Champoussin, quando i secondi posti hanno un valore particolare

30.08.2024
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Dopo un Tour de France nel complesso modesto, senza squilli, Clement Champoussin ha tirato fuori le unghie: protagonista assoluto all’Arctic Race of Norway dopo una rimonta furiosa nell’ultima tappa piegandosi solo al danese Magnus Cort e secondo anche al Circuito de Getxo dietro il basco Barrenetxea. Il francese dell’Arkea B&B Hotels ha confermato così quella vecchia equazione che vuole chi esce dalla Grande Boucle, anche se corsa in modo anonimo, con una condizione invidiabile, da sfruttare.

Lo sprint finale di Getxo, Champoussin prova a fare lo sgambetto al locale Barrenetxea
Lo sprint finale di Getxo, Champoussin prova a fare lo sgambetto al locale Barrenetxea

Il transalpino di Nizza non si è fermato, chiude un agosto in attivo e si prepara per un grande finale di stagione per rilanciare la sua sfida per il prossimo anno, per il quale ha già il contratto di riconferma con il team WT del suo Paese.

Come giudichi questa tua seconda stagione all’Arkea?

Il primo anno è stato una scoperta, mi sono orientato anche se qualche squillo è arrivato come la tappa nella corsa in Norvegia, nella quale mi trovo particolarmente bene. Ho trovato un team di famiglia con grande senso di ascolto, di condivisione. Quest’anno mi sento più regolare con un 11° posto alla Freccia Vallone, 2° all’Arctic Race, 2° a Gexto. Voglio continuare a migliorare le mie prestazioni nel tempo, ma anche vincere perché tutti corriamo per questo scopo.

Ottava frazione al Delfinato, Clement è già sofferente per il Covid e si ritirerà di lì a poco
Ottava frazione al Delfinato, Clement è già sofferente per il Covid e si ritirerà di lì a poco
Il tuo Tour de France non è stato come quello dello scorso anno, perché?

Sono stato male prima della partenza, ho avuto il Covid mentre correvo il Criterium du Dauphiné tanto che sono stato costretto al ritiro. E ci ho messo molto tempo a riprendermi con il passare dei giorni, pur continuando ad allenarmi e a correre. Mi è particolarmente spiaciuto perché al Delfinato avevo avuto ottime sensazioni, ma gli strascichi sono stati pesanti.

Tra l’inizio e la fine del Tour hai notato un cambiamento nella tua condizione di forma?

Sì. Le mie condizioni fisiche sono migliorate con il passare dei giorni, non solo perché man mano gli effetti del Covid svanivano, ma al contempo sentivo riemergere una grande condizione fisica, il lavoro precedente stava iniziando a dare i suoi frutti. Frutti che ho potuto raccogliere quando la grande corsa francese si era conclusa, per questo era giusto tirare avanti.

Cort guarda al suo fianco Champoussin, tenendolo dietro e vincendo anche l’ultima tappa in Norvegia
Cort guarda al suo fianco Champoussin, tenendolo dietro e vincendo anche l’ultima tappa in Norvegia
Sei andato molto bene all’Arctic Race chiuso al 2° posto, poi al Circuito de Getxo hai ottenuto un altro 2° posto: quale dei due ti ha lasciato un po’ deluso?

Volevo vincere entrambe le volte e mi sono scontrato con qualcuno che era più forte di me. Non fa mai piacere finire al secondo posto per un ciclista, anche se significa portare una bella dote di punti alla tua squadra e quindi onorare al meglio il tuo contratto, ma bisogna anche prendere atto di chi hai contro. Cort sta vivendo anche lui una fase davvero straordinaria, guardate quel che ha fatto dopo il Tour, non esce mai dalle posizioni alte delle classifiche. Lo spagnolo correva sulle sue strade. Io poi non sono abituato a lamentarmi, tanto meno di un secondo posto…

L’impressione è che sei sempre più orientato a essere un corridore in grado di ottenere risultati nelle classiche ma anche nelle brevi corse a tappe: quale delle due dimensioni pensi sia più adatta alle tue caratteristiche?

In realtà mi piacciono le gare di un giorno, come le gare a tappe di una settimana. Ma mi attirano anche i Grandi Giri, so cosa vuol dire vincere una tappa in un evento di questo tipo e una volta vissuto un momento del genere, tu inevitabilmente vuoi sperimentarlo di nuovo. Quel giorno alla Vuelta 2021, quella vittoria da godersi appieno con gli avversari lontani, incapaci di rispondere, pur essendo grandi campioni come Roglic, Yates, Mas è qualche cosa che resta stampato indelebilmente nella mia memoria.

Gli avversari sono staccati, da Roglic in poi: la vittoria alla Vuelta 2021, nella tappa di Castro de Herville è sua
Gli avversari sono staccati, da Roglic in poi: la vittoria alla Vuelta 2021, nella tappa di Castro de Herville è sua
Con questi risultati e questa forma pensi di poter ambire a un posto per i Mondiali e il percorso di Zurigo si adatta alle tue caratteristiche?

Questa è una bella domanda, ma credo che la risposta stia nella mente di Thomas Voeckler. Io possono solo continuare a fare il mio dovere e andare più forte che posso, se mi vuole sono qua…

Guardando le Olimpiadi, pensi che le due medaglie vinte dalla Francia possano dare ulteriore sviluppo al movimento ciclistico nazionale?

Io non faccio parte degli organismi che governano il ciclismo francese, da praticante posso solo sperare che ci sarà un’eredità olimpica. Il successo dei Giochi Olimpici in ogni caso è stato totale, abbiamo ottenuto una quantità straordinaria di medaglie e di titoli, la gente si è esaltata per oltre due settimane non parlando d’altro e il ciclismo su strada, con le medaglie di Valentin Madouas e Christophe Laporte, ha partecipato brillantemente.

Una stagione nel complesso positiva per il nizzardo con 8 Top 10, ma manca la vittoria
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Sei sempre in buona evidenza all’inizio come alla fine della stagione: soffri particolarmente il caldo?

Non particolarmente visto che le mie ultime due prestazioni sono state ottenute con il caldo dell’Arctic Race e della Gexto. Non influisce particolarmente la stagione o il clima nelle mie prestazioni, dipende tutto da quando la migliore condizione arriva e il nostro compito è farla arrivare il prima e il più a lungo possibile.

Da qui alla fine dell’anno quali sono i tuoi obiettivi?

Uno solo: vincere!