Deda ci guida nel mondo delle sponsorizzazioni tecniche

10.03.2023
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Il rapporto fra un partner tecnico e un team professionistico è un tema molto interessante che merita sicuramente un approfondimento, oltre a generare molte domande che meritano di essere soddisfatte. Quali sono i criteri che guidano un’azienda nella scelta di sponsorizzare con i propri prodotti un team e quali vantaggi effettivi può portare una collaborazione di questo tipo? Queste sono solo alcune delle domande che ci hanno spinto ad approfondire l’argomento delle sponsorizzazioni tecniche con Fabio Guerini, responsabile marketing di Deda Elementi. Stiamo parlando di una realtà da tantissimo tempo presente in gruppo come partner tecnico di team professionistici.

Fabio Guerini, responsabile marketing di Deda Elementi
Fabio Guerini, responsabile marketing di Deda Elementi
Partiamo con una domanda scontata, ma importante. Quanti sono i team che quest’anno utilizzano i prodotti Deda?

Complessivamente tra uomini e donne sono dodici, dal WorldTour alla categoria Professional fino ad arrivare al ciclocross. Per quel che riguarda gli uomini, si parte dall’Intermarché-Circus-Wanty (foto Gomez in apertura, ndr), ultima arrivata e con la quale stiamo lavorando allo sviluppo di novità tecniche davvero interessanti. Non è l’unica squadra belga con la quale collaboriamo. Utilizzano infatti i nostri prodotti la Lotto-Dstny, la Bingoal WB e la Flanders-Baloise. E’ nutrita anche la pattuglia femminile con la Uno-X, la Lotto-Dstny, la DAS-Handsling e la Stade Rochelais-Charente Maritime. Tra le donne c’è anche un po’ di Italia grazie alla Bepink. I nostri prodotti sono molto apprezzati anche nel ciclocross. Anche per il 2023 è prevista la collaborazione con Pauwels-Bingoal, Crelan Fristads e 777 CX Women.

Quali prodotti utilizzano i vari team?

Con ogni team abbiamo accordi di sponsorizzazione tecnica che variano da squadra a squadra. Grazie a tutti questi accordi nel 2023 vedremo in gruppo il meglio della produzione Deda per quel che riguarda ruote, attacchi, reggisella, manubri e appendici crono. Proprio parlando di cronometro presto avremo qualcosa di importante da comunicare.

Deda ha una sponsorizzazione a 360 gradi, tra i loro team anche la Crelan Fristads
Deda ha una sponsorizzazione a 360 gradi, tra i loro team anche la Crelan Fristads
In generale per un’azienda come Deda quanto è importante essere presente nel mondo del professionismo, a partire naturalmente dal WorldTour?

Il WorldTour e in generale la sponsorizzazione di un team professionistico ancora oggi rimangono uno degli strumenti di marketing più importanti a disposizione di un’azienda, anche se non l’unico. Grazie alla copertura televisiva di ogni gara e alle immagini diffuse attraverso il web, oggi riusciamo a raggiungere una platea di appassionati sempre più vasta. La visibilità che otteniamo non è però il solo motivo che ci spinge a sponsorizzare un team.

Quale altro motivo c’è?  

Non possiamo dimenticare l’importanza che un team professionistico ha nello sviluppo dei prodotti. Gli atleti mettono “sotto stress” i componenti per svariati chilometri durante la stagione e ci forniscono spunti tecnici interessanti per l’evoluzione del prodotto. Talvolta le scelte dei professionisti anticipano vere e proprie tendenze, e tutto questo ci permette di arrivare sul mercato col prodotto giusto nei tempi giusti.  

Quali sono i criteri che guidano un’azienda come Deda nella scelta di sponsorizzare un determinato team?

Sono diversi i fattori e le dinamiche che subentrano all’interno del processo di fornitura tecnica di un team. Spesso nel caso di aziende del settore componenti, come siamo noi di Deda, tale processo è vincolato alla mera collaborazione OEM tra il marchio fornitore di bici del team e l’azienda di componenti. A volte però ci sono delle eccezioni.

La squadra fiamminga Flanders Baloise utilizza manubrio e appendici da crono di Deda (foto Facebook/Getty Images)
La squadra fiamminga Flanders Baloise utilizza manubrio e appendici da crono di Deda (foto Facebook/Getty Images)
Ci può fare un esempio?

Restando a noi, quest’anno abbiamo assistito ad un fenomeno interessante e per certi versi controcorrente. Sono stati Intermarché-Circus-Wanty, Bingoal WB e Uno-X Pro a cercarci per la qualità dei nostri prodotti. In tutti e tre i casi siamo di fronte a team in grande fase di sviluppo. Il fatto che abbiano cercato noi in questa fase della loro crescita è senz’altro un grande attestato di stima verso i nostri prodotti che vengono riconosciuti come estremamente affidabili.

Se dovessimo quantificare le forniture delle vostre sponsorizzazioni, con quali numeri ci confrontiamo complessivamente?

Se ci riferiamo al budget, la sponsorizzazione di team e atleti rappresenta una fetta molto importante delle spese annuali di marketing. In termini di quantità, mediamente i numeri per un team WorldTour sono i seguenti: 100 protesi da crono, 250 kit manubrio/attacco/reggisella. Nel caso invece delle ruote si parte da circa 130 set per una Professional, che possono raddoppiare nel caso di una formazione WorldTour.

Non mancano anche le sponsorizzazioni nel campo femminile, Deda fornisce alla Das Handslings manubrio, attacco e ruote
Non mancano anche le sponsorizzazioni nel campo femminile, Deda fornisce alla Das Handslings manubrio, attacco e ruote
Deda è partner tecnico di team maschili e femminili. Tecnicamente, le richieste di una squadra maschile sono diverse da quelle di una femminile?

Assolutamente sì. Questa differenza è determinata principalmente dal fatto che strutturalmente un ciclista uomo e un ciclista donna sono diversi fra loro. Solo per restare in tema di manubri, l’esigenza di un team maschile per esempio è quella di disporre di manubri estremamente rigidi lateralmente, soprattutto nel caso di sprinter che sprigionano molta potenza, richiesta che invece non ci arriva quasi mai da un team femminile».

Concludiamo la nostra intervista con un accenno al ciclocross. Cosa vi ha spinto ad essere partner di team che si dedicano esclusivamente a questa disciplina?

Come tutti sanno, il Belgio è la culla del ciclocross. Qui noi supportiamo alcuni fra i team più importanti della scena ciclocross mondiale, come Pauwels-Bingoal e Crelan Fristads. Il mercato belga è molto esigente e proprio per questo sa riconoscere i prodotti di alta qualità come i nostri. Per Deda ovviamente rappresenta uno dei mercati più importanti e il fatto di essere presenti come sponsor tecnici di team prestigiosi, nella culla del ciclismo come è il Belgio, è stato quasi fisiologico, oltre ad essere fonte di orgoglio e nello stesso tempo un’opportunità per avere grande visibilità.

Deda Elementi

Manubri stretti e attacchi manubrio (che vanno in pensione)

22.02.2022
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Nelle scorse settimane abbiamo affrontato il discorso dei manubri più stretti. Abbiamo sentito corridori e costruttori, stavolta sentiamo anche cosa ci dicono i meccanici. Perché c’è un’altra cosa che in teoria merita una considerazione, vale a dire la lunghezza degli attacchi manubrio.

C’è una relazione effettiva tra il restringersi delle pieghe e la lunghezza dell’attacco? In teoria sì, perché per mantenere gli stessi angoli d’inclinazione del busto, la stessa distanza fra le leve e la punta della sella, questi attacchi dovrebbero allungarsi un po’. In teoria… Perché la realtà è ben diversa. E il discorso dell’attacco semmai riguarda più la tipologia del manubrio che non la sua larghezza.

Il manubrio integrato Vision Team SL è uno dei componenti più ricercati in casa Bahrain Victorious
Il manubrio integrato Vision Team SL è uno dei componenti più ricercati in casa Bahrain Victorious

Demarin della Bahrain

E questa nostra osservazione è condivisa da Massimo Demarin, meccanico della Bahrain Victorious. «Vero – afferma – in teoria con le pieghe più strette, per mantenere le stesse misure bisognerebbe allungare l’attacco, ma che io ricordi non ci sono stati atleti nel nostro team che hanno cambiato la loro misura dell’attacco per questa motivazione.

«Semmai, i più giovani vanno alla ricerca del manubrio largo solo 40 centimetri centro-centro e vogliono anche queste leve ruotate verso l’interno. Che dire… si adattano»

Così come, spiega Demarin si adattano al manubrio integrato, che in casa Bahrain utilizzano tutti, all’infuori di Dylan Teuns

In questo team, il brand di riferimento per attacchi e manubri è Vision, la cui piega ha un avanzamento. Non è posta a 90° rispetto all’attacco. Anche chi non lo usava negli anni precedenti, sembra non aver cambiato la misura del suo attacco.

«No, perché alla fine questo offset è di circa 4 millimetri e ridurre l’attacco di un centimetro sarebbe troppo. I ragazzi sono bravi a trovare un compromesso».

In casa Astana c’è il manubrio integrato Wilier Filante, come la bici
In casa Astana c’è il manubrio integrato Wilier Filante, come la bici

Tosello dell’Astana

Gabriele Tosello, dell’Astana Qazaqstan ci dice proprio che: «La misura dell’attacco manubrio, non è cambiata per la sua larghezza quanto per il fatto che è integrato.

«Questa tipologia di piega è quella che va per la maggiore. Oggi all’interno di questo “blocco” passa tutto il cablaggio, anche quando si utilizza ancora il vecchio due pezzi. Noi abbiamo tutto made in Wilier e nel caso non dovessimo arrivare del tutto a certe misure, Fsa-Vision ci può fornire dei prodotti compatibili la misura richiesta».

Tosello dice che con l’integrato, specie per chi arriva da altri marchi, può esserci qualche differenza sulla profondità. In tal caso si interviene anche sull’attacco.

«Sulla base di questo ragionamento, qualche attacco l’ho cambiato – dice Tosello – ma parliamo di 5 corridori su una rosa di 30. Lo stesso Nibali è passato da un 120 millimetri ad un 110.

«E’ invece vero che si ha la tendenza a cercare pieghe più strette, però le richieste da parte dei corridori ci sono arrivate un po’ tardi e cercheremo di accontentarli al più presto. Per ora circa il 30% ci ha fatto richiesta di un manubrio da 40 centimetri centro-centro».

Il manubrio integrato di Most della Ineos Grenadiers, ci sono due versioni: il Talon Aero 1k Di2 (in foto) e il Talon Ultra Light
Il manubrio integrato di Most della Ineos Grenadiers, ci sono due versioni: il Talon Aero 1k Di2 (in foto) e il Talon Ultra Light

Cornacchione della Ineos

Il discorso appassiona anche Matteo Cornacchione, meccanico della Ineos-Grenadiers.

«Noi lavoriamo con la linea Most di Pinarello – dice – e per fortuna adesso abbiamo le misure “tonde”, 120, 130, 140… Un anno abbiamo avuto anche quelle intermedie, tipo le 125, 135… ma c’erano troppe pieghe. Ognuna con sei misure: era un bel caos. Ad un certo punto il team ha deciso di fare solo le misure “tonde”. 

«In squadra solo Adam Yates, che è piccolo, usa l’attacco da 140, altrimenti sono tutti sul 120-130, segno che si trovano bene con le misure delle bici. Yates invece ha voluto il telaio super piccolo e ha questa misura. Il che è un po’ paradossale se pensiamo che un gigante come Ganna ha un attacco da 130.

«Ormai i nostri corridori hanno tutti l’integrato. E devo dire che esteticamente mi piace molto. Non ci sono fili esterni e vi passano tutti i cablaggi. Tutto è molto pulito. Anche la messa del nastro con quello “scalino” termina para alla piega. Su 30 atleti solo Luke Rowe ha preferito restare fedele al doppio pezzo».

«Sul fatto della misura più stretta – prosegue Cornacchione – devo dire che anche i nostri hanno iniziato a dare uno sguardo, però la guida non è la stessa. In una corsa come l’UAE Tour può anche andare bene, ma in una tappa dei Paesi Baschi? Per dirne una…

«I nostri corridori per ora non hanno cambiato le larghezze ideali per le loro spalle, tuttavia è stato fatto qualche test in pista per verificarne i vantaggi. Qualcuno ha provato, i più giovani soprattutto. Chi è pro’ da 3-4 anni è rimasto fedele alla sua misura».

Yates con la sua bici piccola, “cade” molto in avanti con le spalle con l’attacco da 140 millimetri
Yates con la sua bici piccola, “cade” molto in avanti con le spalle con l’attacco da 140 millimetri

Attacchi classici addio

Ciò che emerge alla fine sono due elementi in particolare. Il primo: più che un cambio delle misure degli attacchi manubri in base a quelle delle piega, si assiste ad un abbandono dell’attacco tradizionale a vantaggio dei manubri integrati. Il secondo: i corridori si adattano molto più di quel che sembra, specie se devono utilizzare prodotti che li possono favorire… Anche se questo vantaggio molto spesso è psicologico e per assurdo certe scelte potrebbero penalizzarli.

Un manubrio integrato concede meno regolazioni. Questo vuol dire che tocca al corridore adattarsi.

La domanda allora è quanto guadagnano in termini di psicologici e quanto poi “perdono” in termini di biomeccanica? Insomma un corridore con spalle larghe che monta una piega da 38 centimetri centro-centro (perché ci sono state anche queste richieste) sarà certamente più aerodinamico, ma sarà altrettanto efficiente nella respirazione? E quanto potrà guidare bene?

A crono, dove i numeri sono ben più tangibili questo aspetto è “più superato”, con la bici da strada siamo un passo indietro. Alessandro Mariano, biomeccanico di grido, ce lo aveva detto: «Non avete idea di quanto incida l’aspetto psicologico da parte degli atleti».