Cross, strada e pista: caro Bryan come fai?

16.01.2021
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E poi, dopo mezz’ora a parlare di Bryan Olivo con Alessio Mattiussi del CTF Lab, ti viene voglia di avere ancora 18 anni. Il campione italiano juniores di ciclocross, come ci aveva raccontato a Lecce, fa cross, strada e pista ed è il manifesto di come l’insieme delle discipline concorra a formare l’atleta a 360 gradi, dandogli le capacità tecniche, tattiche e atletiche con cui da grande potrà rincorrere i suoi traguardi.

Il Centro friulano con sede a Pradamano lo segue da due anni e nell’impostarne la preparazione, registra le sue risposte alle varie sollecitazioni, per capire quanto e come gestire la triplice attività.

Alessio Mattiussi
Alessio Mattiussi, parte dello staff del CTF Lab (Foto GF)
Alessio Mattiussi
Alessio Mattiussi, staff del CTF Lab (Foto GF)

«Fino ad ora è stato tutto possibile – spiega Mattiussi – grazie al calendario juniores, che è meno fitto di quello under 23 e soprattutto inizia più avanti nella stagione. Quando Bryan salirà di categoria, ci sarà da studiare. Quest’anno, con i mondiali di ciclocross juniores saltati, la sua stagione potrebbe concludersi prima. Correrà domani a Variano di Basiliano e poi, se la fanno, il 24 gennaio a Bassano. Poi basta».

Cominciamo dalla prima curiosità: dove lo trova il tempo per recuperare?

Non ne ha molto e per questo l’inizio dell’attività su strada a marzo ci permette di organizzarci meglio. Finito il cross, farà dieci giorni fermo. Anche se vincendo a Lecce ha preso un sacco di morale, il 2020 e poi il Covid e l’attività nel cross sono state un impegno esigente e voglio che recuperi innanzitutto a livello mentale. Poi si partirà pensando alla strada.

In che modo?

Le prime tre settimane le dedicheremo a fare il volume che gli manca nel cross. A marzo lavoreremo sull’intensità, per arrivare ad aprile pronti per correre. La base fatta ad agosto e settembre su strada gli è stata utile per iniziare a fare i lavori specifici del cross, ma adesso va ricreata.

Quindi di fatto non si potrà sfruttare la condizione del cross per la strada?

Bisognerà vedere i calendari, ma di certo calerà. Però, grazie all’abitudine di fare quei 40 minuti a tutta, confido che avrà tempi più brevi nel ritrovare la condizione.

Già al primo anno da esordiente, Olivo si divideva fra strada e cross
Al primo anno da esordiente, fra strada e cross
Guardando le foto dello scorso anno e avendolo visto a Lecce, si fa fatica a capire che corridore potrà diventare…

Fisicamente è cambiato tanto, vogliamo capire come si sta trasformando. Di sicuro non è un corridore per le salite lunghe, ma per quelle medie e per gli strappi, con la sua esplosività, lui c’è. Non è velocista, ma neanche è fermo.

La preparazione della pista si innesta su quella della strada?

Bryan era già stato in pista a livello regionale, ma dallo scorso anno ha un buon rapporto con Villa, perciò durante la stagione va anche a Montichiari. L’anno scorso il fine estate è stato impegnativo, da non trovare il tempo in cui recuperare.

Come va sul piano delle motivazioni?

E’ super entusiasta. Aver scoperto la pista, stare in mezzo ai ragazzi della nazionale, gli ha dato una super motivazione. Anche perché oltre all’ambiente, si è reso conto di quanto cresca la condizione. Di fatto, la triplice attività farà di lui un corridore completo su tutti i fronti. L’occhio e la tattica della pista e la tecnica di guida del cross compongono un bel curriculum.

Si nota la differenza nella guida?

E’ molto sveglio anche su strada e questo lo ha aiutato anche a muoversi bene in pista.

A un certo punto Bryan dovrà fare una selezione?

Bella domanda. Bisognerà capire quanto saprà essere performante ad esempio nel cross, se potrà inserirsi fra i migliori al mondo. I mondiali ci avrebbero aiutato a collocarlo. Fare tre specialità è stressante, prima o poi di deve scegliere. Se fai la stagione del cross, salti la preparazione in palestra, che è decisiva per strada e pista e non la recuperi. Il tempo è poco e la parte più complicata è fargli capire quando recuperare, perché se fosse per lui sarebbe sempre in bici e questo gli si ritorcerebbe contro.

Bryan Olivo, Ctf Lab
Nella sede del CTF Lab per mettere a punto la posizione in sella
Bryan Olivo
Nella sede del CTF Lab per mettere a punto la posizione
Le tre discipline sono una sua idea oppure è stato guidato?

Olivo rientra nella filiera che abbiamo creato con il Pordenone, quindi è nel nostro giro. Sono due anni che lo seguiamo, da quando era con il Gruppo Ciclistico Bannia, che ha dai giovanissimi agli allievi. Sono stati molto bravi a fargli provare tutto. Stiamo curando anche altri loro ragazzi saliti negli juniores e si vede che hanno una marcia in più, perché non sono sfruttati e sono completi nella loro formazione. Con loro facciamo il posizionamento e poi adesso, causa Covid, ci vediamo in videochat.

Tre discipline, tre bici diverse: come si fa?

Si tende a tenere lo stesso atteggiamento per bacino e ginocchia, la parte relativa alla gamba. Cambia invece la guida. Per cui se in strada e pista può stare più basso, nel cross serve più guidabilità. A tutto ciò si aggiunga il lavoro a secco, che si fa ogni giorno, per coltivare l’elasticità.

Che rapporto c’è tra il CTF Lab e il gruppo di Daniele Pontoni?

Con il Dp66-Giant collaboriamo da quest’anno, visto che seguivo Bryan. Daniele ci ha chiamato a ottobre per affidarci anche qualche altro atleta ed è un valore aggiunto importante. Perché noi sappiamo di biomeccanica e preparazione, ma lui ha una competenza tecnica notevole, che ci permette di completare la formazione.

Bryan Olivo, campionati italiani juniores Lecce 2020

Olivo tricolore juniores, Pontoni racconta

10.01.2021
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Appena arriva Pontoni e gli sussurra qualcosa nell’orecchio, Bryan Olivo scoppia a piangere a dirotto. Il campionato italiano juniores di Lecce è appena finito e il friulano si sta togliendo di dosso il fango prima di andare a indossare la sua maglia tricolore. E mentre fuori dal percorso si svolge l’inatteso regolamento di conti fra genitori, che probabilmente farebbero meglio a lasciare la discussione ai figli, nel box della DP66-Giant-Smp va in scena una festa rumorosa.

«A metà giro mi sono scivolate le mani e sono caduto – dice Bryan – e dall’ottava posizione ho dovuto recuperare. Dopo ho gestito la gara, ho fatto del mio meglio e ci sono riuscito. Stamattina il percorso era come asfalto, però, appena partiti, abbiamo visto che era tutto diverso. Si scivolava molto di più. Però era un bel percorso».

Lorenzo Masciarelli, Bryan Olivo, Lecce 2021
Lorenzo Masciarelli e Bryan Olivo hanno subito preso la testa della corsa
Lorenzo Masciarelli, Bryan Olivo, Lecce 2021
Masciarelli e Olivo subito al comando

Più forte del Covid

La sua ragazza lo osserva dall’esterno del box, mentre dentro è arrivato Tommaso Tabotta che si tiene il polso e piange e diventa subito il centro dell’attenzione, perché in certi momenti bisogna pensare anche a chi non ha troppa voglia di festeggiare. E Bryan intanto si veste, con la manica che non vuo saperne di entrare.

«Dire che sia venuto per vincere – racconta – è un azzardo. In verità ho avuto un problema a metà stagione. Ho avuto il Covid che mi ha condizionato tutto il programma di allenamento. Però ho vinto mercoledì e mi sono detto: «Ok, forse è il mio anno!». E infatti ce l’ho fatta».

Poi lo spingono verso il podio, mentre lo speaker rinnova gli inviti a evitare gli assembramenti, che dopo un paio di denunce sono lo spauracchio degli organizzatori, terrorizzati di dover fermare tutto.

Caratteri forti

Pontoni con la sua voce tagliente fa da solo il baccano di tutti gli altri, ma si vede che nei suoi occhi brilla un orgoglio smisurato.

«Io Bryan lo conosco da G6 – dice – quindi abbiamo un rapporto quasi come padre e figlio. Ci siamo anche scornati, perché ognuno ha le sue convinzioni. Lui è un ragazzo forte, ma come tutti ha anche le sue debolezze. Credo, dalla mia parte, di aver usata la parte psicologica giusta per farlo arrivare qua nelle migliori condizioni e far vedere quello che veramente è. Oggi non gli abbiamo detto quasi niente. Aveva tutto chiaro».

Olivo, dopo l’arrivo, una bottiglia d’acqua per lavarsi: questo è il cross
Dopo l’arrivo, una bottiglia d’acqua per lavarsi

Tattica vincente

Daniele non sa della caduta in partenza di cui ha parlato Olivo, ma il racconto è comunque efficace e fa trasparire la sua grande regia.

«E’ partito in seconda fila – spiega – per cui sapevamo di dover recuperare pian pianino. Avevo detto ai miei collaboratori, perché siamo in quattro che gestiamo la corsa, che non avesse fretta di rientrare nel primo giro, perché immaginavo che nel pezzo sul rettilineo si sarebbero fermati. Quando siamo rientrati, abbiamo provato a capire le facce degli altri corridori. Perché i corridori li vedi quando scatti e poi ti volti. Abbiamo fatto il penultimo giro in seconda posizione, poi sapeva di dover entrare in testa nell’ultimo. Bastava uno scivolone e perdevi la corsa. Bryan e Masciarelli erano leggermente superiori e ci è andata anche bene, perché Masciarelli è scivolato. E rientrare era impossibile».

Bryan Olivo, Daniele Pontoni, campionati italiani juniores Lecce 2020
E quando arriva Pontoni, il campione italiano scoppia a piangere
Bryan Olivo, Daniele Pontoni, campionati italiani juniores Lecce 2020
E quando arriva POntoni, Olivo crolla

Rammarico Masciarelli

Masciarelli ha il morale sotto gli scarpini anche dopo la doccia, ma contrariamente alle polemiche, il suo rammarico è limitato alla corsa.

«Avrei preferito un tracciato più duro – ammette – ma se avessi vinto, avrei detto che era il miglior percorso. Queste sono le gare. Olivo mi aveva superato all’inizio dell’ultimo giro ed ero concentrato per stargli a ruota e dare tutto per passarlo. Ma quando Agostinacchio è caduto, non ho fatto proprio in tempo a evitarlo. Sono finito a terra e si è storto il deragliatore. E a quel punto, non c’è stato più nulla da fare».

Merito a Olivo

La chiusura è per Pontoni, prima che si diriga anche lui verso il podio.

«Siamo partiti martedì dal Friuli – racconta – e lui secondo me gli obiettivi ce li aveva già chiari. Quest’anno ha fatto gli europei in pista ed è arrivato al finale di questa stagione più fresco rispetto agli altri. E’ rimasto tre settimane senza correre, ha patito quando è rientrato. Sono contento soprattutto per lui. Se lo merita. Farà un secondo anno importante. E’ seguito dal Cycling Team Friuli, da un’equipe di ragazzi molto valida e credo che i meriti vadano suddivisi fra tutti. Il 33 per cento fra gli altri, il resto a lui, che pedala, che fa fatica e si impegna. Lui quest’anno ha vissuto il momento più brutto della stagione e ora sta vivendo quello più bello».

Bryan Olivo, campionati europei juniores, 2020

Si chiama Olivo, fa rima con Van der Poel

29.11.2020
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A 17 anni, Bryan Olivo è già un personaggio perché è il prototipo del nuovo ciclista multidisciplinare italiano. Va forte su strada, è nazionale junior su pista e nel ciclocross, ha corso anche in Mtb. Verrebbe da dire che è in fieri il VdP italiano, ma è molto meglio andarci piano con i paragoni. Bryan ha tutto da dimostrare e lo sa bene, ogni giorno in sella è un viaggio per scoprire sempre più se stesso e dove la sua passione lo porterà.

Grazie, fratello…

La sua storia di ciclista inizia molto presto e ha un coprotagonista in suo fratello Adam, che per 13 anni aveva seguito la sua “passionaccia” su strada, arrivando fra gli under 23, senza però poi trovare ulteriori sbocchi.

«Io giocavo a calcio – racconta Bryan – ma non mi piaceva così tanto, invece andando con mio fratello mi divertivo di più e lui mi ha spinto a insistere. Soprattutto mi ha spinto a provare di tutto, perché voleva che facessi il massimo delle esperienze. Poi avrei capito che tipo di ciclista posso essere».

Bryan Olivo, campionato italiano crono juniores, 2020
Sesto nel campionato italiano a crono, al primo anno nella categoria
Bryan Olivo, campionato italiano crono juniores, 2020
Primo anno junior, Olivo 6° al tricolore crono

Buio presto

Ha iniziato a gareggiare fra i più piccoli su strada, nella categoria G1, arrivato alla G5-6 ha provato anche le altre discipline, anche la Mtb ma poi l’ha abbandonata.

«Non perché non mi piacesse – dice – ma richiede un tipo di allenamento specifico che necessita di tempo. D’inverno dalle mie parti (Bryan è di Pordenone, ndr) fa buio presto e andando a scuola, il tempo per allenarsi non è che sia tanto. Vale lo stesso per il ciclocross, ma quello mi piace troppo…».

Strade aperte

Già, il ciclocross è per ora la specialità che lo ha messo più in luce. Per ora… 

«Mi piace molto, questo è sicuro – dice – ma ancora non so dire se sarà lì il mio futuro. Il richiamo della strada è forte, in Italia se vuoi vivere di ciclismo per un po’ di anni non puoi prescindere dalla strada. All’estero è diverso, ci sono Paesi dove fare il ciclocrossista è una professione, con grandi squadre dietro».

In prestito

Bryan è tesserato per l’UC Pordenone, ma corre in prestito per la DP66 Giant SMP di Daniele Pontoni, che lo conosce bene.

«Sin da quand’era esordiente… – dice Daniele – migliora ogni anno, non solo nel ciclocross. E continuando così, potrà sicuramente dire la sua anche a livello internazionale. Certo, c’è ancora da lavorare. Ad esempio nel salto degli ostacoli in bici e anche dal punto di vista tattico. Certe volte pecca di generosità in corsa, ma il tempo è dalla sua».

Bryan Olivo, Daniele Pontoni, 2018
Daniele Pontoni è il suo riferimento. Qui in una foto del 2018
Bryan Olivo, Daniele Pontoni, 2018
Pontoni il suo riferimento, qui nel 2018

Quattro bici

D’altronde ogni disciplina è come una scuola, s’impara sempre qualcosa. «Su strada è molto più difficile di quanto si pensi – dice – imparare a correre in gruppo richiede mille occhi, essere sempre al massimo della concentrazione. Su pista all’inizio avevo paura, lo ammetto. Avere lo scatto fisso non mi piaceva, ma avevo sempre ammirato chi faceva l’inseguimento, dare tutto nella sfida contro il tempo. Ci ho provato e ho visto che veniva bene, anche quello a squadre dove trovare il sincronismo con i compagni, le giuste misure per stare a ruota è sempre una scommessa».

Di bici a casa ne ha 4: due da ciclocross, una mountain bike e una da strada. «Poi ci sono quelle da gara – dice Olivo – ma le forniscono le squadre e le mettono a punto. Io però non posso dimenticare la mia prima bici in assoluto: era una Vicini tutta blu, ce l’ho ancora nel cuore».

Bryan Olivo, campionato italiano ciclocross esordienti, 2017
Campionato italiano ciclocross esordienti, è il 2017: primo!
Bryan Olivo, campionato italiano ciclocross esordienti, 2017
Tricolore fra gli esordienti nel 2017

Sogno iridato

Mathieu Van Der Poel è il suo idolo: «Ogni cosa che fa gli riesce alla grande – dice Olivo – ma non è il solo che gareggia in più discipline, ora sono in tanti a farlo. Chi si divide fra strada e Mtb, chi fra strada e pista. Io non so ancora che corridore sono, dove posso rendere di più. Per ora posso solo affidarmi ai miei sogni. Ho nel cuore il Fiandre e la Roubaix e un giorno mi piacerebbe esserci, ma quel che vorrei di più è una maglia iridata. Non importa dove, quel che conta è essere in cima al mondo».

A 17 anni, bisogna sognare e crederci, perché a volte i sogni si realizzano davvero…