Quei 55 giorni di stop non hanno scalfito la grinta di Masnada

22.07.2022
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Dopo avervi raccontato della distanza fatta con Gianluca Brambilla, sentiamo anche Fausto Masnada. Il corridore della Quick Step-Alpha Vinyl  è ancora in quota. Sta lavorando sodo e da Livigno giungono notizie che lo danno in grande spolvero.

Masnada era partito fortissimo ad inizio stagione. Aveva vinto, e bene, in Oman e sembrava finalmente che potesse dimostrare una volta per tutte il suo valore. Aveva passato un buon inverno e tutto filava liscio. Poi qualcosa si è inceppato.

Il bergamasco (classe 1993) ha vinto la quarta tappa del Tour of Oman ad inizio stagione ed è finito secondo nella generale
Il bergamasco (classe 1993) ha vinto la quarta tappa del Tour of Oman ad inizio stagione
Fausto, dicevamo. Eri partito alla grande in Oman. Poi cosa è successo?

Ero andato al UAE Tour e nel finale della corsa ho iniziato a non essere al top. Sono andato sul Teide e da lì al Catalunya. Ma sentivo che non stavo bene. Avevo sensazioni strane. Facevo fatica a recuperare. E infatti avevo una bronchite. Ho fatto sette giorni di antibiotici, ma ancora nulla. I medici della squadra per vederci meglio mi hanno fatto fare delle analisi ed è emerso che avevo la mononucleosi

E cosa hai fatto?

Riposo totale. Sono stato fermo 55 giorni.

Cinquantacinque giorni! Sei dovuto ripartire da zero?

Sì, ho ricominciato da capo, come se fosse la preparazione invernale. Sono risalito in sella a fine aprile. Da lì sono andato in altura sul Bernina e poi ho ripreso a correre al Giro di Svizzera, prima, e all’italiano, poi.

Come si fa a non mollare di testa? Come si fa a tenere dritta la barra?

E’ difficile. Ti devi concentrare e credere in te stesso. Non deve mai mancare la voglia di dimostrare quanto vali. I messaggi di supporto sì, fanno piacere, però è solo con te stesso che puoi superare l’ostacolo. Io almeno l’ho vissuta come una cosa personale. Serve molta forza interiore che ti permetta di superare ogni problema e raggiungere i nuovi obiettivi.

Quando Masnada sta bene se la può giocare con chiunque. Eccolo al Lombardia del 2021 con Pogacar
Quando Masnada sta bene se la può giocare con chiunque. Eccolo al Lombardia del 2021 con Pogacar
Come hai ripreso? Ci racconti quella prima uscita in bici di fine aprile?

Ero a Monaco, a casa, dove sono sempre rimasto. E’ stata una ripresa molto blanda, ma peggio rispetto alla ripresa invernale di fine novembre. Lì riparti che stai bene, io invece venivo da una malattia. Ero spaventato. Fino alla settimana prima ancora ero malato. Ogni tanto andavo a camminare e dopo 40′ dovevo fermarmi per la stanchezza. Temevo che mi succedesse la stessa cosa in bici. Temevo di rivivere quelle sensazioni e di tornare a casa dopo un’ora.

Invece?

Invece ho faticato sì, ma non era quella sensazione di sfinimento, profonda. Ho fatto un’ora e mezza e alla fine ero super contento, come dopo una vittoria. Fortunatamente i dottori mi hanno dato il tempo necessario per rimettermi in sesto.

E poi?

Poi piano, piano mi sono ripreso e a maggio sono andato in ritiro sul Bernina con Cattaneo e Bagioli che stavano preparando il Tour de France. Sono stato lassù 21 giorni, prima di rimettere finalmente il numero al Giro di Svizzera.

Bramati ci ha detto che stai andando fortissimo…

Sto molto bene, è vero. Sento di aver recuperato le energie giuste. Ma l’allenamento è una cosa e la corsa un’altra. Io sto dando il massimo, ma solo con l’allenamento non puoi fare l’esatto punto della tua condizione, non puoi davvero sapere quanto tu sia sul pezzo. Tante volte fai sacrifici, ma non vengono ricompensati.

Quando rientrerai alle corse?

A San Sebastian (il 30 luglio, ndr). Poi da lì andrò alla Vuelta Burgos.

Masnada con il compagno, e iridato, Alaphilippe in ritiro a Livigno
Masnada con il compagno, e iridato, Alaphilippe in ritiro a Livigno
E la Vuelta?

Non so, non posso dirlo adesso. L’idea c’è, ma in squadra siamo in molti a volerla fare e bisognerà attendere la formazione ufficiale.

A San Sebastian ci vai per aiutare o con qualche velleità personale?

Vedremo dalla condizione, perché alla fine è la strada che conta, ma sono in una squadra in cui ci sono molti campioni. A San Sebastian per esempio ci saranno Evenepoel e Alaphilippe. Farò ciò che mi sarà detto, rispettando le gerarchie. 

Quest’anno dopo la bella vittoria in Oman hai pensato che potesse essere davvero la stagione buona per mostrare chi sei?

Ogni anno cresco e miglioro aspetti che magari trascuravo e questo si acquisisce con l’esperienza e con il correre. Negli ultimi due anni mi è mancata la continuità. Lo scorso anno ha avuto una tendinite al Giro che mi ha costretto al ritiro. Poi in preparazione della Vuelta mi sono fratturato l’osso sacro, quest’anno la mononucleosi… La crescita c’è, ma anche i problemi fisici ci sono. Fortunatamente ho un team che riconosce il mio impegno e la dimostrazione è il fatto che ho prolungato con loro fino al 2024. E avere l’appoggio del team in questa situazione è importante.

Si guarda avanti. Sempre…

Io spero che le cose vadano bene per una stagione intera. Mi piacerebbe fare due grandi Giri nello stesso anno perché quelli ti cambiano molto. Ti danno prestazione fisica, porti il tuo corpo al massimo. Quest’anno, siamo a luglio, e ho 15 giorni di corsa, una bella differenza.