Matteo Zurlo, a pochi minuti dalla partenza della Coppa San Geo, si aggira tra i pullman con la sicurezza di uno che questo ambiente lo conosce bene. Si ferma a salutare tutti: ex compagni, sponsor venuti a godersi la prima corsa dell’anno e diesse. Lo sguardo è sicuro, il casco sulla testa e gli occhiali calati sul viso, come se non volesse farsi guardare attraverso.
Nel 2023 Zurlo è passato dalla Zalf alla UC Trevigiani, un cambio di squadra sì, ma non è quello che si aspettava lui che sognava, ed ancora sogna, il professionismo.
Zurlo alla partenza della Coppa San Geo, la sua prima gara di stagione (foto Sonia Castelli)Zurlo alla partenza della Coppa San Geo, la sua prima gara di stagione (foto Sonia Castelli)
Nuovi stimoli
A pochi metri dal pullman della sua squadra c’è una piccola attività, ci spostiamo vicino alla vetrata e l’intervista inizia.
«Sto bene dai – ci dice – tutto a posto. Iniziamo con la Coppa San Geo, prima gara della stagione, si iniziano a scoprire un po’ le carte e vediamo chi ne ha. Il cambio di team è dovuto a diversi motivi: il primo è perché la mia ex squadra (la Zalf, ndr) non teneva più tanti corridori elite. In più sentivo il bisogno di cambiare aria e di trovare nuovi stimoli, fino ad adesso li sto avendo. Con l’inizio delle gare spero di continuare con queste sensazioni che devo proprio ammettere, sono positive».
Il veneto si ferma a parlare con tutti, il suo nome è uno di quelli più importanti in gruppoIl veneto si ferma a parlare con tutti, il suo nome è uno di quelli più importanti in gruppo
Il salto mancato
In sottofondo lo speaker chiama a rapporto le ultime squadre per la presentazione e le foto di rito. Zurlo continua a parlare, il suo palmares parla chiaro, i risultati sono arrivati: Giro del Veneto nel 2021 più dei bei piazzamenti al Giro del Friuli tra 2021 e 2022 e tanti altri. Tuttavia la chiamata dal mondo dei grandi non è arrivata.
«In questi ultimi anni – dice con voce convinta – ho fatto molti risultati, anche nelle gare con i professionisti sono andato spesso in fuga e mi sono fatto vedere. Non sono mancate nemmeno le vittorie a dire il vero. D’altro canto ho avuto anche tanta sfortuna in queste ultime stagioni, ho combattuto con problemi al cuore, all’inizio del 2022 ho rotto due vertebre e lo scafoide. Posso dire che avrei gradito un po’ di fortuna in più, questo sicuramente, il mio però in questi anni l’ho sempre dato. Spero in questa stagione di poter cogliere l’obiettivo del professionismo, che sarebbe anche ora, dai. Ho gareggiato poco con loro, sicuramente vanno forte, però correndoci un po’ di più insieme ti adegui ed alzi il livello. Bisogna provarlo per capirlo».
Zurlo, a destra, insieme a Baseggio, i due sono tra i corridori più esperti della UC Trevigiani (foto Sonia Castelli)Zurlo, a destra, insieme a Baseggio, i due sono tra i corridori più esperti della UC Trevigiani (foto Sonia Castelli)
Inverno senza freni
Il 2023, però, è partito bene, senza intoppi fisici e dalla San Geo in poi Zurlo ha già messo nelle gambe altri giorni di corsa.
«Non posso lamentarmi – ammette – è filato tutto liscio e non ho mai avuto intoppi. Si comincia nel migliore dei modi, siamo belli motivati e vedremo gara per gara. Avere un anno in più in questa categoria dà un po’ di sicurezza. Ma bisogna guardare anche l’altra faccia della medaglia, ovvero che si è un po’ in là con l’età per i professionisti. Poi la speranza è l’ultima a morire, ci si prova ancora per quest’anno e speriamo di dimostrare quel che valgo. Ci sono degli esempi positivi, alla fine Lucca, che è del ‘97 (ha un anno in più di Zurlo, ndr) è passato alla Green Project quest’anno. Sono sicuro che anche lui fosse un pochino rassegnato, ma insistere gli ha dato ragione e speriamo che anche la mia tenacia venga ripagata».
L’esperienza di Zurlo è stata fondamentale per la vittoria di D’Aniello al Gran Premio La Torre (foto UC Trevigiani)L’esperienza di Zurlo è stata fondamentale per la vittoria di D’Aniello al Gran Premio La Torre (foto UC Trevigiani)
La voce esperta
Zurlo ha quell’esperienza che serve, l’audacia di chi conosce la categoria e sa come affrontarla. Il veneto può essere un punto di riferimento della UC Trevigiani.
«Sicuramente qualche consiglio – afferma – potrò darlo ai miei compagni. Che sia in gara o in allenamento, è una cosa in più pure per loro avere dei compagni che hanno qualche anno alle spalle. Siamo in tre: Rocchetta, che correva con me alla Zalf, Baseggio ed io».
L’esperienza di Zurlo la si è subito vista anche in corsa alla San Geo, sempre al coperto, nella pancia del gruppo e pronto a mettersi davanti nei momenti giusti. Anche al Gran Premio La Torre, chiuso in quinta posizione, ha giocato un ruolo chiave nella vittoria del suo compagno Immanuel D’Aniello.
Un nome che ha segnato pagine di storia di ciclismo, portando decine di ciclisti al palcoscenico del professionismo. Con 110 anni di storia l’U.C. Trevigiani Energiapura Marchiol torna a Treviso con un progetto nato da poco e l’obiettivo di tornare un esempio fra gli U23 e gli elite, vincendo e formando nuovi campioni.
A dire la verità, la formazione veneta aveva già mosso i primi passi, ma come ci ha segnalato il team manager Franco Lampugnani: «Il 2022 è stato l’anno di semina, perché la società è tornata a fare attività agonistica in proprio. Il nome U.C. Trevigiani era stato dato in gestione a team esterni, senza però avere un’anima vera e propria come quella che vogliamo dargli oggi».
Ad accompagnare questo viaggio oltre a nomi nuovi e uno staff rinnovato, si riconosce il nome di Mirco Lorenzetto, ex pro’ e attuale diesse della neo-formazione: «Quest’annovogliamo vincere. Abbiamo bisogno di dare fiducia alla gente di Treviso, agli appassionati e alla società. Abbiamo puntato su un organico di spessore».
Da sinistra: il project manager Luciano Marton, Mirco Lorenzetto, Franco Lampugnani e Francesco BenedetIl diesse Mirco Lorenzetto e a destra il manager tecnico Franco Lampugnani
Di nuovo a casa
Il nome U.C. Trevigiani non ha mai abbandonato gli ordini d’arrivo in questi ultimi anni. Il legame indissolubile che lega il ciclismo giovanile alla città di Treviso però richiedeva più importanza e presenza. Così è nata l’idea di riportare la squadra tra le mura della città veneta e ripartire da zero.
«Fino al 2021 – spiega Franco Lampugnani – il marchio depositato U.C.Trevigiani è stato, come detto, gestito da terzi. Da quest’anno inoltre è cambiata la ragione sociale, non è più una ASD, ma è diventata una SRL sportiva a tutti gli effetti. Perché vogliamo fare le cose con un’altra impronta. Tutto è partito con la volontà condivisa da me, il Project Manager Luciano Marton e il Presidente Ettore Renato Barzi. Ci siamo accorti che dando il nome in prestito, era diventata una cosa al di fuori del nostro potere decisionale con tutti gli nessi e connessi. Nel 2023vogliamo che la Trevigiani torni ai fasti di un tempo riportandola in auge anche con i risultati. Quindi abbiamo improntato uno staff completo e un parco atleti importante.
«Alcuni partner e sponsor sono rimasti legati a Trevigiani, comeEnergiapura e Marchiolche hanno sposato il progetto, facendo sì che tutto ripartisse dalla nostra casa di Treviso. Io ho riportato alcuni sponsor all’interno del pacchetto come quelli tecnici».
Cristian Rocchetta e Matteo Zurlo, con la divisa di allenamento, sono le due punte della TrevigianiCristian Rocchetta e Matteo Zurlo, con la divisa di allenamento, sono le due punte della Trevigiani
Organico rinforzato
L’obiettivo è sempre quello ed è condiviso da tutti: vincere. Per farlo, dopo un primo anno di crescita, lo staff tecnico ha deciso di investire su un organico più solido e vincente.
«Abbiamo fatto una squadra – dice Lampugnani – con ben sei elite. Chiaramente puntiamo sui due acquisti, Zurlo e Rocchetta che vengono dalla Zalf e vedremo cosa saranno in grado di fare. Dai primi ritiri abbiamo visto fin da subito che sono molto motivati e hanno sposato in pieno quello che è il nostro progetto. Senza dimenticare che è rimasto Baseggio, l’atleta che ci ha fatto un po’ da copertina nel 2022. Poi ci sono De Totto, Di Bernardo e Pozza. De Totto è un ragazzo che proviene dal calcio, sono solo tre stagioni che corre in bici. Abbiamo visto insieme ai preparatori che ha dei margini interessanti.
«Abbiamo alzato un po’ – prosegue il team manager – quello che era il livello dei nostri under 23. Veniamo da una stagione dove i giovani ci hanno deluso e quindi abbiamo deciso di rinforzarci ulteriormente. Sono stati presi Palomba della General Store, Di Bernardo, il danese Mortensen e confidiamo nella crescita di Cetto. Anche dal punto di vista dello staff ci sentiamo forti. Con Mirco Lorenzetto ci saranno Francesco Benedet e Leonardo Sari come diesse. Mirco è un tecnico di grande esperienza. Mentre come preparatori abbiamo lasciato libertà ai ragazzi di essere seguiti da figure non centralizzate. Zurlo, Rocchetta e Baseggio saranno seguiti daPaolo Slongo, un amico che in questi anni ci ha sempre affiancato e quindi abbiamo deciso di proseguire la collaborazione».
La vittoria di Matteo Baseggio a Osio Sotto (Foto Rodella)La vittoria di Matteo Baseggio a Osio Sotto (Foto Rodella)
Porto sicuro
Trevigiani vuole dire anche crescita e ha sempre rappresentato un’ambizione per chi volesse approdare ad un porto sicuro con i mezzi per poi abbordare alle corazzate del professionismo.
«Immanuel D’Aniello – racconta Lampugnani – viene da Salerno, ciclisticamente dalla Palazzago. Lo abbiamo inserito nel ranking a fine campagna acquisti, però diciamo che abbiamo visto un ragazzo forte in grado di darci delle buone soddisfazioni in salita.
«Poi c’è Ignazio Cireddu che viene dalla Sardegna, frutto della collaborazione che abbiamo con il Team Crazy Wheels. Una collaborazione amichevole perché il Presidente della società Luca Massa è un amico personale, che abita qui a Treviso per motivi lavorativi. Lui sta lavorando per creare nella sua regione una realtà di juniores e under 23 con l’inserimento di due ragazzi tesserati per farli correre qua a Treviso. In Sardegna non sono previste gare under 23 e quindi sarebbero stati costretti a correre con gli amatori, rendendo il loro percorso di crescita più difficoltoso. Al contrario della Sicilia che vanta un calendario importante, da cui invece proviene La Terrà Pirré che ci ha già dato qualche segnale positivo l’anno scorso. Possiamo vantare atleti dalle isole e non solo, a cui daremo possibilità per farsi vedere»
Giacomo Cazzola, Maurizio Cetto e Immanuel D’Aniello: dopo la presentazione, si lavora per il debuttoGiacomo Cazzola, Maurizio Cetto e Immanuel D’Aniello: dopo la presentazione, si lavora per il debutto
Lorenzetto in ammiraglia
Avere un diesse ex pro’, rappresenta sempre un valore aggiunto sia per i ragazzi che per la dirigenza. Così abbiamo chiesto a Mirco Lorenzetto cosa lo abbia spinto ad abbracciare questo progetto e che visione si è fatto di questo grande ritorno.
«Fondamentalmente Trevigiani non ha mai chiuso – spiega il veneto, che nella Trevigiani corse il primo anno da U23 nel 2000 – però è il primo anno che ritorna con base fissa qui. E’ un motivo di orgoglio e appartenenza. Era il momento di guidare una squadra. Ho trovato il legame con questa squadra e ho deciso di portare avanti un’idea. Il 2022 è stato un anno in cui sono rimasto un po’ più defilato. Non c’erano ambizioni di risultati.
«Quest’anno la squadra mi rappresenta di piùa partire dagli acquisti. Quella del 2022 era acerba e messa su senza troppo tempo di scegliere. Per questa stagione puntiamo a vincere. Tra under ed elite quest’anno possiamo dire di essere pronti a dire la nostra, avendo alle spalle un progetto in cui crediamo molto».
La Trevigiani correrà con le bici di Paolo e Alessandro Guerciotti, qui con il presidente BarziLa Trevigiani correrà con le bici di Paolo e Alessandro Guerciotti, qui con il presidente Barzi
Le tre punte
Tra i 18 atleti che compongono la formazione UC Trevigiani Energiapura Marchiol 2023 ci sono tre nomi su tutti che svettano per quanto già fatto vedere, risultati alla mano.
«Indubbiamente – dice Lorenzetto – le nostre punte sono Zurlo, Rocchetta e Baseggio, impossibile negarlo. Zurlo dal punto di vista del motore e delle motivazioni non riesco a capire come possa essere ancora dilettante. Visto dalla mia esperienza sportiva, uno come lui potrebbe fare comodo a qualunque squadra professionistica. Ha una mentalità solida ed è convinto di quello che fa.
«Il paradosso sta nel fatto che lui non ci crede quasi più nel passare. E’ brutto perché un ragazzo con queste potenzialità non dovrebbe mai perdere le speranze. Non è colpa sua, ma dell’ambiente. Gli ho detto che quando correvo, era mio compagno di stanza un corridore che è passato da ultimo anno elite quasi per caso. Si chiama Alessandro Ballan ed è l’ultimo italiano ad aver vinto un mondiale tra i pro’».
E’ stata una prima edizione divina quella del Giro di Romagna per Dante Alighieri, ultima fatica organizzativa di aprile di ExtraGiro, che ha riallacciato il filo (interrotto nel 2015) col Giro delle Pesche Nettarine.
Quattro tappe, 10 gpm, 35 formazioni al via e spazio più o meno per tutti nella gara intitolata al Sommo Poeta e al 700° anniversario dalla sua morte.
Romano vince la prima a Gradara, arrivo nelle Marche (foto ExtraGiro)Romanl vince la prima a Gradara, arrivo nelle Marche (foto ExtraGiro)
Il segno di Romano
La narrazione parte con la prima frazione, Riccione-Gradara di 118,6 chilometri che prevede un gpm nella prima parte ed un arrivo in leggera ascesa che strizza l’occhio a finisseur o grimpeur veloci. All’ultimo chilometro sono davanti gli ultimi cinque coraggiosi di giornata che pregustano l’avvicinarsi della gloria, ma proprio sull’erta finale verso il castello di Gradara gli inseguitori inghiottono i battistrada e Francesco Romano (Palazzago) anticipa Simone Piccolo (Viris Vigevano) e Gianmarco Garofoli (Nazionale Italiana) andando ad indossare la prima maglia verde-bianco-rossa da leader della generale.
Juan Ayuso vince la seconda tappa a Santa Sofia (foto ExtraGiro)Juan Ayuso vince la seconda tappa a Santa Sofia (foto ExtraGiro)
Ricordate Ayuso?
Nella seconda tappa, Bellaria Igea Marina-Santa Sofia di 140,3 chilometri, il finale presenta due scollinamenti ravvicinati a ridosso dell’arrivo, che scremano il gruppo dei migliori, e il capo-classifica siciliano si trova a lottare contro 4 avversari, tra cui il baby-fenomeno: Juan Ayuso (nella foto di apertura). E’ proprio lo spagnolo della Colpack-Ballan che vince davanti a Romano (che conserva la leadership su Ayuso e il britannico Paul Double) e ad Andrea Pietrobon (Cycling Team Friuli).
Bis spagnolo
Il terzo giorno di gara è caratterizzato dalla Cattolica-San Leo di 126,8 chilometri con 3 gpm e l’arrivo in salita all’ombra del castello che domina la valle della Marecchia. Tappa movimentata e nervosa ma tutti aspettano l’ultima rampa: Ayuso impone un ritmo alto, trionfa in solitaria (davanti a Double della Mg-K Vis Sangemini e Michele Corradini della Viris Vigevano) e dopo il traguardo stramazza dalla fatica contro le mura del maniero. Lo sforzo viene ripagato anche in classifica generale: la maglia di leader è sua per una manciata di secondi su Double e Romano.
La General Store di Furlan controlla in salita (foto ExtraGiro)La General Store di Furlan controlla in salita (foto ExtraGiro)
Rocchetta sprint
L’ultima frazione, Ravenna-Ravenna di 154 chilometri è la canonica chiusura per le ruote veloci, malgrado due salitelle appena dopo metà percorso. Non succede nulla che possa stravolgere la classifica generale che resterà invariata mentre la concitata volata finale va a Cristian Rocchetta (General Store) su Gregorio Ferri (Petroli Firenze Hopplà) e Luca Colnaghi (Trevigiani Campana Imballaggi).
E così, dopo un rapido riepilogo, proviamo a traghettarvi verso le cantiche che hanno contraddistinto queste quattro giornate agonistiche.
Ayuso depone i fiori sulla tomba di Dante Alighieri a 700 anni dalla morte (foto ExtraGiro)Ayuso depone i fiorni sulla tomba di Dante Alighieri a 700 anni dalla morte (foto ExtraGiro)
Paradiso Colpack
Iniziamo dai cieli del Paradiso che accolgono senz’altro la Colpack-Ballan e Juan Ayuso. Il team bergamasco sta vincendo ovunque e ha già ottenuto 13 successi totali (compresa la generale del Giro di Romagna) con 8 atleti diversi. La parte principale invece la sta recitando il diciottenne spagnolo (5 sigilli complessivi) che alla Strade Bianche di Romagna era stato tagliato fuori dalla contesa da una caduta in mezzo alla polvere e che attualmente sta provando “l’esperienza di questa dolce vita” (cit.) tra gli under 23 prima di passare professionista il prossimo agosto con il UAE Team Emirates.
A Rocchetta l’ultima tappa a Ravenna (foto ExtraGiro)A Rocchetta l’ultima tappa a Ravenna (foto ExtraGiro)
Pro’ di ritorno
Le anime del Purgatorio invece hanno i volti di Francesco Romano e Cristian Rocchetta, entrambi vincitori di una tappa alla corsa “dantesca”. Il primo, passista-veloce siciliano classe ’97, è reduce da due stagioni con la Bardiani-Csf (con cui ha disputato l’ultimo Giro d’Italia) dove però ha pagato più del dovuto il passaggio tra i professionisti, categoria nella quale vuole rientrare. Per farlo è tornato nella Palazzago con cui aveva già corso nel biennio 2016-17 conquistando 5 vittorie: «Quest’anno mi sto rilanciando – spiega – e il mio obiettivo è avere continuità di risultati facendo tutto il calendario dei dilettanti per poi trovare nuovamente un contratto tra i prof nel 2022. Al Giro di Romagna ho fatto bene e ho dovuto scontrarmi con giovani talenti come Ayuso ma non mi scoraggio e il mio impegno sarà sempre massimale».
Direttore di corsa e vero riferimento per la sicurezza è Raffaele Babini (foto ExtraGiro)Direttore di corsa e vero riferimento per la sicurezza è Raffaele Babini (foto ExtraGiro)
Parla Furlan
Il secondo, sprinter veronese del ’98 con 7 vittorie totali nella categoria tutte ottenute con la sua General Store, vuole mettersi alle spalle una negligenza personale che ha pagato a caro prezzo: a maggio 2019 fu trovato positivo a causa di un incauto utilizzo di uno spray nasale e fu sospeso fino a fine anno. Il fresco successo di Ravenna ha ridato ottimismo sia a lui che a Giorgio Furlan, suo ds ed ex prof dall’89 al ’98.
«Cristian – spiega il vincitore di 23 gare tra cui due tappe al Giro, campionato italiano ’90, Tirreno-Adriatico e Sanremo ’94 – paga due stagioni, 2019 e 2020, nelle quali ha corso poco per diversi motivi, in cui ha comunque fatto buoni risultati. Naturalmente siamo contentissimi per questa ultima vittoria. E’ un velocista moderno, di quelli che saltano via bene le salite e che poi è capace di arrangiarsi nelle volate anche se io dico che con un pesce-pilota potrebbe fare ancora meglio. Gli farò fare il Giro d’Italia U23, dove fece secondo posto in una tappa l’anno scorso, poi spero possa essere preso da qualche team professionistico, perché sta facendo una crescita graduale».
Anche al Giro di Romagna, per la Colpack prosegue il momento d’oro (foto ExtraGiro)Per la Colpack prosegue il momento d’oro (foto ExtraGiro)
Inferno per due
Chi invece vuole uscire dai gironi dell’Inferno sono due ragazzi stranieri che stanno volteggiando attorno alla vittoria da inizio stagione: Paul Double e Asbjorn Hellemose. Del britannico della Mg-K Vis Sangemini, classe ’96, ci parla il suo ds Diego Cecchi: «E’ un ragazzo che va molto forte in salita e nonostante il suo peso piuma ha uno spunto piuttosto veloce. Al Giro di Romagna è andato molto bene ma sapevamo che con avversari come Ayuso, che è un extraterrestre, avrebbe faticato, benché abbia ceduto per soli 21 secondi. Ha disputato una buona Coppi e Bartali e una discreta Volta Valenciana. Gli faremo fare tutte le gare internazionali, anche quelle non adatte a lui perché deve completare il suo processo di crescita poi saremmo felici se ad agosto potesse fare uno stage con una formazione professional o WorldTour».
Il longilineo 22enne danese del Vc Mendrisio è un altro scalatore puro, abbonato alle posizioni a ridosso del podio che confermano tuttavia una condizione buona, pronta a regalargli un meritato successo. Anche per loro, da Ayuso in giù, sono pronte ad aprirsi le porte del Paradiso.
Ubi maior, minor cessat. E' sempre più evidente la differenza di dimensioni fra squadre e campioni. E se non puoi batterli, cambia strada o fatteli amici
IL PORTALE DEDICATO AL CICLISMO PROFESSIONISTICO SI ESTENDE A TUTTI GLI APPASSIONATI DELLE DUE RUOTE:
VENITE SU BICI.STYLE
bici.STYLE è la risorsa per essere sempre aggiornati su percorsi, notizie, tecnica, hotellerie, industria e salute