Albanese è già in fuga verso un altro Gpm

16.03.2021
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Vincenzo Albanese in maglia verde, un qualcosa che non ti aspetti. O almeno, che noi non ci aspettiamo. «Perché – dice lui – nelle salite brevi, non solo non mi stacco ma riesco a dire la mia». Grinta e convinzione non mancano nel giovane corridore della Eolo-Kometa.

Vincenzo era andato subito in fuga nella prima tappa della Tirreno-Adriatico. Pronti via ed era salito sul “treno buono” che al termine del circuito del Monte Pitoro gli aveva dato questa preziosa maglia, per lui e per il team.

Albanese (a destra) in fuga con il compagno Rivi (a sinistra) nella prima tappa della Tirreno
Albanese (a destra) in fuga con il compagno Rivi nella prima tappa della Tirreno

Quel podio “proibito”

«Che Tirreno è stata? Una buona gara dai, perché il livello era davvero al top mondiale. E con queste premesse non c’erano grandi aspettative, già trovare spazio sarebbe stato difficile. Se si guarda bene giusto oggi (ieri per chi legge, ndr) verso Lido di Fermo c’è stato spazio per noi comuni mortali con la fuga che è arrivata. E infatti mi è dispiaciuto non esserci, anche se ci ho provato.

«Noi della Eolo-Kometa ci siamo fatti vedere e io, tenendo la maglia verde per quattro giorni, credo di essere stato l’unico di una professional a salire sul podio della Tirreno (in realtà ci è riuscito anche Mattia Bais dell’Androni Giocattoli, ndr). Dispiace per Manuel Belletti che è stato un po’ sfortunato: ha avuto un salto di catena in vista della prima volata e poi è tornato a casa dopo una caduta».

Ivan Basso alle transenne incita i suoi ragazzi in fuga
Ivan Basso alle transenne incita i suoi ragazzi in fuga

Grinta Albanese

In effetti Albanese lancia un tema non secondario: in questa Tirreno è emersa la grande differenza tra le professional e le WorldTour. E’ vero che il livello era “particolarmente stellare”, ma davvero per gli altri sono rimaste solo le briciole. Perché? Ma soprattutto: come si può colmare un tale gap?

«Eh, bella domanda – ribatte Albanese – Si può ridurre lavorando duramente e cercando di migliorare un poco alla volta. Ma servono grinta e determinazione».

Quella grinta che ha portato appunto Vincenzo ad indossare la maglia verde. Ora, lui non è un velocista puro sia chiaro, ma vedere un corridore che da U23 vince il Gp Liberazione primeggiare in salita fa un certo effetto.

«In effetti sono rimasto stupito un po’ anche io, però su certe salite brevi fanno fatica a staccarmi. Quando sono lunghe fino a tre chilometri e non sono troppo dure posso dire la mia».

Forse è anche per questo motivo che spesso Ivan Basso lo “bacchetta”. Il manager varesino è conscio del potenziale di questo atleta. Uno così risponde ai profili del corridore moderno: tenere in salita ed essere dotato di un grande spunto veloce.

«Confermo – dice Albanese – Ivan mi sta molto dietro proprio perché crede in me. Mi sta dietro soprattutto sotto l’aspetto psicologico poiché ogni tanto io vado in “modalità aereo”! Mi distacco un po’ e lui mi ricorda che devo “stare in tiro” tutti i giorni».

Albanese (24 anni) ha tenuto la maglia verde fino a Prati di Tivo
Albanese (24 anni) ha tenuto la maglia verde fino a Prati di Tivo

Pensando al Giro

«Io ci ho provato tutti giorni. Ma come detto per noi umani c’è stato poco spazio: Pogacar ha vinto quasi tutte le maglie e nelle prime tappe i primi cinque sono stati più o meno gli stessi, si mescolavano, ma erano sempre loro». 

Alla luce di tutto ciò Albanese non può che uscire dalla Tirreno carico di fiducia ed è lecito possa pensare alla corsa rosa. Vincenzo ci crede e spera di esserci anche perché avrebbe già un obiettivo ben definito in testa.

«C’è una tappa che passa nel mio paese. O meglio, c’è un Gpm che sta praticamente di fronte casa mia. Nella tappa che va da Siena a Bagno di Romagna, la dodicesima se non ricordo male. Ci tengo troppo a quel traguardo, quel giorno costi quel che costi vado in fuga. Quel Gpm lo voglio».

In poche parole sul Pitoro ha fatto le prove generali!