Un grande Ciccone mette la ciliegina sul Delfinato

11.06.2023
4 min
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L’ottava e ultima tappa del Delfinato se l’è presa Giulio Ciccone. L’abruzzese che era rimasto fuori dal Giro per un’altra positività al Covid, ha staccato tutti i rivali sul Col de Porte. Ha attaccato a 20 chilometri dal traguardo e ha pedalato in modo convincente verso la vittoria.

Sulla salita finale de La Bastille, il leader Vingegaard ha centrato il secondo posto a 23 secondi da Ciccone e ha vinto la classifica generale del Delfinato. Adam Yates e O’Connor hanno completato il podio.

«I 500 metri finali – racconta Ciccone al settimo cielo – sono stati davvero lunghi, ma con tutta quella gente è stato davvero bello. Inoltre, quando mi sono voltato e ho visto che avevo ancora un buon vantaggio, sono andato a tutto gas e ora sono davvero felice».

L’attacco di Ciccone sul Col de Porte, a 20 chilometri dall’arrivo
L’attacco di Ciccone sul Col de Porte, a 20 chilometri dall’arrivo

Pubblico da stadio

Quest’anno nel suo programma il Giro d’Italia avrebbe occupato una posizione centrale, invece anziché raccogliere l’abbraccio de suo pubblico al via di Pescara, Giulio si è ritrovato a casa, maledicendo per l’ennesima volta la sua sfortuna.

«Sono stato per 10 giorni senza bici – prosegue – quindi le mie condizioni al via non erano al 100 per cento. Sono ripartito da qui con in mente il Tour e questa settimana ho visto che stavo migliorando sempre di più, perciò sono davvero felice di chiudere questa settimana con una vittoria. Vincere fa sempre piacere ma qui, con questa atmosfera, credo sia ancora meglio. Sono stati mesi difficili e vado con grande motivazione verso i campionati italiani e poi il Tour».

Vingegaard ha attaccato sulla salita finale, guadagnando altri 11 secondi su Yates
Vingegaard ha attaccato sulla salita finale, guadagnando altri 11 secondi su Yates

Come una crono

Fin qui il punto sulla stagione, sulla quale Ciccone si era affacciato con un altro passo, anche grazie al cambio di preparazione. Chi lo segue oggi è certo che un atleta con il suo motore e la sua potenza aerobica sia destinato a raccogliere molto di più. Poi Ciccone torna alla tappa.

«E’ stato davvero un giorno molto difficile – spiega – perché il gruppo ci ha lasciato un vantaggio molto piccolo, quindi anche a livello psicologico è stato difficile gestirsi. La sensazione è stata per tutto il giorno quella di una cronometro a tutto gas. Ho corso dei rischi nell’ultima discesa e nell’ultima salita ho spinto a tutta sapendo che il traguardo era proprio lì. E davvero avere tutto quel pubblico ha reso la scalata meno difficile. Sono stato per tutto il tempo concentrato sulla strada. Mi dicevo che sarei arrivato all’ultima curva e avrei visto il traguardo…».

Matrimonio e Tour

Oltre alla vittoria, il premio con cui Ciccone torna a casa dal Delfinato del 2023 è la maglia degli scalatori, come gli era successo per due volte da U23 al Giro della Valle d’Aosta e al Giro d’Italia del 2019, quando vinse anche la tappa di Ponte di Legno, superando il Mortirolo e battendo in volata Jan Hirt.

«La maglia della montagna è davvero bella – dice l’abruzzese – è una delle mie preferite, ma se devo essere sincero, durante questa settimana non ci ho mai pensato. Anche oggi Campenaerts, che era in testa fino a ieri, era in fuga con noi e ha preso i suoi punti. L’ho superato vincendo, perché comunque io pensavo solo alla tappa e ci sono riuscito. Ora ho bisogno di un po’ di riposo, perché il Tour è molto vicino, ma la settimana prossima mi sposerò e questa vittoria è un regalo per la mia futura moglie. L’obiettivo in Francia sarà sempre lo stesso. Mi piacerebbe vincere una tappa del Tour e gettare un occhio su questa maglia che mi piace molto. Quindi andiamo, rimaniamo concentrati e vediamo giorno per giorno».