousin, viaggio gravel in Algarve, 2020
L’Atlantico di fronte, solitudine quasi perfetta e temperature miti
Jerome Cousin, viaggio gravel in Algarve, 2020
L’Atlantico di fronte, il silenzio intorno
E poi c’è stato il terzo…

L’ultimo viaggio volevo farlo a piedi, in autonomia. Però pedalando nei dintorni di casa, ho visto che i sentieri erano percorribili con una gravel, quindi sono partito per questa nuova avventura. Ci siamo attrezzati con sacco a pelo e qualcosa che ci permettesse di essere autonomi per qualche giorno. E poi siamo partiti.

Pro’ da nove anni

Cousin un tempo portava i baffi, ma quest’anno ha sempre avuto il barbone lungo da antico esploratore. E’ nato a San Sebastien sur Loire, vicino Nantes, ma vive a Lione, a quasi 2.000 chilometri dall’Algarve. Classe 1989 come Nizzolo e Viviani, è professionista dal 2011 e veste attualmente la maglia della Total Direct Energie. Come i fratelli Bonifazio. La sua ripresa dopo il lockdown è stata piuttosto difficile e di fatto ha chiuso la stagione finendo fuori tempo massimo al Tour nella tappa di Villard de Lans.

Utilizzi la gravel da tanto tempo?

No, per niente, ho ricevuto la mia Wilier poco prima di partire. Ma prima a casa mia, a Lione, facevo gare di cross su una bici che somiglia parecchio a una gravel.

Jerome Cousin, viaggio gravel in Algarve, 2020
Cousin quasi in cima a Monchique, col buio, dovendo ancora fare due ore di strada
Jerome Cousin, viaggio gravel in Algarve, 2020
Buio sul Monchique, mancano due ore di strada
Quanto tempo prima hai iniziato a pianificare il viaggio?

Solo pochi giorni, perché inizialmente volevo farlo a piedi. Ho studiato la situazione nei punti fondamentali, mi sono attrezzato con un buon equipaggiamento e ci ho provato. Amo l’avventura e gli incontri inattesi. Sono state proprio tre belle giornate. Veramente non facili in bici, con alcuni passaggi a piedi perché normalmente si trattava di un sentiero escursionistico. Ci sono un sacco di bei paesaggi.

Hai guidato solo in fuoristrada?

Il 95 per cento della Via Algarviana si snoda su piccoli sentieri. Tuttavia ho fatto un po’ di strada tra Sagres e Lagos, in modo da prendere il treno e tornare a casa l’ultimo giorno.

Quanti chilometri avete percorso in media ogni giorno?

Circa 100 al giorno, per quasi 8-9 ore di bicicletta. E’ stata davvero dura. E tanto di cappello alla mia ragazza, a proposito. Spesso finivamo le tappe con le luci accese.

Jerome Cousin, viaggio gravel in Algarve, 2020
Cousin e gli agrumi. Ci si rinfresca lungo la strada: guardate che spettacolo!
Jerome Cousin, viaggio gravel in Algarve, 2020
Lungo il viaggio, ci si rinfresca come capita
Hai trovato caldo o freddo?

In Algarve il clima è generalmente molto buono. Abbiamo dormito sotto le stelle, di notte si scendeva a 10 gradi e di giorno al massimo siamo arrivati a 30.

Qual è stata la tappa più lunga?

L’ultima. Non era molto difficile, ma una volta a Sagres abbiamo dovuto affrettarci a prendere l’ultimo treno per Lagos, che distava 40-50 chilometri. Abbiamo dovuto pedalare abbastanza velocemente per prenderlo. Quindi quel giorno 110 chilometri di sterrato e 50 su strada.

Quale la tappa più difficile?

Le prime due, perché c’era molto dislivello. E a volte abbiamo dovuto fare le salite a piedi.

Jerome Cousin, viaggio gravel in Algarve, 2020
Il viaggio di Cousin ha seguito la Via Algarviana: 300 km da Alcoutim a Cabo de Sao Vicente
Jerome Cousin, viaggio gravel in Algarve, 2020
Via Algarviana, 300 km da Alcoutim a Cabo de Sao Vicente
Ti piace la gravel?

Mi piace la bicicletta in tutte le forme. Faccio pista, mountain bike, gravel, fixie… Sono fortunato grazie a Wilier ad avere un’ottima bici per tutte le discipline. Quello che mi piace della gravel è l’aspetto dell’avventura. Puoi andare quasi dovunque, non è faticoso e pedali bene sulla maggior parte dei percorsi.

Quali rapporti avevi sulla bici?

Ho messo un 40 davanti, ho provato gli sviluppi prima di partire e mi bastava.

Hai la stessa posizione sulla gravel e sulla bici da strada?

Sì, faccio attenzione a questo genere di cose. Uso la stessa sella e ho riportato le stesse misure.

Il Covid ha reso le cose più difficili per l’accoglienza?

Dormivamo fuori, quindi nessun problema. E abbiamo usato una mascherina classica per andare nei luoghi pubblici

Avevate un obiettivo?

Amo l’avventura, sono anche molto fortunato. La mia ragazza è molto atletica e ama anche lei le avventure. Scoprire nuovi posti e prendersi il tempo per fermarsi è importante. Volevo anche testare la mia attrezzatura e acquisire esperienza in viaggi in autonomia, per affrontare avventure nuove e un po’ più esotiche in futuro.

Jerome Cousin, viaggio gravel in Algarve, 2020
Una notte ha barato: così ha detto Cousin. Si dorme in una roulotte, anziché per terra
Jerome Cousin, viaggio gravel in Algarve, 2020
Notte in roulotte grazie a un ristoratore
Qual è il paesaggio più bello che ricordi?

In cima alla montagna a Monchique. La notte stava calando, mancavano 20 chilometri per arrivare. E’ stato magnifico, ma un po’ pericoloso.

Portavi con te del cibo con te o ti fermavi ogni volta?

La mia ragazza portava molto cibo per paura di trovarsi senza. Sennò ci fermavamo per mangiare qualcosa per pranzo e in un ristorante la sera. La cucina portoghese è molto buona e i portoghesi sono un popolo molto caldo e accogliente.

Come eri vestito?

Ho usato i capi che uso tutto l’anno in gara. Nalini ha prodotti molto buoni, sono molto versatili. Ho preso dei pantaloni da trekking extra e un piumino nel caso la temperatura fosse scesa.

Avevi anche il necessario per riparare i guasti tecnici?

Un classico kit di riparazione, ma ho forato poco. I tubeless Hutchison hanno resistito.

Jerome Cousin, viaggio gravel in Algarve, 2020
Più di 100 chilometri al giorno, per circa 8-9 ore di sella
Jerome Cousin, viaggio gravel in Algarve, 2020
Una media di 8-9 ore di sella al giorno
Hai avuto incontri particolari lungo il percorso?

Sì, molti. Il Portogallo è un paese meraviglioso per questo. Le persone sono incredibilmente gentili. Una notte ho un po’ barato. Un ristoratore ci ha offerto il suo garage per dormire e dentro c’era una roulotte. E dato che era aperta ho preferito dormire dentro piuttosto che sul materassino con il sacco a pelo.

Hai usato questo viaggio come ripresa per la preparazione invernale?

Avevo già ripreso da qualche settimana, ma l’ho inserito nella mia preparazione, perché ho fatto parecchie ore sulla bici e questo mi fa stare bene di testa. Amo l’avventura di scoprire cose nuove e lasciare la mia comfort zone.

Pensi che sarebbe immaginabile una tappa gravel durante il Tour de France?

Una tappa intera? Mi sembra complicato che si utilizzino bici gravel. Il Tour de France deve restare il Tour de France. I brevi tratti di sterrato lungo la strada aggiungono pepe e questo è abbastanza credo. Non dobbiamo cadere negli estremi.