Velasco vince in Spagna, per Inselvini e per sua figlia

04.02.2023
4 min
Salva

Simone Velasco non aveva mai vinto così presto. La volta precedente era stata al Laigueglia del 2019, ma si correva il 17 di febbraio. Ieri era il 3 e alla Vuelta Valenciana, il toscano dell’Astana ha battuto Bob Jungels sul traguardo di Sagunto dopo 119 chilometri di fuga.

Poi si è fermato. Ha collegato le gambe al cuore e ha puntato il dito al cielo, dedicando la vittoria a Umberto Inselvini, il massaggiatore dell’Astana Qazaqstan Team, scomparso il 27 gennaio nel ritiro della squadra kazaka.

Umberto Inselvini è morto improvvisamente il 27 gennaio nel ritiro dell’Astana ad Altea
Umberto Inselvini è morto improvvisamente il 27 gennaio nel ritiro dell’Astana ad Altea

L’ultima distanza

Erano tutti ad Altea, nello stesso hotel in cui avevamo incontrato Simone prima di Natale, per l’ultimo ritiro prima delle corse. Negli stessi giorni, chi scrive era in Argentina e l’espressione sgomenta sul volto di Michele Pallini e il dottor Magni a migliaia di chilometri di distanza, aveva fatto capire la violenza del colpo per gli uomini della squadra kazaka.

«Umberto per mia sfortuna l’ho conosciuto solo negli ultimi due anni – racconta Velasco – da quando sono passato all’Astana. Prima non avevo avuto un rapporto stretto come negli ultimi tempi. Umberto era sicuramente una persona riservata, competente e molto rispettosa dei colleghi e tutto l’ambiente. La sua morte è stata una grande perdita per tutto il gruppo, non solo per il team. Quando è successo, eravamo anche noi in Spagna e stavamo facendo la distanza».

Sull’ultima salita, Velasco è rimasto nella scia di Jungels e Gregaard, aspettando lo sprint
Sull’ultima salita, Velasco è rimasto nella scia di Jungels e Gregaard, aspettando lo sprint
Eravate in hotel quando è successo?

Eravamo in bici, era l’ultima distanza, la rifinitura appunto, prima dell’imminente inizio delle gare. Ci è giunta notizia proprio all’inizio dell’ultimo lavoro di giornata. Non avevamo ancora la certezza. Poi quando siamo arrivati in hotel, abbiamo toccato la tragedia con mano ed è stato un forte scossone per tutto il team. Non solo il giorno dell’accaduto, ma anche in quelli seguenti.

Come l’avete superata?

Non possiamo far altro che stringerci forte attorno alla famiglia e fare del nostro meglio per ricordarlo. Dedicandogli ogni vittoria, ogni risultato da qui in avanti.

Pensavi di stare già così bene?

Ho sempre bisogno di qualche gara per carburare un po’ e infatti la prima tappa aveva avvalorato il mio pensiero. Dal secondo giorno ho iniziato a sentire qualche miglioramento e comunque sapevo di aver lavorato bene durante tutto l’inverno. Il secondo giorno in effetti poteva essere la tappa giusta per attaccare, andare all’arrivo e giocarmi il mio jolly. Finché ieri è andata bene. In fuga ci siamo fatti un bel mazzo per portarla all’arrivo e adesso siamo stracontenti.

Per Ciccone si è trattato di un giorno di controllo: ha 3″ su Pello Bilbao e 6″ su Vlasov
Per Ciccone si è trattato di un giorno di controllo: ha 3″ su Pello Bilbao e 6″ su Vlasov
Chi ti faceva paura fra i compagni di fuga?

Sapevo che se fossimo arrivati allo sprint, bene o male sarei stato io il favorito, perché sono veloce. Quindi dovevo cercare di limitare i danni nei punti duri della tappa. Quando ha attaccato Craddock sull’ultima salita di giornata, ho tentennato ad andargli dietro, perché sinceramente, con i due giorni passati, non sapevo se avevo già la gamba buona per seguirlo.

Quindi?

Ho preferito andare su più regolare con Jungels e il ragazzo della Uno X (Jonas Gregaard, ndr) e alla fine si è rivelata la scelta vincente. E’ andata bene così. Jungels sicuramente aveva una super gamba e se è arrivata la fuga, è stato anche per merito suo. Però io me la sono giocata bene e… avanti così.

Ieri sera avete brindato?

Un brindisi non ha mai fatto male a nessuno, quindi abbiamo festeggiato qualcosina, con l’obiettivo di festeggiarne altre, magari nel minor tempo possibile. E poi si brinderà anche a casa, anche con la mia pupa, la mia bimba che finalmente ha visto vincere il babbo. Non ha dovuto neanche aspettare tanto, sono stato un bravo babbo.

A questo punto continuiamo così, avendo capito come si fa?

Bisogna, dai. Speriamo di continuare in questo modo. La stagione è appena cominciata.