Trentanove anni lei, quarantuno lui. La stessa maglia blu con la M sul petto e storie incredibili da raccontare. Ieri Annemiek Van Vleuten in Belgio e Alejandro Valverde in Spagna hanno reso indimenticabile il sabato del Movistar Team. Hanno vinto entrambi in volata. Lei, scalatrice, nella classica dei primi muri fiamminghi: la Omloop Het Nieuwsblad già conquistata nel 2020. Lui, alla 136ª vittoria, a capo di una tappa con tre salite finali e l’arrivo in cima nel Gran Camino.


Selezione sul Muur
Dopo il Muur, nella fuga di tre che animava già da qualche chilometro, Annemiek Van Vleuten ha pensato che le sarebbe convenuto arrivare da sola per non essere battuta allo sprint.
La Omloop Het Nieuwsblad delle donne andava avanti a strappi sin dall’inizio. Prima una fuga di sei, con Carbonari (Valcar) e Tomasi (UAE Team ADQ), arrivata fino a 4 minuti e ripresa ai 40 dall’attivo. Poi l’attacco di quattro dal peso specifico superiore, con Reusser, Van Djik, Henderson e il tentativo successivo di Sofia Bertizzolo. Infine il forcing di Annemiek Van Vleuten sul Muur, con la sola Vollering a tenerle le ruote, mentre Lotte Kopecky inseguiva rabbiosa e solitaria.


Il Bosberg non basta
Si sarebbe deciso tutto sul Bosberg e poi semmai in volata, anche se nello sprint a due l’atleta della Movistar ha ammesso di non sentirsi sicura. Eppure, nonostante il suo forcing sull’ultimo muro, Demi Vollering è rimasta lì.
«Il Bosberg era la mia ultima possibilità di andare via da sola – ha raccontato Van Vleuten nella conferenza stampa del vincitore – ma sono rimasta sorpresa che solo una di loro potesse stare con me. Ho parlato con Vollering nel finale, ma lei non voleva dare cambi perché aveva due compagne dietro.
«E’ stato difficile per me, ma ho pensato: “Continua a pedalare”. Per tutta la mia carriera ho cercato di non lasciarmi frustrare da cose che non posso controllare, ma di accettare la situazione e trarne il meglio».


Curva kamikaze
In realtà Vollering viaggiava con un pensiero per la testa. Vincere per dedicare la vittoria ad Amy Pietrers. Dopo il podio ha raccontato quanto manchi nel team in ogni cosa facciano e sarebbe stato bello poterle regalare la vittoria. Ma Annemiek Van Vleuten non lo sapeva e anche se l’avesse saputo, le cose probabilmente non sarebbero cambiate.
«So che sulla carta Vollering è più veloce di me – prosegue il suo racconto – ma anche che divento più veloce io dopo una gara difficile. Ho pensato di sorprenderla e sono entrata come una kamikaze nella penultima curva, la mia sola occasione per arrivare in testa alla rotonda. E’ venuto fuori uno sprint di 600 metri. Lei è uscita dalla mia ruota, ma io avevo ancora un po’ da dare e ho vinto».


E adesso in Spagna…
Passiamo in Spagna, quasi al confine col Portogallo, lungo uno dei tratti più belli del Camino di Santiago, cui la corsa deve il nome. Circa 1.700 chilometri a sud ovest di Ninove, nello stesso giorno ma sulle strade della Galizia, in una paesotto di montagna che si chiama Luintra, Alejandro Valverde ha conquistato la tappa regina del Gran Camino, battendo allo sprint Michael Woods e Ivan Sosa, da quest’anno alla Movistar, con i primi inseguitori a 51 secondi.
Non un finale scontato, dato che a fare la selezione sull’Alto da Moura si è messo anche Jakob Fuglsang, lasciando poi via libera al compagno Woods. E a quel punto, nello scontro fra… vecchietti (41 anni per Valverde, 35 per Woods), ha avuto la meglio la classe del murciano. Che oggi si giocherà la corsa nella crono che per gli ultimi 7 chilometri percorrerà il Camino Francese.


Felicità Valverde
Valverde, che aveva iniziato la stagione ammettendo di sentirsi strano correndo con la scadenza del ritiro a fine stagione, è parso al settimo cielo.
«Sono molto contento – ha detto – è stato fantastico, abbiamo avuto la gara sempre sotto controllo. Siamo partiti per vincere la tappa, poi puoi riuscirci oppure no. Gli avversari erano forti, ma per noi ha funzionato tutto bene. Non conoscevo le ultime salite e sono state tremendamente difficili, soprattutto all’inizio. Sosa ha fatto un ottimo lavoro, poi sapevo di essere più veloce di Woods e Ivan mi ha lanciato in modo fenomenale. E domani (oggi, ndr), sarà ciò che Dio vuole. Sarà una bella crono, per niente piatta. Vedremo come riuscirò a recuperare».
Sabato prossimo i due leoni della Movistar, 80 anni in due, si ritroveranno entrambi alla Strade Bianche, entrambi con buone chance di vittoria. Valverde è arrivato per due volte terzo, nel 2014 e 2015. Van Vleuten l’ha vinta nel 2019 e 2020. Sulle strade di Siena, il Movistar Team avrà due belle carte da giocarsi.