Lefevere e Alaphilippe: la pace non scoppia

20.01.2024
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A Calpe, durante la presentazione della Soudal-Quick Step il grande assente era Julian Alaphilippe. Nessuna polemica, almeno non in quella sede, semplicemente l’ex iridato era in Australia per Tour Down Under.

Si è comunque parlato di lui. E lo ha fatto patron Patrick Lefevere. Il francese nelle ultime due stagioni non è stato stellare come ci aveva abituato, ma resta un cardine di questo team. E non va dimenticato che esce da un incidente bruttissimo: la caduta alla Liegi 2022. Davide Bramati stesso ci disse che il 2023 gli sarebbe servito per resettarsi del tutto.

Patrick Lefevere (classe 1955) guida il team Soudal Quick-Step, eccolo durante le interviste a Calpe
Patrick Lefevere (classe 1955) guida il team Soudal Quick-Step, eccolo durante le interviste a Calpe

Julian, Patrick e… Remco

Contestualmente al calo (si spera momentaneo) di Alaphilippe, c’è stata l’esplosione di Evenepoel. Vuelta, mondiali, Liegi… e ora il Tour nel mirino. E al Tour la Soudal-Quick Step ci andrà tutta per il belga. Niente spazio per Julian.

«Non mi piacerebbe vedere un Alapahilippe, che magari sta anche bene, devoto alla causa di Remco al 100 per cento. Credo che il Giro d’Italia sia ideale per lui, per il suo modo di correre».

Poi però sono partite le bordate: «I corridori generosi non vincono e sono poco intelligenti. E Alaphilippe spesso è un corridore troppo generoso. E’ impulsivo e spesso poco intelligente. Deve imparare ad essere più riflessivo». 

Lefevere ha detto che Alaphilippe, già durante questo inverno, ha avuto la possibilità di lasciare il Wolfpack. Diverse squadre hanno cercato di ingaggiarlo: «Un corridore scontento in una squadra è inutile. Ho discusso con lui già in passato. Abbiamo raggiunto un accordo. Mi ha detto: “Patrick, dammi un altro inverno”. Bene, adesso tocca a lui dimostrare di essere ancora forte».

Classe, istinto e grinta non abbandonano Alaphilippe
Classe, istinto e grinta non abbandonano Alaphilippe

Polemiche infinite 

Insomma, come sempre il “vecchio Patrick” non le ha mandate a dire. Ricordiamo che già un anno fa tirò una bordata mica da ridere: «Alaphilippe si mangia gran parte del mio budget. Voglio dei risultati».

Spesso i suoi modi di fare hanno tenuto molti sulle spine, ma alla lunga ha avuto ragione lui. Magari sarà così anche stavolta, certo però che nell’anno olimpico, con i giovani che avanzano in modo prepotente e 31 anni sulle spalle, non sarà così facile per il francese tornare il corridore di un tempo.

E allora guardandola in questa chiave l’idea del Giro potrebbe essere buona per Alaphilippe. Davvero un cambio di programma e di obiettivi potrebbe essere uno stimolo importante. Sia per la testa che anche per il fisico.

In generale Lefereve si è mostrato il solito punzecchiatore. Il grande manager in grado di tenere sotto controllo i suoi ragazzi e di stimolarli. 

A Calpe ha parlato molto di Remco. Delle sue sconfinate possibilità. Del fatto che essere un outsider al Tour e non il favorito come al Giro lo scorso anno può essere un vantaggio. Ha parlato della “non fusione” con la Jumbo-Visma. E su Alaphilippe ha lanciato queste bordate. Ma si sa, il manager belga è così e se conduce da 25 anni una delle squadre più titolate di sempre un motivo ci sarà.

Il francese sulle strade australiane del Down Under, dove sta rifinendo la gamba in vista dei primi impegni europei: Het Nieuwsblad e Strade Bianche
Il francese al Down Under, rifinendo la gamba in vista di Het Nieuwsblad e Strade Bianche

Loulou in Australia

E Alaphilippe cosa dice? Probabilmente fa buon viso a cattivo gioco, ma dallo stato del South Australia ha detto che non è vero che ha chiesto a Lefevere di restare ancora un anno. In ogni caso in un’intervista a l’Equipe, “Loulou” è parso motivato e l’idea del Giro d’Italia in effetti sembra stuzzicarlo parecchio. 

«Non è né una punizione, né una mancata selezione – ha detto Alaphilippe – semplicemente è un altro progetto. Bisognava cambiare e perché non quest’anno? Il Giro mi motiva parecchio. In Italia avrò più libertà e potrò correre di più secondo le mie caratteristiche. E poi ho chiesto io di andare al Giro».

Alaphilippe assicura che sarebbe stato ben disposto ad aiutare Remco e che è un ruolo che aveva già ricoperto durante la Vuelta del 2022. Vede il Giro come un’opportunità, sia per i risultati, che per la preparazione. Tuttavia qualche dubbio ci resta, tanto più che le Olimpiadi arrivano pochi giorni dopo il finale della Grande Boucle e su carta sono perfette per Alaphilippe. Almeno quello “vecchio stile”. Ma chissà, magari avrà ragione lui. E sarà più fresco di molti altri pretendenti.