Brava Cavalli, ma dietro potevate tirare di più?

05.04.2021
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Alla fine del Fiandre delle donne, in Marta Cavalli ha prevalso la soddisfazione, piuttosto che la sensazione che forse si sarebbe potuto fare di più e che in qualche modo la Van Vleuten si poteva riacciuffare.

Nella mix zone di Oudenaarde la portacolori della Fdj Nouvelle Aquitaine ha lo sguardo stanco ma sincero ed effettivamente questa soddisfazione traspare. Tassello dopo tassello la cremonese sta crescendo. Si sta ritagliando un posto nel ciclismo internazionale e questo è quello che conta. Magari fra un anno sarà lei ad alzare le braccia al cielo su questo prestigioso arrivo.

Il via della gara femminile è stato veloce. Poi la corsa è esplosa sui muri
Il via della gara femminile è stato veloce. Poi la corsa è esplosa sui muri

Partenza in sordina

E al Fiandre Marta ci teneva. Nei giorni che precedevano la gara aveva provato il percorso ben tre volte, sapeva che la condizione era buona.

«Se non quasi al massimo – aggiunge lei – sapevo che le gambe mi avrebbero sostenuta e così è stato. Sui primi muri, in particolare sul Kanarieberg, non ero ben posizionata e ho dovuto faticare un po’ di più per non farmi scappare il gruppo di testa. Poi per fortuna hanno rallentato, però questa sgasata mi è servita per sbloccare un po’ la gamba.

«Questa è una gara tutta di un fiato. Quando si entra negli ultimi cinque muri poi non c’è più tempo per respirare. Sono molto soddisfatta, perché è sempre un’emozione essere davanti con questi nomi. Mi spiace solo che nell’ultimo periodo ho perso un po’ il mio spunto veloce perché dovendo lavorare per resistere in salita è normale che accada. E senza il mio sprint non sono riuscita a portare a casa un risultato migliore, che poteva essere un podio. Se la metto così mi spiace veramente tanto».

Chi tirava dietro?

La Cavalli parla di podio e dell’amaro in bocca per non essere riuscita ad agguantarlo, però il drappello che inseguiva la Van Vleuten non si è giocato le carte al meglio. Perché essendoci due team che avevano due donne non ne hanno messa una a tirare pancia a terra? Tra l’altro uno dei team in superiorità numerica era proprio il suo.

«Abbiamo provato a metterci d’accordo e a sacrificare una ragazza ciascuno. Io avevo la mia compagna, Cécile Ludwig. La devo ringraziare di cuore, perché si è messa a disposizione, ha tirato, ha dato l’anima per provare a chiudere su Annemieck, ma purtroppo non ce l’abbiamo fatta. La Van Vleuten è rimasta sempre lì davanti a una decina di secondi: sembravano pochi, alla fine sono stati tanti.

«Lei si doveva sacrificare, questa era la nostra tattica. Ma anche io ho dovuto dare qualche cambio perché serviva anche collaborazione. Si poteva arrivare allo sprint per il primo posto, quindi qualche tirata era giusto darla».

Marta Cavalli (23 anni) tornerà in Belgio per le Ardenne (foto Instagram)
Marta Cavalli (23 anni) tornerà in Belgio per le Ardenne (foto Instagram)

Cavalli nelle Ardenne

Eppure la sensazione che in quel drappello non fossero a tutta nel dare la caccia alla Van Vleuten ce l’abbiamo avuta e infatti la Cavalli lo ammette.

«Non eravamo proprio a tutta, a tutta – dice – delle sette ragazze del gruppetto in due non tiravamo o lo facevamo poco, perché avevamo la compagna a disposizione. E un’altra, Elisa Longo Borghini, era in coda e non tirava ovviamente. Non essendo lei allo sprint tra le più veloci, voleva salvare un po’ la gamba o magari tentare un attacco. Alla fine erano solamente quattro ragazze che spingevano “sotto controllo”, contro una campionessa così in forma. Era difficile chiudere oggi, peccato perché avevo sensazioni migliori rispetto alla Strade Bianche. Lì ero un po’ troppo tesa mentalmente. E questo non mi ha permesso di recuperare, quindi già dopo qualche muro e qualche strappo, ero in difficoltà. A Siena ho corso più col cuore, qui più con le gambe. Per questo mi porto a casa una grande soddisfazione personale. E comunque ho ancora qualche anno per tornare a lavorare sul mio sprint e puntare a certe gare. L’importante, secondo me, in questo momento è stato arrivare davanti».

Certo che avrà tempo Marta Cavalli di crescere e puntare in alto. Ha solo 23 anni. Intanto dopo molti giorni al Nord tornerà a casa per qualche settimana.

«Avrei dovuto correre la Roubaix, però purtroppo non si farà. Tornerò qui in Belgio per correre le Ardenne, farò tutto il trittico: Amstel, Freccia e Liegi e poi faremo i conti».

Le lacrime di Marta Cavalli: «Non sogno, è tutto vero!»

06.03.2021
3 min
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Andata a rileggervi l’intervista di Marta Cavalli di qualche settimana fa, dove dice che le viene sempre da ridere e poi guardatela adesso, dopo l’arrivo, piena di polvere e con le lacrime agli occhi. Ottava al traguardo, dopo aver lottato per il podio. Ventidue anni, nove in meno della ragazza che ha vinto. Un massaggiatore le pulisce il viso, ma le gambe sono ancora sporche come la sua Lapierre. E proprio guardando com’è ridotta la bici, pensi alla polvere che hanno respirato le ragazze. Marta intanto riprende il controllo, ma sarà duro, perché ha l’emozione che spinge per uscire. E allora capisci che il salto nel vuoto per andare in Francia, che inizialmente poggiava sull’entusiasmo e la curiosità, aveva bisogno di questo tipo di conferme. E adesso che la conferma è venuta, si può anche lasciare un po’ andare la tensione.

In Piazza del Campo si recupera, si commenta e si pensa alla prossima sfida
In Piazza del Campo si recupera, si commenta e si pensa alla prossima sfida
Non ridi più?

Sto vivendo delle bellissime emozioni (ora ride, ndr). Ero tesa, perché ci tenevo e ora sono emozionata. Era la seconda corsa con la nuova squadra e loro non fanno passare giorno senza sottolineare quanto ci tenessero ad avere un’atleta italiana. Perché in queste corse ci mettiamo il cuore. Anche per loro la Strade Bianche era una corsa importante e siamo venuti per fare il miglior risultato possibile. Sono partita con più testa che gambe e alla fine sono riuscita a fare la corsa con la testa.

Una corsa dura…

Una gara tosta fino agli ultimi chilometri, che non molla mai. Ma mi sto trovando molto bene, perché ci siamo arrivate senza pressione e così i risultati arrivano meglio. Ricevere i complimenti e sentire tanta fiducia mi fa capire che credono davvero in me e mi conferma di aver trovato il posto giusto per crescere nei prossimi anni.

Eppure per un po’ ti abbiamo visto indietro.

Sono rimasta attardata nell’ultimo settore e ho dovuto fare un fuorigiri per restare con le prime. A quel punto ho avuto bisogno di tirare un po’ il fiato per riprendermi.

Dopo l’arrivo, Marta ha sfogato la sua emozione con le compagne e poi con le lacrime durante le prime interviste
Dopo l’arrivo, Marta ha sfogato la sua emozione con le compagne e poi con le prime interviste
E dopo aver recuperato, hai attaccato…

La squadra alla radio continuava a dirmi: «Go Marta, go Marta, possiamo vincere!». E a quel punto con il pochissimo che mi era rimasto, ho provato a onorare questa maglia e questa corsa.

La voce si rompe ancora, ma stavolta le lacrime restano negli occhi. La chiamano perché raggiunga le compagne. Seconda gara WorldTour alle spalle. Nona all’Het Nieuwsblad, ottava alla Strade Bianche. Il lavoro degli anni scorsi alla Valcar&Travel Service sta dando ottimi frutti. Il bello di questa emozione è che c’è ancora tanto da raccontare.