Con Jakob Fuglsang abbiamo fatto un bilancio della sua stagione. Il corridore dell’Astana è stato a lungo il dominatore del 2020. Non a caso è anche tra i 15 nominati per il Vélo d’Or. Ha vinto Il Lombardia, il suo secondo “monumento” dopo la Liegi 2019, con una superiorità disarmante. Ha fatto il bello e il cattivo tempo alla Tirreno. E al Giro dell’Emilia, se non avesse vinto il compagno Vlasov, ci sarebbe stato lui a stracciare tutti sulle rampe del San Luca.
Ma in parte è stato anche “deludente”. Proprio per quanto fatto, era lecito aspettarsi un super Giro d’Italia da lui. Addirittura c’era chi lo vedeva in maglia rosa a Milano. Forse troppo, ma certo il podio ci poteva stare. Anche se poi come abbiamo visto è venuto fuori un Giro rivoluzionario. Inaspettato. E alla fine il suo sesto posto non è neanche così male.
Con il danese siamo riusciti a scambiare qualche battuta su questa stagione e quella che verrà. E sapete una cosa? Fuglsang ha un sogno da realizzare, la Parigi-Roubaix, che per un ex biker e ottimo passista come lui, potrebbe essere una sfida più che concreta.
Ciao Jakob, partiamo dalla stagione appena conclusa: puoi fare un bilancio del tuo 2020?
Al di là della pandemia globale e dei cambiamenti del calendario, è stato un buon anno per me, con la vittoria del Lombardia, un obiettivo e un sogno diventato realtà. Anche il Giro è andato tutto sommato bene. Sono riuscito a finire nella top 10.
Dopo un Lombardia corso così, cosa ti è mancato al Giro? Eri in forma troppo presto?
Penso mi sia mancata un po’ di fortuna ma questo è il ciclismo. No, non credo sia stata una questione di forma, quella era buona, ma con qualche intoppo come una foratura si perde tempo, difficile poi da recuperare.
Si dice che i nuovi giovani siano fortissimi: ma tu o Nibali eravate davvero ai massimi livelli? E come si può colmare questo divario?
I giovani corridori sono forti anzi, come hai detto tu, fortissimi. Vincenzo ed io abbiamo l’esperienza. Ma tutti i corridori del WorldTour sono ai massimi livelli, altrimenti non si presenterebbero neanche alle corse.
E ‘stata la prima volta che ti sei presentato al via di un grande Giro come leader unico: ti sei preparato in modo diverso? Hai sentito la pressione?
Un obiettivo, come la classifica generale del Giro deve essere valutato diversamente da una gara di un giorno. Quindi la mia preparazione era ovviamente diversa. Però sono stato già più volte il leader della squadra quindi non c’era più pressione del solito. Quella era la stessa di quando vuoi vincere.
Con Lopez e Vlasov al tuo fianco, sarebbe stato diverso?
Forse. Non possiamo controllare tutte le cose. Avevamo programmato di averli entrambi e giocare con due punte, ma la sfortuna (per Vlasov, ndr) e un terribile incidente (per Lopez, ndr) hanno cambiato quei piani.
Passiamo al 2021: quali sono i tuoi progetti? Martinelli ci ha detto che le classiche saranno ancora una volta il tuo primo obiettivo…
Stiamo programmando insieme al mio allenatore le mie gare del 2021. Se saremo in grado di tornare alla “vecchia normalità” vedremo quali gare ci saranno nel mio calendario.
C’è qualche corsa che non hai ancora fatto e che vorresti fare? Insomma, modifichi un po’ il tuo solito calendario?
Non credo che ci saranno “nuove” gare nel mio programma nel ’21, ma un giorno mi piacerebbe provare la Parigi-Roubaix.
Ti vediamo correre con tua moglie, fai altri sport? Quali passioni hai al di fuori del ciclismo? Esci ancora in Mtb?
Sì, è una bella alternanza oltre alla bicicletta. Mi piace passare il tempo con la mia famiglia visto che è sempre limitato, quindi cerchiamo di fare più cose possibili insieme come fare escursioni, correre o semplicemente stare fuori con nostra figlia e fare una passeggiata.