Preparazione estiva: cala (poco) il volume, ma l’intensità resta

30.08.2024
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Siamo verso la fine di agosto e in qualche modo il grande finale di stagione è già iniziato. A questo punto dell’anno viene da chiedersi come cambia la preparazione. I corridori si allenano ancora in un certo modo? E cosa guardano i preparatori? 

Un tempo neanche troppo lontano, basta andare indietro di 10 anni, forse meno, si diceva che ad un certo punto dell’anno era sufficiente fare del mantenimento, che tanto la condizione non sarebbe continuata a crescere. E che addirittura insistere sarebbe stato controproducente. Di tutto questo ne parliamo con Claudio Cucinotta, uno dei preparatori in forza all’Astana-Qazaqstan . 

Il coach Claudio Cucinotta (classe 1982) cura la preparazione degli atleti dell’Astana e anche di molti biker d’elite
Il coach Claudio Cucinotta (classe 1982) cura la preparazione degli atleti dell’Astana e anche di molti biker d’elite
Claudio, quindi cosa fa un corridore a fine agosto?

Dipende da tante cose. Dalla periodizzazione fatta durante l’anno, dagli appuntamenti in programma, dall’atleta in questione… C’è anche chi in questo momento è al top della forma perché rende bene con il caldo. Altri atleti con certe temperature non vanno altrettanto forte, rendono invece in primavera.

A questo punto dell’anno, mediamente, i valori sono gli stessi o calano un po’?

Rispetto ad inizio stagione quel che è un pelo più basso è il peso e quindi alcuni valori non sono proprio gli stessi. Magari a marzo si hanno più negli sforzi esplosivi, dei picchi assoluti che adesso non si fanno più. Mentre restano più o meno invariati in salita.

A te preparatore cosa interessa fargli fare in questo periodo?

Ancora una volta devo dire dipende. Magari è più difficile che lo scalatore puro faccia dei lavori massimali, mentre lo sprinter deve mantenere alti i livelli di forza sui 5”, sui 15”, sui 30” e quindi farà degli sforzi anaerobici e anaerobici lattacidi. Molto in questo caso è legato al calendario e alle caratteristiche degli atleti.

In questa fase dell’anno, per alcuni atleti non va tralasciato l’aspetto del caldo… che molti soffrono
In questa fase dell’anno, per alcuni atleti non va tralasciato l’aspetto del caldo… che molti soffrono
Okay, facciamo un esempio estremo: Pogacar e Van der Poel che puntano al mondiale. Stesso obiettivo, caratteristiche fisiche diverse. Cosa fanno?

Pogacar può vincere un grande Giro e le classiche, quindi è più forte dal punto di vista aerobico. Van der Poel è più forte nelle classiche, è più esplosivo. Più pronto alle volate e alle salite brevi. Immagino si prepareranno in modo diverso. Pogacar che per sua stessa ammissione ha lavorato molto sulle salite e la resistenza, laddove pagava qualcosa rispetto a Vingegaard, insisterà sugli sforzi brevi, le volate… proprio per rispondere agli attacchi di gente come VdP o Van Aert, che potrebbe anche ritrovarsi nella volata finale e non sono facili da battere.

Chiaro…

Al contrario Van der Poel che sullo sforzo anaerobico è già fortissimo di suo, vista la durezza del mondiale, che a mio avviso propende un filo a favore di Pogacar, lavorerà sulla resistenza. Immagino molta Z3-Z4, per riprodurre il modello prestativo richiesto dal mondiale.

Un tempo, come dicevamo all’inizio, da luglio in poi i volumi calavano parecchio…

I volumi più grandi restano quelli d’inizio stagione. In questa parte dell’anno un’atleta medio ha fatto almeno un grande Giro o è impegnato alla Vuelta e a livello di volume, tra gare fatte e il calendario fitto che si propone, non dovrebbe aver grossi problemi. Quindi si fa “meno volume”, ma l’intensità resta. E con un calendario tanto folto si possono sfruttare proprio le gare per fare intensità e fare meno a casa. E così facendo non gli mancherebbe neanche il volume. Pensiamoci: c’è la Vuelta, è da poco finito il Giro di Germania, c’è il Renewi Tour, poi Bemer Classic… anche chi non è alla Vuelta può mettere insieme 15-20 giorni di corsa gestendo bene i recuperi.

Meno ore, ma l’intensità resta secondo Cucinotta e anche secondo gli altri coach
Meno ore, ma l’intensità resta secondo Cucinotta e anche secondo gli altri coach
Insomma si lavora ancora forte…

Poi per scelta posso anche correre meno e lavorare a casa sull’intensità. Fermo restando che se l’atleta dovrà andare al mondiale non potrà trascurare la parte di volume: la corsa iridata sarà comunque di 6 ore, 6 ore e mezza. Chiaro però che non saranno più le triplette di 5-6 ore d’inizio stagione, ma qualche doppietta di 4 ore, tre ore e mezza. Magari una sola volta fa le 6 ore.

Claudio, invece tu da preparatore quali valori osservi?

Più o meno gli stessi che tengo sott’occhio tutto l’anno. I parametri sono quelli: la potenza media, la normalizzata in gara e in allenamento, forse si dà un pelo più di peso alla variabilità cardiaca che è un buon indice sullo stato di recupero e di freschezza dell’atleta, ma anche questa si valuta tutto l’anno. La vera differenza sapete qual ‘è?

Vai, spara…

E’ che oggi si tende a programmare e a periodizzare meglio. La fase intensa è intensa per davvero e quella di stacco è più netta. Una volta un corridore non staccava mai del tutto nel corso dell’anno. Era sempre abbastanza pronto, ma raramente era al 101 per cento. Oggi invece almeno una o due volte nel corso dell’anno, il corridore non tocca la bici 5-7 giorni. E questo fa sì che arrivi meglio ai periodi di picco, che di solito sono due l’anno, in qualche caso anche tre. Ma questo ti consente anche di poter lavorare sempre, quando ne hai bisogno. Che poi è il concetto che l’amatore medio fa fatica a comprendere. Fanno scarico a 32 di media, quando Pogacar forse fa 28.