Ciccone: il miglior avvio di stagione frenato dal Covid

24.04.2023
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Giulio Ciccone ci ha provato. Alla Liegi, sulla Redoute, ha scollinato in quarta posizione, al fianco del compagno Mattias Skjelmose e cercando di rispondere per quanto possibile a Remco Evenepoel. Un altro bel segnale dunque dall’abruzzese, che ha fatto appena in tempo a mettere il Giro d’Italia nel mirino che quel senso di debolezza percepito ieri in corsa si è tradotto nell’ennesima positività al Covid. Così recita il comunicato della Trek-Segafredo.

«Purtroppo dobbiamo comunicare – si legge – che Giulio Ciccone è risultato positivo al Covid-19. Giulio è stato testato questa mattina, 24 aprile, dopo essersi svegliato con sintomi lievi. Ora osserverà un periodo di riposo mentre il nostro staff medico monitorerà le sue condizioni. La partecipazione di Giulio al Giro d’Italia è ora in stand-by, da decidere dopo aver valutato il suo recupero e aver ottenuto un test Covid negativo. Una decisione definitiva verrà presa negli ultimi giorni prima dell’inizio della gara».

Quest’anno Ciccone ha cambiato molto nella sua preparazione e sta mostrando davvero belle cose in questa primavera. Ha ottenuto una vittoria e in più di qualche occasione ha ficcato il naso in mezzo ai grandissimi, cose che sembravano impossibili fino ad un fa. Quest’ultima tegola davvero non ci voleva.

Giulio Ciccone (classe 1994) firma autografi a dei bambini dopo la Liegi
giulio Ciccone (classe 1994) firma autografi a dei bambini dopo la Liegi

Freddo ardennese

Quando è arrivato sul traguardo della Liegi era gonfio dal freddo e dalla fatica. E infatti scherzando diceva: «Sembra che abbia preso delle botte». Dopo una mezz’oretta, il corridore della Trek-Segafredo è sceso dal bus e già sembrava un altro dopo la doccia e dopo essersi scaldato. Il fratello Marco lo attendeva per portarlo all’aeroporto e da lì in Italia.

Mentre firmava autografi, “Cicco” raccontava. «E’ stata veramente una giornata dura. E il freddo, anche se non sembrava, alla fine ha fatto il suo gioco. E poi , più di 250 chilometri… è stata una giornata di quelle vere, toste…

«Sono stato tra i più attenti all’attacco di Evenepoel? Diciamo di sì. Le mie sensazioni non erano male, anzi avevo avevo una buona gamba. Ovvio che il cambio di ritmo di Remco è un qualcosa che va oltre le mie possibilità. Almeno per il momento, quindi ho provato a fare il mio».

Per Giulio anche un’ottima Freccia, quinto. E ancora pronto a marcare i big. Qui, eccolo con Pogacar
Per Giulio anche un’ottima Freccia, quinto. E ancora pronto a marcare i big. Qui, eccolo con Pogacar

A testa alta coi big

Provarci è importante. Anche magari fare un po’ di fuorigiri, ma non partire battuti in partenza del tutto. Un po’ ciò che ha fatto Pidcock. Dopo la sgroppata per inseguire il campione del mondo, Giulio ha rifiatato e di nuovo se l’è giocata con quelli di questo pianeta.

Fare certe azioni è importante per il corridore. Dà fiducia. Scollinare quarti su una Redoute nel testa a testa non è poco. Specialmente di questi tempi, quando c’è sempre almeno uno dei quattro fenomeni di mezzo.


«Penso che abbiamo giocato una buona carta con insieme a Mattias – andava avanti Ciccone – abbiamo provato ad andare il più regolare possibile, poi dietro sono rientrati. Sono rientrati vari gruppetti e da lì sono iniziati un po i giochi:  scattini da fermo, inseguimenti… e, sapete, lì diventa più una questione tattica che di gambe, però io sono comunque soddisfatto della mia condizione… del risultato (13°, ndr) un po’ meno. Guardiamola in prospettiva».

In passato Giulio aveva sempre faticato in primavera, quest’anno invece ha già vinto. Eccolo al Catalunya davanti a Roglic
In passato Giulio aveva sempre faticato in primavera, quest’anno invece ha già vinto. Eccolo al Catalunya davanti a Roglic

Un avvio davvero super

Avanti significa Giro d’Italia, anche se all’indomani della bella Liegi, il condizionale diventa ora d’obbligo. Per anni abbiamo messo di fronte Ciccone alla questione classifica sì, classifica no. Quest’anno l’approccio è stato diverso. Questa volta si tratta di fare il meglio possibile. Poi sarà la strada a dare il suo verdetto.

«E’ dall’inizio dell’anno che ho delle ottime sensazioni – diceva – e sono contento di come sto impostando le gare, di come ci arrivo concentrato. Penso che fino ad ora sia stato uno dei migliori avvii di stagione. Anzi forse il migliore avvio di stagione di sempre. L’obiettivo è quello di tenere questa linea».

Sulla Redoute accanto al compagno Skjelmose. Cicco ha chiuso 13° , il danese 9° ma erano entrambi nel secondo drappello inseguitore
Sulla Redoute accanto al compagno Skjelmose. Cicco ha chiuso 13° , il danese 9° ma erano entrambi nel secondo drappello inseguitore

Dal Belgio all’Abruzzo

Tra Liegi e la “sua” Pescara ci sono di mezzo due settimane, durante le quali si spera che il Covid passi alla svelta e non comprometta il buono costruito fin qui. Un periodo cruciale.

«Non  correvo dal Catalogna – diceva ancora ieri prima di tornare verso casa – mi mancava qualche giornata di gara e qualche fuori giri. Da qui al Giro d’Italia non correrò più, anche perché non manca tantissimo. Ci saranno questi ultimi giorni che saranno di rifinitura… e poi si parte!

«Non ho mai avuto in programma di fare delle ricognizioni. Le strade abruzzesi le conosco tutte e abbiamo deciso di avere l’avvicinamento il più tranquillo possibile. Se tutto va per il verso giusto, sono sicuro che poi qualcosa di buono arriva».

Questo diceva ieri sera, prima di sapere di avere il virus già in corpo. Ciccone lo conosce bene: fu lui il primo corridore a rientrare dopo una positività, in quel Giro d’Italia del 2020 che suscitò più dubbi che entusiasmi. Ora che la storia è tracciata e la letteratura più completa, speriamo che al via da Fossacesia ci sarà anche lui, con gambe pronte per fare male.