Daniele Righi: dopo UAE, la nuova avventura con Savio

24.12.2021
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Una vita dedicata al ciclismo quella di Daniele Righi. Ha iniziato a correre da bambino e una volta lasciata la bici, dopo 13 anni tra i professionisti, di cui 10 passati nella Lampre, ha iniziato la sua carriera da direttore sportivo.

«Nel 2004 – ci racconta subito Daniele – avevo iniziato a fare il patentino per diventare direttore sportivo insieme a dei compagni. Diciamo che iniziavo a portarmi avanti sul futuro una volta sceso dalla bici. Ho deciso di intraprendere questa carriera perché volevo rimanere in un mondo che mi ha dato tanto».

Daniele Righi al centro, a sinistra Orlando Maini, suo mentore alla Lampre, a destra Enrico Pengo, meccanico del team
A sinistra Daniele Righi con Enrico Pengo, meccanico della Lampre

Un cammino continuo

«Grazie ai 5 anni maturati da corridore professionista presi il patentino di terzo livello. L’opportunità me la stavo creando da me. Una volta smesso, Saronni, per il quale ho corso per 10 anni, mi ha proposto di continuare in Lampre ma in un nuovo ruolo. L’idea della squadra era quella di avere persone nuove in ambito dirigenziale».

Tra Lampre e UAE Emirates sei stato con loro per 7 anni.

Nel 2014 presi l’abilitazione UCI e rimasi anche quando cambiò la proprietà del team passando da Lampre a UAE Emirates.

Quanto è stato difficile passare da corridore a diesse?

Non è un passaggio facile, devi imparare a vedere le cose in maniera differente. Quando sei corridore devi preoccuparti di te stesso e di fare il meglio che puoi, allenandoti e partecipando alle corse. Da diesse, invece, devi avere tutto sotto controllo, bisogna far ragionare le persone sulla stessa lunghezza d’onda.

Daniele Righi ha corso nella Lampre per dieci anni (dal 2003 al 2012) diventando poi diesse del team dal 2013 al 2016
Righi ha corso nella Lampre per 10 anni diventandone poi diesse nel 2013
Anche quando i corridori che segui erano i tuoi compagni fino a pochi mesi prima?

Ho corso dieci anni nella Lampre, da tutti quelli che arrivavano ero visto come punto di riferimento anche quando correvo. Il rispetto dei miei compagni e verso di loro l’ho sempre avuto. Il rapporto cambia, è chiaro, da corridore esperto ero anche un confidente. Anche i diesse lo sono a volte, ma allo stesso tempo siamo il filtro tra società e corridori.

Un ruolo complicato, due fazioni esigenti…

Si deve essere bravi a bilanciare le richieste. Un buon direttore sportivo è un bravo mediatore, sa quando chiedere di più ai corridori o se chiedere uno sforzo alla dirigenza.

Hai lavorato subito in un top team, hai avuto qualche mentore?

Mi sono confrontato molto con Orlando Maini e con Fabrizio Bontempi. La cosa bella è la loro capacità di metterti a tuo agio. Standogli accanto ho imparato tanto. Li seguivo sapendo che guardandoli lavorare avrei trovato spunti ed insegnamenti.

Facci un esempio.

Sono dei maestri nell’organizzazione delle gare, delle trasferte e anche nei ritiri. Sanno parlare con i corridori, conoscono tutti i segreti ed i dettagli che un diesse deve conoscere e prendere in considerazione.

Il tuo rapporto con la UAE poi si è interrotto…

Ci sono state delle decisioni in ambito dirigenziale e a novembre 2018 mi è stato comunicato che non sarei più stato parte della squadra. Me ne sono dispiaciuto molto, ma mi sono rimboccato le maniche e sono ripartito.

Daniele Righi è stato Diesse del UAE Team Emirates nel 2017 e nel 2018 dopo che lo sponsor emiro ha sostituito la Lampre
Daniele Righi è stato Diesse dell’UAE Team Emirates nel 2017 e nel 2018
Ora sei con Savio e l’Androni, dal primo gennaio Drone Hopper, come sei arrivato qui?

Mi sono sentito parecchie volte con la dirigenza. A maggio 2021, quando si è scoperto che avrebbero fatto il Giro d’Italia mi sono proposto. Sapevo che avrebbero potuto aver bisogno di una mano e così ho lavorato saltuariamente con loro. A ottobre hanno deciso di prendermi in pianta stabile e gliene sono grato.

Siete tornati da poco dal ritiro a Benidorm, avete già un programma di lavoro?

Siamo tornati il 21, sono stati dodici giorni intensi. Ci siamo seduti al tavolo ed abbiamo deciso come impostare la stagione, come ultimo arrivato ho ascoltato molto cercando di assimilare il più possibile. Le gare inizieranno tra metà e fine gennaio.

Daniele Righi ha iniziato una nuova avventura con l’Androni Sidermec, dal primo gennaio Drone Hopper
Daniele Righi ha iniziato una nuova avventura con l’Androni Sidermec
Passare da un’esperienza WorldTour ad una professional com’è?

Il personale che lavora in una squadra professional è ridotto, ci si deve adattare a fare tante cose e farle sempre al meglio. Mi piace lavorare e darmi da fare, la parte più complicata è il calendario forse, perché hai il dubbio che magari a qualche gara non ti invitino, come successo inizialmente al Giro 2020.

Con i corridori cambia il rapporto?

Quando ero nella WorldTour capitava che alcuni corridori li vedessi al ritiro di dicembre e poi a fine anno. Qui ho un contatto più diretto con tutti i ragazzi e questa cosa permette un rapporto umano più approfondito.