Amadori: «Del Toro impressiona, ma Pellizzari e Piganzoli ci sono»

26.03.2024
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La crescita di Isaac Del Toro sorprende tutti, persino lo staff del UAE Team Emirates. Il messicano ha varcato la porta del WorldTour trovando un successo alla sua prima gara e prestazioni solide alla Tirreno-Adriatico prima e alla Sanremo poi. Lo stesso Baldato, in commento alla Tirreno di Ayuso, e poi Hauptman dopo la Sanremo avevano speso parole di elogio per il giovane appena arrivato.

Del Toro alla prima corsa in maglia UAE ha centrato la vittoria, era il Tour Down Under
Del Toro alla prima corsa in maglia UAE ha centrato la vittoria, era il Tour Down Under

Ritmi di crescita diversi

Se si fa un passo indietro al 2023, si ricorda che Del Toro ha lottato con i due giovani scalatori più promettenti del panorama italiano: Piganzoli e Pellizzari. I tre si sono scontrati sulle strade del Tour de l’Avenir. Ha vinto il messicano, vero, ma i due italiani hanno completato un podio di grande peso (in apertura, foto Tour de l’Avenir).

Alla guida della nazionale, in terra francese, c’era Marino Amadori, cittì della formazione U23. Mentre Del Toro, passato subito nel WorldTour sorprende, i due italiani stanno avendo una crescita più lenta e graduale

«La cosa che salta subito all’occhio di Del Toro – dice Amadori – è che ha avuto una crescita impressionante da metà 2023. Dal Giro della Val D’Aosta in poi non si è più fermato, non ha salito un gradino, ma un doppio gradino. All’Avenir è andato davvero tanto forte, non ha battuto solamente i nostri, ma anche Riccitello, per fare un nome. Il 2024 ha confermato questa crescita costante, fatta di passi enormi».

Pellizzari e Del Toro (coetanei) nel 2023 si sono sfidati al Tour de l’Avenir (foto Tour de l’Avenir)
Pellizzari e Del Toro (coetanei) nel 2023 si sono sfidati al Tour de l’Avenir (foto Tour de l’Avenir)

I nostri

Dall’altra parte si guarda ai nostri ragazzi. Da un lato c’è lo squillo di Piganzoli al Tour of Antalya, dove ha vinto una tappa e la classifica generale. Pellizzari invece è ancora alla ricerca della prima vittoria da professionista.

«Pellizzari e Piganzoli – spiega Amadori – hanno fatto passi più graduali. Del Toro ha avuto una crescita esponenziale considerando che veniva da una squadra di club, come le nostre italiane. Hanno iniziato a lavorarci molto bene alla UAE e sta andando forte. I nostri invece sono da due anni in team professional: questo è un limite da un lato, ma anche un vantaggio.

«Guardate del Toro – spiega – in tante gare si è messo a disposizione. Alla Tirreno tirava per Ayuso, alla Sanremo, invece, per Pogacar. Pellizzari e Piganzoli hanno maggiore libertà, possono testarsi, provare e crescere, facendo tanta esperienza».

In attesa del Giro

Sia Pellizzari che Piganzoli ce li aspettiamo in mostra al prossimo Giro d’Italia. Il tempo della crescita graduale, con il quale si può convenire o meno, ha portato a questa scadenza. I due giovani devono e possono mettersi in mostra alla corsa rosa, il momento è ormai maturo

«Me li aspetto entrambi presenti e combattivi al Giro – dice ancora Amadori – nelle tre settimane avranno una certa libertà, credo e spero. Non saranno costretti a pensare alla classifica (aspetto che alla Vf Group-Bardiani spetterà a Pozzovivo, mentre la Polti-Kometa non ha indicato un leader, ndr). L’auspicio è che possano lottare per qualche bel risultato».

L’Italia ha visto uscire dal Tour de l’Avenir tanti ragazzi promettenti, poi persi lungo il percorso del professionismo. 

«Io a volte ci penso e non capisco – replica Amadori – un esempio su tutti è Aleotti. Da quando è passato nel WorldTour, con la Bora, ha sempre fatto il gregario e per me è impensabile. A questo punto meglio stare in una professional, come Piganzoli e Pellizzari e dimostrare di poter fare risultati, per poi passare negli squadroni, ma con una maggiore solidità».

Il metodo di crescita, più conservativo, utilizzato per Piganzoli, ha portato a una crescita graduale
Il metodo di crescita, più conservativo, utilizzato per Piganzoli, ha portato a una crescita graduale

Metodi di lavoro diversi

Uno squadrone è quello in cui è andato Isaac Del Toro, il UAE Team Emirates è stato al numero uno nel ranking nel 2023. Entrare in una formazione così dà sicuramente una spinta e i percorsi di crescita, rispetto a chi rimane un gradino sotto, si differenziano. 

«Allenarsi con corridori come Pogacar – spiega Amadori – è un qualcosa che ti insegna tanto. Pedalare accanto a questa gente permette di vedere il meglio e sentirsi stimolati nel crescere ancora. Nel WorldTour, poi curano tutto al 100 per cento. Non che in una professional si lasci qualcosa indietro, però il modo di lavorare è diverso. 

Ruoli definiti

Del Toro ha messo alle spalle, in pochissimi mesi, tante esperienza importanti. La vittoria al Tour Down Under, ma anche tante prestazioni solide. Pellizzari e Piganzoli, al contrario, godono di maggior libertà.

«Cosa che può portare due soluzioni – ragiona il cittì – perché Del Toro, con un compito ben preciso, racchiude tutte le energie in quel frangente. Pellizzari e Piganzoli devono essere sempre sull’attenti, per trovare il momento giusto. Corrono con una pressione diversa. Un esempio: alla Tirreno o alla Sanremo del Toro aveva un compito preciso, che ha fatto molto bene. Una volta terminato poteva essere più “sereno” e proseguire con meno pressioni. Poi comunque ha fatto vedere cose spaziali, in particolare alla Tirreno-Adriatico.

«Per i nostri due giovani, invece, ogni giorno pesa un pochino di più. Sono loro i diretti protagonisti, non corrono con la pistola alla tempia, però la sera leggi il comunicato e magari un 20° posto invece che un 15° pesa. Però da loro mi aspetto anche un crescita da questo punto di vista, andare alle gare e cercare il risultato, cosa che può arrivare già dal Giro, con tutta la serenità del mondo».