Remco il saggio pensa al Tour, ma soprattutto alle Olimpiadi

10.01.2024
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CALPE (Spagna) – Un leader. Vero. Formato. Affermato. Così ci è parso come mai prima Remco Evenepoel. Sensazioni avute da come si muoveva in seno alla squadra, al rapporto con i compagni e forse anche con i media. Sembrava più a suo agio. Più spontaneo. Non doveva fare il “duro” come magari aveva lasciato intendere altre volte. E senza Alaphilippe, in Australia, ancora di più ha fatto lui gli onori di casa.

Due giorni fa per Remco e compagni è andato in scena il primo grande lungo della stagione, oltre 200 chilometri, ieri invece giusto una sgambata. C’erano la presentazione della squadra e il successivo “media day”. Dall’alto dello Sky Bar del Suitopia Hotel il belga della Soudal-Quick Step si è concesso ai microfoni.

Con la maglia di campione belga, Evenepoel posa per la sua sesta stagione da pro’
Con la maglia di campione belga, Evenepoel posa per la sua sesta stagione da pro’

Remco il saggio

Una maturazione figlia forse della prima grande sconfitta della carriera, quella del Giro d’Italia, ma anche della caduta e rinascita della Vuelta e anche di successi importanti come la Liegi e il mondiale a crono. Ma forse c’è dell’altro.

E l’altro riguarda le tante voci che hanno coinvolto la sua squadra in autunno. La fusione con la Jumbo, poi quella con la Ineos-Grenadiers, le conseguenti incertezze.

«In realtà – ha detto Remco – è stato un periodo folle, come folle è stato che tutte queste storie abbiano avuto grandi titoli. Dall’esterno la cosa è stata molto più grande di quanto non fosse in realtà. Quindi è stato sorprendente per me vedere così tanti dettagli che non erano nemmeno la verità.

«Poi è chiaro che cerchiamo di elevarci ad un livello superiore con tutti, staff incluso. E si pensi a come migliorare. Ma è così se vuoi essere lassù a combattere con UAE, Jumbo… per i grandi Giri».

Parole da veterano. Remco non nega, ma calma le acque. E se vogliamo si prende la situazione sulle spalle. Anche nella mimica è sempre rimasto tranquillo.

Ormai è un riferimento per i compagni. Eccolo in allenamento sulle strade di Calpe (foto Wout Beel)
Ormai è un riferimento per i compagni. Eccolo in allenamento sulle strade di Calpe (foto Wout Beel)

Tre obiettivi 

Ma poi c’è l’aspetto tecnico, quello più importante. Evenepoel ha detto senza troppi giri di parole che i grandi obiettivi del 2024 sono tre: una buona primavera, comprendendo non solo le Ardenne ma anche la Parigi-Nizza, il Tour de France e le Olimpiadi.

«Quanto è importante la primavera? Dipende, non è solo una scelta personale, ma anche della squadra. Se punti al Tour allora ha avuto ragione anche Vingegaard che ha perso la Parigi-Nizza da Pogacar e poi ha vinto il Tour. Dipende come vuoi arrivare alla tua forma migliore, se fare dei picchi o una progressione.

«Per quel che mi riguarda le classiche sono importanti e ce ne sono alcune che ancora vorrei vincere. Questo darebbe fiducia a me e farebbe stare tranquilla la squadra, vedendo che fila tutto liscio».

Si è parlato di Olimpiadi. Con così pochi corridori al via, la corsa si annuncia molto meno controllabile del solito e questo per un corridore come Remco, che attacca da lontano, senza fare troppi calcoli potrebbe essere un ulteriore vantaggio. Ma questo modo di correre non va sempre bene.

«Chiaro – ha aggiunto il classe 2000 – che è divertente vedermi attaccare, ma in un grande Giro di sicuro non posso correre in quel modo. Fino alle corse di una settimana posso ancora correre come mi piace, ma al Tour e credo anche al Delfinato non potrò fare così».

Remco (classe 2000) esordirà in Portogallo a febbraio con Figueras e Algarve
Remco (classe 2000) esordirà in Portogallo a febbraio con Figueras e Algarve

Ma le Olimpiadi…

Non è ancora chiaro come Remco vorrà affrontare il Tour de France. Di fatto un grande Giro lo ha vinto e se puntasse alla classifica generale non ci sarebbe nulla di strano. Certamente farà così, anche se lui ha detto che sarebbe un successo anche una sola vittoria di tappa. Ma poi afferma anche che la squadra sarà impostata per fare classifica. Fatto sta che in molti ancora pensano che non sia pronto per la Grande Boucle.

Non si tratta solo di watt. Si tratta di tenuta anche di nervi nelle tre settimane, di resistere alla pressione mediatica (e se i giornalisti belgi che erano presenti a Calpe sono il buongiorno, troppa ne avrà Remco in Francia questa estate). Si tratta di avere anche una squadra all’altezza. Ed ecco che, messo tutto insieme, di colpo l’obiettivo Tour diventa Tour più Olimpiadi. E non a torto…

«Ho vinto un grande Giro, dei monumenti, dei titoli iridati, manca la medaglia olimpica e il cerchio sarebbe completo. La cosa buona è che in Francia i due percorsi (crono e strada, ndr) dovrebbero essere adatti a me. Quindi spero di uscire dal Tour davvero bene, sentendomi in buona forma e dare assalto ai due podi olimpici.

«La cosa crudele è che nel ciclismo, il secondo e il terzo posto non contano troppo, il che non è proprio la mentalità olimpica. Ma proprio nella prova a cinque cerchi le cose sono un po’ diverse anche per noi ciclisti».

Nei suoi nove giorni al Giro, il belga è stato nove volte in maglia rosa
Nei suoi nove giorni al Giro, il belga è stato nove volte in maglia rosa

Quel conto aperto

Prima di congedarci dal campione belga, non potevamo non chiedergli del Giro d’Italia. Ha un conto aperto con la corsa rosa, con l’Italia e i tifosi italiani. In molti ancora non hanno digerito le modalità del suo ritiro lo scorso maggio, quando era in maglia rosa.

Il percorso del Giro 2024 è perfetto per Remco, due crono lunghe, nessuna pendenza estrema. Qualche tecnico era persino convinto che dopo la presentazione del percorso Evenepoel sarebbe tornato sui suoi passi e avrebbe scelto il Giro al posto del Tour.

«Non ho guardato bene il percorso del Giro – dice Remco – o almeno non alla sua presentazione, ma ho visto il tracciato successivamente. Sì, poteva essere un buon percorso ma avevamo già preso una decisione ed era quella di fare il Tour de France. 

«Di sicuro un giorno tornerò al Giro per provare a vincerlo perché quello era un obiettivo dell’anno scorso, ma mi è stato portato via in modo innaturale. Ripeto, è un percorso molto bello, ma è bello anche quello del Tour».