Sentiamo Colnaghi, l’U23 più costante d’inizio stagione

26.03.2021
4 min
Salva

Un mese di gare tra gli under 23 e il più regolare è Luca Colnaghi. Una regolarità premiata con la convocazione in nazionale per disputare la Settimana Internazionale Coppi e Bartali.

Noi eravamo sul traguardo di Riccione ad aspettarlo, ma nella sfilata dei corridori dopo la linea del traguardo lui non c’è. C’è però il cittì Davide Cassani che sconsolato allarga le braccia: «I nostri in pratica sono caduti tutti».

La vittoria di Colnaghi ad inizio marzo nel Trofeo Pizzeria “One Penny” a Lucca
La vittoria di Colnaghi ad inizio marzo nel Trofeo Pizzeria “One Penny”

Inizio stagione da urlo

E infatti il corridore lecchese ha dovuto alzare bandiera bianca, proprio nella Riccione-Riccione.

«Purtroppo – racconta Colnaghi – sono caduto il giorno iniziale nella prima semitappa. Eravamo agli 800 metri, pronti per fare la volata. Si andava forte e ho battuto violentemente il fianco, da lì mi sono portato dietro un po’ di mal di schiena e ieri dopo 60 chilometri mi sono fermato, non riuscivo più a pedalare».

In casa Italia non regna ottimismo. Gli azzurri in pratica, a turno, sono caduti tutti e ieri oltre a Colnaghi si è fermato anche Nencini, anche lui U23. Cassani e Amadori non sorridono.

Ma, Coppi e Bartali a parte, come nasce questo buon inizio di stagione (una vittoria e diversi piazzamenti nei primi cinque) del corridore della Trevigiani Campana Imballaggi? E’ frutto di un buon inverno?

«No, quale buon inverno, anzi… – racconta Colnaghi – In un incidente domestico mi sono “rotto” un piede, ho preso una storta grandissima e sono stato fermo parecchio tempo. Infatti non mi aspettavo di andare così forte. Ero indietro con la condizione».

Una storia complicata

Colnaghi era coinvolto nel progetto del Team Monti, che sarebbe stata una continental della Deceuninck-Quick Step, ma di fatto il tutto è naufragato sul nascere e alla fine, a una settimana dall’inizio della stagione 2020, è approdato alla Zalf.

In estate ha avuto anche un problema di positività (ad andarina e ostarina) risultata nei controlli dopo il campionato italiano di Zola Predosa. A quel punto la sua carriera ha vacillato. Colnaghi però non si è perso d’animo e ha lottato sin da subito. Fin quando, a febbraio, è arrivata la sentenza: una piccola multa (350 euro) per negligenza e tre mesi di squalifica (già scontata).

«Dopo quel giorno ho passato due settimane a dir poco difficili. Ero lì a metabolizzare la notizia, a cercare di capire. Ne sono uscito grazie a poche persone: la mia famiglia, gli avvocati e soprattutto i periti chimici, grazie ai quali ho potuto dimostrare la mia innocenza e che io con il doping non c’entravo nulla.

«Questo mi ha comunque creato un danno concreto e d’immagine. Ne sono uscito male, soprattutto in quei giorni, e poi dovevo passare con la Wanty Gobert e non è stato possibile. Devo ringraziare la Trevigiani Campana che mi ha dato fiducia, i diesse che credono in me e mi vogliono bene, e la mia testardaggine».

Luca Colnaghi tra i suoi fratelli, Andrea (sinistra) e Davide (destra) anche loro corridori
Luca Colnaghi tra i suoi fratelli, Andrea (sinistra) e Davide (destra) anche loro corridori

Pregi, difetti e amici

Testardaggine: questa rientra tra quelli che Colnaghi stesso definisce uno dei suoi pregi.

«Sono anche uno schietto, ma questo non sempre è un pregio. Un difetto? Che certe volte mi arrabbio facilmente quando vedo che le cose non vanno nel verso giusto».

Luca si allena sulle sponde del lago di Como. I suoi compagni di uscite sono Simone Petilli e Filippo Conca. I giri con loro prevedono anche le salite di zona che Colnaghi non disprezza nonostante non sia di certo uno scalatore. Giusto domenica scorsa è stato quinto alla Per Sempre Alfredo tra i professionisti.

«Mi ritengo un corridore abbastanza completo – dice Colnaghi – non sono uno scalatore quello è certo, ma neanche un velocista puro. Tuttavia se mi trovo in buona posizione mi butto anche nelle volate di gruppo.

Certo Luca, che comunque con i suoi 22 anni è giovanissimo, è al quarto anno tra under 23 e, visti i tempi attuali, rischia di essere etichettato per “vecchio”. Si sente il fiato sul collo?

«No, io penso a fare il mio, a dare il massimo e poi i risultati che verranno… verranno. Adesso vediamo di rimetterci “in bolla” dopo questa caduta e poi pensiamo al resto della stagione».