Si avvicina sempre di più il Blockhaus. La dura scalata abruzzese appare più minacciosa del previsto. Potrebbe essere quasi decisiva ai fini del Giro d’Italia. E non lo diciamo noi, lo sostiene chi un Giro lo ha vinto: Stefano Garzelli.
Domani sulle rampe della Majella che corsa dobbiamo attenderci? Chi potranno essere i favoriti? Ne parliamo proprio con la maglia rosa del 2000, che su quelle strade è stato protagonista in corsa e in allenamento.
Trittico “cattivo”
«Per me – dice Garzelli – è la seconda tappa più dura del Giro e una di quelle decisive. La più dura credo sarà quella della Marmolada, perché arriva dopo altre salite mitiche come Pordoi, che è anche Cima Coppi, e San Pellegrino, perché è un arrivo difficile e perché arriva alla penultima tappa. Entrambe comunque presentano molte difficoltà».
«Per me questa frazione abruzzese non va presa in considerazione da sola, ma come termine di un trittico molto tosto. Ieri c’è stata la tappa di Potenza e oggi quella di Napoli. Quella campana è una frazione particolare. Una frazione che vivrà molto su quel che vuol fare Van der Poel e se lui si muoverà qualcuno lo seguirà. Quindi è un trittico difficile: duro il primo giorno, nervoso il secondo, super tosto il terzo».
Stanchezza docet
Poche frasi per capire come il corridore da corse a tappe non ragiona mai per singola frazione, ma nel suo insieme. Un grande Giro è come un campionato di calcio, in cui a volte bisogna anche sapersi accontentare di un pareggio o mettere fieno in cascina per la partita successiva. Tradotto: se non si è al top bisogna fare di tutto per difendersi.
«Alla luce di queste due frazioni – riprende Garzelli – i corridori arriveranno stanchi alla salita finale. La tappa del Blockhaus misura 5.000 metri di dislivello. Io il Blockhaus lo feci in corsa, ma salivamo da Passo Lanciano. Vinse Pellizotti e io feci secondo battendo Di Luca in volata, loro lo scaleranno da un versante ancora più duro».
«Quelle strade le conosco abbastanza bene in quanto spesso ci pedalavo ai tempi dell’Acqua e Sapone e sentivo Di Luca, i Masciarelli, gli abruzzesi insomma, che parlavano di questo versante. “Mamma mia quanto è duro il Blockhaus da Roccamorice”».
Carapaz favorito?
I girini arriveranno all’imbocco dell’erta finale con 3.500 metri di dislivello. E nella tre giorni ne dovranno superare un qualcosa come 11.700 metri: Everest più Gran Sasso, tanto per restare in Abruzzo!
«Tremilacinquecento metri: è molto dura dunque, per questo dico che per me è uno spartiacque importante per il Giro. Saliranno dal versante dove vinse Quintana, ma quella volta, se ben ricordo, la tappa prima della scalata finale non presentava chissà quali difficoltà. Idem quando la facemmo noi».
«Io vedo molto bene Richard Carapaz. L’altro giorno sull’Etna l’ho visto pedalare con grande facilità. Mi aspetto che la sua Ineos-Grenadiers possa fare il forcing sul primo passaggio, cioè Passo Lanciano e che poi lui possa attaccare sulla salita finale.
«Chi altri vedo bene? Bardet. Non so come possa andare nell’ultima settimana, ma sin qui terrà botta. Vedo bene Landa, Yates e anche Ciccone. Giusto qualche giorno fa ho parlato con Giulio e gli ho detto di ragionare. Di non partire troppo da lontano, di non lasciarsi prendere dalla foga perché corre in casa».
«Chi vedo male invece non saprei dire. Però chi becca una “giornata no” da queste parti rischia di perdere un quarto d’ora. Con una giornata di crisi in una tappa del genere non ti salvi.
«Inoltre si chiude la prima parte di Giro quindi tireranno. Poi c’è il riposo. La settimana successiva, la seconda, non è durissima. Io ho fatto la ricognizione delle frazioni di Torino e Cogne: sì, sono impegnative ma non impossibili. E poi la terza, vabbé… lasciamo stare!».
La prima grande scalata della 9ª tappa, Passo Lanciano: 10,3 km al 7,6% di pendenza media La salita finale, il Blockhaus: 13,6 km all’8,4% di pendenza media
Versante duro
Il Blockhaus, cioè la Majella, presenta diversi versanti. Il Giro ne scalerà due: quello da Roccamontepiano e quello da Roccamorice. Entrambi portano a Passo Lanciano, solo che la seconda volta in cima si continuerà a salire.
«Il primo versante – spiega Garzelli – è duro e lungo. Parliamo di una salita superiore ai 10 chilometri, che non molla mai. E questa è la sua caratteristica principale. Non si sale mai con pendenze impossibili, sempre 7-8%, ma non c’è pausa.
«Mentre la seconda scalata è più dura. Ci sono tratti al 14% e nelle gambe anche la fatica della scalata precedente. Anche per questo mi aspetto il lavoro di una Ineos (o di una Bahrain-Victorious?, ndr) che vogliono sfiancare gli avversari».
Infine a Stefano abbiamo chiesto di Almeida. Il portoghese è nostra curiosità e al tempo stesso incognita.
«Almeida? Beh, l’altro giorno è andato a prendersi un piccolo abbuono in volata ad un traguardo volante, segno che ci tiene. Difficile da dire, a volte certe azioni le fai perché non sei sicuro o magari perché stai davvero bene. Per me però l’ultima scalata al Blockhaus è un po’ troppo dura per lui. E farà parte di chi dovrà difendersi».