Partiamo da Colbrelli e Trentin: gli azzurri per Trento

01.09.2021
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Si tratta di finire bene il lavoro e in qualche misura nel parlare di Cassani c’è la stessa intonazione di Aru che alla Vuelta sta vivendo gli ultimi giorni da atleta. Si intuisce che qualcosa si sia rotto solo dalle frasi brevi di un uomo che è sempre stato solito descrivere e arricchire di colori il racconto. Le ultime settimane sono state pesanti. La federazione ha avuto una caduta di stile, se non altro nella comunicazione, e anche se le cose sono state ricucite dall’incontro con Dagnoni, è chiaro che qualche segno sia rimasto. Ma adesso si parla di corse, prima gli europei di Trento e poi i mondiali di Louvain, città antiche e poderose legate a doppio filo all’università e alla storia del ciclismo.

«Ho visto il percorso di Trento dall’inizio – spiega Davide – lo conosco bene. Non l’ho fatto in bici, ma ho parlato con tutti i corridori che l’hanno provato. E’ un tracciato da capire. Il Bondone a metà percorso è un’anomalia, perché se partono forte diventa una corsa particolare. Non si tratta di farlo sino in cima, ma potrebbe succedere qualcosa. E poi nel circuito la salita è pedalabile, ma c’è poca pianura. Non credo che cambi con il brutto tempo, mentre il pavé finale inciderà soltanto sulla volata, perché uno sprint così è sempre particolare».

Giacomo Nizzolo, Davide Cassani, europei Plouay 2020
Con la vittoria di Nizzolo dello scorso anno, sono tre i titoli europei conquistati da Cassani
Giacomo Nizzolo, Davide Cassani, europei Plouay 2020
Con la vittoria di Nizzolo dello scorso anno, sono tre i titoli europei conquistati da Cassani
Sfogliando la lista dei nomi, salta all’occhio che alcuni potrebbero rientrare anche nel giro dei mondiali.

Non tutti avranno il doppio impegno, ma con alcuni lo abbiamo previsto già dall’inizio dell’anno. Trento ha più salita e può diventare più duro di quanto si pensi in base agli avversari. Se gente come Pogacar ed Evenepoel decide di renderla dura, le cose cambiano. Idem se la bagarre si scatenasse sul Bondone, lo scenario di corsa ne sarebbe condizionato.

A Trento avremo un po’ di giovani e un po’ di senatori…

Colbrelli e Trentin, Ulissi e Moscon, Aleotti e Bagioli, Covi e Cattaneo, Ganna, Affini e Albanese. C’è davvero un bel concentrato di forza e talento.

La corsa sotto i 200 chilometri è più frizzante?

Più movimentata, ce ne siamo accorti quando hanno vinto Viviani e Trentin. Al mondiale, sopra i 250 chilometri, vengono fuori altri corridori. Per Trento credo di avere un’ottima squadra per ogni evenienza, con Cattaneo che farà solo la strada e anche Ganna che correrà la prova in linea, come pure ai mondiali. Pippo bisogna metterlo sotto, perché può essere utile alla squadra e anche a se stesso.

Ecco l’altimetria della prova in linea dei professionisti, con il Bondone e poi l’ingresso nel circuito
Ecco l’altimetria della prova in linea dei professionisti, con il Bondone e poi l’ingresso nel circuito
Moscon che corre in casa…

Gianni di solito in maglia azzurra va forte e può essere utile anche lui alla causa.

Per la prima volta dopo tanti anni, c’è stato quasi l’imbarazzo nello scegliere i cronoman?

Stiamo tornando ad alti livelli. Se il campione del mondo arriva quarto ai campionati nazionali, vuol dire che davanti c’è comunque gente che va forte. Affini ieri è arrivato secondo al Benelux, Sobrero cresce. Nelle crono dure, Cattaneo è una bella riscoperta. Milan forse è ancora giovane, ma arriva pure lui. A Trento corrono Ganna e Affini, ai mondiali ci sarà anche Sobrero, visto che potremo correre in tre.

Cattaneo farà la strada e non la crono?

Può essere molto utile. Dopo il Tour è andato in altura e ha lavorato bene e a Plouay si è ben mosso. Se la corsa si mette in un certo modo, Mattia è uno su cui contare.

Quando arriverete a Trento?

Di giovedì.

Dove alloggerete?

Sulla cima del Bondone, scenderemo per andare a vedere il percorso.

Quali avversari ti tengono sveglio?

Il campo partenti non è ancora molto definito. Di sicuro ci sarà Sagan, non so Van Aert o Mohoric. Alaphilippe sta bene. Van der Poel ha davvero problemi alla schiena?

E tu come stai?

Più gasato che mai. In situazioni del genere spesso vengono fuori le cose migliori. Voglio finire bene il mio mandato da commissario tecnico.

EDITORIALE / Europei e Coppa d’Oro, un’occasione da cogliere

30.08.2021
3 min
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Facciamo in modo che il 12 settembre diventi un grande giorno di ciclismo? Sentite cosa succede. Nel fare i programmi dei prossimi viaggi, ci siamo accorti che nello stesso giorno degli europei di Trento, a 40 chilometri di distanza si correrà la Coppa d’Oro. La classica per allievi più famosa d’Europa.

Si svolge a Borgo Valsugana dal 1965 ed è l’unico evento al mondo in cui gli atleti corrono per la gloria dei propri direttori sportivi. La organizzano Stefano Casagranda e il Veloce Club Borgo. Negli anni l’hanno fatta crescere, coinvolgendo le ragazze con la Coppa Rosa e a seguire gli esordienti e i giovanissimi. E’ tanto alto il livello degli allievi al via, che il prossimo anno alcuni fra i primi correranno probabilmente gli europei nella categoria juniores. Un certo Pogacar la corse nel 2013, non riuscì a vincerla e il 12 settembre nello stesso giorno a Trento correrà l’europeo degli elite.

Nel 2013 alla Coppa d’Oro si mise in luce Pogacar, anche se non vinse (foto Coppa d’Oro)
Nel 2013 alla Coppa d’Oro si mise in luce Pogacar, anche se non vinse (foto Coppa d’Oro)

Calendari da studiare

Siamo onesti fino in fondo. Il primo pensiero davanti alla concomitanza è stato per chi compila i calendari. Si tratta di organismi diversi, ma come si fa a sovrapporre due eventi del genere nella stessa area geografica senza pensare di metterli a sistema? Perché non coinvolgere gli allievi nel circo degli europei, studiando una formula che dia al Trentino la palma di regione ciclistica per eccellenza?

Chiaro, parliamo con occhio da appassionati prima ancora che da giornalisti specializzati. E ci rendiamo conto che in Italia la grande stampa forse neanche lo sa cosa sia la Coppa d’Oro.

Ci siamo resi conto che la corsa di Borgo si conclude alle 13. Più o meno alla stessa ora partiranno i pro’ da Trento. I due eventi sono in qualche modo conciliabili.

Ancora Nizzolo in piazza Duomo, da cui partiranno gli europei (foto Giacomo Podetti)
Ancora Nizzolo in piazza Duomo, da cui partiranno gli europei (foto Giacomo Podetti)

Agitiamo le idee

Qualcuno un giorno raccontò una celebre frase di Enzo Ferrari, secondo cui un grande giornale deve essere agitatore di idee e di uomini. Perciò questo editoriale vuole essere uno stimolo per Maurizio Evangelista e Stefano Casagranda, organizzatori delle due prove, e anche per Enrico Della Casa che presiede la Uec, perché si facciano quantomeno una telefonata. Le date non si toccano, per gli orari forse ci sarebbe tempo. Ma perché ad esempio non aggiungere una premiazione a quelle degli europei, chiamando sullo stesso palco i due vincitori della Coppa d’Oro? Oppure perché non prevedere una navetta che porti a Borgo i giornalisti interessati? Così ci rimangeremo quei pensieri e avremo per un po’ addosso la sensazione di aver reso il 12 settembre un giorno speciale per due ragazzini e i loro direttori sportivi.

Un mese in altura, ginocchio a posto. Colbrelli va per l’azzurro

23.08.2021
4 min
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Colbrelli. Gli sforzi del Tour. Il male al ginocchio che lo ha costretto a saltare la Vuelta. La ripresa a Livigno. Avevamo lasciato il campione italiano nell’altura valtellinese alla fine di luglio e con gli europei di Trento che bussano alle porte (prova su strada dei pro’ il 12 settembre), ci siamo chiesti a che punto fosse. Dato che nei piani di Cassani, la responsabilità delle ultime due sfide azzurre su strada (a fine settembre si corrono anche i mondiali in Belgio) saranno da dividere fra lui, Nizzolo, Trentin e Bettiol.

«Da un paio di settimane – dice – mi sento bene. Il dolore al ginocchio è passato e di fatto sono rimasto a Livigno per quattro settimane. Con Davide ci siamo sentiti più volte e onestamente speravo che restasse sino alla fine come era stato programmato. Il seguito si deciderà. Parlavamo di questo calendario dall’inizio dell’anno, ma dopo la vittoria del campionato italiano, abbiamo cominciato a inquadrare anche i primi dettagli. E c’è sempre stata la possibilità di correrli entrambi».

Allenamento con Fortunato e Annemiek Van Vleuten, olimpionica della crono. A destra, Luca Chirico
Allenamento con Fortunato e Annemiek Van Vleuten, olimpionica della crono
Si è capito a cosa fosse dovuto il male al ginocchio?

Una borsite, la cui causa probabilmente risale a parecchio tempo fa, solo che non me ne ero mai accorto, Un colpo preso, di sicuro. All’interno abbiamo trovato una piccola cisti calcificata che, assieme ai grandi sforzi del Tour, ha creato il risentimento. Mi ha portato anche a pedalare non nel modo migliore, per cui ho finito il Tour con il muscolo intossicato. Per fortuna con il riposo, le terapie e il massaggiatore che è venuto a Livigno per tre volte a settimana, sono riuscito a venirne fuori.

Tutto risolto?

Ora sembra tutto a posto, ma non escludo che a fine stagione si possa fare un piccolo intervento per rimuovere quella piccola cisti ed evitare che il problema si riproponga.

Ci siamo lasciati con la speranza di poter lavorare bene e soprattutto tornare al peso del campionato italiano.

Direi che siamo in tabella. Ho il peso e le sensazioni di quando sono partito per il Tour. Ho perso un chilo dall’arrivo a Livigno, perché sono riuscito ad allenarmi intensamente.

Da solo?

No, ci siamo ritrovati con un bel gruppetto. Bettiol, Ballerini (insieme a lui nella foto di apertura) e anche Cattaneo. Sabato ho fatto l’ultimo allenamento e ieri sono tornato a casa. Sei ore e mezza ben fatte. Siamo riusciti a gestirci il tempo facendo combaciare i lavori e così il tempo è passato bene e siamo stati di stimolo uno per l’altro.

Tanti chilometri e pochi aperitivi?

Anche quello, certo. Tolto di mezzo il timore per il ginocchio, ho potuto rimettere al centro il lavoro.

Un panino con Bettiol. A Livigno anche il toscano per preparare il finale di stagione
Un panino con Bettiol. A Livigno anche il toscano per preparare il finale di stagione
Il percorso dei mondiali ha i muri in pavé e un circuito molto nervoso, quello di Trento invece?

Non è duro come si dice, non durissimo almeno. Il Bondone si fa a metà gara e neanche tutto. Mi sono fatto spiegare il circuito, conosco la salita dell’università e aspetto di fare un giro sul circuito, perché da quello che ho capito è sulle stesse strade dove nel 2010 ho vinto il Trofeo De Gasperi. E il finale con il fondo acciottolato comunque mi piace molto.

Rientro alle corse?

Benelux Tour dal 30 agosto. Sarà importante per rifinire la condizione dopo un mese che non corro.