Nibali alla Roubaix con una gravel? E’ più che un’ipotesi

20.11.2021
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Vincenzo Nibali ha detto che vuole esordire alla Parigi-Roubaix e in altre classiche del Nord come il Fiandre che non ha mai disputato. L’asso siciliano ha un buon rapporto con le pietre e in generale quando il terreno è sconnesso, ma certo la Roubaix… è la Roubaix. Specie se dovesse capitarne una come quella di quest’anno.

E si sa che l’allestimento tecnico per questa gara è fondamentale. Gabriele Tosello, capomeccanico dell’Astana, già sta pensando (e neanche poco) alla bici che i suoi ragazzi useranno nella classica francese e in particolare alla bici di Nibali.

Colbrelli (a destra) ha dimostrato che esordire con materiale e setup che puntano a comfort e sicurezza di guida sia la scelta giusta
Colbrelli (a destra) ha dimostrato che esordire con materiale e setup che puntano a comfort e sicurezza di guida sia la scelta giusta

Assaggi di Nibali e di classiche

Il “Toso” già aveva  messo le mani sulla bici che nel 2014 mise le ali a Nibali proprio nella frazione delle pietre al Tour. E memore di quella esperienza sa come muoversi.

«Non ho parlato direttamente con Vincenzo – dice Tosello – riguardo alla Roubaix, ma abbiamo fatto un discorso più in generale con il team per capire cosa servirà per le classiche del Nord».

«Quello che però posso anticipare è che vedremo in corsa la nostra gravel, la Wilier Rave Slr. E’ davvero molto probabile un suo utilizzo. L’alternativa è la 0 SLR, mentre la Filante è troppo rigida. Sceglieremo i materiali definitivamente nel secondo ritiro, quello di gennaio, quando avremo i gruppi e tutto il resto. L’idea è di arrivare alla ricognizione con le due bici disponibili per corridore».

La Wilier Rave che ha vinto la prima edizione della Serenissima Gravel e che esordirà nelle classiche del Nord
La Wilier Rave che ha vinto la prima edizione della Serenissima Gravel e che esordirà nelle classiche del Nord

Una gravel modificata

E questa è già una notizia che mette l’acquolina in bocca: una gravel alla Roubaix.

«L’idea – riprende Tosello – è di utilizzare questa bici. E dipenderà anche da Wilier. Di certo non sarà settata come quelle che abbiamo visto alla Serenissima Gravel. Niente monocorona o ruote da fuoristrada. Monteremo una doppia corona, potrebbe essere un 54-44 o 54-46 e dietro la nuova cassetta Shimano 11-30. Non credo proprio che useremo il pignone da 34. E a richiesta del corridore monteremo il doppio comando, il bottoncino cioè nella parte alta del manubrio».

«Per quanto riguarda le gomme noi abbiamo Vittoria. Posso dire già che non monteremo i tubeless, ma i tubolari, perché le nostre ruote per quel tipo di gara in versione tubeless non sono come le vorremmo. Mentre sono ottime per i tubolari. Quindi ci orienteremo sui Vittoria Corsa da 28 millimetri, forse anche 30».

Tosello al lavoro sulle bici. Ogni millimetro può fare la differenza e lui lo sa bene
Tosello al lavoro sulle bici. Ogni millimetro può fare la differenza e lui lo sa bene

Posizione quasi identica

A questo punto se Nibali dovesse scegliere la gravel, s’innescherebbe il “problema” della posizione. Perché le geometrie sono differenti rispetto alla bici da strada.

«Vero – dice Tosello – le geometrie sono differenti ma le quote del corridore vanno riportate. L’unica differenza che quasi certamente non riusciremo a colmare è all’anteriore. Ma perché è proprio la tipologia di bici (e di guida) che lo richiede. Nibali e gli altri saranno più alti di 4-5 millimetri con il manubrio. Lo abbiamo visto alla Serenissima».

«La Rave, in quanto gravel, ha un passo più lungo e a fare la differenza è soprattutto l’avantreno. E’chiaramente una bici più lenta, ma è più guidabile e confortevole. Noi contiamo di averla per le prime classiche del Belgio, vedi E3 Harelbeke, e magari anche per la Strade Bianche».

Nel 2014 Nibali costruì il suo successo al Tour sul pavè: tubolari da 28 mm, doppio nastro e piccole modifiche alla posizione
Nel 2014 Nibali costruì il suo successo al Tour sul pavè: tubolari da 28 mm, doppio nastro e piccole modifiche alla posizione

L’esperienza del 2014

Come accennato, Tosello si prese cura della bici che all’epoca accompagnò Nibali nella cavalcata del Tour e quindi anche della bici che usò sulle pietre.

«Ricordo che lavorammo molto per quella frazione – conclude Tosello – alzammo di 5 millimetri il manubrio, come dovrebbe accadere con la gravel, e abbassammo la sella di 3 millimetri, giusto per farlo stare un pelo più comodo.

«Ma la scelta che più ci preoccupava erano le gomme. Soprattutto la pressione. Alla fine optammo per 4,7 bar sia all’anteriore che al posteriore. Vincenzo utilizzò un tubolare da 28 millimetri che per l’epoca era un bell’azzardo che solo la Lotto-Jumbo e pochissimi altri fecero. Insomma, eravamo partiti per quella tappa con l’idea di non rischiare nulla, di limitare i danni e invece… Non abbiamo vinto ma abbiamo preso un grande vantaggio».

«Se conosco Nibali e viste quelle modifiche, che con la gravel non servirebbero, per me lui sceglierà questa bici per la Roubaix. Se dovesse utilizzare la Slr 0 abbasserebbe un po’ la sella come all’epoca.

«Il nastro manubrio? Doppio. Qualcuno mette anche il triplo nastro, ma non credo sia il caso di Vincenzo. Non è così grande. Lo fanno coloro che hanno le mani più grandi anche perché avrebbe difficoltà nell’impugnare il manubrio. Se proprio ce ne dovesse essere la necessità oltre al doppio nastro utilizzerebbe dei guantini più imbottiti».