Vita da allievo: ficchiamo il naso nel mondo di Toselli

29.11.2022
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Se la caccia al talento inizia dalla base, il curriculum di Ivan Toselli non sarà passato inosservato. Noi stessi, pur parlando di un allievo, ne abbiamo già scritto. Il titolo italiano di primo anno a Chianciano Terme (con l’inchino alla bici) e la Coppa d’Oro vinta in solitudine al secondo dicono che c’è uno scalatore in arrivo. I 54,5 chili sono solo un numero, ma certo se questo è il punto di partenza, è chiaro che nel suo futuro non ci saranno le volate del Tour.

L’occhio è furbo, la risatina quella ironica dei 16 anni, i piedi per terra. Tanto che quando gli ricordi l’arrivo tricolore alla Van der Poel, i compagni lo prendono in giro: gli inseguitori erano così vicini che per fare la bravata ha quasi rischiato di perdere la corsa.

Il prossimo anno Toselli sarà junior con la Vangi-Sama Ricambi-Il Pirata, per cui ha già iniziato ad allenarsi con i rapporti liberi (tema dibattuto e ancora da approfondire). Anche se la squadra, composta soltanto da ragazzi di primo anno, ha optato per limitarli al 52×11. Le sue giornate sono cadenzate dalla scuola e dalla bici.

Arrivo con inchino. Toselli ha conquistato così il tricolore allievi 2021, ma gli inseguitori erano lì
Arrivo con inchino. Toselli ha conquistato così il tricolore allievi 2021, ma gli inseguitori erano lì
Come ti sei allenato finora?

Uscivo tutti i giorni. A volte facevo riposo il lunedì, mentre il sabato dipendeva dalla domenica. Se dovevo andare alle corse, raramente facevamo grandi cose il giorno prima. Quasi mai.

Il resto della settimana?

Lunedì giratina o proprio riposo. Martedi forza, quindi Sfr e lavori specifici. Mercoledì il lungo: tre ore, tre ore e mezza. Giovedì due ore a sciogliere, con qualche lavoro. Venerdì dietro macchina. E il sabato di nuovo a sciogliere le gambe.

Cosa c’era dentro la distanza?

A volte facevamo le salite forte, oppure preparavamo una corsa e quindi facevamo i treni, volate e cose del genere. Ho fatto sempre 80, massimo 85 chilometri, mentre adesso cambia parecchio. Ci sono i rapporti liberi, quindi bisogna fare molta più forza. E’ aumentato il lavoro in palestra e le ore di allenamento sono un po’ più lunghe. Passeremo a quattro ore e mezza.

Finita la seconda stagione da allievo (la foto si riferisce al 2021), Toselli debutterà fra gli juniores
Finita la seconda stagione da allievo (la foto si riferisce al 2021), Toselli debutterà fra gli juniores
Non avrete il 53 ma il 52, giusto?

Esatto. Ho montato il 52 il mese scorso, prima non mi era mai capitato di allenarmi con i rapporti liberi. Mi sono accorto che è parecchio più duro. A volte quando esco in bici faccio delle volate e mantenere il rapporto è molto difficile.

Hai parlato di aumento del lavoro in palestra?

Anche l’anno scorso ci andavamo, però molto meno rispetto a quest’anno. Andiamo due volte a settimana. Lavoriamo alla pressa, facciamo leg curl, squat e tutta una serie di lavori per le gambe.

Peso forma ancora a 54 chili?

Normalmente peso 54, la settimana scorsa sono andato dal nutrizionista e ora sono 54,5. Al primo anno ero 49, poi sono cresciuto. Il nutrizionista mi ha detto che devo mantenere il peso, quindi devo mangiare. Ora non c’è bisogno di dimagrire. Però alla fine non è che ingrassi. Posso prendere quel chilo in più, due al massimo, ma li smaltisco subito. Anche se crescendo magari aumenterò un po’ di peso, il mio allenatore dice che non mi devo snaturare. Devo coltivare la dote che ho.

In squadra è un piccolo leader, ma lontano dall’apparire troppo pieno di sé
In squadra è un piccolo leader, ma lontano dall’apparire troppo pieno di sé
In che modo è ripreso il lavoro?

Mi ero fermato da quattro giorni, poi ho ripreso con la bici perché mi hanno chiamato a fare dei test con la nazionale il 25 ottobre e quindi ho dovuto trovare di nuovo la gamba. Poi mi sono fermato una settimana e ho ricominciato piano piano con un po’ di corsa, un po’ di esercizi e ora ho iniziato con la preparazione. Fra poco riprendiamo la bici da corsa e uniremo le uscite su strada con il lavoro in palestra. E poi a gennaio si vedrà il nuovo programma, perché lo cambiamo ogni mese.

Come ti organizzi con la scuola?

Ho un accordo, per cui ho tutte le assenze giustificate. Quindi esco sempre alle 12, mangio e alle 14 sono in bici, oppure in palestra. Le distanze si fanno finché c’è luce, visto che alle 16,30-17 ormai è buio, quindi bisogna stare attenti. Ho sempre le luci con me.

Hai parlato di lavori specifici.

Fino alla scorsa stagione, facevamo le 20-40 con 40 secondi di recupero per sei volte, con rapporto libero, come volevi. Invece le Sfr si facevano con il rapporto più duro. Di solito usavamo la salita che si fa per tornare a casa, perché per andare a Sezze, proprio su in paese, la salita c’è sempre. Invece quando facevamo i lunghi, andavamo a cercare salite come Sermoneta e Roccasecca, sempre con l’ammiraglia dietro e il direttore sportivo.

Qui Ivan Toselli con suo padre Agostino, al GP di Ferentino (foto Luca Silvestri)
Qui Ivan Toselli con suo padre Agostino, al GP di Ferentino (foto Luca Silvestri)
Come mangi quando si va a scuola e ti alleni di pomeriggio?

Di mattina faccio una colazione normale e poi faccio lo spuntino a scuola. Oggi il programma prevedeva un panino con prosciutto crudo e pomodorini. A pranzo invece ho mangiato la ricotta con le verdure, mentre la sera devo mangiare pasta. Però cambia, non è sempre uguale. Invece quando rientro dall’allenamento faccio una merenda, che di solito è un frutto.

Torniamo un attimo ai rapporti, che sensazioni hai in bici?

Non sono un velocista, però mi piacciono le crono, quindi dovrò allenarmi bene per spingere il rapporto. Sulla crono si può lavorare, perché vorrei provare a fare qualche risultato. Sui falsopiani invece soffro un po’ perché serve forza esplosiva, che io non ho più di tanto. Se però mi date una salita bella lunghetta, posso fare la differenza

Nei test con la nazionale hai incontrato il cittì Salvoldi?

L’ho incontrato quel giorno a Roma, non lo conoscevo. Ho visto che è una brava persona, ci ha dato anche dei consigli su cosa fare a casa, quali esercizi…

Alla Coppa d’Oro la sua azione solitaria in salita non ha concesso replica ai rivali (foto Coppa d’Oro)
Alla Coppa d’Oro la sua azione solitaria in salita non ha concesso replica ai rivali (foto Coppa d’Oro)
Che effetto fa passargli fra gli juniores, la prima categoria internazionale?

La cosa inizia a farsi seria, perché da allievo ti puoi ancora adattare, ma da junior può anche capitare che ti chiami una squadra pro’ oppure una continental. Io sono dell’opinione che bisogna fare i passi giusti. Quindi due anni negli juniores e poi gli under 23. Se però trovi una squadra pro’ che ti vuole seguire durante il percorso fra gli under 23, tanto meglio.

Hai vinto la Coppa d’oro, avevi vinto il campionato italiano, è facile restare con i piedi per terra?

Il fatto di stare con i piedi per terra è un consiglio che mi hanno dato in tanti. Io non mi monto la testa, sono molto umile. Ho vinto un italiano e la Coppa d’oro, ma non sono nessuno, sono sempre lo stesso Ivan.

Sei scalatore. Su Facebook sei amico di Tonina Pantani, la squadra si chiama Il Pirata Official Team. Chi è Pantani per te?

Un grande scalatore, che quando saliva non lo fermavi. E’ bellissimo rivedere le immagini, veramente un grande corridore. Io sono uno scalatore, più per le corse a tappe. In salita mi piace scattare. Ma ancora devo cominciare. Anzi, forse ci siamo pure sbilanciati troppo.