FAS Airport Services-Guerciotti-Premac, una famiglia nel cross

22.02.2024
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Orgoglio, fiducia, tecnica. Tre sono le parole che sono emerse dalla nostra intervista a tre atleti della FAS Airport Services-Guerciotti-Premac. Tre differenti aspetti che rappresentano il vissuto di un anno all’interno della formazione di ciclocross italiana. Una su tutte però, la quarta, ci ha colpiti perché ripetuta da tutti, la parola “famiglia“. Un concetto per niente scontato quando si parla di agonismo, ma che spesso riecheggia negli ambienti più sani e prosperi di risultati in questo sport. Ad accompagnarci nel dietro le quinte di questo anno ricco di successi sono stati: Gioele Bertolini, Samuele Leone e Sara Casasola.

Il campionato italiano di “casa” è stato un successo per i colori Guerciotti
Il campionato italiano di “casa” è stato un successo per i colori Guerciotti

Poker tricolore e non solo

A rendere un successo la stagione della FAS Airport Services-Guerciotti-Premac c’è su tutti il poker di maglie conquistato nei campionati italiani organizzati proprio da Guerciotti a Cremona. Per il team manager Alessandro Guerciotti, è stato un anno da incorniciare con risultati che vanno a completare una bacheca già ricca. 

«E’ stata veramente una stagione esaltante per i nostri colori – afferma Guerciotti – con i titoli italiani conquistati dalla junior Elisa Ferri, da Valentina Corvi alla prima stagione tra le under 23 e dalla elite Sara Casasola, nonché nel team relay: un poker importante di maglie tricolori. E Sara Casasola è arrivata terza al campionato d’Europa delle elite: una medaglia che a noi mancava. Non solo: fino al termine del 2023 eravamo privi della maglia tricolore femminile elite, in passato le avevamo vinte con le juniores e under 23, quindi Sara Casasola ha tolto un ulteriore zero dalla casella. Le quattro vittorie di Sara nelle corse internazionali e i piazzamenti tra le prime nelle prove della Coppa del Mondo hanno garantito al nostro team notevole visibilità».

Bertolini ha dimostrato una crescita costante anche in questo anno
Bertolini ha dimostrato una crescita costante anche in questo anno

L’orgoglio di Gioele

Come primo traghettatore in questo viaggio nel team Guerciotti, ci ha accompagnato il corridore con più esperienza, Gioele Bertolini. Nelle sue parole si può notare l’attaccamento alla maglia e la consapevolezza di essere una guida per gli altri. 

«Io cerco sempre – dice Bertolini – di aiutare e mettere a disposizione la mia esperienza, nell’ottica della squadra in primis ed anche per i miei compagni. La differenza di questo team dalle altre squadre è il concetto di famiglia. Guerciotti è così forte grazie alla storia che ha alle spalle con i grandi campioni che hanno vestito questa maglia e la passione che ci mettono tutt’ora, nello strutturare e formare una squadra competitiva.

«Da ogni stagione c’è sempre qualcosa da imparare e mettere a frutto nelle stagioni a venire. Vestire questa maglia in giro per l’Europa per me è motivo di orgoglio e responsabilità, sapendo anche quanti campioni nel passato hanno corso per Guerciotti e questo mi rende fiero nel vedere la gente che riconosce la maglia».

Samuele Leone ha trascorso tre stagioni nel team Guerciotti (foto Alain VDP Photography)
Samuele Leone ha trascorso tre stagioni nel team Guerciotti (foto Alain VDP Photography)

Leone e la tecnica

Samuele Leone ha appeso la bici al chiodo per dedicarsi alla sua passione più grande, fare il meccanico di bici a tempo pieno. Così abbiamo chiesto al classe 2001 che quest’anno ha conquistato il Turin International Cyclocross e numerose top ten, di portarci nella tecnica della squadra. 

«Nei miei tre anni – racconta Leone – mi sono sempre trovato bene. Ho un bellissimo rapporto con Gioele, quando c’erano difficoltà mi sono sempre appoggiato a lui e l’ho visto sempre come un fratello più grande. Sicuramente avevamo un ottimo livello, con Sara e i giovani siamo stati davvero forti. Tutti nel nostro piccolo abbiamo fatto il meglio possibile. Vito Di Tano ha l’esperienza giusta per dare i consigli e far crescere ogni atleta giovane o esperto che sia.

«Come bici usavamo la Eureka CXS. Un modello davvero performante con cui tutti si sono trovati molto bene. Non abbiamo mai avuto problemi tecnici. Siamo stati seguiti maniera perfetta. Avevamo l’assistenza sia di due meccanici belgi che hanno lavorato con grandi squadre e che quindi non ci han fatto mai mancar niente. Mentre in Italia eravamo seguiti da più meccanici, però sicuramente molto bravi. E poi c’è sempre il supporto di Alessandro Migliore che ci mette tanta esperienza e passione e non ha mai sbagliato un colpo».

Sara Casasola con Alessandro Guerciotti
Sara Casasola con Alessandro Guerciotti

La fiducia di Casasola

Per concludere il nostro viaggio tra le fila del team FAS Airport Services-Guerciotti-Premac non potevamo non sentire la voce della campionessa italiana Sara Casasola. La medaglia di bronzo all’europeo elite, ha sottolineato più volte la parola “fiducia” per descrivere l’ambiente della squadra. 

«Questo – spiega Casasola – era il mio secondo anno. Ho trovato un ambiente molto sereno e professionale. Una cosa altrettanto importante è se la squadra riesce a trasmettersi quella serenità che ti permette di rendere al meglio. Qui ho trovato tutto ciò, non mi hanno mai dato nessun tipo di pressione, anche quando c’erano appuntamenti più importanti. All’ultima tappa di Coppa del mondo mi sono ritirata. Io ero mortificata perché appunto, era l’ultima gara della stagione con la maglia di campione italiano. Loro hanno compreso sotto ogni punto di vista e mi hanno dato supporto fin dal primo momento. Un lato umano per niente scontato.

«C’è molta serenità – conclude – ed è trasmessa da tutti nel team. La famiglia Guerciotti è sempre lì a darti una parola di conforto. Con Alessandro mi sento spesso e mi sostiene anche durante la mia stagione su strada. Sul campo invece Vito e Max Bonanomi sono fondamentali e sopratutto tutti ci diciamo tutto e la pensiamo allo stesso modo. Uscire da una bella stagione così nel cross ti porta ad avere una confidenza e una carica di fiducia per niente scontata che poi viene trasmessa alla strada. Per due anni è stato così e spero che possa esserlo anche nel futuro».

Ferri, giovane regina dei tricolori e speranza del cross

23.01.2024
5 min
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Lo scorso ottobre ha compiuto sedici anni e sta continuando a crescere in fretta, ma non sembra accusare troppo il salto di categoria da allieva a junior. Tra ciclocross, Mtb e strada, Elisa Ferri è uno dei simboli moderni della multidisciplinarietà.

Andando in ordine cronologico, domenica nella prova di Coppa del Mondo di ciclocross a Benidorm ha chiuso al settimo posto, risultando la prima tra le atlete nate nel 2007. Un dato ininfluente per la classifica, ma importante per il proprio morale, già alto da un paio di settimane. A Cremona infatti Ferri aveva conquistato agevolmente il campionato italiano di cross (suo ottavo tricolore complessivo nel fuori strada), rispettando il pronostico che ci aveva anticipato il suo team manager Alessandro Guerciotti. All’orizzonte per la giovane di San Giovanni Valdarno – che frequenta il liceo scientifico-sportivo a Montevarchi – ci sono gli ultimi impegni prima di concentrarsi su strada e Mtb. Ne abbiamo parlato con lei durante il ritiro proseguito in Spagna con la nazionale.

Tricolore pronosticato. Ferri festeggiata sul podio da Paolo Guerciotti sotto lo sguardo del cittì Pontoni (foto De Negri)
Tricolore pronosticato. Ferri festeggiata sul podio da Paolo Guerciotti sotto lo sguardo del cittì Pontoni (foto De Negri)
Elisa, ti aspettavi il risultato di due giorni fa?

Onestamente no. Al mattino durante il riscaldamento sui rulli non sentivo di avere una gran gamba e infatti mi ero già immaginata che tipo di gara fare. Invece appena sono partita ho avvertito subito ottime sensazioni. Ho cercato di restare davanti più che potevo e tenere duro nei tratti più difficili. Alla fine sono molto contenta del mio risultato.

Una bella iniezione di fiducia per l’ultima prova di Coppa e per il mondiale, giusto?

Sì certo. Adesso con la nazionale rimaniamo nella zona di Benidorm per rifinire la condizione sfruttando il clima, poi andremo direttamente in Olanda. A Hoogerheide non so che gara uscirà, però vado su con l’idea di ripetere la prova di Benidorm con qualche consapevolezza in più. Per quanto riguarda il mondiale invece non so ancora nulla. Dovrei partecipare, ma non ho ancora ricevuto la convocazione, quindi non posso sbilanciarmi.

Facendo cross in pratica non hai avuto il tempo di assorbire il passaggio di categoria. Come ti stai trovando?

Alle prime gare ho sentito tanto il salto da allieva a junior, però credo che fosse solo una questione mentale. Sono stati mesi che mi sono serviti per imparare tanto. Ho visto che se mi alleno come devo, posso stare più a lungo con le ragazze più grandi, visto che spesso corro con le elite nelle gare internazionali. Adesso sto sfruttando le mie doti tecniche.

Cioè?

Sono abbastanza brava nel guidare la bici e altrettanto veloce nei passaggi più complicati, però devo allenare di più la gamba, per avere più potenza e spingere maggiormente.

La disciplina preferita di Ferri è la Mtb. L’obiettivo è entrare nel giro azzurro (foto instagram)
La disciplina preferita di Ferri è la Mtb. L’obiettivo è entrare nel giro azzurro (foto instagram)
Ti aspettavi una stagione del genere?

No sinceramente. Sin da piccola ho sempre cercato di arrivare a questi livelli perché ci credevo tanto. Come dicevo prima, la differenza è stata la testa. Avere un sogno davanti ti stimola a volerlo realizzare in fretta e nel miglior modo possibile. Ne avevo vinte altre in passato tra cross e Mtb, ma devo dire che la maglia tricolore di Cremona mi ha dato una grande soddisfazione in questo finale di stagione.

Elisa Ferri come è arrivata a correre in bici?

Il ciclismo è una questione di famiglia. Mio padre faceva downhill e fu lui ad introdurmi nel mondo delle bici. Inizialmente non mi piaceva, poi poco per volta mi sono appassionata. Avevo come riferimento mio fratello Tommaso, che ha tre anni in più di me e che corre anche lui. Quando ero più giovane uscivamo assieme in bici e quando lo vedevo scappare in salita, cercavo in tutti i modi di andarlo a riprendere o di non farmi staccare di troppo. E’ stato uno stimolo per me. Se penso agli inizi, ora amo andare in bici (dice sorridendo, ndr).

Sul traguardo di Cremona, Ferri indica otto con le mani, come i titoli italiani: cinque nel cross e tre nella Mtb (foto De Negri)
Sul traguardo di Cremona, Ferri indica otto con le mani, come i titoli italiani: cinque nel cross e tre nella Mtb (foto De Negri)
In effetti sei impegnata su più fronti. Cosa preferisci?

Nel ciclocross mi diverto ed è una attività ottima per mantenere sempre una buona condizione. I risultati poi aiutano e ti stimolano a migliorare Su strada corro con la Zhiraf-Guerciotti e almeno per quest’anno da primo anno junior non penso che correrò tanto. Le gare che farò saranno come allenamento e preparazione per la Mtb. E’ quella la mia disciplina preferita, dove corro con la Vallerbike. L’obiettivo a breve termine è il campionato italiano, quello a lungo invece è cercare di entrare nel giro della nazionale. Di sicuro cercherò di fare tutte e tre le disciplina finché potrò, poi vedremo quando e se dovrò prendere una decisione.