«Dovrò offrire da bere a Consonni per il consiglio che mi ha dato durante la pausa della corsa a punti. Ma per la medaglia d’oro dell’omnium lo faccio volentieri». Rachele Barbieri è una centrifuga di emozioni dopo i mille giri compiuti sulla pista di Monaco che le hanno consegnato anche l’argento nel quartetto e il titolo europeo nella madison in coppia con Silvia Zanardi due giorni fa.
Per la 25enne modenese non sono ancora finite le fatiche di Euro2022. Domenica 21 agosto sarà una delle punte azzurre della nazionale di Sangalli nella prova su strada, in un percorso che strizza l’occhio alle sprinter. Con lei però siamo ritornati sull’incredibile vittoria in rimonta nell’omnium nel giorno di Ferragosto davanti alla francese Copponi e la polacca Pikulik.
Rachele riviviamo prima le ultime ore di Monaco. Come sono state?
Martedì sera Silvia ed io abbiamo ricevuto una grande accoglienza a Casa Italia (situata al primo piano del BMW Welt, il centro espositivo della casa automobilistica di fronte all’Olympiapark, ndr). E’ stato come essere tornati di nuovo a Tokyo, ma stavolta per meriti nostri. Lì abbiamo visto la vittoria di Jacobs nei cento metri. Sono momenti sempre stimolanti per fare del nostro meglio. Abbiamo fatto un po’ tardi ma ne è valsa la pena.
Eravate fresche dell’oro nella madison.
Sì, è stato un bel pomeriggio. Non avevo mai corso in coppia con Silvia e per me era praticamente la mia prima corsa in questa specialità. Silvia era tesa ma parlando le ho detto che non avevamo nulla da perdere. Non eravamo noi le favorite. Però poi è diventato tutto più semplice perché a bordo pista abbiamo un cittì come Marco Villa. Sa vedere tutto con grande lucidità e non potrebbe essere altrimenti per uno come lui che ha vinto mondiali e medaglie olimpiche. Nel finale abbiamo visto che francesi e danesi non hanno guadagnato il giro, ma non ci siamo rese conto subito che avevamo vinto. E’ stato bellissimo.
Qualcosa che avevi già vissuto il giorno prima nell’omnium. Ci racconti quella gara?
Anche in quel caso non ho capito subito di aver vinto. Onestamente in questo caso ero partita per fare bene. Avevo fatto una buona prova nello scratch e non orribile come quella fatta in Nations Cup ad aprile. Nella tempo race e nella eliminazione ho un po’ sofferto, ma mi sono difesa bene. Infine nella corsa a punti sapevo che avrei potuto sfruttare la buona condizione. Giro, Tour e una settimana di europei mi avevano dato una forma mai avuto prima. Sentivo di poter osare. Credevo in me stessa. E avvertivo tanta fiducia intorno a me.
Quest’ultima prova è stata tutt’altro che semplice dal punto di vista emotivo.
Esattamente. Quando c’è stata la sospensione per la caduta (circa 40 minuti, ndr) pensavo sarebbe stato tutto più difficile, perché mi sarebbe passata l’adrenalina. Invece è stato meglio così perché ho recuperato energie nervose e fisiche. Ma nel frattempo al box c’era stata la svolta decisiva…
Spiegaci pure…
Appena sono arrivata nel parterre nella nostra postazione, mi è venuto incontro Simone Consonni, che avrebbe disputato l’omnium poco dopo. Mi aveva osservata fino a quel momento e mi ha consigliato di mettere un rapporto più duro. Mi ha detto che avrei potuto fare la differenza se avessi voluto guadagnare il giro. Ne abbiamo parlato con Villa e così abbiamo fatto. E’ stata la scelta vincente. Devo pagare più di una birra a Simone (ride, ndr).
E quando sei rientrata com’è andata?
A dire il vero pensavo solo a tenere la medaglia di bronzo. Al rientro sono stata calma e concentrata. Ho curato Kopecky che non volevo mi tornasse sotto. Ma soprattutto Copponi e Pikulik che erano ai primi due posti fino a quel momento. Alla fine ho approfittato delle loro indecisioni e mi sono detta: «Ora o mai più!». Sono partita, ho tirato dritto, ho dato tutta me stessa. Mi sono accorta di aver preso il giro quando praticamente mi sono ritrovata a fianco delle mie dirette avversarie. Poi la volata finale è stato un vero caos. E per realizzare che avevo vinto l’oro ho chiesto conferma a Marco.
Una vittoria di squadra possiamo dire.
Quel suggerimento di Consonni è un esempio che certifica l’unione del nostro gruppo. E’ ciò che ci contraddistingue. In questi giorni abbiamo respirato una bellissima atmosfera. Unire maschi e femmine in un unico gruppo ci fa crescere tutti assieme. Ci confrontiamo e noi ragazze ci teniamo a far vedere i nostri miglioramenti.
Com’è stato correre in una pista di soli 200 metri?
Non semplice, non avevo molti riferimenti. Ci voleva molta attenzione, non potevi perdere l’attimo, non potevi mai rifiatare. In gara in pratica tutte le atlete potevano rientrare in gioco in un attimo. Ammetto che non ero molto contenta di questo anello perché lo ritenevo pericoloso. Poi la caduta di Letizia (Paternoster, ndr) mi ha spaventata perché temevo di poter cadere e compromettere la partecipazione alla prova su strada, a cui tengo moltissimo. Però ne ho parlato subito con Elisabetta Borgia (la psicologa sportiva della nazionale, ndr) e lei mi ha detto di non pensarci. D’altronde, se fossi rimasta a casa poteva cadermi un ramo in testa e mettermi fuori gioco (ride, ndr). Bisogna essere fatalisti in certe situazioni…
Ecco, la gara elite su strada. Il cittì ci ha detto che sarai una delle punte. Come ci arriverai?
Sono orgogliosa di me stessa. Ho dimostrato che dopo due anni difficili posso ottenere grandi risultati. Paolo (Sangalli, ndr) me lo ha sempre detto. Ed è per quello che sono contenta di correre il mio primo europeo elite su strada. E’ un onore per me. Ci arrivo serena, ma non appagata. Farò tutto quello che mi verrà chiesto da tecnico e compagne. Spero di fare tutto bene. La Wiebes appare imbattibile, ma la nostra unione è una grande risorsa. Non fa miracoli, ma credetemi che aiuta tanto. Può sviluppare qualcosa di incredibile.
Prossimi programmi?
Farò il Simac Tour in Olanda. Lì spero di poter vincere la mia prima gara WorldTour. Poi penserò ai mondiali in pista, dove vorrei confermare questi ultimi risultati. In tutto questo mi sento di ringraziare il mio preparatore atletico Stefano Nicoletti, la mia squadra (Liv Racing Xstra, ndr) che mi ha rinnovato fino al 2024, Giorgia Bronzini che mi ha voluta praticamente a scatola chiusa. Ed infine le Fiamme Oro che sono state il mio primo sostegno nei miei momenti più duri.