Muro d’Huy vs San Luca: l’analisi di Marta Cavalli

29.09.2023
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Aspettando di assistere al Giro dell’Emilia, che domani vedrà impegnati le donne e poi gli uomini sul circuito di Bologna, si è fatta avanti una curiosità. In realtà avremmo potuto dipanarla da soli col semplice ragionamento, ma volete mettere il gusto di parlarne con un’atleta? Che differenza c’è tra il Muro d’Huy e la salita di San Luca? Com’è finire una classica su quelle due salite?

Il Muro è lungo 1.400 metri, il San Luca (noto anche col nome di Colle della Guardia) ne misura 1.900. Il primo ha pendenza media del 9,7 per cento e massima del 18, il secondo ha una media del 10,5 per cento e la massima del 18 per cento. Ma qual è la differenza fra i due arrivi?

Prima le donne e poi gli uomini (nella foto): il Muro di San Luca sabato li abbraccerà tutti
Prima le donne e poi gli uomini (nella foto): il Muro di San Luca sabato li abbraccerà tutti

Quasi 3 minuti di differenza

Lo abbiamo chiesto a Marta Cavalli, che nel 2022 vinse la Freccia Vallone e poi, rientrando proprio dopo la caduta del Tour, si piazzò sesta nella corsa italiana, che la vedrà al via domani.

«Secondo me – esordisce Marta – fare il paragone è difficile, perché non hanno la stessa lunghezza. Il muro di Huy si fa in 4 minuti, più o meno, invece San Luca in 6’47”, quindi quasi il doppio. E poi perché il Muro all’inizio è una falsa salita, ha gli ultimi metri proprio impegnativi e spiana per 100-150 metri quando sei in cima. San Luca invece parte subito con una rampa secca, spiana un po’, poi altra rampa secca alla “S” delle Orfanelle, mentre in cima ci sono più di 400 metri in cui tende a scendere leggermente. Perciò c’è una specie di volata, in cui le carte si rimescolano».

Cavalli sesta all’Emilia del 2022: per lei il rientro dopo la terrificante caduta del Tour con cui ancora fa i conti
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Altre differenze?

Alla Freccia, il Muro d’Huy si fa tre volte, ma è distribuito in tutta la gara. Quindi ne fai uno subito, uno dopo tre/quarti di gara e uno alla fine. Invece quest’anno al Giro dell’Emilia ci sarà il San Luca due volte di seguito, ma penso che il tempo di recupero tra uno e l’altro sarà meno di 3-4 minuti al massimo. Per questo venerdì (oggi, ndr) andremo a provare il finale.

E’ diversa anche la gestione dello sforzo?

Per il San Luca non ci si può gestire tanto nella prima parte, perché si arriva a forte velocità. C’è una bella lotta per le posizioni, mentre alla Freccia di solito il gruppo è già scremato. Si arriva al Muro che hai già affrontato più di 2.000 metri di dislivello, invece all’Emilia avremo un dislivello pari a zero. Quindi il San Luca nella prima parte sicuramente non si gestisce, perché c’è da difendere le posizioni per prendere la prima curva sulla sinistra in posizione ottimale: soprattutto se la lotta per la posizione non è andata bene, quella è l’occasione per riguadagnare posizioni. Dopo si si può rifiatare un po’, giusto prima delle Orfanelle. Poi si va a tutta per la rampa più impegnativa. Mentre nel finale spiana, quindi solitamente negli ultimi metri di salita ci si guarda un po’, ci si studia, anche perché poi è una volata

In questa fase della stagione, Marta Cavalli si sente più a suo agio sulle salite lunghe, che sugli strappi
In questa fase della stagione, Marta Cavalli si sente più a suo agio sulle salite lunghe, che sugli strappi
Quindi secondo il tuo gusto, meglio la Freccia o l’Emilia?

Forse in questo momento il Giro dell’Emilia è un po’ più adatto, perché la salita è più lunga, quindi posso spalmare lo sforzo in un tempo maggiore. Allo stesso tempo non ho un vero e proprio metro di paragone, perché tutti gli anni arrivavo all’Emilia molto stanca, sia fisicamente che mentalmente e quindi non ho mai reso come a inizio stagione. Quest’anno invece mi sembra che stia andando un po’ diversamente. Avendo fatto una stagione leggermente sottotono, ho ancora parecchia motivazione. Mi sento anche di stare abbastanza bene, tranquilla. Sono quasi curiosa di vedere come potrà andare una gara così, con un approccio differente e con più freschezza.

Con quali rapporti si fanno le due salite?

Io personalmente preferisco sempre il rapporto un po’ più lungo. L’agilità va bene, certo, ma non troppo, perché non porti a casa metri: li lasci tutti nelle pedalate. Diciamo quindi che magari l’Emilia, il San Luca è un po’ più aperto allo scalatore nel senso classico del termine, mentre in Belgio serve uno che sia anche un po’ esplosivo.

Sulle pendenze elevate, come Huy e San Luca, Cavalli preferisce rapporti non troppo agili, per non perdere metri
Sulle pendenze elevate, Cavalli preferisce rapporti non troppo agili, per non perdere metri
Quando vincesti sul Muro, la facesti praticamente tutta in piedi. Il San Luca?

Sicuramente nei tratti più impegnativi, come possono essere le Orfanelle, lì sicuramente sei sui pedali. La prima parte è di slancio, la prima rampa sicuramente sui pedali dall’inizio per cercare di essere più esplosivi. Poi ci si siede anche un po’. Nel caso dovesse esserci una volata breve, si fa sui pedali, perché si arriva con le gambe totalmente in acido lattico e quando sei in acido, fai fatica a spingere sui pedali. Il fatto che il finale spiani e sia in leggera discesa potrebbe favorire anche il rientro da parte di qualcuno che non è troppo distante. Per questo si tira su il rapporto, il 52 oppure il 54. Invece sul Muro giochi con i rapporti dietro: ne tiri giù un paio, non di più.

Anche il Muro d’Huy nel finale molla un po’…

Un po’ spiana, ma è apparente, perché comunque rimane una salita del 4- 5 per cento. Solo che lo si percepisce piatto, perché rispetto al 18 per cento precedente è meno impegnativo. Invece San Luca in cima è proprio zero per cento.