Un finale da grandissima e così nel primo giorno degli europei di Plovdiv, Martina Fidanza scrive la storia e poi crolla nelle lacrime più belle. Chi l’ha seguita si è reso conto di non avere di fronte una ragazza di 21 anni, ma una grande atleta, capace di crederci anche quando lo scratch bulgaro sembrava perso. E chi l’aveva vista concentratissima a Montichiari prima di partire aspettava la controprova della corsa di oggi. E la controprova è arrivata.
«Sapevo di stare abbastanza bene – dice Martina dopo l’antidoping – di avere una buona gamba. Guardando l’elenco delle partenti, ho pensato che sarebbe venuta fuori una gara strana, perché mancavano le individualità più forti, come la Wild…».
Magari eri tu l’individualità più forte.
Sta zitta per un secondo. Deglutisce. La vittoria la percorre ancora come una scossa fortissima. «Magari», dice.
La foto la ritrae sugli scalini del podio. Piange. Evviva le vittorie che ti scuotono: sono le più belle.
«C’è tutto in quelle lacrime – ammette con un filo di pudore – ma soprattutto il fatto che pensavo fosse ormai andata. Non credevo che la bielorussa mollasse così nel finale. Ma persa per persa, quando è partita la russa le sono andata dietro e ho dato tutto».
Dieci chilometri, 40 giri. Tempo di gara 12’47”. Media di 46,936. Quando il 12 ottobre ha vinto il terzo oro agli europei under 23, si poteva pensare che fosse un risultato facile, ma in pista e più in genere sulla bici di facile non c’è mai nulla e Martina lo ha capito bene, lavorando con i tecnici del CTF Lab.
«E’ stato un anno bellissimo – sorride – anche se partito in modo particolare. La svolta c’è stata proprio agli europei under 23 di Fiorenzuola e lì il morale è andato alle stelle. Rispetto a quei giorni, qua mi sono sentita un po’ più libera, scarica di tensione. Appena un po’ agitata. A Fiorenzuola sapevo che l’oro fosse alla mia portata, questi europei elite erano un punto di passaggio e magari invece sono diventati un punto di partenza. A volte tendo a essere un po’ emotiva e forse alla fine in quello sfogo si è sommato tutto in una volta».
Nel suo calendario adesso c’è scritta la parola magica: vacanze.
«Staccherò per un po’ – e nel dirlo tira un sospirone – almeno per due settimane e mezzo. E poi parleremo del resto. Non saranno vacanze nel senso dei viaggi e il solito, ma saranno bellissime lo stesso. Un bell’inverno sereno. E poi penseremo ai prossimi sogni».
Gli europei vanno avanti, lei torna a casa. Da domani ci saranno altre storie azzurre da raccontare. Come quella del quartetto maschile ridisegnato tre giorni fa dopo i tamponi positivi di Ganna, Bertazzo e Scartezzini. Gli azzurri hanno fatto segnare un buon 3’56”787, secondo tempo alle spalle della Russia e questo gli permetterà di accedere al primo round sfidando la Svizzera, con la possibilità di accedere alla finale per il primo e secondo posto.