Van Aert deluso per sé, contento per Stuyven

21.03.2021
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Vederli lì a 50 forse 60 metri ma non aprire del tutto il gas per chiudere. Chissà cosa deve aver pensato Wout Van Aert una volta giunto in Via Roma? Uno dei tre “supereroi” era chiaramente il più marcato in quella situazione, anche perché era il più veloce. Gli altri hanno lasciato a lui l’onere di chiudere su Stuyven e Kragh Andersen, almeno sin quando non si è arrivati al limite e Van der Poel è partito lunghissimo, alla disperata.

Van Aert nelle interviste dopogara
Van Aert nelle interviste dopogara

Tocca a te, amico

Wout è amico di Jasper Stuyven, consideriamo anche questo. «Avevo due scelte: provo a chiudere su Jasper e lui non vince, ma neanche io, e qualcuno ne approfitta. Oppure aspettare ancora che si muova qualcuno. E’ molto difficile tatticamente in quelle situazioni fare la scelta giusta. Poi Van der Poel è partito presto, io l’ho seguito e nel finale anche altri mi hanno saltato».

Questo conferma, come abbiamo scritto ieri, che quando si è “troppo favoriti” difficilmente le cose vanno secondo i piani. La corsa resta bloccata in attesa di una mossa di questo o quel pretendente. Aver disputato una Tirreno-Adriatico a quel livello è stato quasi controproducente se si pensa alla Sanremo scoppiettante che ci si aspettava.

Sulla Cipressa Oomen fa il forcing eVan Aert è in seconda ruota
Sulla Cipressa Oomen fa il forcing eVan Aert è in seconda ruota

Troppi sprinter sul Poggio

Van Aert però ha corso bene per quel che lo riguarda. In fin dei conti è stato l’unico dei tre a fare qualcosa sulla Cipressa. Non direttamente, è chiaro, ma ha messo a tirare Sam Oomen. Lo scalatore olandese ha scandito un ritmo elevatissimo che ha impedito ogni altra azione.

«Volevo proteggermi dagli attacchi (il pensiero è rivolto soprattutto a Van der Poel, ndr). Volevo restare così almeno fino al Poggio. Poi lì chiaramente ci sarebbe stata bagarre».

In fin dei conti Wout la volata se la poteva permettere. E tutto sommato la corsa del belga era stata ideale fino a quel momento. Doveva tenere le antenne dritte sul Poggio. E infatti lo ha preso nelle prime posizioni, pedala composto poco dietro Ganna e non appena si muove Alaphilippe è una gatto a mettersi alla sua ruota. E per un po’ ha anche rilanciato (come si vede nella foto di apertura).

«Andare via con lui – riprende Van Aert – sarebbe stato ideale, tanto più con la presenza in gruppo di tanti velocisti». A partire da Caleb Ewan, che a quel punto era diventato, forse, il pensiero numero uno di Wout. Quello è il momento chiave della sua Sanremo: non essere riuscito ad andare via con Alaphilippe e pochissimi altri. 

Stuyven e Van Aert: passaggio di consegne dopo l’arrivo
Stuyven e Van Aert: passaggio di consegne dopo l’arrivo

Van Aert è già al Nord

Dopo l’arrivo i media soprattutto del Nord Europa “rapiscono” l’asso della Jumbo Visma. Dietro al palco lo intervistano per ore. Al suo fianco ci sono gli altri due del podio e a guardarli in volto Van Aert sembra essere quello più disteso, il più fresco. E tutto sommato il fatto che abbia vinto un suo connazionale e amico lo rincuora dal non essere riuscito a fare il bis. Anche se lui si dichiara deluso.

«Avevo la gamba per vincere, ma la situazione era troppo complicata con un amico là davanti, ma anche con tutti gli altri». 

Dopo la Tirreno con la sua squadra era andato in quel di Imola. Si erano fermati lì. Wout ha percorso magari anche qualche strada del mondiale e devono essergli passate davanti le immagini dei due argenti (crono e strada). Alla Sanremo non voleva un altro piazzamento. Però dal team parlano di un Van Aert sereno e disponibile come sempre, uno dei pochi che non aveva neanche riprovato il finale. Meglio tornarci direttamente con il numero uno sulla schiena.

«Okay non ho vinto – ha concluso Van Aert – ma non bisogna disperare. Alla fine ci sono Fiandre, Roubaix e altre classiche. Mi aspettano tre settimane molto interessanti».