Pellizotti si gode la Bahrain della “giovine Italia”(e non solo)

16.12.2023
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ALTEA (Spagna) – Quanti progetti, quante novità per la Bahrain-Victorious. Un mercato più forte sia in uscita che in entrata, tre contro sei, che però ha portato diverse novità: nuovi ruoli, atleti con altri obiettivi e responsabilità. Un corposo rimescolamento di cui parliamo con Franco Pellizotti. 

Il direttore sportivo friulano si siede con noi per parlarne. Ormai è sera, quasi ora di cena. Anche oggi i ragazzi si sono allenati sodo, hanno sbrigato i massaggi e tutto sembra procedere nella tranquillità della routine. Routine che in questi casi è sinonimo di buon lavoro.

Franco Pellizotti (classe 1978) è uno dei direttori sportivi della Bahrain-Victorious
Pellizotti (classe 1978) è uno dei direttori sportivi della Bahrain-Victorious
Franco, abbiamo notato un bel gruppo, un gruppo collaudato. Due partenze importanti, come quelle di Landa e Milan, ma nel complesso siete stati forse la WorldTour che ha cambiato meno. Sono arrivati tre giovani: Bruttomesso, Pickering e Traen…

Dal mio punto di vista, la partenza che ci farà più soffrire è quella di Jonathan Milan. Mikel ci ha dato tanto e può dare ancora molto, però da quel punto di vista siamo ben coperti con Pello Bilbao che sta dimostrando di crescere anno dopo anno. Mi sembra che lui abbia trovato la propria dimensione. E poi abbiamo giovani come Santiago Buitrago, che presto farà il salto di qualità. E quindi dico che Jonathan è quello ci mancherà di più, anche perché a differenza di Landa era più giovane e ci si poteva lavorare in ottica futura.

E gli innesti, soprattutto quelli italiani?

Come avete detto, siamo un bel gruppo. Gli innesti diciamo che sono stati tre più due, per i due mi riferisco ad Antonio Tiberi e a Nicolò Buratti, inseriti nel corso dell’anno. Nicolò mi ha colpito molto per come si è inserito. Bravissimo. Quando parti così, sono convinto che è tutto più facile. Se ti arrivano dieci corridori nuovi, devi iniziare a lavorare da zero, devi conoscerli e loro devono conoscere la squadra. Così invece il gap è molto piccolo. Il terzo italiano è Alberto Bruttomesso, che è arrivato adesso.

Quest’anno dovrai fare anche tu da chioccia! E’ arrivato anche Sonny Colbrelli come diesse…

Sonny si sta integrando bene già di suo. Qui è di casa. Chiaro che quando passi “di qua” ti accorgi che c’è molto da fare. Ma vedo che si sta rimboccando le maniche benone e con voglia.

Buratti (classe 2001) è stato inserito la scorsa primavera. E’ passato dal CTF alla Bahrain in aprile. Il suo esordio? Alla Freccia del Brabante (foto @charlylopezph)
Buratti (classe 2001) è stato inserito la scorsa primavera. E’ passato dal CTF alla Bahrain in aprile. Il suo esordio? Alla Freccia del Brabante (foto @charlylopezph)
La colonia italiana alla Bahrain resta forte. Oltre ai più esperti Caruso e Pasqualon avete un manipolo di ragazzini italiani…

Collaboriamo con il CTF. Crediamo molto nei ragazzi italiani, a differenza magari di tanti che pensano che in Italia il livello sia basso…

Beh, molto dipende dall’attività under 23 che si fa. Al CTF l’obiettivo non è il circuito del martedì, con tutto il rispetto per questa tipologia di gara…

Esatto e per questo abbiamo deciso di lavorare con loro. I ragazzi che escono dal CTF hanno già una certa disciplina quando arrivano da noi. Si vede che hanno una certa impostazione professionale. Alberto Bruttomesso è un ragazzo molto giovane, per esempio, è molto acerbo ma ha anche ampi margini. 

Cosa significa che è più acerbo?

Che deve crescere, soprattutto fisicamente. Sono convinto che tra i dilettanti non si è spremuto per niente. E questo è buono. Anche a vederlo in bicicletta: ha un bel fisico, però se messo vicino ad un atleta che è pro’ da un po’ di anni, noti che deve ancora crescere, che deve formare la gamba. Secondo me lui stesso deve capire fin dove può arrivare. Quest’anno ha vinto molte volate, ma credo che lavorandoci bene, possa ottenere qualcosa in più anche in corse non solo per velocisti.

E Zambanini?

Zamba” è cresciuto parecchio in queste due stagioni. Ha completato due grandi Giri. Anche in questo caso c’è molto da scoprire. Ha fatto un primo anno secondo me al di sopra delle aspettative e un secondo in cui invece si è trovato sempre a rincorrere, soprattutto per motivi di salute. Lui lo scatto lo deve fare soprattutto mentalmente: è un ragazzo molto timido. Si abbatte facilmente e questo un po’ lo penalizza. Se riusciamo a trovare il giusto equilibrio, può dare veramente tanto.

Non solo crono: Tiberi va (e deve andare) forte anche in salita se vuol puntare al Giro. Ma Pellizotti non ha dubbi: emergerà
Non solo crono: Tiberi va (e deve andare) forte anche in salita se vuol puntare al Giro. Ma Pellizotti non ha dubbi: emergerà
Poi c’è Tiberi con questo Giro d’Italia all’orizzonte…

Antonio è giovane, ma ha già parecchia esperienza. Lui non lo scopriamo adesso. E’ passato professionista con molte aspettative. E’ arrivato a metà anno, i primi mesi gli sono serviti per integrarsi con la squadra, con l’allenatore nuovo. E non era facile nel pieno della stagione. Ha fatto un’ottima Vuelta, anche se ha avuto alti e bassi, legati ad alcuni problemi alla schiena. E infatti stiamo lavorando anche su questo. Mi diceva che era una questione che si portava dietro da un po’. E infatti appena si è conclusa la stagione abbiamo iniziato a lavorarci su con i nostri fisioterapisti, per rinforzare un po’ la catena posteriore, l’elasticità. Ai tifosi italiani Antonio potrà dare grandi soddisfazioni.

Parlando più in generale della squadra, Franco, in questo ritiro sentivamo parlare di gruppi. Li avete divisi in corridori da corse a tappe e in corridori da classiche?

Qui c’è il gruppo che dovrà partire in Australia e quelli che invece partiranno un po’ dopo. I primi sono più avanti e magari messi assieme porterebbero i secondi a spingere un po’ troppo.

Da chi possiamo aspettarci belle cose?

Per il Belgio, e non solo, c’è Matej Mohoric, che è il nostro faro. Ma penso anche a ragazzi come Nikias Arndt, nel fiore degli anni, che quest’anno potranno mettersi in mostra. Poi c’è Pasqualon, che ha un’esperienza grandissima e potrà essere decisivo sia per se stesso, che per la Bahrain-Victorious. Quest’anno era al primo anno con noi e si è trovato molto bene, così come noi ci siamo trovati benissimo con lui. E poi i soliti nomi, le certezze: Pello, Damiano… Ah, per il Belgio mi ero dimenticato Fred Wright. Sono già due anni che entra nella top 10 al Fiandre. E’ caduto alla Roubaix, quando era messo bene. Questo ragazzo ha dei numeri veramente importanti. Lo stiamo aspettando. Se dovesse presentarsi alle gare con la giusta condizione fisica e mentale potrebbe andare molto forte. E per me non sarebbe una sorpresa.

Non solo giovani: Pellizotti può contare anche su due esperti quali Damiano Caruso e Andrea Pasqualon
Non solo giovani: Pellizotti può contare anche su due esperti quali Damiano Caruso e Andrea Pasqualon
Con un Giro che parrebbe non avere dei super big, Santiago non potrebbe pensare in grande?

Certo, a parte le due cronometro, ci sono anche molte salite. Ogni anno è cresciuto ed è arrivato il momento di pensare alla classifica generale. Per ora abbiamo delle long list, ma al Giro abbiamo già  Damiano e Antonio. E noi dobbiamo essere coperti anche al Tour e alla Vuelta.

Con tanti corridori non è facile fare le formazioni e farli ruotare tutti?

No! Siamo in 27 per essere precisi. Mi ricordo ai miei primi anni da pro’: una squadra era formata da 16 corridori e si riusciva a fare tutto il calendario lo stesso. Okay, il ciclismo è cambiato però è anche vero che le squadre sono più grandi in tutto, ma per assurdo in certi momenti avresti bisogno di qualche corridore in più fra le tante gare, i malanni, gli acciacchi… 

Per curiosità, ma in un anno un direttore sportivo riesce a dirigerli tutti almeno una volta?

No, sembra strano ma è così. Tanti corridori li vedi qua e poi li rivedi ancora qui, ma il prossimo anno…