Parte la Vuelta e si rivede Kuss, ultima maniglia per la Visma

16.08.2024
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«Vincere la Vuelta – dice Kuss, americano di 29 anni – è stato un’esperienza davvero speciale, soprattutto se penso a quello che ha significato per me come corridore. Per il resto, non credo che mi abbia cambiato molto come persona. Certo, quando hai successo nello sport, ti aspetti sempre di più o ti concentri di più. Però in un certo senso questo rende le cose più difficili. Da una parte è bello avere il riconoscimento, ma si tratta sempre di trovare un equilibrio».

Domani Lisbona ospiterà il via della Vuelta e il vincitore uscente è ricomparso dopo un lungo periodo di silenzio in quota e la vittoria alla Vuelta a Burgos che gli ha dato tanto morale. Lo scorso anno Sepp Kuss era un gioviale e generoso gregario, capace di interviste di sconfinata umanità. Accompagnò Roglic alla vittoria del Giro e subito dopo Vingegaard alla terza maglia gialla. E quando tutti si stupirono perché sarebbe andato anche alla Vuelta, lui la Vuelta la vinse, passando alla dimensione di vincitore di un Grande Giro. Va bene, la vittoria gliela avranno anche lasciata i due illustri compagni, ma nella fuga verso l’Observatorio Astrofísico de Javalambre che gli permise di conquistare il primato ci entrò lui e alla fine la maglia rossa appesa idealmente sul camino resta un trofeo ampiamente meritato.

Dopo il Giro con Roglic e il Tour con Vingegaard, la Vuelta 2023 vide la vittoria della Jumbo con Kuss, scortato dai due compagni
Dopo il Giro con Roglic e il Tour con Vingegaard, la Vuelta 2023 vide la vittoria della Jumbo con Kuss, scortato dai due compagni
Eri mai stato a Lisbona?

C’eravamo stati in vacanza, ma questa non sarà una vacanza. Fu davvero bello e in qualche modo sarà bello anche questa volta, perché le prime tre tappe saranno perfette per entrare nel vivo della gara. Una cronometro relativamente breve (12 chilometri, ndr) e poi alcune tappe più semplici ci daranno il ritmo e metteranno un primo ordine nella classifica.

Lo scorso anno alla partenza dicesti che i due favoriti sarebbero stati Roglic e Vingegaard: come sarà ora che loro non ci sono?

Primoz ci sarà, ma con un’altra maglia (sorride cogitabondo, ndr). L’anno scorso è stata una circostanza unica. Essendo loro i leader della squadra, sicuramente all’inizio tutti guardavano loro e io sono riuscito a infilarmi in quella fuga che si è rivelata molto decisiva. Quest’anno senza loro due sarà diverso. Non voglio dire che c’è più pressione, ma non c’è nessun altro che possa aiutarmi e io non posso contare su due dei migliori corridori da corse a tappe al mondo. Questo darà alla corsa un’altra impostazione.

Hai vinto la Vuelta a Burgos, questo significa che arrivi nella forma che speravi?

Sì, penso che la mia forma sia piuttosto buona. Sono stato sorpreso di andare così forte a Burgos, ma è bello quando le cose vanno bene in modo inatteso. Non correvo da due mesi, dal Delfinato. Non vincevo dalla Vuelta dello scorso anno, quindi di sicuro da quella vittoria ho avuto una bella spinta mentale. In ogni caso però in un Grande Giro è sempre diverso. La cosa più importante è che mi sento abbastanza fresco per questa Vuelta. A questo punto della stagione quel che conta è essere forti e recuperare bene.

Alla Vuelta a Burgos, Kuss vince la tappa di Lagunas de Neila, con dedica al bimbo in arrivo
Alla Vuelta a Burgos, Kuss vince la tappa di Lagunas de Neila, con dedica al bimbo in arrivo
In ogni caso hai vinto in condizioni ambientali simili a quelle che si troveranno alle Vuelta.

Sono molto contento di questo. Quando ho vinto a Lagunas de Neila è stata una giornata dura, soprattutto a causa del caldo. Sulla salita finale ho fatto parecchia fatica, ma volevo provare almeno una volta. Quando ho visto che avevo preso vantaggio, ho dato il massimo. Sono contento che abbia funzionato e voglio ringraziare i miei compagni di squadra per tutto il lavoro che hanno fatto.

Non ti consideri il favorito, ma come ci si sente a partire con il numero uno?

Davvero bene. E’ un onore essere di nuovo qui come vincitore uscente e voglio fare del mio meglio per onorare questo fatto, con tutto ciò che ne consegue. Insomma (sorride, ndr), non vedo l’ora. Mi piace sempre correre la Vuelta. Vivo ad Andorra, mi sento un po’ spagnolo anche io. Le persone lungo il percorso sono molto carine, cantano il mio nome e mi fanno sentire apprezzato. Questo è uno dei motivi per cui sono davvero emozionato di correre la Vuelta. E farlo da campione uscente sarà un altro motivo di orgoglio.

C’è tanto scetticismo da parte del pubblico sui corridori che vengono fermati ancora per il Covid, puoi dirci come mai sei stato costretto per questo a saltare il Tour?

In realtà è stato davvero strano. Le altre volte che ho preso il Covid, non è mai stato un problema. Solo pochi giorni di malessere e poi ho sempre potuto continuare con la mia vita. Questa volta invece ci ho messo tanto tempo, anche solo per recuperare la miglior efficienza dei polmoni. Sono stato incredibilmente affaticato per diverse settimane, quindi a quel punto non avrei nemmeno potuto immaginare di iniziare il Tour de France. Fortunatamente alla fine tutte le complicazioni sono passate ed è arrivato finalmente il momento in cui tutto ha ricominciato a funzionare. E ora mi sento normale.

E’ stato difficile restare concentrati sulla stagione?

Posso dire certamente che saltare il Tour sia stato per me molto deludente, ma non ero nello stato d’animo e fisico di pensarci come a una concreta possibilità. Ho dovuto prendere tanti antibiotici e questo mi ha buttato giù parecchio, per cui una volta che mi sono fatto una ragione di dover stare fermo, ho iniziato a concentrarmi su quello che avrei potuto fare dopo. E la Vuelta era chiaramente la possibilità principale.

Tornando alla Vuelta, la UAE Emirates e la Red Bull-Bora hanno squadre fortissime, pensi di potergli tenere testa?

Vero, hanno team super forti, però penso che la Vuelta sia una corsa diversa dal Giro e soprattutto dal Tour. Ovvio che la squadra serva, non voglio dire il contrario, ma qui spesso ci sono salite finali così ripide che le strategie passano in secondo piano e tutto si riduce al confronto fra chi ha gambe e chi no. Ma è anche vero che ci sono molte tappe in cui può essere complicato se quei team così forti hanno più corridori a disposizione nei momenti salienti della corsa. Ci sono sempre situazioni in cui le cose possono essere un po’ meno controllate. Quindi, in sintesi tutto ciò significa che ci saranno più corridori da tenere d’occhio e che bisognerà essere intelligenti e forti nei momenti giusti.

Con il via dal Portogallo, come vedi l’equilibrio in casa UAE Emirates: Almeida sarà uno dei favoriti?

Penso di sì. E’ un corridore che va forte in tutte le gare che fa. Al Tour de France è stato super forte accanto a Pogacar. E penso che quest’anno alla Vuelta, proprio per il fatto che si parte qui dal Portogallo, avrà delle motivazioni in più. Quindi non so come siano organizzati nella loro squadra, ma credo che Joao sarà un grande favorito.

Com’è il tuo rapporto con Roglic e come sarà correre contro di lui?

Abbiamo un bel rapporto. Certo, ora siamo avversari e penso che a qualsiasi gara partecipi, Primoz sia sempre un grande rivale e uno dei principali favoriti. Perciò sono sicuro che tutti guarderanno a lui. Poi ammetto che soprattutto all’inizio sarà strano. Quando sei abituato a stare nella stessa squadra con qualcuno per così tanto tempo (i due sono stati compagni di squadra dal 2018 al 2023, ndr), ritrovarlo come avversario non sarà immediato.

Tanti utilizzano la Vuelta come preparazione per il mondiale, che sarà anche duro: pensi che sarà così anche per te?

Direi proprio di no. In quei giorni mia moglie dovrebbe partorire e penso sia meglio che io mi faccia trovare a casa.

Hai parlato di salite molto dure, ne vedi una in particolare?

Penso che il Cuito Negro, arrivo della quindicesima tappa, sia la più temibile. Però anche il Picon Blanco è davvero duro, esposto e molto ripido. E soprattutto sarà l’arrivo della ventesima tappa, saremo tutti belli stanchi.

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Il via con una crono

Di più non dice. Un po’ perché se nasci gregario, fai fatica a recitare da star. E un po’ perché Kuss ha capito da un pezzo che lasciare ad altri il peso della corsa sia il modo migliore per approfittare di eventuali passaggi a vuoto e infilarsi come il piccolo cuneo che con due colpi giusti spacca anche il tronco più grande.

Si comincia domani a Lisbona, con la partenza del primo corridore alle 16,23 da Praca do Imperio e l’arrivo a Oeiras dopo 12 chilometri. Strada costiera, un paio di avvallamenti e semmai il rischio di vento. Alla Visma-Lease a Bike non lo dicono, ma puntano forte con Wout Van Aert, bronzo a Parigi. Con la minaccia di Tarling che vorrà rifarsi proprio per la foratura e la delusione olimpica.