Lo strano esordio di Roglic alla ricerca del ritmo gara

05.03.2022
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Mentre si corre la Strade Bianche, le classiche sono sempre più nel vivo e un po’ tutti hanno iniziato a correre (salvo Van der Poel e Bernal), ci si chiede a che punto sia la preparazione di Primoz Roglic.

Il campione sloveno rispetto allo scorso anno ha già attaccato il numero sulla schiena. Ha preso parte infatti alla Faun-Ardèche Classic e alla Drome Classic, due corse di un giorno a fine febbraio. Due eventi insoliti per lui e così isolati che chiaramente sono parte integrante della preparazione.

Ed è forse la prima volta che vediamo Roglic andare ad una gara per prepararsi. Ha concluso al 26° posto la prima gara e al 28° la seconda. Non troppo lontano dalla testa.

Ne abbiamo parlato direttamente con Mathieu Heijboer, il coach della Jumbo Visma che segue Roglic.

Mathieu Heijboer è il preparatore che segue Roglic da diversi anni (foto Jumbo-Visma)
Mathieu Heijboer è il preparatore che segue Roglic da diversi anni (foto Jumbo-Visma)
Mathieu, quest’anno Primoz ha iniziato la sua stagione un po’ prima del solito. L’anno scorso è partito con la Parigi-Nizza: perché? Vuole un miglior picco di forma in vista delle classiche delle Ardenne?

Volevamo che Primoz facesse una gara per essere più pronto per le prime frenetiche tappe alla Parigi-Nizza (6-13 marzo, ndr). Sebbene l’anno scorso non fosse nei guai, sentiva di aver bisogno di un po’ più di ritmo gara per essere completamente pronto per la Parigi-Nizza, che è sempre molto intensa.

C’è qualcosa che hai cambiato nella sua preparazione? 

No, quest’anno non abbiamo cambiato cose significative nei suoi allenamenti. Ha invece iniziato la preparazione di questo 2022 con un livello migliore rispetto al 2021.

Chiaro, l’anno scorso ha avuto un finale di stagione più lineare… Toglici una curiosità: perché Primoz corre a piedi?

E’ sempre stata parte della sua preparazione. Una sua abitudine. Correre, fare jogging o semplicemente una breve passeggiata al mattino presto sono cose che gradisce.

Stare nel gruppo e “farsi tirare” il collo: di questo aveva bisogno Roglic per completare la preparazione invernale
Stare nel gruppo e “farsi tirare” il collo: di questo aveva bisogno Roglic per completare la preparazione invernale
Quanto è cresciuto il suo “motore” negli ultimi anni?

E’ difficile definire tutto ciò in numeri, ma posso dire che in termini di potenza Primoz sta ancora migliorando in allenamento. Anche dopo essere stato uno dei migliori corridori del WorldTour per diversi anni.

Tu, Mathieu, segui Primoz da vicino: come fai a sapere quando sta davvero bene?

All’inizio della sua carriera con noi, a volte poteva mostrare segni di insicurezza o di non sentirsi bene. Ma negli ultimi anni sembra essere perfettamente in equilibrio. Primoz è sempre felice di salire e scendere dalla bici. Resta modesto quando vince le gare e al tempo stesso è umile e riconoscente quando i suoi concorrenti sono più forti. Perciò non è molto facile trovare segnali chiari nel suo stato di forma, se sia buono o non buono.

C’è qualche lavoro specifico che non gli piace e qualcuno che invece ama particolarmente?

Non esiste uno specifico che non gli piaccia o un altro che gli piaccia davvero. In generale posso dire che le sessioni intensive, i lavori più duri, non sono i suoi preferiti, tuttavia sa bene che sono necessari. Ma di base gli piace davvero stare in bicicletta. Stare all’aria aperta, nella natura. E quindi per me può mantenere questo livello a lungo.

Roglic è sempre sorridente. Chi lo conosce sa che appena può si “rifugia” in famiglia
Roglic (classe 1989) è alla sua 10ª stagione da professionista

E poi la Sanremo…

E’ quindi un fatto l’impenetrabilità di Roglic. A volte anche il suo coach è quasi in difficoltà nell’interpretare il suo stato di forma: chissà come sarebbe difficile il suo lavoro senza i numeri del potenziometro. 

Detto ciò, dalla disamina di Heijboer emergono due elementi: l’esigenza di mettere nelle gambe un po’ di ritmo gara e la stato di partenza migliore del 2022.

Apparentemente le due cose sono contrastanti. Se sta meglio, Primoz non avrebbe bisogno di correre, in realtà però bisogna capire che cosa significhi questo stare meglio. E’ più magro? La sua base aerobica è migliore? E’ migliorato nell’esplosività?

Dall’altra parte c’è l’esigenza di allenarsi un po’ di più. Di fatto Roglic va per i 33 anni e rispetto ai suoi principali contender è un “vecchietto”. E si sa che con il passare degli anni bisogna sempre implementare un po’ il volume di lavoro. Correndo di più Primoz mostra grande intelligenza.

Una cosa è certa: Roglic ha puntato il dito sulla Parigi-Nizza, gli altri sono avvertiti. E poi occhio: è inserito nella lista per la Sanremo, corsa che in carriera ha affrontato una sola volta, nel 2017, quando non era il Roglic attuale. Come la vorrà interpretare? Quali scenari tattici si aprono con Van Aert per la Jumbo Visma?