Open House Beltrami TSA, 2025

Open House Beltrami TSA: due giorni per il futuro della bici

02.12.2025
5 min
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A Reggio Emilia, l’ultima domenica di novembre ha ormai un significato speciale per chi vive il ciclismo con passione autentica. Ogni anno, nella sede XPC di Beltrami TSA, si rinnova difatti l’appuntamento con l’Open House, due giornate che riuniscono appassionati, brand internazionali e operatori del settore. L’edizione 2025, svoltasi il 30 novembre e l’1 dicembre, ha confermato ancora una volta il valore di un evento che è diventato un punto di riferimento per chi vuole capire le nuove tendenze del mercato e intercettare l’innovazione tecnica.

Sin dalle prime ore della domenica, il clima era quello delle grandi occasioni. Le porte si sono aperte su un flusso continuo di ciclisti, famiglie, giovani atleti e curiosi. L’atmosfera era accogliente, dinamica, senza barriere: un ambiente che raccontava il ciclismo attraverso oggetti, storie, materiali e tecnologie. Un luogo dove chiunque poteva avvicinarsi ai prodotti, fare domande, toccare con mano le novità e parlare direttamente con chi quei prodotti li progetta e li utilizza ogni giorno.

Open House Beltrami TSA, 2025
La giornata di domenica 30 novembre era riservata al pubblico e agli appassionati
Open House Beltrami TSA, 2025
La giornata di domenica 30 novembre era riservata al pubblico e agli appassionati

Una domenica dedicata al grande pubblico

La prima giornata, rivolta agli appassionati, è stata un successo di partecipazione. Lo “showroom” XPC è diventato uno spazio vivo, in cui le novità 2026 distribuite da Beltrami TSA hanno attirato l’interesse di professionisti e ciclisti di ogni livello. Nelle tre sale allestite per l’occasione si sono alternati workshop, incontri tecnici e momenti di approfondimento pensati per chi ha voluto comprendere in modo concreto come si muove un settore sempre più sofisticato.

Le sessioni non erano semplici presentazioni. Erano conversazioni vere. I tecnici Corima hanno aperto la giornata raccontando come nascono le ruote in carbonio ad alte prestazioni e quali processi permettono di trasformare una struttura leggera in un prodotto efficace e affidabile. A seguire, Santa Madre ha portato al centro la nutrizione sportiva, trasformando la sala in un piccolo laboratorio fatto di strategie alimentari, casi reali, gel energetici e barrette. L’obiettivo era spiegare perché un dettaglio apparentemente minimo può cambiare la performance di un atleta

La domenica ha visto anche la partecipazione di numerosi brand partner. Sram ha approfondito i gruppi strada, gravel e Mtb, introducendo dettagli tecnici che anticipano le tendenze del prossimo anno. Hutchinson ha mostrato alcune delle novità più attese per il 2026. A seguire, sono intervenuti Muc-Off, Lezyne, CeramicSpeed, BMZ e Feedback, ognuno con una prospettiva diversa su materiali, lubrificazioni, elettronica e strumenti di manutenzione.

All’esterno, una ginkana colorata e vivace ha coinvolto adulti e bambini. L’area si è trasformata in un piccolo parco giochi ciclistico, ricreando il lato più ludico e inclusivo del ciclismo.

Il momento più emozionante della domenica è arrivato nel pomeriggio, quando il palco dell’Open House ha ospitato le premiazioni del Mini Giro Reggiano 2025. Il pubblico ha potuto ascoltare anche gli interventi del Comitato Provinciale della Federazione Ciclistica Italiana e dei responsabili del team Beltrami TSA, che hanno presentato i progetti del circuito Gran Fondo “TSA Beltrami Challenge”. Un’occasione per mostrare il lavoro che si svolge dietro le quinte, quello che spesso non emerge sui social ma che costruisce l’identità di un’azienda e di un territorio.

Presenti anche i tecnici Hutchinson arrivati dalla Francia: il 2026 sarà ricco di novità
Presenti anche i tecnici Hutchinson arrivati dalla Francia: il 2026 sarà ricco di novità
Presenti anche i tecnici Hutchinson arrivati dalla Francia: il 2026 sarà ricco di novità
Presenti anche i tecnici Hutchinson arrivati dalla Francia: il 2026 sarà ricco di novità

Lunedì dedicato ai professionisti

La seconda giornata, il Dealer Day del 1° dicembre, ha assunto un taglio differente, più tecnico e verticale. Riservata ai rivenditori, alla stampa e agli operatori del settore, ha rappresentato un momento di formazione avanzata. Si è parlato di strategia commerciale, di gestione dei prodotti, di analisi dei trend e di anteprime tecniche inedite. Il clima era professionale ma non impersonale: il valore dell’incontro diretto è rimasto come sempre centrale. Il light lunch finale ha chiuso la giornata con un momento di networking in cui si è parlato di collaborazioni future, di nuove opportunità e sinergie tra brand.

Ciò che rimane di questa edizione dell’Open House Beltrami TSA è la qualità delle connessioni create. In un settore che corre veloce e in un mercato che cambia con rapidità, Beltrami TSA riesce a offrire uno spazio autentico in cui soffermarsi, osservare, ascoltare e confrontarsi. Un luogo dove l’innovazione non è solo un prodotto, ma un dialogo.

Open House Beltrami TSA, 2025
Sram ha tenuto degli incontri per approfondire la conoscenza riguardo i gruppi strada, gravel e mtb
Open House Beltrami TSA, 2025
Sram ha tenuto degli incontri per approfondire la conoscenza riguardo i gruppi strada, gravel e mtb

Chi è Beltrami TSA

Beltrami TSA è oggi uno dei principali distributori italiani di componenti e accessori per biciclette di alta gamma. Da oltre 30 anni collabora con alcuni dei marchi più prestigiosi del settore, sostenendo la diffusione di tecnologie avanzate e prodotti innovativi. L’azienda si distingue per un sistema logistico efficiente, grazie a due magazzini verticali automatizzati e a un software gestionale all’avanguardia che garantisce un servizio rapido e preciso tutto l’anno.

«Pur essendo un’azienda di origine familiare – ricorda Graziano Beltrami – l’orientamento all’innovazione è sempre stato nel nostro DNA”. Una visione ribadita anche dal fratello Marco: «la nostra filosofia si basa sul tecnicismo del prodotto. Ricerchiamo sempre soluzioni innovative e diverse, per offrire ai clienti tecnologie all’avanguardia. È questa costanza che ci ha permesso di conquistare la fiducia in Italia di oltre 2.000 clienti attivi».

L’edizione 2025 dell’Open House conferma una volta di più questa identità: un evento che unisce tecnica, passione e persone. Un appuntamento che racconta il ciclismo di oggi e quello di domani.

Beltrami TSA

BMZ, quel piccolo grande segreto che non si vede (o quasi)

10.07.2025
4 min
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BMZ è la prima azienda che punta sul concetto del Cuboide attraverso delle solette da inserire nelle calzature. Non si tratta di plantari customizzati, ma di una tecnologia tanto semplice, quanto efficace, votata a sfruttare la libertà del piede e quello per cui è stato creato. Ovvero supportare il nostro corpo e stabilizzarlo.

Proprio il supporto che arriva dalla soletta può essere di alto livello (conta anche la soggettività dell’atleta) e per ottenerlo è necessario utilizzare una soletta più strutturata della media. Vediamo il modello Sport di BMZ.

Tante le solette presenti nel catalogo BMZ
Tante le solette presenti nel catalogo BMZ

BMZ Sport, quella rossa

Rispetto alle altre, la versione Sport di BMZ si distingue da subito per il rivestimento rosso, completamente forato dall’alto vero il basso. Anche la densità e la struttura (bella tosta) sono differenti. C’è un doppio strato di EVA con rinforzo posteriore e, pur essendo indicate per un pubblico di agonisti, si rivolgono a più discipline. Si rivolgono a quella tipologia di atleti che non vogliono un plantare estremo (ad esempio full carbon), ma pretendono al tempo stesso un supporto costante lungo tutta la pianta del piede.

Inoltre, una soletta BMZ garantisce un’eccellente termoregolazione durante le giornate più calde, un fattore per nulla secondario quando si tratta di tenere indossate le scarpe per diverse ore consecutive.

Far lavorare tutto il piede

Quando si osserva una soletta BMZ in senso orizzontale, si nota immediatamente la forma piuttosto lineare, senza estremizzazioni nella zona dell’arco ed è evidente il supporto centrale oltre alla “sede” per il tallone. La soletta è uno strumento di comfort, di stabilità e di benessere. Permette al piede di distendersi, utilizzando tutta la sua superficie, con effetti positivi sulla circolazione sanguigna, sul movimento delle dita (a meno che si utilizzino scarpe che stringono in modo eccessivo l’avanpiede), sul movimento della caviglia.

Lo spessore non è ingombrante e si adatta perfettamente a tutte le tipologie di calzature, senza influire negativamente sul volume interno della scarpa. La versione Sport, rispetto alla Performance Plus è caratterizzata da uno spessore leggermente superiore, per via del doppio strato in Eva menzionato in precedenza. Il prezzo di listino è di 39,90 euro.

Le sensazioni

Una soletta BMZ è diversa a prescindere. E’ difficile dire se migliore o peggiore di altre, perché le soggettività da considerare, le variabili in gioco sono tantissime. Quello che è certo (ben oltre le individualità percepite) è il benessere generalizzato del piede.

C’è una maggiore libertà e una maggiore distensione anche dopo diverse ore di bici. C’è molta stabilità e punti laterali di pressione pari allo zero, sensazioni che in parte vengono percepite fin dalla prima volta, che assumono connotazioni più precise dopo almeno una quindicina/ventina di utilizzi.

BMZ

Piedi e benessere: quando il plantare cambia la vita

13.05.2025
6 min
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DURAZZO (Albania) – Seduto sui gradini del pullman a un’ora dalla partenza del Giro d’Italia, Filippo Fiorelli si è prestato a raccontarci un aspetto della sua dotazione tecnica: il plantare. Il tema è spesso sottovalutato. Del piede si parla poco, ma chiunque sia stato in bicicletta per più di sei ore, sa che il mal di piedi è uno dei peggiori. E se il sollievo nel togliere gli scarpini è una bella sensazione, evidentemente c’è un problema che andrebbe affrontato.

Filippo Fiorelli, 31 anni, sta correndo il sesto Giro d’Italia
Filippo Fiorelli, 31 anni, sta correndo il sesto Giro d’Italia

Perfetta aderenza

La VF Group-Bardiani utilizza il plantare BMZ di cui Adriano Malori è da tempo convinto sostenitore. Il motivo di interesse deriva dal fatto che l’obiettivo dell’azienda giapponese che li produce è mettere il piede nelle condizioni di lavorare in libertà, creando l’arco plantare naturale grazie alla pressione esercitata fra l’osso cuboide e il calcagno. Senza costrizione dei vasi sanguigni. Le dita sono così scaricate dall’eccesso di pressione e la muscolatura della gamba ha una miglior attivazione.

«L’ho provato per la prima volta l’anno scorso – dice Fiorelli – quando ci siamo visti nella zona di Reggio, vicino alla sede della squadra. C’era anche Malori e ci hanno spiegato come funziona. Visto che io non usavo niente di particolare, ma tenevo le solette degli scarpini, li ho provati e mi sono trovato bene. La sensazione è che ti riempia il piede, non sono plantari su misura però si adattano a tutti, con la suola che aderisce alla perfezione alla pianta. E’ un vantaggio? Certo. Se pensi che il piede potrebbe posare su una superficie che non è pari, magari sul momento non te ne accorgi, però con l’andare delle ore in bicicletta può creare dei fastidi».

Incuriositi dal racconto di Fiorelli, il quale ha aggiunto che cambia il plantare durante la stagione al momento di cambiare le scarpe, ci siamo rivolti a Filippo Agnetti, CEO di BMZ Europe. Quello che ci incuriosiva è l’universalità del loro prodotto, a fronte di aziende che producono scarpe su misura partendo dal calco del piede.

In che modo BMZ lavora con la squadra della famiglia Reverberi? 

Dopo aver incontrato Roberto Reverberi, cui abbiamo fatto provare il plantare, abbiamo incontrato gli atleti e chiesto di sapere quali plantari usassero. Poi abbiamo iniziato a fornirgli i vari prodotti che avevamo in produzione qui in Italia e a tanti di loro abbiamo chiesto di testare anche quello in carbonio che arriva direttamente dal Giappone. Poi abbiamo aspettato i loro feedback per capire quali volessero. Se quello più morbido in doppio Eva che produciamo qui o quello più duro.

In che direzione è andata la scelta?

Hanno tutti optato per i modelli più rigidi con l’inserto in carbonio o con la doppia EVA rinforzata, mentre per l’uso quotidiano gli abbiamo fornito un plantare Ccomfort. Il concetto di poggiare sul cuboide e scaricare le dita è attuale anche quando si tratta di camminare o correre a piedi. Così abbiamo fornito plantari per la vita di tutti i giorni, come pure per la palestra.

Lo spessore tra il cuboide e il calcagno fa sì che si crei l’arco plantare naturale (depositphotos.com)
Lo spessore tra il cuboide e il calcagno fa sì che si crei l’arco plantare naturale (depositphotos.com)
Prima di fornire i plantari avete verificato che i piedi dei corridori non avessero delle problematiche?

Diciamo che la diversità del nostro plantare, che per alcuni è un pregio e per altri magari è un difetto, è che si adatta al 99,9 dei piedi. Non avendo il supporto dell’arco plantare, ma essendo praticamente una soletta quasi piatta, con la sola protuberanza nella posizione del cuboide, il piede è libero. A differenza di un plantare su misura o di quasi tutti i plantari che vengono inseriti in alcune scarpe, per i quali il piede è vincolato, dato che l’arco plantare creato dalla suola comprime il piede. Il nostro plantare mantiene il piede libero, creando l’arco plantare in modo naturale.

In che modo?

Viene sollecitata la parte compresa fra il cuboide e il calcagno, che è studiata con questo brevetto. E’ l’unico punto del piede che, sollecitato, ti permette di creare l’arco plantare in modo naturale. Sembra di essere a piedi nudi: le dita si allargano e il piede si arriccia. Pertanto non c’è bisogno di verificare o di prendere l’impronta del piede.

E va bene per tutti?

Chiaramente può esserci chi preferisce il sostegno dell’arco plantare, non è detto che il nostro prodotto sia apprezzato da tutti, perché comunque dà una sensazione molto diversa da tutti gli altri.

Anche nello sprint, la possibilità di sfruttare le dita dei piedi nella spinta è molto importante
Anche nello sprint, la possibilità di sfruttare le dita dei piedi nella spinta è molto importante
Fiorelli dice che cambia il plantare ogni volta che cambia le scarpe.

Dipende dall’utilizzo. Se si si parla di un plantare per il running, ci sono stati degli atleti che fanno OCR, quindi corsa a ostacoli, che li cambiano ogni due mesi. Invece per un ciclista, che lo sottopone a uno schiacciamento più omogeneo, potrebbe durare molto di più, anche 6-7 mesi. Però non c’è modo di stabilire una durata uguale per tutti.

Siete in contatto diretto con gli atleti?

Sì, perché c’è chi ha bisogno di qualcosa in più o di diverso. Ad esempio Tarozzi ha voluto un’altra coppia di plantari per le scarpe di scorta. Sono esigenze individuali, ma quello che più conta è avere da loro delle osservazioni che ci permettano di migliorare ancora.

Non le sembra che generalmente ci sia poca attenzione al piede?

In Europa è così, al punto che scarpe da diverse centinaia di euro viaggiano con solette sottili e quasi inesistenti, che infatti i corridori sostituiscono con plantari su misura. Posso capire su prodotti a buon mercato, ma sull’altissimo livello lo trovo incomprensibile. Questi prodotti sono nati in Giappone 15-20 anni fa per la quotidianità. Il presidente lavorava per lo sci e faceva scarponi su misura. Poi ha lavorato in aziende del ciclismo e ha visto come effettivamente ci fosse poco interesse per i plantari. Per questo ha cominciato a studiare e ha realizzato il brevetto, per lo sport, ma anche per l’esercito.

Tarozzi, qui alla Tirreno-Adriatico, ha chiesto doppia fornitura di plantari per le scarpe di scorta
Tarozzi, qui alla Tirreno-Adriatico, ha chiesto doppia fornitura di plantari per le scarpe di scorta
In fondo è un ragionamento semplice…

Questo plantare ti permette di utilizzare le dita dei piedi e pertanto di attivare tutta la muscolatura, partendo proprio dalle dita e interessando dei muscoli che non muoviamo mai perché spesso il nostro piede è… morto dentro la scarpa. Le dita sono strette fra loro e solo da poco stanno iniziando a fare scarpe più larghe davanti. Prima si guardava più il look e il piede era stretto come fosse su una tavoletta.

Parecchio scomodo…

Un conto è stare in piedi con una tavoletta sotto il piede, altro stare in piedi con le dita allargate, usando tutta la muscolatura. Il beneficio si estende alla schiena e alle articolazioni. Per questo vale la pena rifletterci.

Solette BMZ, il plus nascosto dentro le scarpe

22.01.2025
5 min
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Le solette BMZ offrono dei vantaggi non secondari, sono semplici e si adattano facilmente. Un utilizzo costante permette di capire quanto è importante sfruttare il piede nella sua totalità. La prestazione e il comfort del ciclista passano anche dalle scarpe, da come appoggia il piede al loro interno.

Le solette BMZ non sono completamente in carbonio, resina o kevlar. Non sono estremamente rigide e sbilanciate nel supporto verso l’arco plantare. Non sono customizzate, pur adattandosi in modo soggettivo una volta inserite nelle scarpe ed indossate. Ecco di seguito alcune considerazioni e feedback.

Solette BMZ, non sono plantari customizzati
Solette BMZ, non sono plantari customizzati

Fanno appoggiare tutto il piede

Le solette BMZ si adattano perfettamente alla forma della scarpa ed al volume interno della calzatura stessa. A prescindere dalla categoria sono più morbide nella parte anteriore (si piegano e sono morbide anche grazie al cuscino posizionato sotto la zona del metatarso) e più sostenute nella zona centrale/posteriore (dove presentano il punto di pressione per l’osso cuboide).

Il concetto principale si riferisce allo sfruttare l’appoggio del piede per intero, creando una maggiore superficie di contatto con la soletta (e la suola della scarpa). Significa una stabilità aumentata e un bilanciamento ottimale che non arrivano esclusivamente dal “riempimento” dell’arco plantare.

Liberare le dita dei piedi

Indossate per la prima volta (inserite in una calzatura da ciclismo road con suola di carbonio che ha una resa tecnica elevata) offrono una sensazione diversa dal solito, non comune e molto differente se messa a confronto con un plantare custom in carbonio. Il primo punto da argomentare è legato alle falangi che restano più libere, tendono ad allargarsi e ad essere distese. Questo aspetto si percepisce soprattutto quando si è in spinta e ci si alza in piedi sui pedali (considerando sempre la medesima calzatura).

Il tallone invece sembra voler “entrare in sede” ed alloggiarsi in quella che ci è piaciuto definire come una depressione delle solette. Si crea tanta stabilità, perché a prescindere da come è strutturata la scarpa, il tallone va ad alloggiare (a sedersi), creando al tempo stesso una sorta di arco nella parte centrale, nella zona dell’osso cuboide.

La pressione arriva dal basso

Le prime sensazioni sono piacevoli, fin da subito il piede tende a “lavorare” in tutte le sue parti, anche se è necessario prevedere una fase di adattamento che può durare anche per 2 o 3 mesi, molto graduale. Durante la prima uscita in bici, condotta a ritmi blandi, è possibile riscontrare qualche indolenzimento alle ginocchia, per via dell’assestamento di tutta la gamba. Il punto dove le solette creano pressione (sotto il cuboide), quasi tende ad informicolarsi, così come tutta la fascia dove sono posizionati i muscoli retinacoli. C’è una riattivazione muscolare e nervosa.

Il medesimo feedback si ha nel momento in cui si inseriscono le solette anche all’interno delle scarpe da running o quelle che si utilizzano al di fuori della bici. Questa sorta di continuità nell’utilizzo porta ad un adattamento più rapido. E’ possibile quantificare delle diversità nel modo di pedalare subito dopo la prima settimana, avendo un maggiore controllo e percezione dopo un mese, per un’abitudine completa del piede dopo 80/90 giorni.

Cosa cambia una volta in bici

Le solette BMZ tendono a far riposizionare completamente la pianta del piede. Il riposizionamento si riflette sull’arto, sulle articolazioni e ovviamente su come lavora la gamba. E’ fondamentale prendersi del tempo per capire il cambiamento e come sfruttare le solette. La comodità complessiva arriva dal fatto che, rispetto ad una soletta tradizionale, completamente piatta e senza sostegno cuboide, rispetto ad un plantare custom sbilanciato verso il sostegno (riempimento) dell’arco plantare, con le BMZ la caviglia tende a lavorare e muoversi di più. Si cerca maggiormente la fase di spinta verso l’anteriore del piede (e della scarpa). Si tende ad equilibrare in modo naturale le due fasi principali del gesto, ovvero trazione e spinta. In buona sostanza, sembra di spingere di più e meglio, sensazione avvalorata da qualche watt guadagnato a parità di bici, di scarpe, di percorso e con condizioni meteorologiche sovrapponibili.

Man mano che passano il tempo di utilizzo e le ore in bici, come è facile immaginare si crea abitudine e una sorta di dipendenza da questa tipologia di solette ed è difficile tornare ad usare solette standard, ma anche plantari super rigidi eccessivamente sbilanciati verso il rialzo dell’arco plantare.

I prodotti BMZ sono distribuiti in Italia dalla commerciale reggiana Beltrami TSA (www.beltramitsa.it).

BMZ

VF Group-Bardiani: rinnovata la collaborazione con BMZ

15.01.2025
3 min
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La stagione 2025 della VF Group Bardiani-CSF Faizanè si arricchisce di una novità tecnologica che arriva direttamente dal Giappone. Parliamo della conferma, e dunque del rinnovo dell’accordo di partnership con il brand produttore di solette innovative BMZ

Questi accessori all’avanguardia, sviluppati grazie a una tecnologia brevettata, sono difatti progettati per ottimizzare le prestazioni degli atleti, migliorando sia il comfort che l’efficienza durante la pedalata. Le solette BMZ offrono benefici significativi, garantendo una maggiore spinta e un appoggio più stabile durante la pedalata. I professionisti della VF Group Bardiani-CSF Faizanè possono scegliere tra due varianti: la versione “Classic”, ideale per l’utilizzo quotidiano, e la versione in carbonio, più rigida e pensata per le competizioni su strada. 

La collaborazione tra BMZ e VF Group Bardiani-CSF Faizanè si fonda su valori comuni di eccellenza, innovazione e sostenibilità. Con un’esperienza pluridecennale nella produzione di solette sportive avanzate, BMZ fornisce soluzioni personalizzate, studiando le esigenze specifiche degli atleti. Questo approccio mira a migliorare non solo le prestazioni ma anche la sostenibilità delle attività sportive, promuovendo tecnologie che rispettano il corpo umano e l’ambiente.

Le solette BMZ hanno una tecnologia che permette di sfruttare l’osso cuboide, per una spinta sui pedali senza eguali
Le solette BMZ hanno una tecnologia che permette di sfruttare l’osso cuboide, per una spinta sui pedali senza eguali

Supporto Cuboide e stabilità ottimale  

Un elemento distintivo delle solette BMZ è il supporto per l’osso cuboide, una caratteristica unica che contribuisce al benessere del piede. Questa tecnologia innovativa migliora la stabilità e la mobilità degli atleti senza compromettere la postura naturale. Grazie a una inarcatura ideale dell’arco plantare, le solette sono difatti in grado di garantire una distribuzione uniforme del peso corporeo, riducendo di conseguenza il rischio di infortuni e migliorando l’efficienza complessiva durante l’attività fisica.

Tra i vantaggi principali delle solette BMZ vi è l’eliminazione della pressione sull’arco del piede, che consente un movimento libero delle dita e favorisce un flusso sanguigno ottimale. Questo aspetto aiuta a prevenire gonfiori, raffreddamenti e affaticamenti del piede, oltre a ridurre lo stress su caviglie e ginocchia. Le solette si rivelano poi particolarmente efficaci nella prevenzione di lesioni comuni come fascite plantare e alluce valgo.

Anche Adriano Malori, campione del mondo Under 23 a cronometro nel 2008, utilizza le solette BMZ
Anche Adriano Malori, campione del mondo Under 23 a cronometro nel 2008, utilizza le solette BMZ

Grazie a questa importante partnership tecnica, il team VF Group Bardiani-CSF Faizanè può continuare a contare su un supporto di alto livello, contribuendo a raggiungere nuovi traguardi sportivi: le solette BMZ non rappresentano solo un accessorio tecnico, ma un vero e proprio alleato per il benessere e le performance degli atleti. 

BMZ

BMZ: le solette che hanno rivoluzionato il modo di pedalare

02.07.2024
3 min
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Le solette realizzate da BMZ, azienda giapponese ma che fa del Made in Italy la sua forza, arrivano da un’intuizione. Quella di sfruttare l’osso cuboide, così da permettere al piede di avere stabilità e mobilità. La pressione esercitata su quest’osso crea un naturale arco plantare che sfrutta maggiormente le dita, apportando una miglior postura e un minor carico sulle articolazioni. 

«E’ dal 2004 – racconta Filippo Agnetti, CEO di BMZ Europe – che è nato questo brevetto. Si basa sull’utilizzo dell’osso cuboide, nell’area del calcagno. Questa è l’unica parte del piede che riesce a sfruttare al meglio l’arco plantare, allargando le dita. Un meccanismo che permette di dare maggiore stabilità e mobilità, senza vincolare il movimento».

I corridori del team Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè utilizzano dal 2024 le solette BMZ
I corridori del team Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè utilizzano dal 2024 le solette BMZ

Mobilità e stabilità

Un sistema che ha trovato un suo utilizzo nell’ambito ciclistico, sport nel quale serve avere un corretto movimento del piede per garantire la massima prestazione. Per questo l’azienda è diventata anche sponsor tecnico del team Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè. Le dita, libere di muoversi, esercitano una pressione maggiore richiamando forza agli arti inferiori. Le conseguenza sono: maggiore libertà di movimento della caviglia e un’ottima stabilità della parte anteriore del piede. Il maggiore utilizzo della muscolatura e la possibilità di sfruttare un’area d’appoggio più ampia sui pedali garantiscono più reattività e forza. Un altro vantaggio delle solette BMZ sta nel fatto che queste ultime non comprimono l’arco plantare, evitando in questo modo di creare ristagni sanguigni e conseguenti gonfiori.

«I nostri plantari sportivi – prosegue Agnetti – permettono di utilizzare la muscolatura posteriore delle gambe. La quale si attiva grazie alla maggiore libertà delle dita dei piedi, evitando di fare pressioni sulle altre articolazioni rischiando di rovinarle. Le solette Performance Plus sono utilizzate dai corridori di Roberto Reverberi. Nella parte dell’osso cuboide lo spessore è ancora più marcato, per avere una spinta maggiore. Da poco abbiamo inserito una soletta con una parte in carbonio, quindi ancora più rigida e reattiva. Arriverà in Europa e breve e sarà prodotta, come tutte le altre solette, nella nostra sede di Montebelluna».

Testate da Boaro e Malori

Sulla base di questo brevetto internazionale BMZ Europe ha creato le solette Made in Italy modello Cycling Performance e Performance Plus che, partendo dallo stesso sistema, si differenziano nel modello Plus per una maggiore rigidità e densità sulla parte posteriore.

«Il primo corridore che ha utilizzato un nostro prodotto è stato Manuele Boaro (conclude il CEO di BMZ Europe, ndr). Dopo di lui è arrivato Adriano Malori, che è nostro ambassador e ci ha permesso di conoscere e far provare il nostro prodotto a Reverberi. Quest’ultimo ne è rimasto colpito e lo ha portato all’interno del suo team. Siamo felici del lavoro fatto fino ad ora, anche se la strada, per quanto giusta, sia ancora lunga».

BMZ

BMZ tra i pro’: partnership con la VF Group-Bardiani

20.01.2024
3 min
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Autentico riferimento per quanto riguarda la produzione di plantari, quest’anno BMZ affianca in qualità di partner e fornitore tecnico il team VF Group-Bardiani CSF-Faizanè: una collaborazione decisamente interessante, resa possibile anche grazie al contributo dell’ex professionista Adriano Malori, brand ambassador e convinto sostenitore della tecnologia giapponese di BMZ.

I plantari BMZ sono in grado di fornire benefici fondamentali durante il gesto della pedalata, e questo grazie ad una maggiore spinta e ad un migliore appoggio. Gli atleti del team team VF Bardiani CSF Faizanè possono scegliere tra la versione Classic, più adatta all’utilizzo quotidiano, e quella realizzata in fibra di carbonio, più rigida e davvero ideale per le gare su strada.

Ma qual è in sintesi il segreto di BMZ? Le solette convenzionali sono progettate per mantenere il piede inarcato, sollevandolo. Questo comporta, però, una pressione sull’arco del piede, con conseguente ristagno sanguigno e gonfiore. L’arco plantare, infatti, esercita prestazioni cinetiche solo quando non è a contatto con alcuna superficie. BMZ ha invece scoperto che lo scheletro del piede può essere sostenuto, mantenendo l’arco plantare protetto, mediante la pressione del cuboide. Infatti, l’intera struttura del piede è creata per poggiare sull’osso cuboide e il risultato si traduce in una soletta in grado di offrire massima stabilità, senza compromettere la mobilità, e sostenendo sia l’arco interno quanto l’arco esterno del piede.

Per le solette BMZ si tratta dell’esordio nel mondo del ciclismo professionistico
Per le solette BMZ si tratta dell’esordio nel mondo del ciclismo professionistico

L’assist di Malori

Come anticipato, il primo promotore di questi innovativi plantari è stato l’ex pro’ Adriano Malori, in grado di riscontrare benefici importanti nel corso di un utilizzo quotidiano di queste solette.

«Grazie ai plantari BMZ, quelli con inserti in carbonio – ha dichiarato Malori – ho migliorato l’esplosività e la trazione di pedalata, coinvolgendo di più anche femorali, glutei e polpacci. Sono davvero molto contento di aver reso possibile questa collaborazione tra BMZ ed il team VF Group-Bardiani-CSF-Faizanè, e sono il primo a promuovere questa tecnologia perché l’ho testata per molto tempo e mi sono trovato benissimo. Anche il feedback da parte degli atleti è stato ottimo, riscontrando una notevole differenza, in termini di spinta sui pedali, in confronto alle solette tradizionali».

Adriano Malori con Filippo Agnetti, responsabile commerciale BMZ
Adriano Malori con Filippo Agnetti, responsabile commerciale BMZ

Le solette BMZ possono essere usate da chiunque. Sono difatti adatte per essere impiegate in tutti gli sport: dal calcio, al running, dal basket al ciclismo. Sono inoltre perfette anche per l’uso quotidiano, per migliorare la postura e mantenere una corretta distribuzione del peso corporeo, evitando di caricare ginocchia e caviglie. Non da ultimo sono in grado di portare giovamento a tutti coloro che trascorrono gran parte del loro tempo in piedi.

I plantari sono distribuiti nei negozi di ciclismo italiani dalla commerciale reggiana Beltrami TSA

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