«Sono super contento del buon inizio di questa stagione». Il volto di Bauke Mollema è il ritratto della felicità e della serenità. Lo si percepisce anche da dietro la mascherina. Lo spilungone olandese ha messo a segno la seconda vittoria stagionale (aveva vinto una tappa al Tour des Alpes Maritimes) e soprattutto si è mostrato il più forte in salita. Brillante tatticamente, sereno e sicuro… è già in forma.
Rispetto al passato sembra anche più scattante, una bella anomalia con il passare degli anni.
Brindisi con l’aranciata
Appena dopo l’arrivo, che si è goduto alla grande alzando le braccia al cielo per tanti secondi, Mollema si fa dare una lattina di aranciata. Lo cercano subito ai microfoni Rai, ma lui declina l’invito. “Pedalicchia” ancora per qualche secondo. Duecento, trecento metri in cui lascia scorrere la bici in attesa che arrivino gli altri e si gode questa vittoria. Intanto sopraggiungono anche gli inseguitori che, forti della volata, gli piombano addosso. Si scambia il cinque con Ciccone.
«Abbiamo fatto un buon gioco di squadra – dice Mollema – Eravamo in tre prima della salita finale e poi in due. E’ una bella vittoria per il team. Questo percorso mi piaceva davvero tanto e sono partito con l’idea di fare bene. Ci credevo».
Mollema scalatore…
E oggi il 57° Trofeo Laigueglia lo ha deciso totalmente lui. Il passaggio chiave è stato non tanto il momento dell’attacco, cioè la penultima volta che si scalava Capo Mele, quanto piuttosto l’aver rintuzzato Bernal verso Colla Micheri, la salita più dura, pochi chilometri prima.
In quel frangente Bauke ha mostrato di essere il più forte in salita e “ha fatto perdere” la corsa all’asso colombiano della Ineos-Greandiers che ci ha provato in ogni modo. Ciccone non riusciva a chiudere proprio su Egan. A quel punto è salito in cattedra Mollema. Ha saltato tutti nel gruppetto e in poche centinaia di metri ha messo nel mirino Bernal e Champoussin, azzerando il gap. Quando si è protagonisti di queste azioni è perché la gamba è piena. E il corridore lo sa.
Passista e discesista
E una volta in fondo alla discesa, visto che in quel drappello di 7-8 corridori erano in due della Trek-Segafredo, appunto Mollema e Ciccone, Bauke ci ha provato. A quel punto è emerso il passista che in lui. Si è “spianato” sulla bici: mani sulle leve, gomiti a novanta gradi, sedere in punta di sella e rapporto da cronoman. I secondi di vantaggio diventano 5, poi 7, 12, 16… Uno così non lo prendi più.
Il terreno a quel punto giocava a suo favore. Strada larga mentre lo vedevano scappare (e nessuno che tirava) e poi curve strette che lo nascondevano.
E a proposito di curve. Deve averci lavorato su non poco. Forse è anche merito dei materiali, ma da quando lo scorso anno in Trek-Segafredo si sono affidati ai consigli di un downhiller per migliorare traiettorie e staccate con i freni a disco, le cose sono migliorate. Bauke, lo ricordiamo ai Giri d’Italia di qualche anno fa, non era un drago quando la strada picchiava in giù. Invece oggi ha fatto la differenza anche scendendo da Colla Micheri. Ma d’altra parte lo abbiamo detto mille volte: siamo nel ciclismo moderno dove non si lascia nulla al caso.