Parigi-Nizza passaggio obbligato per chi punta al Tour?

06.03.2023
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Con lo sprint vittorioso di Merlier, ieri si è aperta la Parigi-Nizza. “Sorella” della Tirreno-Adriatico, che invece scatta fra qualche ora. Questa gara è spesso, molto spesso, il primo banco di prova dei contendenti al Tour de France. Questo non significa che già la lotta sia tra i super protagonisti, ma chi aspira alla maglia gialla della Grande Boucle è al via. Quasi come fosse un dogma esserci. Anche se Pogacar nelle ultime stagioni ha smentito questa regola.

Oggi vediamo appunto Pogacar (nella foto di apertura) e Vingegaard, ma alla Parigi-Nizza prima di loro ci ha messo il naso anche Vincenzo Nibali, quando lo Squalo appunto mirava al podio del Tour. A scortarlo sulle strade di Francia c’era il suo direttore sportivo Giuseppe Martinelli.

Giuseppe Martinelli con Vincenzo Nibali. Nel 2014, quando lo Squalo vinse il Tour, alla Parigi-Nizza fece tanta fatica e fu 21° nella generale
Martinelli con Nibali. Nel 2014, quando lo Squalo vinse il Tour, alla Parigi-Nizza fece tanta fatica
Giuseppe, perché solitamente chi punta al Tour va alla Parigi-Nizza?

Perché alla Parigi-Nizza c’è sempre qualcosa che poi si troverà a luglio sulle strade del Tour. E’ un po’ come il Delfinato d’estate. Sono le stradine della Francia, un pezzo di percorso, un modo di correre, il vento… Insomma la Parigi-Nizza è già un piccolo Tour.

Una volta si diceva che si andava in Francia anche per trovare alleanze in vista dell’estate. Magari si aiutava una squadra più piccola a portarsi a casa una tappa in cambio di un favore d’estate. Oggi forse tutto ciò è impossibile.

No, non si va per le alleanze. Non succede più. Oggi ognuno ha la “testa nella sua mangiatoia”. Certe alleanze semmai nascono sul momento in base alle situazioni di corsa. E solo se ci sono obiettivi comuni. Ma non ci si va appositamente. Negli ultimi tempi non ho più sentito che questa o quella squadra la mattina in hotel magari si parlano.

Meteo avverso, vento, nervosismo, il vallonato francese… s’iniziano a prendere le misure col Tour. Qui il gruppo ieri verso La Verrière
Meteo avverso, vento, nervosismo, il vallonato francese… s’iniziano a prendere le misure col Tour. Qui il gruppo ieri verso La Verrière
Come dicevamo non è più quel ciclismo.

Ma sì, e poi oggi abbiamo mille strumenti che ci dicono come potrà andare la corsa, mille stratagemmi per capire come fare e se il percorso è più o meno adatto.

Hai detto che lungo il percorso della Parigi-Nizza capitava sempre qualcosa del Tour successivo: era anche un’occasione per fare dei sopralluoghi?

Assolutamente sì (l’Astana all’epoca ne approfittò per andare a vedere la tappa del pavé, che poi si rivelò decisiva per Nibali, ndr). Pensate come ragionano gli organizzatori del Tour: visto che questa estate si andrà sul Puy de Dome, alle squadre selezionate per la Grande Boucle la scorsa settimana è arrivata un’email in cui dicevano che avrebbero messo a disposizione un treno per andarlo a visionare durante il Delfinato, visto che non ci si può andare da soli in macchina.

Ieri nella prima tappa a La Verrière, Tim Merlier ha battuto Bennett, Pedersen e Kooij
Ieri nella prima tappa a La Verrière, Tim Merlier ha battuto Bennett, Pedersen e Kooij
Hai parlato di percorso, ma se c’è un tracciato che tra Parigi-Nizza e Tirreno ti favorisce nettamente vai comunque alla gara francese in ottica Tour?

Si valuta, ma se avevi battezzato il Tour andavi lì per assaporare le sue strade. Se invece parliamo del Pogacar della sua situazione vi dico che lui, per me, sta tentando di vincere un po’ tutto. La Tirreno l’ha vinta, ora nella sua bacheca vuol mettere anche la Parigi-Nizza. Ha vinto il UAE Tour ed è andato in Andalusia. Tadej ha bisogno di questo pizzico mentale, di questa inventiva stimolante.

Però pensando a Nibali soprattutto, ma non solo lui, a volte non si è in forma in quel periodo. E tutto si complica. C’è il rischio di non uscirne bene?

Alla Parigi-Nizza si è sempre fatto tanta fatica. Anche Vincenzo ne ha fatta e per questo non riuscivamo a trovare il bandolo della matassa e la fatica era amplificata. Le tappe nei primi giorni sono piatte, ma c’è un grande stress. Poi magari s’incontra anche il vento nelle zone del Nord. Le ultime tre, quattro tappe invece hanno delle salite. Salite che però non sono in stile Tirreno, come i muri o l’arrivo in quota. Sono salite veloci, più stressanti. Non era così raro che la sera Vincenzo ti mandasse a quel paese e ti diceva: «Martino, era meglio andare alla Tirreno». Tirreno che tra le altre cose ha anche meno trasferimenti. Il territorio della Parigi-Nizza è molto vasto, quello della Tirreno è più raccolto. 

La UAE Emirates di Pogacar e la Jumbo-Visma di Vingegaard (entrambi riconoscibili) già si sono marcati stretti nella prima tappa di ieri
Pogacar e Vingegaard (entrambi riconoscibili) già si sono marcati stretti nella prima tappa di ieri
Ieri è partita questa bellissima corsa, il Martinelli appassionato  più che il tecnico, come la vede? E’ già uno scontro totale tra Pogacar e Vingegaard o si nasconderanno un po’?

Sono due corridori diversi da tutti gli altri. Si rispettano ma se possono darsi le botte se lo danno! Per me ci arrivano senza volerlo, con una condizione molto buona, forse più di quello che si aspettavano. Pogacar lo abbiamo visto nelle prime gare. Vingegaard l’ho osservato al Gran Camino e va davvero forte. Forte come mai prima. Ha acquisito una fiducia in sé stesso unica. Ha fatto numeri in-cre-di-bi-li (lo dice scandendo le sillabe, ndr). Di contro si ritrova “tra le scatole” un Pogacar che non si aspettava. Io penso che sarà un bel duello.

Quindi non si nasconderanno. Secondo te ci può stare che Pogacar abbia detto all’ultimo della sua partecipazione per deviare un po’ l’attenzione? E magari Vingegaard e la Jumbo-Visma sapendo che lui non c’era si sarebbero preparati diversamente?

Non penso, questi due sono un bene del ciclismo. E lo dico da appassionato. Non credo di sbagliare se dico che Pogacar vuol vincere tutto. A lui piacere correre… E vincere!