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Teocchi: bronzo, tecnica, alimentazione… Olimpiadi

13.10.2022
5 min
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Non solo l’argento di Daniel Oss, il campionato mondiale gravel ci ha regalato anche il bellissimo bronzo di Chiara Teocchi. La biker della  Trinity Racing, e dell’Esercito per quanto concerne gli impegni “istituzionali”, anche un po’ inaspettatamente è stata protagonista di una gara lunga per le sue caratteristiche. Mentre i dubbi non c’erano per la durezza, che la Teocchi sia una tosta non è certo una novità.

Come è stato dunque questo primo mondiale gravel al femminile? E’ la stessa azzurra che ci porta alla scoperta.

Nella fuga a quattro anche la tedesca Treffeisen, quarta. La Teocchi in testa a fare l’andatura
Nella fuga a quattro anche la tedesca Treffeisen, quarta. La Teocchi in testa a fare l’andatura
Chiara, prima di tutto complimenti! Abbiamo visto che tra gli uomini c’è stato un dominio degli stradisti, mentre tra le donne voi biker avete “massacrato” tutte le altre…

Sì, però è anche vero che se andiamo ad analizzare il podio maschile sono tutti ragazzi che hanno o hanno avuto a che fare con la mtb e il cross. Vermeersch è un crossista, Daniel (Oss, ndr) ha fatto cross e non era nuovo del gravel, e Van Der Poel… lo conosciamo. Ciò che ho notato io è che nella prima parte di gara le stradiste perdevano molto nei tratti di sterrato, in curva e nei tratti più guidati. Non erano abituate e si vedeva proprio che frenavano di più. E credo che sia anche per questo motivo che la fuga poi abbia preso tanto vantaggio.

E voi l’avevate capito? Meglio approfittarne subito?

Più che altro quando ho visto che si erano mosse la Ferrand-Prevot e la Frei, mi sono mossa anche io. Le stradiste hanno preso la cosa sotto gamba. «Ma si, lasciamole andare queste biker che tanto 140 chilometri non li tengono». In realtà poi li abbiamo tenuti! Abbiamo chiuso la gara a 33 di media, e su sterrato e in 140 chilometri di corsa non è proprio poco.

Come hai fatto ad allungare così tanto questo range d’azione?

In realtà ero rimasta delusa per la non convocazione per europei e mondiali e quindi mi sono detta: «Devo prendermi una rivincita. Devo essere convocata per il mondiale gravel”. Nell’ultimo periodo mi ero focalizzata molto sul gravel. E volevo anche divertirmi. E poi essendo una cosa nuova l’ho affrontata con meno ansie e forse anche per questo è andata bene.

Come è andata la corsa? Cosa passava nella tua testa e nelle tue gambe?

Continuavo a ripetermi di non staccarmi, assolutamente. Perché se avessi perso cinque metri sarei rimasta al vento. Poi ci siamo un po’ parlate e soprattutto Pauline continuava ad incitarmi: «Andiamo, andiamo». Ma quando mancavano 40 chilometri e avevamo un minuto, sono stata un po’ titubante, pensavo ci venissero a prendere. Però vedevo che continuavamo a pedalare bene. A quel punto ho pensato: se ci vengono a riprendere pazienza, però ci proviamo.

La tua bici rispetto a quella di Argenta era settata diversamente?

In realtà posso dire di aver davvero corso un mondiale gravel, perché la Specialized Diverge è una bici gravel. Non avevo una bici da strada o una Roubaix (in riferimento alle altre Specialized, ndr) con le gomme da cross. E mi fa piacere essere salita sul podio con una vera bici gravel che pesava tre chili più delle altre. Senza contare che per questo avevo rapporti da gravel, quindi un monocorona, mentre la Frei per esempio aveva una doppia da strada. Poteva usare rapporti più lunghi.

Pensi che ti avrebbero fatto comodo quei rapporti?

Sì, perché ogni tanto mi mancava qualche dente. Però, ripeto, io sono partita con una bici gravel al campionato del mondo gravel. Sono stata coerente.

Sul podio tre grandi biker: Pauline Ferrand-Prevot, Sina Frei e la nostra Teocchi
Sul podio tre grandi biker: Pauline Ferrand-Prevot, Sina Frei e la nostra Teocchi
Che futuro può avere per te il gravel?

Secondo me si svilupperà tantissimo e non è detto che non diventerà disciplina olimpica a Los Angeles. Le aziende ci investiranno tantissimo, altrimenti atleti come Van der Poel e Ferrand-Prevot non sarebbero venuti. E poi è una bici che ti permette tanto. Durante la preparazione nei giorni che dovevo andare a fare la distanza montavo le ruote da strada e via. Nei giorni che volevo fare un’uscita più tecnica mettevo le ruote da gravel. Chiaro non fai le discese da enduro, ma se non ci sono troppe insidie ci vai tranquillamente. Per me è la bici del futuro.

Alla luce di quanto detto, cioè che bastavano poche curve per guadagnare terreno sulle stradiste, con un pizzico di tasso tecnico in più il biker è molto avvantaggiato?

Sì. E da quel che ho sentito il prossimo anno la gara sarà meno lunga, ma più selettiva dal punto di vista tecnico: più salita, più discesa e più fuoristrada guidato.

Dal punto di vista alimentare come ti sei regolata?

Il mio piano erano di assumere 70 grammi di carboidrati l’ora. Avevo un piccolo schema: sempre una borraccia di malto e una di acqua, anche per “sciacquare” la bocca. Ogni 20′ mandavo giù qualcosa. Poi dei gel, uno di malto e uno alla caffeina nei 20 chilometri finali, poi le gelatine e una barretta che ho mangiato metà nella prima ora e metà dopo la terza ora.

Il sorriso della Teocchi. Guai alle spalle e tricolori cx in testa

13.12.2021
4 min
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Il sorriso è tornato quello di un tempo e forse è ancora più pronunciato. Chiara Teocchi infatti si è definitivamente lasciata alle spalle i suoi problemi con il cuore. La lombarda aveva dovuto rinunciare persino alle Olimpiadi a causa di questo problema.

Da quest’anno ha potuto riprendere al meglio la sua attività ed entrare definitivamente negli ingranaggi della sua squadra, la Trinity Racing. Quella che ritroviamo è una “Teocchi 2.0”, la ragazzina in grado di vincere due europei di cross e di salire sul podio iridato nella mtb col team relay.

Chiara Teocchi impegnata in Val di Sole, presto per lei altre gare internazionali nel cross
Chiara Teocchi impegnata in Val di Sole, presto per lei altre gare internazionali nel cross
Chiara, ti abbiamo vista finalmente tornare in piena attività. Vieni da un bel reset generale…

Esatto, qualche mese fa ho fatto degli esami col dottore (Della Bella, ndr) che mi aveva operato a distanza di un anno e questi esami sono andati molto bene, lui era davvero contento. Mi ha rilasciato una lettera con la quale diceva che non avrei avuto neanche bisogno di ulteriori controlli.

Bello! E come mai?

In pratica la mia aritmia si è totalmente cancellata. Il medico stesso mi ha detto che è un qualcosa di estremamente raro, quasi impossibile. Ho tenuto l’holter per 24 ore e nell’arco della giornata ha registrato zero aritmie. Tutto è andato alla perfezione.

Immaginiamo che anche per te, a livello di testa, conti molto…

Vero, adesso non ci penso più e posso concentrarmi solo sulle corse.

In apertura dicevamo del tuo approdo alla Trinity Racing: adesso finalmente sei sempre più dentro in questo team. Com’è andata con loro?

È un bel progetto. Sono arrivata in questa squadra l’anno scorso e quest’anno nel team sono arrivati dei nuovi atleti. È un ambiente molto stimolante. In più dopo sette anni ho cambiato il mio preparatore. Adesso mi segue Florian Vogel (un grande ex della mtb, anche campione europeo, ndr) e per questo, se vogliamo, ho stretto ancora di più il mio rapporto con Specialized.

Cosa intendi?

Florian segue il team Factory di Specialized e questo vuol dire avere un certo legame per quel che riguarda le scelte tecniche, il setup… E poi il fatto che sia stato lui a farsi avanti per me è una grande opportunità. Vogel segue pochissimi atleti.

Adesso come si articolerà la tua stagione? Quali sono i tuoi obiettivi?

Il primo obiettivo sono senza dubbio i campionati italiani di ciclocross. Sinceramente vorrei tornare a vestire una maglia tricolore. A novembre mi sono presa una pausa e sono partita in modo più tranquillo… Sono stata poi dieci giorni a Calpe con il team. Ho vissuto un’esperienza molto bella e mi sono allenata bene. Pensate che nella prima settimana ho accumulato 24 ore di allenamento.

Beh possiamo immaginare. Dai social abbiamo visto anche che vi siete divertiti. Sulla spiaggia di Calpe avete simulato Baywatch!

Ah, ah… Sì, abbiamo prodotto dei contenuti simpatici. Comunque è stato un bel training camp. E per una ragazza allenarsi con i ragazzi è stato davvero importante. Tornando alla stagione invece, dopo questa esperienza in Val di Sole, sotto il periodo di Natale passerò due-tre settimane in Belgio con il team per allenarmi bene, rifinire la preparazione, gareggiare.

E con la strada? In squadra ne avete parlato?

Bella domanda, sicuramente mi piacerebbe fare qualcosa su strada, però si è parlato anche di Cape Epic (importantissima gara a tappe in mtb, ndr). Vedremo quali programmi usciranno fuori dopo la stagione del cross.

Sei in un team inglese, nel quale ha militato anche Pidcock: si sente qualche traccia del suo passaggio?

Il suo manager, Andrew McQuaid, è anche il team manager della nostra squadra, e posso dire che in quel periodo che passerò in Belgio staremo vicini perché dovrebbe esserci anche lui. In più abbiamo lo stesso massaggiatore. Questo team è nato un po’ per lui… cercheremo di raccogliere la sua eredità!

Chiara Teocchi resta una biker però…

Assolutamente! Sono nata biker e tutto quello che faccio è in previsione della mountain bike. Il mio sogno continua ad essere quello di andare alle Olimpiadi.

Hai parlato con Celestino?

Sì. Con lui ho fatto due chiamate. Mi spiace che non potrò essere ad un piccolo ritiro che so che sta organizzando proprio per il periodo in cui sarò in Belgio. Mi piace il suo progetto. Un progetto di lunga durata che si basa su una cerchia allargata di atleti, 5-6 donne in questo caso, da seguire sotto ogni aspetto: multidisciplinarietà, preparazione, alimentazione… Un po’ quello che si è fatto e si è visto con le ragazze della pista.

Teocchi e Bertolini unanimi: «Percorso scivoloso»

10.01.2021
4 min
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Poche ore al via del campionato italiano di ciclocross nella splendida cornice di Lecce. Appena terminata la lunga serie delle prove giovanili, ieri pomeriggio juniores, under 23 ed elite sono entrati in pista per testare il percorso in vista della gara di oggi. Dopo questa ricognizione, abbiamo carpito qualche impressione ad un uomo, Gioele Bertolini, e ad una donna, Chiara Teocchi. Se sul fronte del percorso la pensano allo stesso modo, non è così su quello della tattica.

Il cielo continuava ad essere plumbeo ma non pioveva. In questa situazione la prima annotazione da fare è stata che sono bastati pochi minuti di “riposo” e senza pioggia che il terreno ha iniziato subito a “tirare”, cioè a ricompattarsi.. Quella fanghiglia molle era scomparsa in poco tempo. Confermando quel che ci avevano detto gli organizzatori: questo fondo drena moltissimo. Ma sentiamo Chiara e Gioele.

Chiara Teocchi (24 anni) è stata campionessa europea U23 nel 2017
Teocchi (24 anni) è stata campionessa europea U23 nel 2017

Teocchi attenta

La portacolori dell’Esercito aveva girato un po’ prima degli altri a dire il vero. E aveva fatto tre tornate. 

«Sì, ho fatto alcuni giri ma non li ho fatti velocemente anzi – spiega Chiara – mi sono fermata spesso ad osservare le curve, perché non c’è una traiettoria unica. Dovevo studiarle bene. Nel complesso è un tracciato abbastanza veloce, ma sorpassare sarà molto difficile.

«E’ un percorso interessante, ma soprattutto insidioso. E poi un fondo così non si trova spesso. Sotto è molto duro, ma sopra si è smosso parecchio. Si crea quella patina instabile che lo rende molto scivoloso e se ci sarà pioggia come sembra, lo sarà ancora di più. In queste condizioni è soprattutto l’anteriore a perdere aderenza. Ho studiato anche una posizione specifica per la partenza, che sarà importantissima».

Gioele Bertolini, ha vinto il tricolore di Cx nel 2019
Gioele Bertolini, ha vinto il tricolore di Cx nel 2019

Bertolini all’attacco

La disamina del Bullo è pressoché identica a quella della Teocchi quando si parla del terreno. A tal punto che gli chiediamo se si fosse messo d’accordo con Chiara!

«E’ un tracciato abbastanza veloce ed insidioso in quanto si scivola molto – dice il Bullo – bisognerà vedere per bene nel corso della mattinata come evolverà il terreno con i passaggi delle gare di junior ed U23, perché ho visto che si è scavato. Servirà molta sensibilità nelle curve, sarà importante uscirne veloci. Ci saranno ancora due finestre per provare: una tra junior e donne e una, più breve, prima della nostra gara. Ma credo che la decisione sul setup finale si prenderà dopo la prima prova. Mi prenderò tutto il tempo necessario».

Il fondo del percorso di Lecce 2021
Il fondo del percorso di Lecce 2021

La tattica

«Io credo – dice Chiara – che alla fine verrà fuori anche una gara tattica. A ruota si sta bene. E la mia idea, gambe permettendo, è quella di seguire le migliori. Perché Eva Lechner e Alice Maria Arzuffi sono più avanti. Avendo fatto la stagione in Belgio e Olanda loro due hanno altri ritmi nelle gambe. Dando uno sguardo alle gare delle categorie giovanili non ci sono state volate, ma neanche grandi distacchi».

Gioele la pensa invece un po’ diversamente dalla Teocchi riguardo alla tattica. 

«Non lo so se va vale il discorso dello stare a ruota, perché i rettilinei, a parte un paio, non sono lunghi. La differenza la faranno i rilanci. Ci sarà da vedere chi vuol fare la corsa dura e chi invece vuol renderla lenta. Però che venga fuori una corsa tattica qua… non ci credo. Analizzando le gare di oggi (ieri per chi legge, ndr), seppur di allievi ed esordienti, ho visto gente a testa bassa che cercava di staccarsi a vicenda. Certo, non saranno junior o U23, ma un’idea te la possono dare anche loro: vedi se arrivano in gruppo o se fanno selezione. E la selezione c’è stata. Quindi per me sarà corsa dura. E’ un tracciato per gente scattante. Qui servono i primi 50 metri, poi devi sederti per mantenere. Serve uno scattista tecnico, uno che sappia tenere alta la velocità in curva». 

Per la cronaca, è piovuto in modo incessante per tutta la notte… Ne vedremo delle belle.

Chiara Teocchi

Teocchi, il cross e… Specialized

21.11.2020
3 min
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Parliamo con Chiara Teocchi quando sta per partire in direzione di Aprilia, per la 6ª tappa del Lazio Cross. La lombarda, uscita da un “annus horribilis”, finalmente ha un tono squillante. L’ex atleta del Team Santa Cruz, nonché ex campionessa europea di ciclocross ha subito due interventi al cuore. Questo problema cardiaco l’aveva anche allontanata dal sogno olimpico. Poi l’okay dopo la seconda operazione arrivato in piena estate. Qualche settimana di allenamento e il podio ai campionati italiani in Mtb. Ce n’è di che sorridere!

Teocchi Chiara
La 24 enne bergamasca in partenza ieri
Chiara Teocchi
La 24 enne bergamasca in partenza ieri

Ripartire dal cross

Dopo l’uscita dal tunnel è nata la “querelle” con la sua squadra.

«Terminata la stagione di cross country le strade tra me e il Team Santa Cruz si sono separate consensualmente in quanto avevamo progetti differenti. Io ci tenevo molto a fare il cross. Mi serviva anche per riprendere il ritmo e così mi sono rivolta a Specialized che ha sposato questo mio progetto. Il ponte per la casa americana? E’ stata Mara Fumagalli, mia amica (e biker), ma io già conoscevo Ermanno Leonardi (il grande capo di Specialized Italia, ndr). Adesso mi ritrovo un supporto tecnico totale: bici, scarpe, casco, gomme, ruote… davvero tutto. Finalmente potrò correre».

Il top da Specialized 

Per adesso la bici, Teocchi l’ha provata solo in allenamento, ma le sensazioni sono già più che positive.

«In Santa correvo con una Cervelo Aspero, che però non nasce propriamente per il cross, la nuova Specialized Crux Carbon invece sì. L’ho trovata super rigida, scattante e leggerissima. Ma davvero leggera, mi ha fatto impressione! Però attutisce bene le vibrazioni. Un’altra cosa che mi è piaciuta sono state le ruote, le Roval, che hanno un canale piuttosto largo, ideale per il fango. L’unica cosa del pacchetto che ancora non ho provato sono i tubolari. Con la questione del covid ci hanno messo un po’, ma presto arriveranno».

Chiara mostra i muscoli, è tornata a sorridere
Chiara mostra i muscoli, è tornata a sorridere

Fiducia ritrovata

«Siamo molto contenti di aver portato Chiara Teocchi nella sfera degli atleti Specialized – ha dichiarato Leonardi – lei contribuirà ad accrescere la nostra presenza sui campi di gara, ma non escludiamo in futuro eventuali altri possibili scenari».

Eh sì, perché Chiara sarà supportata dal brand californiano, ma correrà con i colori dell’Esercito, mentre è in fase di sviluppo la questione legata alla stagione in Mtb, dove ancora non ha un team. 

«Il mio sogno è quello di partecipare alle Olimpiadi e tutto è ancora aperto. Intanto riparto dal cross e riparto da qui, in Italia. Non sono voluta andare all’estero perché sarebbe stato un impegno troppo grande. Se vai in Belgio o da quelle parti, di questi tempi corri anche tre volte a settimana, ti alleni lì, finisce che sei fuori tre mesi. Io vengo comunque da due operazioni. E davanti c’è appunto la stagione della Mtb, non volevo esagerare. Qui ho sentito la fiducia e questa cosa mi mancava da un po’».