Sensazioni importanti, Bernal torna a ruggire forte

02.02.2024
5 min
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Un terzo posto in un campionato nazionale potrebbe sembrare poca cosa per chi ha nella propria bacheca un Giro d’Italia e un Tour de France, ma la “medaglia di bronzo” di Egan Bernal vale molto (in apertura foto ADN Cycling). E vale molto per Egan stesso. Tutto è riassunto in quella frase che ha detto ai giornalisti sudamericani dopo l’arrivo: «Mi sono sentito l’Egan di una volta».

Nella gara vinta da Osorio, il corridore della Ineos Grenadiers si è ben comportato. E’ sempre stato nel vivo della corsa e non ha giocato di rimessa. Non è arrivato davanti perché era stato in fuga, per dire. No, questo è un terzo posto vero. Di prestazione. La sua rincorsa nel finale, la sua “remuntada”, ha ricordato il Bernal di un tempo, forse per la prima volta dall’arcinoto incidente di due anni fa.

Certezze che tornano

Come si è detto per Alaphilippe, vale la regola che per vedere un campione tornare al vertice dopo un grave incidente serve una stagione intera dopo il fattaccio stesso. E visto come era conciato Egan questa regola vale ancora di più. La stagione di reset Bernal l’ha passata proprio nel recente 2023.

Se all’inizio ha tentennato non poco – ricordiamo i tanti ritiri – poi è riuscito a trovare continuità. E al termine della stagione scorsa in due mesi e mezzo ha messo in fila Tour e Vuelta. E proprio la continuità era quello che gli serviva e che cercava. Era la base da cui ripartire. Come nella preparazione del resto: prima si costruiscono le fondamenta, poi si cerca la prestazione.

Il suo ritorno alle corse stavolta è stato diverso. Bernal non era assalito dal solito dubbio: «Starò bene? Avrò recuperato le mie capacità fisiche?». 

E’ un terzo posto che vale oro, dunque. C’è soprattutto una sua frase detta alla tv colombiana che ci ha colpito e che a nostro avviso va sottolineata. «In corsa non avevo paura. Non avevo paura di spingere in salita e ho affrontato ogni curva al massimo. Prima (riferendosi all’incidente, ndr) correvo così».

«Questo terzo posto significa moltissimo per me. Ho preparato bene il campionato nazionale. La corsa non è andata esattamente come immaginavo però non fa niente. L’importante è che la prestazione sia stata buona e questo mi dà grande motivazione per la stagione. E perché possa essere ad un livello molto alto».

Un suggestivo scatto di Bernal. Se il classe 1997 dovesse tornare ai suoi livelli, sarebbe un bene per il ciclismo (foto Instagram)
Un suggestivo scatto di Bernal. Se il classe 1997 dovesse tornare ai suoi livelli, sarebbe un bene per il ciclismo (foto Instagram)

Entusiasmo colombiano

Archiviate le due prove nazionali (prima della corsa in linea Bernal aveva preso parte anche alla cronometro dove aveva chiuso sesto), è ancora tempo di Colombia. 

Dal 6 all’11 febbraio tornerà il Tour de Colombia. L’entusiasmo è già altissimo. E dopo aver visto un Bernal così lo è ancora di più. Senza contare che a questo entusiasmo per l’atleta di Zipaquirà si aggiunge il ritorno di Quintana, a dire il vero piuttosto opaco nella gara in linea, e di una folta schiera di colombiani pronti poi a spiccare il volo per l’Europa carichi di ambizioni importanti, visto che molti di loro militano in squadre di prima fascia.

«Cosa mi aspetto?», ha continuato Bernal. «Difficile da dire. Però se penso che il circuito del campionato nazionale era così duro per le gambe magari si potrà fare bene al Tour de Colombia».

A Tunja, dove è andato in scena il campionato nazionale, c’era anche un altro grande del ciclismo colombiano: Leonardo Paez. Il fortissimo biker era a bordo strada ed è rimasto colpito dalle velocità impresse dal gruppo e di Bernal in particolare. Leo era in cima alla salita, in prossimità dell’arrivo. Ha visto sfrecciare Bernal come un forsennato, lo ha visto sbucare tra le ali di folla.

E se anche lui si è fatto travolgere dall’entusiasmo dei suoi connazionali, allora vuol dire che veramente qualcosa si sta muovendo. Davvero potremmo aspettarci un nuovo (vecchio) Bernal.

Giro d’Italia 2021, Egan Bernal conquista la corsa rosa
Giro d’Italia 2021, Egan Bernal conquista la corsa rosa

Vuelta sì, Giro forse

C’è poi la questione del programma e un un calendario da scrivere in modo definitivo. O’ Gran Camino e Strade Bianche a parte, Bernal farà solo corse a tappe. Il suo programma è definito per tutta la primavera, più la Vuelta: il grande obiettivo dell’anno, come ha dichiarato.

Deve però decidere quale sarà il suo secondo GT: Giro o Tour? 

«Il Giro d’Italia è un’opzione – aveva detto Bernal in tempi non sospetti – vediamo quale fare tra questo e il Tour. Ma una cosa è certa, quest’anno il grande obiettivo è la Vuelta».

La grande corsa spagnola è l’unica che gli manca per completare la “sacra corona”. C’è persino chi dice che se la dovesse vincere Bernal smetterebbe di correre.

In teoria, viste le dinamiche delle preparazioni ormai accertate, sembra più logico vedere Bernal al Giro piuttosto che al Tour. In questo modo avrebbe più tempo per recuperare. Davvero il Giro, magari corso anche da capitano o con un ruolo importante, potrebbe essere l’ultimo gradino per tornare quello di un tempo. Dopodiché potrebbe lavorare con ferocia e decisione al “progetto Vuelta”.

In più la Ineos Grenadiers ha già ufficializzato le presenze di Thomas, Pidcock e Carlos Rodriguez alla Grande Boucle. E le Olimpiadi, che magari potrebbero interessarlo, non si disputano su un percorso adatto a Bernal. Pertanto non avrebbe tutta questa esigenza di correre il Tour.

Insomma, tirate voi le somme, ma se dovessimo vedere Bernal al Giro non saremmo affatto stupiti. Di certo saremmo contenti. Immaginate il Bernal di un tempo contro Pogacar