A Benidorm con i ragazzi di Reverberi. Ripetute e progetti

11.12.2023
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BENIDORM (Spagna) – Sono le 7,30 quando suona la sveglia dei ragazzi della Green Project-Bardiani-CSF-Faizanè (dal prossimo anno la squadra si chiamerà VF Group-Bardiani-Faizanè). I corridori dei Reverberi sono alloggiati in uno dei grattacieli della cittadina balneare della costa valenciana. Come molti altri team del resto. La “BIA” prima della colazione, prevista alle 8, e alle 10 tutti in sella sulle nuove De Rosa, presentate giusto qualche giorno fa.

Si pedala in gruppi da nove, non di più. Altrimenti scatta la multa. Qualche squadra l’ha già presa. Lampeggiante sull’ammiraglia, cartello “atención ciclistas” ben in vista e si va. Il menù di oggi prevedeva quasi 5 ore con dei lavori (in apertura foto di Gabriele Reverberi).

Col piede giusto

Fiorelli guida in sella il gruppo che seguiamo noi. L’altro, seguito da Alessandro Donati, è già partito. Noi seguiamo l’ammiraglia di Roberto e l’altro direttore sportivo, Luca Amoriello. Durante l’avvicinamento al Col de Rates si fa il riscaldamento. A turno i ragazzi fanno delle volate.

L’atmosfera sembra buona, così come il piglio dei ragazzi. La Green Project-Bardiani è cambiata pochissimo, solo quattro arrivi e tutti giovanissimi.

«I nostri senatori – dice Reverberi – ormai sono Tonelli e Gabburo. Siamo partiti abbastanza bene, credo. Vedo un bel gruppo, sono tutti ragazzi abbastanza giovani. Così come sono giovani e molto preparati anche i nostri medici, i preparatori… Anche loro sono fiduciosi: hanno visto che gli atleti si sono presentati in ottime condizioni rispetto all’anno scorso.

«Questo anche perché dopo un anno che lavoriamo con questo staff, i ragazzi hanno preso fiducia. Hanno capito che lavorano bene e quindi li seguono. E’ uno staff da WorldTour».

La squadra emiliana ha programmato anche un ritiro per gennaio, sempre qui. «Perché vogliamo davvero partire bene». Anche la scelta di venire in Spagna non è stata casuale. I “Bardiani” erano degli habitué del Cicalino in Toscana, posto al quale sono tuttora legati, ma certo il clima non è lo stesso. Oggi si sono toccati i 27 gradi, per dire…

Ripetute a go-go

La destinazione era il Col de Rates, dal versante di Altea. Roberto Reverberi, team manager, come tutto il resto dello staff è a bordo strada. Osserva i suoi atleti fare le ripetute: serie da 5′ ognuna con wattaggio crescente.

E’ un continuo saliscendi e non solo dei suoi ragazzi. Anche gli Uno-X stanno facendo lo stesso lavoro. Passano Kristoff, Magnus Cort… e così tante altre squadre. Oldani, ormai alla Cofidis, lancia un saluto. 

In questo giovane gruppo c’è anche qualche diamante, magari non ancora grezzo, ma certamente di valore. Pensiamo soprattutto a Pellizzari, Marcellusi che sono giovani, ma anche a certezze, tipo Fiorelli, Zoccarato… che garantiscono buoni rendimenti.

«Da questi ultimi due atleti ci si aspetta molto – va avanti Reverberi – a mio avviso sono atleti che non si sono mai espressi al loro massimo. Però vedo che quest’anno l’hanno presa con più serietà, come tutti. Mi sembra quasi che, contrariamente a quanto ci si possa aspettare, siano loro ad essere spronati dai più giovani. Oggi i giovani arrivano velocemente e vanno forte, sono nati con certe metodiche di allenamento».

Quasi per tutti il peso era buono, come si diceva, e anche la fase di lavoro che stanno svolgendo sul Col de Rates è stata redatta dai coach interni. Nessuno quest’anno ha protestato o ha detto la sua perché in contrasto con la preparazione indicata dal proprio coach. Sono tutti piuttosto allineati.

«E’ cambiato l’approccio dei corridori allo staff tecnico – sottolinea Roberto – hanno più convinzione e cognizione, soprattutto per quel che concerne i tempi di recupero in questa fase».

Verso il Giro

Si lavora e si programma pensando al Giro d’Italia, il grande obiettivo. La Green Project-Bardiani non è certa della partecipazione, però è anche vero che una professional italiana dovrà esserci per regolamento.

E la programmazione in vista del Giro è forse la novità maggiore. Non avendo un uomo da classifica o un velocista, si portavano gli uomini più in forma, con la conseguenza che per andare al Giro si scatenavano una sorta di trials interni. Una lotta che portava i ragazzi a dare tutto prima della corsa rosa e poi magari a non essere al top quando contava veramente. Le cose sembrano essere cambiate.

«Che dire – prosegue Reverberi – noi il Giro l’abbiamo sempre fatto. Non è mai scontato, però siamo stati la prima squadra italiana nella classifica mondiale e ci siamo da più di 40 anni. Abbiamo lanciato molti corridori nel WorldTour e credo che un po’ di riconoscenza dal mondo del ciclismo ci dovrebbe essere.

«Riguardo alla programmazione per il Giro, abbiamo 22 corridori in organico e all’85 per cento già sappiamo chi lo farà. O comunque chi è più papabile. E infatti per questi atleti abbiamo già programmato sia i ritiri qua in Spagna, che in altura, ma è anche vero che la convocazione è aperta a tutti. Abbiamo tanti giovani, ma se si dimostrano attrezzati siamo pronti a buttarli dentro.

«Sia per fargli fare esperienza che, magari, per portare a casa una tappa. Anche se siamo consapevoli che vincerne una è difficilissimo. Oggi nelle fughe da lontano ci sono nomi importanti o gente che è uscita di classifica. Insomma, alla Vuelta in fuga ci andava Evenepoel».

Reverberi e una suggestione

Si torna in hotel. La sala da pranzo è chiusa, ma non per i corridori. Patron Bruno brontola un po’, giustamente, per il ricco buffet di dolci che viene proposto sul banchetto della sala. Una tentazione forte per i ragazzi.

Si mangia. Poi riposo e tempo libero, tra massaggi, stretching. L’importante è che alle 19,30 ci si ritrovi puntuali per la cena.

«La classifica al Giro – prosegue Roberto – non l’abbiamo mai curata particolarmente. Però c’è Covili che ogni anno cresce un po’ e magari potrebbe arrivare tra i primi 10-12».

A questo punto, parlando di classifica, lanciamo una suggestione a Reverberi. C’è un certo Domenico Pozzovivo che è ancora libero e a 41 anni sogna di prendere parte alla corsa rosa.

Sarebbe un ritorno storico: il lucano che termina la carriera nella squadra che lo ha lanciato. 

«Credo – dice Reverberi – di aver conosciuto pochi corridori seri a livello atletico e tecnico come il Pozzo. Però noi siamo la squadra dei giovani. Vero, uno come Domenico potrebbe aiutarli comunque. Se n’è parlato, ma non credo verrà. E chiaramente non è per la persona, figuriamoci, ma appunto per il nostro progetto».