Guazzini vola e si conferma regina della crono

26.06.2025
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Dieci secondi di ritardo all’intermedio, sei secondi di vantaggio sulla linea del traguardo. A San Vito al Tagliamento Vittoria Guazzini si riconferma campionessa italiana a cronometro battendo (nuovamente) Elisa Longo Borghini grazie ad una seconda parte di prova decisamente di alto livello, mentre terza chiude Federica Venturelli, che vince il tricolore U23.

Se l’anno scorso la penalizzazione inflitta a Longo Borghini aveva assegnato il titolo a tavolino, stavolta la toscana delle Fiamme Oro (e della FDJ-Suez) lo ha conquistato sul campo, dando una bella iniezione di fiducia al proprio morale in vista dei prossimi impegni.

Vittoria Guazzini si riconferma campionessa italiana a crono battendo Longo Borghini e Venturelli
Vittoria Guazzini si riconferma campionessa italiana a crono battendo Longo Borghini e Venturelli

Ammiraglia azzurra

La rivincita Guazzini-Longo Borghini si rinnova sulle strade friulane, con gli occhi interessati dei tecnici azzurri. A seguire la loro sfida in ammiraglia ci sono Marco Velo (cittì delle nazionali femminili), Marco Villa (cittì degli uomini e delle crono) e Diego Bragato (responsabile del Team Performance della Federazione). Per entrambe prendono riferimenti cronometrici godendosi il finale thrilling, oltre che le loro prestazioni.

«Da Vittoria – dice Velo – ci si può aspettare di tutto e sappiamo quanto vada forte a crono su percorsi adatti a lei. Ha recuperato 16” dopo l’intermedio sfruttando una grande condizione, perché Elisa non è calata nel finale, come ci ha confermato anche suo marito Jacopo Mosca che la seguiva. L’anno scorso c’era stata una differenza di un secondo tra le due prima che intervenisse la giura. I tempi parlano chiaro anche se comunque assieme a Marco e Diego dovremo analizzarli con calma. Ho parlato con entrambe e sicuramente la cosa che ho apprezzato di più è averle viste col sorriso. Vittoria chiaramente per la… vittoria, se mi concedete questo gioco di parole. Elisa invece per la sua prestazione dopo essere scesa dall’altura.

«Prima di guardare il risultato – analizza Villa – ho fatto i complimenti ad Elisa perché ha disputato una grande crono su un percorso che non le si addice, onorando come sempre il campionato italiano. Vittoria sta curando la cronometro in modo maniacale su posizione e materiali. Per lei battere una campionessa come Longo Borghini è un valore aggiunto e questo è il più bel riscontro che potesse dare. Conosco bene Guazzini campionessa olimpica in pista e persona. Dovrebbe avere più convinzione nei suoi mezzi e otterrebbe ancora di più. In ogni caso è stato molto bello avere una sfida tra loro due a questo livello».

L’abbraccio di Martina Fidanza. Per Guazzini la serenità dell’ambiente delle Fiamme Oro ha prodotto un grande risultato
L’abbraccio di Martina Fidanza. Per Guazzini la serenità dell’ambiente delle Fiamme Oro ha prodotto un grande risultato

Il sigillo di “Arturita” Guazzini

Rintracciamo Guazzini al telefono nel lungo protocollo post gara. Il tono della sua voce è raggiante e non potrebbe essere altrimenti. Già solo vedere le foto di questo tricolore rispetto a quello del 2024 si capisce che c’è un sapore diverso. E’ una riconferma che vale molto.

«Lo si può dire serenamente – dice Vittoria – che questo è un titolo che mi rende più felice. Non che non la fossi l’anno scorso, ma fu una situazione bizzarra. Stavolta sono molto contenta della mia prova e me la sto godendo nel modo giusto, sicuramente diverso rispetto ad un anno fa. Farò il Giro Women e alla crono di apertura di Bergamo spero di arrivarci con lo stesso spirito di oggi.

La incalziamo con un po’ di spunti vari ispirati dalla sua verve. Villa le ripete sempre che se partisse più convinta, guadagnerebbe 30” in ogni crono. E poi il nickname “Arturita” con cui ormai è diventata famosa.

«Forse ha ragione Marco – risponde Vittoria, pronta a rilanciare – dovrei credere un po’ di più su me stessa, ma ci stiamo lavorando step by step. Il soprannome invece è diventato quasi il mio motto, tanto da tatuarmelo. Quando sono con amici o compagne chiamo tutti “Arturo” o “Artura” e ora mi chiamano così.

«Battute a parte – conclude Guazzini – credo che alla base di questo tricolore ci sia la serenità. L’ambiente in cui siamo stati in questi giorni Martina Fidanza ed io ha fatto la differenza. Ci siamo divertite, facendo le ricognizioni come volevamo noi con i nostri tempi e i nostri riferimenti. Per la serie, zero stress e massimo risultato. Questa vittoria la dedico alle Fiamme Oro, che ci hanno supportato, alla mia squadra FDJ-Suez (che dovrebbe modificare il nome nei prossimi giorni, come ci anticipa Guazzini, ndr), al massaggiatore Bertini, oltre che famiglia e amici».

Sorride Longo Borghini per il secondo posto. La sua bella prova in un percorso non adatto a lei è sinonimo di buona condizione
Sorride Longo Borghini per il secondo posto. La sua bella prova in un percorso non adatto a lei è sinonimo di buona condizione

In casa UAE

L’umore tra le atlete della UAE non è troppo diverso. Malgrado abbiano chiuso al secondo e terzo posto e contestualizzando tutto, Longo Borghini e Venturelli hanno di che essere soddisfatte.

«Penso di aver fatto una cronometro in linea con quello che doveva essere il mio ritmo – spiega Longo Borghini – Senza dubbio non era il mio terreno favorevole, ma ho disputato una buona prova. Ha vinto un’atleta che era più portata per questo percorso e arrivare così vicina a Guazzini mi dà la certezza di essere in una buona condizione di forma. Ora punto al tricolore in linea, che anche quello non ha un percorso molto adatto alle mie caratteristiche, però lotterò cercando di fare il meglio possibile assieme alla squadra».

Venturelli col terzo posto assoluto si conferma tricolore crono U23 davanti a Pellegrini e Cipressi (sul podio a parti invertite nel 2024)
Venturelli col terzo posto assoluto si conferma tricolore crono U23 davanti a Pellegrini e Cipressi (sul podio a parti invertite nel 2024)

Sia Velo che Villa invece hanno speso più di una parola anche per Venturelli, terza assoluta e nuovamente campionessa italiana U23. Entrambi hanno sottolineato che finora Federica non ha mai fatto una stagione con continuità a causa di infortuni, ma sanno che è il futuro del ciclismo italiano. Ci vuole solo tempo per continuare a farla crescere bene.

«Arrivavo a questo appuntamento – racconta in chiusura Venturelli, al sesto tricolore a crono consecutivo dopo quello della scorsa stagione e quelli conquistati da juniores e allieva – a cui tenevo tanto con una condizione incerta costruita all’ultimo minuto, a causa di problemi fisici nella prima parte di stagione. E’ stata comunque una bella sorpresa salire sul podio elite perché a livello personale sono molto soddisfatta della mia prestazione».

Crono perfetta e visiera nuova. Ganna indossa il sesto tricolore

26.06.2025
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Tutto facile? Tutto secondo programma? Apparentemente sì, se di mezzo c’è Filippo Ganna, che oggi a San Vito al Tagliamento ha conquistato il suo sesto titolo nazionale a cronometro. Il corridore della Ineos Grenadiers era sinceramente felice, ci ha raccontato il suo tecnico Dario David Cioni.

E lo era perché comunque il secondo posto nella crono del Baloise Belgium Tour non lo aveva lasciato del tutto soddisfatto. Sappiamo che Pippo è un perfezionista e, come ci aveva detto lui stesso qualche giorno fa, adesso potrà presentarsi al Tour de France con la maglia tricolore da sfoggiare.

Ganna, accaldatissimo dopo l’arrivo: per il piemontese si è trattato del sesto titolo… come Pinotti
Ganna, accaldatissimo dopo l’arrivo: per il piemontese si è trattato del sesto titolo… come Pinotti

Il potere di Ganna

Ma vediamo com’è andata. A San Vito al Tagliamento sono 18 i cronomen in lotta per la maglia di campione nazionale. Il caldo è tremendo: la temperatura balla sul filo dei 35 gradi. Parte la gara e si capisce presto che Filippo Baroncini mette a segno un’altra grande prestazione (anche lui ci aveva detto di un buon lavoro a cronometro) e che Mattia Cattaneo sta andando forte. Ma poi ecco che arriva Ganna.

«Gli intertempi – spiega Cioni – erano un po’ in là in effetti, però partendo per ultimi avevamo i nostri riferimenti e sapevamo di essere in vantaggio. Quelli da guardare erano soprattutto Baroncini, Cattaneo, e Sobrero. Cosa dire? Una bella crono, gli organizzatori sono stati bravissimi a creare un percorso veloce e anche molto sicuro. A mio avviso perfetto per una cronometro che assegna il titolo nazionale. Non era né corta, né eccessivamente lunga (era di 28 chilometri e 133 metri di dislivello, ndr)».

Ieri Ganna, così come tutti gli altri, aveva fatto la prova del percorso e le sensazioni dei giorni precedenti arrivate da Veloviewer si erano confermate.

«Abbiamo visto subito – riprende Cioni – che era una crono veloce. Tutto sommato anche facile da gestire, essendo così piatta e senza vento: bisognava solo spingere forte. L’unica incognita poteva essere il caldo, soprattutto per via dell’umidità e partire forte poteva essere rischioso. Pippo ha fatto dunque una crono molto lineare, con una progressione nel finale».

Il podio tricolore a crono 2025: 1° Filippo Ganna, 2° Filippo Baroncini a 46″ e 3° Mattia Cattaneo a 57″
Il podio tricolore a crono 2025: 1° Filippo Ganna, 2° Filippo Baroncini a 46″ e 3° Mattia Cattaneo a 57″

Quella visiera…

Con il caldo Ganna ha leggermente modificato la fase di riscaldamento. Al mattino ha fatto i rulli in camera sulla bici da strada, giusto per fare una “sudatina”, e poi si è recato al via. Stavolta il riscaldamento classico, visto che si sudava moltissimo, è stato un po’ più breve del solito. E quindi si è gettato al via di questa mezz’ora intensa di sforzo.

«Pippo è partito con la borraccia – racconta Cioni – peccato che l’abbia persa presto. Ma alla fine è andata bene e questo non ha comportato problemi. All’arrivo l’ho trovato davvero accaldato, ma anche molto contento».

«Novità tecniche? Guardate le foto!», dice e non dice Cioni.

E in effetti confrontando le foto con le ultime crono è balzata alla nostra vista la nuova visiera della Kask. Un dettaglio non da poco in vista del Tour per Pippo, dove magari anche un solo watt potrà fare la differenza… a cominciare dal duello con Remco Evenepoel.

Assetto perfetto, tutto invariato, tranne la nuova visiera Kask che dovrebbe garantire un vantaggio aero
Assetto perfetto, tutto invariato, tranne la nuova visiera Kask che dovrebbe garantire un vantaggio aero

Su filo dei 60 all’ora

Era importante dare un segnale di forza in vista del Tour. Non che uno come Ganna ne avesse bisogno, però per i tifosi vederlo con il tricolore in Francia sarà un motivo di orgoglio ulteriore. L’unico rischio era incappare in una giornata no e magari vedersi Baroncini e company lì a pochissimi secondi, ma tutto questo non è successo.

«In macchina, soprattutto dopo la seconda metà – racconta con orgoglio Matteo Cornacchione, meccanico ma anche primo tifoso di Ganna – vedevamo le velocità e Pippo andava sempre a 58, 59, 60 all’ora. Insomma, non poco: per batterlo bisognava andare almeno a 61! Si vedeva che mulinava bene il 64. In realtà, visto il percorso, poteva starci anche una corona da 68 denti, ma Pippo mi ha detto: “No, meglio il 64, mi conosco”. E infatti andava con la sua solita cadenza (sulle 100 rpm, ndr) e spingeva un 64×13-14 quasi sempre. Lo vedevo quando usciva dalle curve che c’erano ogni 4’-5’: tirava il fiato e ributtava subito giù il rapportone».

E gli altri?

Tra i 18 al via, c’erano anche Giulio Pellizzari e Gianmarco Garofoli, due (giovani) scalatori. Vedere due corridori, non certo specialisti delle cronometro, su un percorso del genere ci ha fatto piacere. Ci ha ricordato il giovane Pogacar che si presentava al via dei mondiali contro il tempo su piattoni infiniti sfidando Van Aert, Ganna e gente da 75 chili in su. E lo faceva con un preciso scopo: abituarsi alle crono, e a certi tipi di sforzo. Tutto questo lo abbiamo fatto notare a Cioni stesso.

«Condivido la scelta di Pellizzari di aver fatto questa cronometro – spiega Cioni – alla fine in stagione non ci sono 20 crono da affrontare ed è giusto che uno come lui, che punta alle classifiche generali, venga a fare certe esperienze. Mentre è stato ancora molto bravo Baroncini: si è confermato in grande forma dopo il Belgio».

«Vero, è stata una mia scelta partecipare a questa crono – dice Garofoli – un po’ perché dopo il Giro era ora di riattivarsi, di riprendere certi ritmi, e un po’ perché in chiave futura credo sia importante. Se un giorno magari mi giocherò una classifica di una corsa a tappe… Una prova così fa esperienza. E poi mi sono anche divertito!».

«La crono ho chiesto io di farla già a marzo – spiega Pellizzari – devo allenarmi a crono e più ne faccio e meglio è. Sarà un punto a mio favore in futuro. Poi oggi è andata un po’ così: erano tre settimane che non facevo molto, ma sapendo come è andata al Giro… sono fiducioso!»

Sobrero: «Vi porto nel mio anno tricolore»

19.06.2022
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Il nostro corpo ha bisogno di cibo per vivere, l’uomo trova negli alimenti la benzina necessaria per far funzionare il proprio motore. Ma, mentre il corpo si nutre di cibo, la nostra anima per vivere ha bisogno di emozioni. Più queste sono forti più noi ci sentiamo vivi. Un ciclista, o uno sportivo in generale, trova nell’adrenalina della vittoria la benzina per andare avanti. Per uno specialista delle prove contro il tempo come Sobrero la conquista si è chiamata: campionato italiano

Matteo, in questo stesso periodo del 2021 conquistava la maglia tricolore dedicata alla cronometro. Ora, tra pochi giorni, questa maglia sarà messa nuovamente in palio e toccherà al corridore della Bike Exchange fare gli onori di casa e difenderla. Sobrero in questi giorni corre in Slovenia, giovedì il suo compagno Groenewegen ha vinto in volata la seconda tappa.

Ora Matteo si trova al Giro di Slovenia, nella seconda tappa è arrivato il successo di Groenewegen, suo compagno di squadra
Ora Matteo si trova al Giro di Slovenia, nella seconda tappa è arrivato il successo di Groenewegen
E tu, Matteo, come stai?

Quando vince un compagno – esordisce con un sorriso – sempre bene. A parte tutto, arrivo a questi campionati italiani sereno, ho indossato la maglia per un anno con grande orgoglio.

Torniamo ad un anno fa, ti aspettavi di poter vincere?

Arrivavo anche lo scorso anno dal Giro di Slovenia, anche se in condizione migliore rispetto ad adesso. Mi aspettavo di poter far bene ma non di vincere, il percorso era adatto alle mie caratteristiche ma tra il dire ed il fare…

Eppure ce l’hai fatta, quale è stata la prima emozione?

Dopo aver tagliato il traguardo sorpresa, poi prima della premiazione sul palco gioia e un po’ di commozione. Indossare quella maglia è una sensazione straordinaria, l’avevo già provata da under 23 ma da pro’ ha un sapore un po’ diverso. 

Ecco il podio del campionato italiano a crono del 2021, in mezzo Sobrero, a sinistra Affini e a destra Cattaneo
Lo scorso anno Affini finì secondo dietro Sobrero, riuscirà a prendersi la rivincita sulle strade friulane?
Come mai?

Mah, per il calibro degli avversari, la tensione, l’attenzione mediatica che c’era sull’evento…

Che cosa ha rappresentato per te?

E’ stata una crescita personale, ho preso consapevolezza di me stesso, delle mie possibilità. Ho provato che nelle crono piatte faccio fatica rispetto a corridori che pesano 20 chili in più di me. Invece, nelle crono ondulate posso difendermi bene, quella vittoria mi ha aiutato a focalizzarmi su questi percorsi.

Cosa cambia rispetto a quando corri con la maglia del team?

La prima cosa da fare è abituarsi all’attenzione che la gente ti riserva, quella maglia ti rende visibile. Anche nelle gare non adatte alle mie caratteristiche i tifosi si aspettavano comunque qualcosa da me. E’ bello, perché comunque ogni volta che stai per partire senti l’abbraccio ed il calore del pubblico.

L’esperienza di Sobrero con la maglia tricolore si è chiusa con la vittoria nell’arena di Verona al Giro, non poteva chiedere di meglio
L’esperienza di Sobrero con la maglia tricolore si è chiusa con la vittoria nell’arena di Verona al Giro
Che anno è stato?

Lo definirei a due facce. Nella seconda parte del 2021 dopo il campionato italiano ero rimasto fermo per un po’ e di conseguenza nel finale di stagione ho cercato di onorarla al meglio ma non è andata benissimo. 

E il 2022?

E’ iniziato subito bene, alla cronometro della Tirreno ho fatto decimo, e non era un percorso adatto alle mie caratteristiche. Al Romandia ero in fase di preparazione per il Giro e non ho fatto bene. Una volta alla Corsa Rosa però ho trovato percorsi adatti a me ed è andata molto bene. Prima il quarto posto di Budapest e poi la vittoria di Verona.

Vincere con la maglia di campione nazionale al Giro, forse il miglior modo per lasciarla, anche solo momentaneamente. 

Miglior cosa non potevo chiedere. Entrare nell’arena con il tricolore addosso ed aver vinto la tappa è stato un vero e proprio uragano di emozioni. Devo dire la verità, mentalmente sto già pensando di perderla mercoledì. Il percorso non l’ho ancora visto, ma ho guardato i dati, il chilometraggio sarà il doppio rispetto alla crono di Verona ma con metà del dislivello. Ci sarà una salita di un chilometro, ma è troppo poco per recuperare l’eventuale svantaggio accumulato in pianura.

Sobrero sperava di avere una condizione migliore allo Slovenia ma nella seconda tappa si è reso conto di essere un po’ affaticato
Sobrero sperava di avere una condizione migliore durante il Giro di Slovenia
Perché?

Non arrivo alla gara in formissima, quest’anno l’italiano è stato spostato una settimana in avanti rispetto al 2021. Di conseguenza ho pensato di andare a fare il Giro di Slovenia per mantenere alta l’attenzione e l’impegno. Stare fermo tre settimane (come al contrario ha fatto Affini, ndr) è un rischio secondo me, avrei rischiato di rilassarmi un po’ troppo. Correre con il motore sempre ad alti regimi aiuta a non distrarsi.

C’è anche il rischio di “finirsi”.

Vero, l’altra faccia della medaglia è che ci si potrebbe stancare troppo a livello mentale. Se si va a correre dopo un grande Giro e si ha condizione viene tutto più semplice. Io credevo di stare meglio, ma proprio ieri, durante la seconda tappa qui in Slovenia, ho avuto delle sensazioni negative.

Hai parlato con qualche avversario?

Al Giro ho parlato un po’ con Affini e De Marchi. Il primo si lamentava che non ci fossero cronometro adatte a lui in questa edizione. Gli ho risposto che al campionato italiano avrebbe trovato il percorso adatto (dice con un sorriso, ndr). Insieme a De Marchi abbiamo parlato di quale sarebbe stato il percorso, durante la Corsa Rosa non avevamo ancora la certezza che si sarebbe corso a Udine.

Affini diretto dal Giro agli italiani a crono: ecco come

18.06.2022
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Mercoledì 22 giugno ci saranno i campionati italiani a cronometro, uno degli obiettivi stagionali per gli specialisti delle ruote veloci. Edoardo Affini ha cerchiato questa data fin dal ritiro invernale, un bell’appuntamento per il corridore della Jumbo Visma. Il mantovano classe 1996 ha affrontato l’avvicinamento con il campionato nazionale in maniera alternativa, nel mese di giugno non ha mai corso, la sua ultima gara è stata il Giro d’Italia. 

«Inizialmente – racconta Edoardo – dovevo fare il Baloise Belgium Tour, in programma dal 15 al 19 giugno, in inverno i programmi erano questi. Poi prima del Giro d’Italia la squadra mi ha comunicato che non avrebbe preso parte alla gara in Belgio e quindi dalla Corsa Rosa fino al campionato italiano non avrei corso».

Dalla campagna del Nord, Edoardo è andato direttamente al Giro d’Italia
Dalla campagna del Nord, Edoardo è andato direttamente al Giro d’Italia

Poche pause

E’ normale vedere corridori correre ovunque e spostarsi da una Paese all’altro per gareggiare. Viene quasi normale dare tutto ciò per scontato, ma anche loro, anzi soprattutto loro, hanno bisogno delle giuste pause.

«Non ho fatto tantissimi giorni di corsa (39 per la precisione, ndr) – riprende – ma nonostante ciò, non ho mai fatto un vero periodo di stacco. Dopo aver corso la campagna del Nord, complice il fatto che la Roubaix è stata spostata di due settimane, sono andato subito a Budapest per la partenza del Giro. Sono state 3 settimane parecchio tirate, di conseguenza nei giorni successivi ho tirato il fiato. Visto il ritmo con il quale si è corso il Giro d’Italia, ho pensato anche che sia stata una fortuna non andare in Belgio a correre».

Ecco Affini insieme a Sobrero, i due si sfideranno anche al campionato nazionale a crono mercoledì
Ecco Affini insieme a Sobrero, i due si sfideranno anche al campionato nazionale a crono mercoledì

A ritmo tranquillo

«Da dopo la cronometro di Verona – racconta l’omone della Jumbo – ho fatto tre giorni a fare uscite molto blande, massimo di un’ora e mezza. Il ritmo era proprio da recupero, z1/z2 per intenderci. I giorni successivi ho fatto qualche richiamo, ma sempre in maniera soft. Nella seconda settimana ho iniziato ad aggiungere dei lavori specifici su crono: ripetute corte ad alta intensità o medie ad un’intensità minore. Non ho mai fatto chilometraggi esagerati, ho dato precedenza alla qualità rispetto alla quantità. Anche perché al Giro di chilometri ne avevamo già fatti abbastanza».

Ganna ha fatto anche lui la Roubaix come Affini, poi si è fermato per un lungo periodo rientrando in gara al Delfinato
Ganna ha fatto anche lui la Roubaix come Affini, poi si è fermato ed è rientrato al Delfinato

Uno stacco troppo lungo?

Finire il Giro d’Italia dona ai corridori una condizione migliore nel breve periodo rispetto a chi non lo ha fatto: basti pensare a Zana all’Adriatica Ionica Race. Ma quanto dura questo beneficio? Restare fermo per quasi 3 settimane non fa perdere tutti i benefici acquisiti?

«Può mancare un po’ di ritmo gara rispetto a chi sta correndo ora – ammette – come Sobrero al Giro di Slovenia. Non so quali siano i suoi programmi, magari lo finisce tutto oppure no. Correre ora ti potrebbe aiutare a sbloccarti, è difficile riprodurre in allenamento lo sforzo che si fa in gara. Tuttavia non si tratta di una gara in linea, ma a cronometro, quindi i margini potrebbero non essere così ampi. Pensate che le corse ormai si fanno a tutta e quindi c’è anche il rischio di finirsi troppo presto. Ripeto, sarei dovuto andare in Belgio e fare un programma molto simile a Sobrero, ma con il senno di poi penso sia stato un bene fermarsi dopo il Giro».

Ganna? Un capitolo a parte

Il più grande favorito per mercoledì 22 sarà Filippo Ganna, che vorrà riscattare il quarto posto dello scorso anno. Il verbanese, campione del mondo in carica, questa stagione ha puntato tutto sul Tour de France. Il suo avvicinamento al campionato italiano è stato differente.

«Filippo ha fatto la Roubaix come me – ragiona il mantovano – poi non ha fatto il Giro ed ha ripreso a correre quasi un mese dopo al Delfinato. Lui ha fatto tanta altura a differenza mia. Questa differenza di preparazione è ovviamente dettata dal suo obiettivo di quest’anno: la maglia gialla a Copenaghen del 1° luglio. Dovrà arrivare a quell’appuntamento tirato a lucido.Non è da escludere, essendo le due gare così ravvicinate (campionato nazionale e crono del Tour), che abbia già una forma vicina al suo massimo».

La posizione a cronometro è sempre più estrema e serve tempo per adattarsi
La posizione a cronometro è sempre più estrema e serve tempo per adattarsi

La bici da crono

Nelle prove contro il tempo la dimestichezza nel guidare il mezzo è estremamente importante. Edoardo ha corso il Giro, che nell’edizione 2022 ha visto ben poca cronometro: solamente 26 chilometri nell’arco delle tre settimane. Nel periodo di preparazione avrà dovuto anche riprendere il feeling con il mezzo. 

«Nel mese di maggio – dice Affini – avrò usato la bici da cronometro grosso modo tre volte. Di conseguenza in questo periodo ho cercato di utilizzarla il più possibile, dalle 3 alle 4 volte a settimana. Le posizioni sono sempre più estreme e di conseguenza l’adattamento diventa sempre più lungo. Per questo ci ho pedalato sopra anche per fare “scarico”. Ovviamente avrei preferito un Giro con più chilometri a cronometro, ma sono scelte dell’organizzazione e di conseguenza c’è poco da fare».

La tecnologia viene incontro ai corridori, ma il vero riscontro sul percorso lo si fa di persona
La tecnologia viene incontro ai corridori, ma il vero riscontro sul percorso lo si fa di persona

Mappe e ricognizioni

La tecnologia aiuta corridori e direttori sportivi a visionare i percorsi nei minimi dettagli. Però, quando si tratta di prove contro il tempo, il feeling con la strada conta molto di più. Devi poter vedere con i tuoi occhi quel che ti riserverà il percorso perché lasciare le cose al caso potrebbe portare alla sconfitta.

«Penso di andare martedì mattina a vedere il tracciato – conferma – ormai ci sono varie mappe o addirittura Veloviewer. Io preferisco vedere i percorsi di persona, soprattutto perché ti rendi davvero conto di tutte le particolarità del tracciato solamente quando lo provi. Probabilmente martedì lo farò un paio di volte in bici, poi aggiungerò una terza in macchina. Mercoledì mattina poi, la sgambata spero si possa fare direttamente sul percorso così da rifarlo un’ultima volta prima della gara».