Dove è finito Bob Jungels? Quando nel 2018 si prese la Liegi con un attacco da lontano e con il sesto posto al Giro del 2016 sembrava la carta più convincente della Deceuninck-Quick Step, chi poteva immaginare che sarebbe sparito come gli è successo quest’anno? Assieme ad Alaphilippe componeva la coppia d’oro della squadra. Poi ha ricevuto un’offerta importante dalla Ag2R-Citroen che puntava a diventare squadra da classiche, ha accettato, ma non ha mai trovato il bandolo della matassa. Non sarà mica come tutti quelli che lasciano la squadra e di colpo smettono di andare forte?
Come Conci e Aru
In verità no o almeno non per motivi misteriosi. Infatti il 2021 di Jungels è stato complicato a causa dell’endofibrosi iliaca esterna, che lo ha costretto a operarsi: non proprio lo stesso caso, ma assai simile a quelli di Aru e di Conci dopo di lui. Solo che lui il problema l’ha avuto a entrambe le gambe. Così non è stato in grado di farsi vedere nelle Ardenne e non ha partecipato al Tour.
«Mentalmente gli ultimi due anni sono stati duri – ha raccontato a Cyclingnews – ho passato dei momenti difficili. Ma ora vedo la possibilità di vincere di nuovo le mie gare. Ho scoperto che cosa significhi correre nel gruppetto. Ho faticato soprattutto mentalmente. Non ero lo stesso corridore, avevo problemi persino a dormire.
Dolore e frustrazione
Il dolore e la frustrazione, le stesse descritte da Nicola Conci. L’indole del corridore era quella di lavorare per dare il massimo, solo che poi in gara la mancanza di afflusso di sangue nelle gambe vanificava tutto.
«A volte – ha detto – non riuscivo nemmeno a tenere il passo con il gruppo. Ricordo in Catalogna. Ero devastato, perché mi stavo allenando duramente, facendo tutto quello che potevo. E’ stato molto difficile. Ho anche pensato di smettere. Ho sempre corso per vincere, è stato degradante. Ne ha risentito anche il mio carattere. Normalmente sono una persona aperta, ma qualcosa mi impediva di esserlo».
Il suo posto
La diagnosi ha se non altro mostrato la spiegazione che Jungels cercava, mentre l’intervento gli ha offerto una via d’uscita. E così dopo l’intervento, il lussemburghese è tornato in gara nella corsa di casa nel mese di settembre.
«Ero lontano dal mio miglior livello – ha raccontato – ma lentamente ho sentito i benefici. Ho detto al mio allenatore che finalmente sentivo di poter spingere quanto volevo. Spero che l’inverno mi permetta di recuperare il tempo perso e che il prossimo anno io possa riprovare la sensazione di forza di un tempo. Che mi permetta di riprendermi il mio posto nel gruppo».