Voci di Giro e la testa sul Tour: l’enigma di Caruso

15.03.2022
4 min
Salva

A un certo punto della Tirreno, tra le voci di cui prendere nota, è saltata fuori quella per cui Damiano Caruso farebbe uno strappo al programma e devierebbe sul Giro d’Italia. Se tanto era stato lo stupore nel sapere che per il 2022 avrebbe fatto rotta sul Tour, la possibilità di riaverlo sulle strade che lo scorso anno lo hanno in qualche modo consacrato, ha fatto drizzare le antenne a tifosi, giornalisti e organizzatori.

Intendiamoci, per ora non è nulla più d’una suggestione, che troverebbe terreno fertile se ad esempio Landa, sentendosi particolarmente sicuro, decidesse di giocarsi tutto sul Tour e in quel caso il Team Bahrain Victorious potrebbe puntare su Damiano in Italia, magari affiancandogli Gino Mader.

Nella crono di Camaiore passivo di 1’06” contro dei veri specialisti
Nella crono di Camaiore passivo di 1’06” contro dei veri specialisti

Apertura sul Giro

Che la sua affermazione all’inizio di un… tranquillo giorno di corsa potesse suscitare qualche curiosità, il siciliano probabilmente se l’aspettava. Non credeva però che la notizia partisse come la pallina di un flipper.

«Ho semplicemente detto – ha sorriso il giorno dopo – che è per ora il programma rimane di fare il Tour, però non si può mai sapere cosa succederà da qui a maggio. Quindi per ora rimaniamo legati al progetto Tour de France senza cambiamenti in vista. Però il periodo è quello che è. Abbiamo visto tanti cambiamenti dell’ultimo minuto legati al Covid e problematiche varie. L’importante sarà farsi trovare pronti, ma detto questo, lungi da me voler creare aspettative».

A Bellante, finale di 8 minuti in salita, anche per lui valori altissimi: sopra i 7 watt/kg
A Bellante, finale di 8 minuti in salita, anche per lui valori altissimi: sopra i 7 watt/kg

Il primo italiano

Però intanto la Tirreno-Adriatico, ben lontana dai suoi primi obiettivi, ha detto che il miglior italiano della classifica generale è stato nuovamente lui (7° a 3’20” da Pogacar). E se anche, come ci ha raccontato, non ha grandi margini di miglioramento atletico, è pur vero che i lavori sulla qualità che ha incrementato nell’ultimo periodo potrebbero permettergli di salire un altro gradino. Non certo di raggiungere i numeri di Pogacar e Roglic, ma di lasciarsi indietro altri brutti clienti.

«Il risultato non rispecchia la condizione – dice – ma vi posso assicurare che stiamo parlando di un ciclismo incredibile. Stiamo facendo tutti i record di tutte le salite, dei wattaggi non comuni. Ci sono 15-20 corridori che stanno pedalando veramente forte, anche se Pogacar sembra di un’altra categoria. Con lui attualmente si corre per il secondo posto, con la consapevolezza che potrebbe vincere anche la Sanremo. Siamo andati come dei treni anche nelle tappe con tanto dislivello. L’obiettivo di squadra era cercare di centrare il podio, visto che eravamo in tre lì vicino e ci siamo riusciti con Landa. Abbiamo giocato bene le nostre carte e approfittato di qualche cedimento. In certe fasi bisogna fare così, non è che si possa inventare sempre chissà quale tattica».

Caruso quinto a Carpegna, 46″ dopo il compagno Landa, arrivato terzo, dietro Pogacar e Vingegaard
Caruso quinto a Carpegna, 46″ dopo il compagno Landa, arrivato terzo, dietro Pogacar e Vingegaard

Fondista a Carpegna

La classifica si è fatta nel giorno di Carpegna, in cui Caruso ha tagliato il traguardo in quinta posizione, a 1’49” da Pogacar, ma solo 46″ alle spalle di Vingegaard e Landa. La sua regolarità è stata quindi in parte premiata.

«La tappa di Carpegna – dice – è stata bella e difficile. Conoscevamo tutti la salita, meno la discesa che all’inizio era sporca e anche un po’ pericolosa. Alle fine sono venute fuori le mie doti di fondista. Per questo sono molto contento, perché mi sono sentito bene insieme ai più forti corridori al mondo. Se andiamo a vedere, nei primi 10 c’era solo gente fortissima, quindi per ora sono più che soddisfatto. E’ l’elite del ciclismo mondiale. Alcuni erano in Italia, pochi altri alla Parigi-Nizza. Stare con loro motiva ed è allenante».

Il programma di Caruso prevede il Tour, ma si apre ora qualche spiraglio sul Giro
Il programma di Caruso prevede il Tour, ma si apre ora qualche spiraglio sul Giro

Direzione Tour

Che però la sua strada porti al Tour lo conferma il sopralluogo fatto alla vigilia della Omloop Het Nieuwsblad sul percorso della quinta tappa, quella del pavé da Lille Metropole ad Arenberg Port du Hainaut.

«La ricognizione è andata più che bene – dice – e l’abbiamo fatta in due giorni. Una proprio sul percorso della tappa e l’abbiamo provata nelle peggiori condizioni possibili, quindi con vento e pavé bagnato. E’ stata utile per trovare la giusta combinazione nel settaggio della bici ed era importante per non arrivare al giorno della gara con qualche sorpresa. Quindi tubolari da 30 a bassa pressione, fra 2,8 e 3 atmosfere. Invece il giorno dopo abbiamo fatto il percorso della Het Nieuwsblad e anche quello è stato interessante. L’abbiamo fatta con i ragazzi esperti del pavé e abbiamo capito che l’andatura con loro è veramente differente. Sarà sicuramente una tappa determinante, perché puoi perdere tutto in un solo giorno».