Leve lunghe: quanto incidono? Ne parliamo con Mariano

19.02.2022
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Leve lunghe. Corridori altissimi e magrissimi. Il caso del norvegese Jacob Hindsgaul visto al Tour of Antalya è stato emblematico. E’ sembrato di tornare ai tempi di Andy Schleck, il quale era solo un centimetro più basso ma aveva lo stesso peso.

Il corridore della Uno-X è alto 187 centimetri per 67 chili. Il rapporto potenza/peso incide ancora molto? E quanto conta avere delle leve lunghe? Argomento che abbiamo portato all’attenzione di Alessandro Mariano, biomeccanico di lungo corso e tra più esperti in assoluto.

Jacob Hindsgaul (a destra) è alto 187 centimetri per 67 chili. A colpire è stato il suo femore molto lungo
Jacob Hindsgaul (a destra) è alto 187 centimetri per 67 chili. A colpire è stato il suo femore molto lungo
Alessandro, siamo in un’era in cui il discorso del peso, e di conseguenza del rapporto potenza/peso, sembra incidere un po’ meno rispetto a qualche anno fa. E’ così? Si presta più attenzione ad altri aspetti come alimentazione, materiali, vestiario…

Eh – il suo tono la dice lunga – il rapporto potenza/peso incide ancora molto, moltissimo. I corridori sono magrissimi. Più leggero sei, più sali forte. Vi racconto questa e lo premetto: non è una barzelletta. Un corridore poco mentalizzato a perdere peso non mangiava come doveva. Abitava in cima ad uno strappo molto impegnativo. Un giorno poco prima che rientrasse, la moglie lo chiamò e gli disse di prendere alcune cose, tra cui se ben ricordo c’era un chilo di mele. Lui si fermò e fece la salita con questo peso in più. Si accorse, “dati alla mano”, della fatica in più che fece. Fu una scossa…

Okay, si dice il peccato e non il peccatore, ma…

Non lo svelo, ma posso dire che è un corridore ancora in gruppo.

Dal punto di vista biomeccanico, le leve lunghe quanto incidono anche in relazione al peso? Sono un vantaggio per chi non è propriamente uno scalatore?

Come avete detto voi parliamo di leve. E più sono lunghe e meglio è, si spinge di più. A prescindere da quanto pesa l’atleta. Nel caso di un ciclista però è ancora più importante il frazionamento di queste leve, vale a dire quanta differenza c’è tra femore e tibia. 

Spiegaci meglio…

Dico dei numeri a caso: se ho 100 centimetri di gamba è meglio che siano ripartiti 70 sul femore e 30 sulla tibia, che non 60-40.

C’era un corridore che non essendo scalatore è riuscito a difendersi bene in salita anche grazie soprattutto alle leve lunghe?

Beh, mi viene in mente Indurain! Lui è l’esempio perfetto. E infatti vinceva anche a cronometro.

Con l’aumentare delle cadenze le pedivelle si sono “accorciate” e le 170 millimetri sono tornate molto di “moda”
Con l’aumentare delle cadenze le pedivelle si sono “accorciate” e le 170 millimetri sono tornate molto di “moda”
La leva lunga dello scalatore è diversa da quella del passista o del velocista?

Premesso che non è una regola, hanno un’attaccatura muscolare diversa. Quella dello scalatore avrà quasi sicuramente un’inserzione più bassa, e quindi più allungata, rispetto a quella del velocista, che invece avrà una muscolatura più compatta.

E una volta messi in sella che differenze noteremmo?

Se fosse solo per le misure, tra un “lungagnone” velocista e un “lungagnone” scalatore, non ci sarebbero differenze da un punto di vista biomeccanico, ma quasi certamente, in virtù del discorso della muscolatura più corta il velocista avrà la sella più avanzata, a parità di misura della bici. E’ il discorso che facemmo la volta scorsa con Abdujaparov e Gotti.

Oggi vediamo delle posizioni sempre più raccolte, con selle molto avanzate (come Froome in apertura). Perché si cerca questa spinta molto in avanti? Una volta c’era la regola del menisco in linea verticale con l’asse del pedale quando questo era davanti parallelo al terreno…

Il fatto che negli anni siano cambiate le preparazioni, l’alimentazione, la palestra… si sono avute delle ripercussioni anche sulla muscolatura e si cerca una spinta più avanzata e più “potente”, tuttavia non c’è un test scientifico che ne accerti i vantaggi muscolari. Non ci si rende conto di quanto influisca l’aspetto psicologico su certe scelte. Mentre non si dà la giusta importanza al piede.

Il piede?

Certo, se ci si pensa fa parte degli angoli della spinta e possono cambiare molto in base alla sua conformazione. Tutto dipende da dove si ha il malleolo, il punto di spinta, il punto di forza del piede. Per esempio, Joaquim Rodriguez aveva un piede anomalo. Aveva il malleolo molto indietro, tanto che Sidi doveva fargli una doppia foratura per posizionargli le tacchette in modo ottimale. Aveva dei fori che erano 3-4 millimetri più indietro rispetto alla norma. E’ moltissimo.

Spesso i corridori sono restii a cambiare scarpa. Per Mariano la tacchetta è importantissima per il discorso di angoli e leve
Spesso i corridori sono restii a cambiare scarpa. Per Mariano la tacchetta è importantissima per il discorso di angoli e leve
E invece la lunghezza degli arti incide sulle pedivelle?

Certamente, va ad influenzare la loro lunghezza. Però dipende molto dal soggetto e dalla sua capacità di pedalare con una certa cadenza. E infatti Purito, continuo a citare lui in quanto è stato uno dei campioni recenti che ho seguito più da vicino, era una particolarità. Lui pur essendo basso, utilizzava pedivelle da 172,5 millimetri. Dipende dalla cadenza ottimale. Più le rpm sono alte e più si tende ad utilizzare una pedivella più corta. Più sono basse e più si tende ad utilizzare una pedivella lunga. E questo incide sulla scelta a parità di misure degli arti inferiori.

Hai parlato di cadenza ottimale…

Sì, e si può determinare. Si chiama test di coppia, esattamente come in un motore di una vettura s’individua la coppia massima dell’atleta. 

E come funziona questo test?

Si fa pedalare il corridore con le stesse frequenze cardiache e man mano si aumenta il numero di pedalate. Si arriverà ad un punto in cui avverrà una perdita di potenza. Quello è il punto di rottura ed individua la cadenza ottimale di quel corridore.

Oggi si tende ad utilizzare pedivelle più corte…

Vero, rispetto a qualche anno fa le rpm si sono alzate e di conseguenza assistiamo a questo “accorciamento” delle pedivelle.