Matej Mohoric è tornato a vincere, non una gara in linea, bensì una classifica generale, più precisamente quella della CroRace. La corsa a tappe croata, che si è conclusa domenica 2 ottobre, ha permesso allo sloveno di riassaporare il piacere del gradino più alto del podio. Il vincitore della Milano-Sanremo di quest’anno però non si monta la testa e guarda cautamente agli appuntamenti di fine stagione. Lo abbiamo intercettato mentre era in viaggio con la sua squadra, il Team Bahrain Victorious, verso il Gran Piemonte (che si corre oggi, ndr). Sabato Mohoric correrà anche il Lombardia, ultima monumento della stagione.
Doppietta italiana? Rimandata
Dopo aver vinto la Classicissima di Primavera, Mohoric avrebbe potuto puntare alla doppietta, cercando di vincere anche la Classica delle Foglie Morte. Un successo che avrebbe risollevato una stagione fin qui a due facce. Con una prima parte ricca e vincente, mentre la seconda è stata decisamente più opaca.
«A mio modo di vedere – ammette – credo sia difficile una mia vittoria al Lombardia. Nonostante quest’anno sia cambiato il percorso, che non prevede più il Muro di Sormano ma la doppia scalata al San Fermo della Battaglia. A mio avviso, anche con questa variazione, rimane una corsa per scalatori, difficile che qualcuno con le mie caratteristiche sopravviva. Ci saranno Pogacar, che ha vinto pochi giorni fa la Tre Valli Varesine, e Vingegaard che alla CroRace si è dimostrato già in un buono stato di forma. Devo ammettere che nella tappa con arrivo a Primosten ho fatto molta fatica a tenere la sua ruota. Come squadra arriveremo ben attrezzati: ci saranno Caruso, Landa, Poels, Mader».
Assenza mondiale
Mohoric era tra i corridori assenti al mondiale di Wollongong, una scelta dolorosa ma necessaria. D’altronde quando la condizione non c’è, è inutile rincorrerla arrivando ad esaurire le energie fisiche e mentali. Così, il (quasi) 28enne sloveno, è rimasto a casa ed ha lavorato per ritrovare il giusto colpo di pedale.
«Solo prima delle gare in Canada – spiega riferendosi alla mononucleosi che lo ha colpito al Tour – ho iniziato a sentirmi meglio. Quelle corse sono state utili per recuperare il ritmo gara e per rimettermi un po’ in sesto. Una volta rientrato in Europa, mi sono allenato per una decina di giorni, rinunciando al mondiale, per arrivare al meglio alla CroRace. Non disputare la corsa iridata mi è dispiaciuto molto, ma il viaggio era lungo e presentarsi lì fuori condizione mi avrebbe precluso tutto il finale di stagione. Passare per la gara a tappe croata mi ha aiutato a trovare condizione e continuità, caratteristiche utili anche in vista dell’inverno. Fossi uscito dal Tour con una buona gamba, in Australia ci sarei andato sicuramente, anche perché il percorso era molto vicino alle mie caratteristiche. Queste gare che vengo a fare in Italia, servono per non fermarmi, con grandi probabilità al Gran Piemonte sarò il leader della squadra visto che al 99 per cento ci sarà una volata».
Spazio a Milan
Alla CroRace abbiamo assistito ad una bella doppietta di Jonathan Milan. Il friulano ha indossato anche la maglia di leader, poi ceduta a Vingegaard alla quinta tappa e riportata alla Bahrain Victorious da Mohoric proprio nell’ultima frazione.
«Sono andato vicino più volte a vincere una tappa – riprende a raccontare Mohoric – ma sono contento che ad alzare le braccia al cielo sia stato Jonathan (Milan, ndr). Vincere in Croazia o meno non mi avrebbe cambiato la stagione, mentre per un corridore giovane come lui è stato un passo importante. Correre da leader queste gare minori fa parte di un processo di crescita che Milan deve fare per puntare poi alle classiche. Secondo me lui in questi giorni ha fatto due bei passi in avanti».
E poi c’è Vingegaard…
Mohoric ha visto da vicino il rientro alle corse di Vingegaard, uno dei favoriti per il Lombardia e l’unico che ha deciso di passare dalla CroRace per preparare quest’ultima classica monumento.
«Vingegaard andava già forte – spiega lo sloveno – è diverso fare le gare di un giorno o fare una corsa a tappe, seppur breve come la CroRace. Nel secondo caso hai più possibilità di sfruttare le tappe creando maggior fondo. Si tratta di una preparazione diversa, ma da un certo punto di vista migliore. Se fai le corse di un giorno in Italia, come Tre Valli o Giro dell’Emilia, dai tutto ogni volta e rischi di impiegare più tempo per recuperare. Dalla mia esperienza mi viene da dire che è meglio distribuire lo sforzo, sfruttando le gare a tappe per prepararsi al meglio».