Il nuovo esordio di Van Der Poel, pensando alla strada

25.11.2022
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Il ritorno alle gare. L’ennesimo. Mathieu Van Der Poel (nella foto di apertura Lapresse) sta preparando il suo esordio stagionale. Domenica a Hulst il circuito della Coppa del mondo accoglierà un altro dei tre tenori dopo che a Overijse Tom Pidcock ha dato spettacolo finendo alle spalle del campione europeo Vanthourenhout. La scelta di VDP di cominciare subito con la massima challenge non è casuale, anzi è paradossalmente dettata dalla possibilità di un esordio più “soft”.

I fratelli Van Der Poel in allenamento a poche ore dalla gara di Hulst (foto Twitter)
I fratelli Van Der Poel in allenamento a poche ore dalla gara di Hulst (foto Twitter)

Un aiuto dal regolamento

Il regolamento di Coppa del mondo permette infatti di far valere per l’ingresso nella griglia di partenza anche il ranking di strada e Mtb. In questo modo l’olandese può scattare quindi immediatamente alle spalle dei primissimi di Coppa, entrando subito nel vivo della competizione. Un’agevolazione che nel Superprestige non è applicata: nel ranking del ciclocross Van Der Poel è appena 87°. Ciò significa che il prossimo 3 dicembre a Boom dovrà partire dal fondo del gruppo.

Gli esordi di Van Der Poel hanno quasi sempre coinciso con sue vittorie. Dal 2015 le uniche volte che non ha centrato il successo pieno sono state proprio quell’anno, quando fu 3° alla prova di Coppa a Koksijde e lo scorso anno, nella tappa di Dendermonde a Santo Stefano, dove pure diede spettacolo, ma mostrò anche quei problemi esplosi 24 ore dopo a Zolder, chiudendo di fatto con largo anticipo la sua stagione, durata appena due gare.

VDP a Dendermonde 2021: un secondo posto incoraggiante, ma poi la schiena presentò il conto
VDP a Dendermonde 2021: un secondo posto incoraggiante, ma poi la schiena presentò il conto

Prima i training camp

Come Pidcock, anche l’olandese arriva al suo esordio nel ciclocross con pochissime ore di allenamento nelle gambe. L’unica differenza è che qualche uscita nell’arco delle due settimane è riuscita a farla. Anzi proprio gli allenamenti di questa settimana hanno diradato le nubi ancora presenti sul prosieguo della sua stagione sui prati. Van Der Poel vuole riprendersi tutto ciò a cui ha dovuto rinunciare lo scorso anno, guardando già con grande interesse ai mondiali di inizio febbraio.

Per far questo però l’olandese della Alpecin-Deceuninck dovrà fare un po’ la spola con la preparazione su strada. E’ sua intenzione infatti non saltare neanche uno dei training camp previsti dal team, in quei periodi quindi Van Der Poel (che d’altronde non ha certamente posto le classifiche delle challenge come suoi obiettivi) lascerà l’attività sui prati per raggiungere i compagni e preparare la lunga stagione 2023, nella quale non fa mistero di voler raccogliere il più possibile, soprattutto nelle classiche del Nord.

Per David Van Der Poel, qui in Malesia, questa sarà l’ultima stagione di ciclocross
Per David Van Der Poel, qui in Malesia, questa sarà l’ultima stagione di ciclocross

Il 17 dicembre in Val di Sole

Una scelta condivisa anche dal suo principale rivale, quel Van Aert che farà il suo esordio una settimana dopo: il 4 dicembre. Per Mathieu questa sarà anche una stagione resa particolare dalla decisione di suo fratello David di chiudere con il ciclocross a fine stagione, per concentrarsi solo sulla strada. Il fratello più grande, che aveva chiuso l’anno al Tour de Langkawi con due top 10 consecutive, sente di essere arrivato al punto di dover fare una scelta netta. Quella che Mathieu si ostina a non fare, tanto che pensa ancora a giocarsi le sue carte olimpiche nella Mtb (ma sarà un problema considerando che l’Olanda, nel ranking di qualificazione per Parigi 2024 nelle ruote grasse, non è messa molto bene).

Intanto, fra le 10 o poco più gare che il campione arancione disputerà sui prati (e che non comprendono i campionati nazionali d’inizio gennaio, sempre per la coincidenza con un training camp), VDP ha posto un obiettivo particolare nella prova di Vermiglio del prossimo 17 dicembre.

«Non vedo l’ora di essere in Val di Sole – ha detto – è un luogo che mi porta dolci ricordi, la vittoria nella Coppa di mtb nel 2019. Ho visto la gara lo scorso anno alla televisione, io non ho grande esperienza nel gareggiare sulla neve, ma voglio provarci con tutte le mie forze. Sono molto curioso e dal punto di vista tecnico, quel percorso credo si adatti molto alle mie caratteristiche».

A Hulst l’olandese ha vinto nelle sue ultime 4 presenze (2017-18-19-21)
A Hulst l’olandese ha vinto nelle sue ultime 4 presenze (2017-18-19-21)

Intanto però c’è da battezzare la stagione in quel di Hulst, contro un Pidcock già più rodato, un Vanthourenhout al massimo della forma, un Iserbyt leader di Coppa, ma frenato da una condizione fisica non al meglio e un clima polemico con stampa e tifosi. Van Der Poel è pronto a mettere tutti d’accordo, come ha spesso fatto in passato…

Adrie Van Der Poel: «Vi spiego la mia famiglia»

23.03.2021
4 min
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Sono giorni intensi per Adrie Van Der Poel. I successi di Mathieu sono ricaduti anche sul padre, spesso chiamato in causa dai giornalisti di tutto il mondo per conoscere i segreti del figlio magico. Tanta attenzione lo mette anche in difficoltà, è un costo che stentava a pagare anche quando correva e vinceva, sia nel ciclocross che su strada. Ecco da chi Mathieu ha preso la sua passione per la multidisciplina. Suo padre però privilegiò la strada, cogliendo una cinquantina di vittorie tra cui Fiandre, Liegi e l’Amstel. Fu l’ultimo olandese a vincere nel 1990, prima che suo figlio chiudesse la parentesi 29 anni dopo. Poi tornò a battagliare con i nostri Pontoni e Bramati, vincendo il mondiale sui prati nel 1996. Non dimentichiamo poi chi è il nonno: tale Raymond Poulidor, forse il più amato corridore della storia francese su due ruote. Quando si dice il “DNA del campione”…

Suo nonno era Raymond Poulidor, gigante del ciclismo francese
Suo nonno era Raymond Poulidor, gigante del ciclismo francese

«Lo ricordo bene quel periodo in Italia, mi trovai benissimo come mi trovo bene ogni volta che ci vengo. Era un bel gruppo, io non parlavo la lingua, ma trovai molto appoggio fra i ragazzi. Soprattutto con Michele Bartoli avevo un bel feeling. Ora non ci vediamo molto spesso, ma quando capita è sempre un piacere».

Veniamo a Mathieu, l’uomo che tra ciclocross, strada e Mtb non si ferma mai. Tu come ti regolavi durante la stagione, dovendo passare da una disciplina all’altra?

Anch’io non mi prendevo tanto tempo di riposo fra una stagione e l’altra, ma sapevo che alcuni giorni erano necessari per rifiatare e per Mathieu è lo stesso. Io mi fermavo 4-5 giorni dopo i grandi appuntamenti: il ciclocross, le classiche, ma anche nella stagione piena un paio di giorni a settimana, se non ero in gara, li passavo senza bici. Sono però sempre stato contrario a periodi di inattività troppo lunghi.

Ecco David Van der Poel in azioone all’Urban Cross di Kortrijk 2019
Ecco David Van der Poel in azioone all’Urban Cross di Kortrijk 2019
Non pensi che tra una disciplina e l’altra, Mathieu corra troppo?

Mathieu si basa molto sulla mia esperienza. La sua stagione è pienissima, però prevede sempre di non superare i 60 giorni di gara nel complesso, per non sfruttare troppo il suo fisico. Soprattutto per la strada. Si è fermato una decina di giorni dopo i mondiali di ciclocross che lo avevano spremuto anche mentalmente, poi nel corso della stagione ogni tanto si prende qualche giorno di pausa.

Sei d’accordo con la sua scelta di puntare all’oro olimpico nella Mtb e non su strada?

Non dobbiamo dimenticare che lo scorso anno è stato strano, senza gare per la sua maggior parte e concentratissimo in tre mesi, ma Mathieu aveva già stabilito di fare la Mtb per Tokyo e non ha voluto cambiare, conoscendo anche il percorso. Aveva lavorato molto per esso, pensando anche ai materiali, alla posizione in bici e quando è focalizzato su un obiettivo non cambia. Vuole il podio nella Mtb e lavorerà per esso, anzi lo sta già facendo.

Che puoi dirci di David? E’ un ottimo ciclocrossista, perché però non segue tanto il vostro esempio e si dedica così poco alla strada?

David è un corridore diverso rispetto a Mathieu, ha fatto un passaggio verso la strada più tardivo del fratello anche se è più grande ed è più mentalizzato verso il ciclocross. Alla Alpecin Fenix sono però convinti che possa fare bene e lo sono anch’io, quando ci si è dedicato qualcosa ha raccolto (una vittoria al Giro d’Alsazia 2018, ndr). Avrà le sue occasioni per correre già quest’anno.

David ha un palmares ovviamente inferiore a quello di Mathieu, anche lui pratica il cross
David ha un palmares inferiore a quello di Mathieu
Caratterialmente come sono?

Hanno caratteri molto diversi, come sono diversi da me. Io cerco di essergli vicino senza invadere il loro campo. Ci sono però volte che Mathieu vuole avermi con sé, nei grandi appuntamenti ma non solo, in alcune trasferte, ad esempio quando è stato in Repubblica Ceka per la Coppa del mondo di Mtb. Io gli do soprattutto un supporto psicologico. Cerco di farlo stare tranquillo sapendo come sono le gare e lo stress che richiedono. Se ha bisogno di me io ci sono, sempre.