Formolo in Brianza ritrova il dolce gusto della vittoria

28.09.2023
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LISSONE – L’abbraccio e l’amore che la gente riserva a Davide Formolo hanno sempre un sapore diverso. Quando taglia il traguardo di via Matteotti a Lissone per primo, ha anche il tempo per alzare le braccia al cielo e godersi il momento. Il veneto della UAE Emirates oggi alla Coppa Agostoni è stato sommerso dall’affetto dei tifosi, il motivo è semplice ma significativo, questa è la prima vittoria dopo tanto tempo. Era la terza tappa del Giro del Delfinato del 2020 l’ultima che ha visto “Roccia” salire sul gradino più alto del podio. 

Dopo più di tre anni Formolo torna ad esultare, per lui un successo che vale tantissimo
Dopo più di tre anni Formolo torna ad esultare, per lui un successo che vale tantissimo

Finalmente!

Non che in questi anni non ci abbia provato, anzi, tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 il successo Formolo l’aveva sfiorato un paio di volte. Prima alla Veneto Classic a ottobre e poi al Saudi Tour a febbraio. Ora ha vinto e l’emozione forse lo accoglierà questa sera, una volta tornato a casa ed abbracciate sua moglie Mirna e sua figlia Chloe

«Dall’ultima vittoria è passato tanto tempo – racconta Formolo in una conferenza stampa rumorosa e affollata – siamo una squadra veramente forte. Molto spesso mi metto a disposizione dei miei compagni, come doveva essere oggi per Hirschi. In partenza infatti non dovevo provare a vincere, la corsa si era messa in una situazione tale che avrei potuto tirare fino alla fine per lui. Però sapevamo che c’era quello zampellotto a 7 chilometri dall’arrivo e che sarebbe stato una bella rampa di lancio. Ci ho provato ed è andata bene, davvero bene». 

La UAE Emirates ha preso in mano la corsa fin dai primi chilometri del circuito brianzolo
La UAE Emirates ha preso in mano la corsa fin dai primi chilometri del circuito brianzolo

In solitaria

Sul circuito che ha attraversato la Brianza per quattro volte, la UAE ha acceso la miccia e Formolo non si è fatto pregare due volte, come sempre d’altronde. Correre nel team che ogni anno si gioca il primato per la squadra più vincente non è semplice, le occasioni si contano sulle dita di una mano. Per questo quando l’occasione si presenta non bisogna sprecarla. 

«Formolo era davanti e tranquillo – spiega Hirschi – sull’ultima salita mi sono reso conto che non ero al 100 per cento e ho detto alla squadra che non sarei riuscito a fare lo sprint. A quel punto Davide ha attaccato e, diciamocelo pure, era forte oggi, molto più di me».

«Il percorso della Coppa Agostoni – dice ancora Formolo – mi piace molto. Non c’è mai un attimo di respiro, è davvero tanto selettivo. Ha tanti rilanci e in pochi chilometri hai tre salite impegnative e tutte diverse l’una dall’altra. Nonostante si scollini l’ultima salita quando si è ancora lontani dall’arrivo non si è mai presentato un gruppo numeroso, sinonimo di una corsa davvero dura. 

Formolo sorride, dopo tanti sacrifici è il suo momento di festeggiare
Formolo sorride, dopo tanti sacrifici è il suo momento di festeggiare

Il giusto equilibrio

La nostra chiacchierata con Formolo prosegue nella zona dei pullman, dopo una doccia il veneto scende e si siede in macchina, e lontano dal trambusto scioglie la lingua. 

«Alla fine serve sempre il risultato – con addosso quegli occhiali da vista che un po’ lo fanno ritornare Clark Kent – la gente guarda quello. Però anche settimana scorsa al Giro di Toscana e al Memorial Pantani ho dimostrato di essere in forma. La vittoria è quella cosa che ripaga sempre i sacrifici e gli sforzi fatti, ma in una squadra così forte bisogna anche sapersi mettere a disposizione. Io l’ho fatto spesso ed è stato bello quando oggi Marc (Hirschi, ndr) mi ha detto di provare a giocarmi le mie occasioni, quasi non ci credevo. E’ stato veramente gentile e ne sono davvero contento. L’anno scorso alla Veneto Classic proprio HIrschi era rientrato ed era andato via in discesa, io ero arrivato secondo e oggi me l’ha resa».

«Alla fine – conclude Formolo – noi siamo delle seconde punte rispetto ai vari Pogacar, Vingegaard o altri capitani. Però quando c’è l’occasione, saperla cogliere è importante, diciamo che ho fatto capire che anche io posso vincere».